Eluana, l’esercito dei rei confessi

Eluana Englaro è morta. Mentre noi siamo rimasti qui, con le nostre drammatiche, ridicole, mortali e italiane beghe. Eluana è morta, e morendo ufficialmente ieri ha preso tutti in contropiede. In 48 ore volevano fare una legge che non sono riusciti a produrre in 12 anni. In 48 ore si voleva dare una svolta alla spinosa faccenda del testamento biologico, resa ancora più spinosa dal fatto che questo non è un paese normale. Resa ancora più spinosa dalle immancabili direttive della Chiesa.

Resa ancora più spinosa dall’ondata di emotività. E dal fatto che la vicenda clinica di questa ragazza ha distratto noi tutti da ciò che sta accadendo in altre sedi. Momento che Giorgio Napolitano definisce oggi di turbamento nazionale. Per il quale serve una riflessione comune. Interviene, il presidente della Repubblica, dopo che lo scontro politico è arrivato al suo culmine inimmaginabile. Dopo che sono volate parole come assassini, l’avete ammazzata. Dopo che il Capo dello Stato è stato accusato ieri – inutile usare eufemismi – apertamente in Senato dal capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri di avere una responsabilità nella morte di Eluana, per la firma mancata sul decreto legge del governo.

Vigilanza Rai, Villari è solo

Villari è rimasto solo. Forse, nella soap opera Vigilanza Rai, la svolta è vicina. Forse – dato che Villari non ha mai avuto intenzione di spostarsi dalla carica assunta.  I quattro capigruppo del Pdl hanno pubblicato ieri una lettera sul Corriere. Il titolo è inequivocabile: Finché Villari non si dimette, lasciamo la Commissione di Vigilanza.

Maggioranza e opposizione sono, a questo punto, compatte nel chiedere le dimissioni del presidente della Vigilanza Rai. La soluzione politica è vicina, dicono i due schieramenti. E Villari è solo.

Natale in Sicilia

La battaglia è lunga e secolare, e abbiamo avuto modo, recentemeente, di ricordarlo:

Costose, inutili, incancellabili: le (finte) promesse sulle province

Mentre il Sole 24 Ore ricordava che nella prima fase di riordino della Pubblica Amministrazione erano sopravvissuti magicamente tutti gli enti messi sotto osservazione dal Decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito nella famosa Legge 6 agosto 2008, n. 133 – la stessa della Riforma Gelmini.
Modernizzare significa sempre calpestare i piedi di qualcuno, leggevo oggi. E in Italia non c’è posto né modo né fantasia per poter affermare il contrario.

Violante: il ponte tra maggioranza e opposizione



Dunque. Oggi la puntata della trasmissione In mezz’ora di Lucia Annunziata su RaiTre ha visto protagonisti Luciano Violante, colui che viene, per molte ragioni, considerato il vero – nonché unico – ponte tra Pd e Pdl, e Paolo Flores d’Arcais, direttore di Micromega e passato nell’immaginario, tra l’altro, per essere stato un’anima portante dei girotondi antiberlusconiani ormai di qualche anno fa. Violante critica il partito e ammette la questione morale. Fin qui, tutto bene.


Violante è la stessa persona che, in questo periodo, ha affermato più volte la necessità di riforma della Giustizia.


Nulla da dire, in termini di massimi sistemi, nemmeno qui. Ma quando nell’intervista, alla domanda Cos’altro è necessario? Violante afferma:

Integrare la composizione del Csm, con la nomina di un terzo dei componenti da parte del capo dello Stato


Mi fermo. Perché mi immagino la scena, nella persona del successore di Napolitano.


Partito Democratico, ovvero: una squadra compatta



Parlare del Pd è come sparare sulla Croce Rossa. E fa male, in fondo. Per la grande delusione che c’è nel leggere quello che accade. Per la grande delusione di aver sperato in qualcosa di nuovo, in qualcosa di decisivo, in qualcosa di SOCIALE E RIFORMATORE. E poi.


Scrive oggi Enzo Di Frenna, riepilogando lo stato dell’arte del Partito Democratico:

• due assessori Pd arrestati a Napoli.
• stessa inchiesta a Napoli: parlamentari Pd coinvolti.
• Del Turco (Pd) arrestato in Abruzzo, si candida nel Pdl.
• Bassolino (Pd) sotto processo, non si dimette.
• D’Alema (caso Unipol) sega le gambe a Veltroni
• La Torre (caso Unipol) lascia pizzini anti-Di Pietro
• Villari (Pd) cacciato dal partito, non lascia la Vigilanza
• Napolitano presidente (Pd) firma il lodo Alfano
Alla faccia del nuovo partito…


E poi. Il Sindaco di Pescara, D’Alfonso, ai domiciliari.


Abruzzo al voto




Le elezioni arrivano con due anni di anticipo rispetto alla scadenza naturale del mandato. Perché? Nel 2005 aveva vinto, per il centrosinistra, un nome ormai a tutti noto: Ottaviano Del Turco. Poi però il suddetto è stato arrestato lo scorso luglio per presunte tangenti nella sanità privata. Del Turco, in questi giorni, sta facendo nuovamente parlare di sé per la prospettiva paventata di correre con il Pdl alle prossime europee.


6 candidati per una poltrona, quella della Presidenza della Regione: Carlo Costantini, deputato dell’Idv che corre anche per il Pd, Gianni Chiodi per il Pdl, Rodolfo De Laurentiis per l’Udc, Teodoro Buontempo per La Destra, Ilaria Del Biondo per il Partito comunista dei lavoratori e Angelo di Prospero per la lista «Per il bene Comune» (inizialmente esclusa, poi riammessa dal Tar).


Pd, questione di morale



Non siamo la tangentopoli rossa


Sono due sindaci piddini a parlare, nel bel mezzo della questione morale che sta travolgendo il non-partito, inguaiato tra D’Alema e Veltroni.


Parlano: il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, e quello di Firenze, Leonardo Domenici, che ieri si è incatenato davanti alla sede della sede del gruppo Repubblica-l’Espresso con un cartello che rivendicava un’informazione corretta in merito alla vicenda politica innestata dall’inchiesta giudiziaria Fondiaria-Sai. E anche a Napoli, inchieste giudiziarie hanno coinvolto esponenti delle amministrazioni locali.


La crisi, in realtà, è della politica tutta, con buona pace del Premier che non perde l’occasione e che cavalca, naturalmente, l’Onda – non quella, ma la sua. Perché per il Pdl si tratta di una nuova Tangentopoli.


Tu mi voti, io ti fo lavorare

La moneta di scambio è la più geniale e banale. Di questi tempi, di queste crisi, di queste lune.
Nuovo stile, nuove idee per il Popolo della Libertà, che, in terra d’Abruzzo, diventa perfetta e funzionante filiale stile Agenzia di lavoro interinale. Meglio di Infojob, meglio di Monster.it, meglio di Adecco-ManPower-Metis messe insieme.
Offresi opportunità di lavoro, insomma. Se ti iscrivi al Pdl di zona e voti presumibilmente Gianni Chiodi.

Rai, di tutto, di più



E non scordatevi della Rai, mi raccomando. Non vi sfuggisse, tra una sentenza e l’altra – e un Ministro Onda – quest’ennesima chicca tutta italiana. Ogni tot anni, lo spettacolo di questa faccenda politica è sempre, sempre pronto a regalarvi le sorprese del caso.


Il Pdl che vota il Senatore del Pd, che però il Pd non vuole e men che mai l’Italia dei Valori – per carità, a Di Pietro gli è preso un magooooone.


Ora si dice pronto a dimettersi – mi dimetto mi dimetto certo mi dimetto – dalla carica di presidente della Commissione Parlamentare di Vigilanza, Riccardo Villari, Senatore del Pd che il Pdl vuole ma che il Pd-meno-L non vuole.

Sono consapevole che la mia elezione è avvenuta con una modalità inconsueta. Adesso intendo svolgere la mia funzione di garanzia prendendo contatti con i Gruppi parlamentari per ricostruire quel dialogo istituzionale tra maggioranza e opposizione, giungendo ad un nome su cui far convergere i propri voti. Allora sarò ben lieto di formalizzare le mie dimissioni, avendo così contribuito a ripristinare il funzionamento dell’organismo istituzionale che mi ha eletto presidente


Potrebbero volerci secoli, a occhio e croce.


Scalera e la proposta anti-wrestling

Chi mi conosce bene sa come, il wrestling, sia una delle mie più grandi passioni. Non mi perdo una puntata di questo o quel programma in tv che riguardi questo spettacolo (è un entertainment infatti non lotta vera) per poter svagarmi anche solo un paio d’ore come molte massaie fanno davanti alla loro soap preferita.

In un periodo di crisi come quello attuale, dove forse sarebbe bene andare a guardare a molti altri problemi che il paese soffre, ecco che tra le proposte di legge comparse il 5 novembre 2008, appare una proposta anti-wrestling lanciata dal deputato PDL Giuseppe Scalera. Il crociato anti-wrestling, non è nuovo a questo tipo di manovre visto che già quando faceva parte dell’Ulivo decise di promuovere una legge in tal senso.

L’assurdità sta nel fatto che la proposta di legge riporta diversi errori dovuti al fatto che la proposta è la stessa già fatta nel 2006, quando lo stesso era nelle file prodiane, con riferimenti temporali errati e vaghi (come ad esempio il dato auditel di 1 milione e mezzo di bambini ad assistere ai programmi, quando oggi il wrestling in Italia viene visto da molte meno persone. Si badi persone non bambini).

Fini-D’Alema: la strana coppia

Lo chiamavano inciucio. I fini alla riscossa. Due leader, un ex delfino e un ex Presidente del Consiglio, che sembra proprio che stiano cercando di riprendere il centro della scena politica. In più, su un tema scottante.
Le parole del giorno sono: Summer school e bozza Violante (che è stata approvata nel corso del Governo Prodi dalla commissione Affari costituzionali della Camera, per esaminare i decreti delegati di attuazione del federalismo fiscale).
D’Alema e Fini lo chiamano percorso condiviso tra maggioranza e opposizione. Uhmmmmmm.

Scontro tra la la Mussolini (Pdl) e la Picerno (Pd): la gioia dei blogger



Sì Vespa, fai felici Striscia la notizia e noi blogger… La nipote del Duce ci regala un:

La VELINA che ti ha fatto qualcuno del partito è sbagliata

(e a rigor di logica, chissà se il contenuto degli sgarbati modi della Mussolini è del tutto sbagliato… Le veline di un Pd senza basi o contenuti non sono una realtà poi così lontana).


E la Mussolini… Una delle poche certezze dell’Italia… NON CAMBIA MAI…


Giornalismo, mea culpa necessario

La dimensione critica è assente. E’ bruciante la frase: Perché potevano aprire su di un altro grande tema, per esempio la macchina indietro (ma aspetto di leggere il testo per un giudizio più compiuto) del governo con il decreto legge sull’Università, oppure su di un altro grande tema, o (non sia mai!) con un’inchiesta originale. Già trent’anni fa, Indro Montanelli scriveva che il giornalismo italiano è servo per abitudine.

Pd. Ovvero: c’era una volta la piazza

C’è un’Italia delusa. Un’Italia divisa. Un’Italia opposta. Poi c’è anche chi dice che ci sia una sinistra divisa, ma tant’è. (La Sinistra italiana – in senso ampio – è indifendibile da troppo).
Ieri, finalmente, il grande appuntamento delle piazze con Veltroni. O forse, meglio, di Veltroni con le piazze. Ascoltare e vedere i Tg nazionali ieri sera è stato educativo. Mi ha ricordato l’ottima ragione per la quale sopravvivo dignitosamente senza televisore in casa.
Dopo una manifestazione, c’è la guerra dei numeri. Qui, la proporzione è imbarazzante: 2 milioni e mezzo per gli organizzatori, 200.000 per Emilio Fede, 300.000 per il Pdl.