Eluana, Sacconi va avanti per la sua strada

Per lui è un atto dovuto, e lo rifarebbe. Maurizio Sacconi, Ministro del Welfare, a dicembre scorso, attraverso un atto di indirizzo, ha, di fatto, bloccato il ricovero di Eluana Englaro nella clinica Città di Udine. Naturalmente, dal suo punto di vista, è l’inchiesta su di lui a costituire una vera e propria intimidazione – come se indagare su qualcuno dovesse necessariamente assumere questa connotazione, soprattutto se trattasi di Ministro.

Il ministro ha emanato un provvedimento che impedisce di sospendere ai disabili alimentazione e idratazione artificiali. In seguito alla denuncia correlata presentata dai Radicali, il Ministro è indagato per violenza privata nei confronti della clinica che era in procinto di accogliere Eluana.

Lui si difende così:

È stato un atto doveroso, di indirizzo al servizio sanitario nazionale affinché avesse comportamenti omogenei sul dovere di alimentazione e idratazione delle persone disabili, in ossequio alla legislazione italiana e alle carte Onu

Ma non è tutto così lineare.

Cesare Battisti, il caso: l’Italia allo specchio

Cesare Battisti rifugiato politico in Brasile. Ciò che più fa riflettere è la motivazione data alla decisione. Ma andiamo con ordine.

Ieri notte arriva in Italia la notizia che il Ministro della Giustizia brasiliano, Tarso Genro, ha deciso di non concedere l’estradizione a Cesare Battisti. Il punto è che Battisti è stato condannato in contumaciaergastolo, con sentenze passate in giudicato, per aver commesso quattro omicidi in concorso durante gli anni di piombo. Già latitante in Francia, dove benificiò a lungo insieme ad altri terroristi della dottrina Mitterrand, è diventato uno scrittore di romanzi noir. Quando la Francia decise che l’avrebbe restituito all’Italia, si rese latitante in Brasile, dove venne arrestato nel marzo 2007. E dove ora ha ottenuto lo status di rifugiato politico.

Militante dei Proletari Armati per il Comunismo, è stato condannato all’ergastolo per quattro omicidi: Antonio Santoro (Udine, 6 giugno ’78) – esecutore materiale, Lino Sabbadin (Santa Maria di Sala, 16 febbraio ’79) – copertura armata, Pierluigi Torregiani (Milano, 16 febbraio ’79) – attentato, co-ideatore e co-organizzatore, Andrea Campagna (Milano, 16 aprile ’79), esecutore materiale.

Dio non esiste. Neanche a Genova

[Foto| Flickr – Angela Gennaro]

La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona, è che non ne hai bisogno.

Il messaggio vuole diffondere ottimismo. La battaglia degli atei è ormai combattuta a tamburo battente sugli autobus, e sta facendo il giro del mondo.  Atei alla riscossa, dunque: dopo Usa, Inghilterra e Spagna, l’autobus ateo sbarca anche in Italia.

E non in una città qualsiasi. Dal 4 febbraio, a Genova, i cittadini del capoluogo ligure vedranno circolare per le strade della città il classico mezzo pubblico tappezzato dalla scritta di cui sopra:

La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno

Niente altro che una pubblicità. Quella “cosa” che, dalla notte dei tempi, tappezza, in ogni città muri, case, strade e tram, autobus e metropolitane. Ovviamente questa non è una pubblicità qualsiasi. Ovviamente, questa scatenerà il putiferio. In Italia, a Genova poi – città di Bagnasco…

De Andrè, terrorista e poeta

Terrorista e poeta. L’11 gennaio 1999 Fabrizio De Andrè è morto. Sono passati 10 anni.

É in rapporto di amicizia con tale De André Fabrizio, non meglio generalizzato, ligure, universitario a Milano, filo cinese, noto cantautore e contestatore

Si tratta di una relazione inviata il 20 dicembre 1969 alla Direzione generale della PS. Qui l’articolo de L’Espresso.

De André era tanto altro. Oggi, qualcuno scrive che è stato poeta tanto quanto lo è Vasco Rossi. Lascio a voi le dovute riflessioni – io potrei non essere politically correct, e certo non contro Vasco.

Tanti auguri! Scatta il nuovo allarme povertà



Ascoltavo oggi la radio, gironzolando per le solari vie del Salento. Un’indagine dimostra che il tenore della vita degli italiani, dal 2006 ad oggi, è peggiorato.


Poi, tornata a casa, ho acceso il pc, e aperto la pagina di Repubblica on line, e leggo:

Povertà, nuovo allarme dall’Istat. “Oltre il 5% fatica a comprare cibo”


Che allegria. Continuo a leggere: Dati riferiti alla fine del 2007 e destinati ad aggravarsi nel 2008. Ti pare?


Situazione particolarmente dura al Sud, per chi ha tre figli e per gli anziani.


Mi colpisce la faccenda. La mia famiglia vive a Lecce, i miei non sono più giovanissimi, hanno tre figli. Due di loro studiano a Milano, la terza arranca tra lavori precari in quel di Roma (sarei io), e come se non bastasse ha anche deciso di prendere una seconda laurea – ma a tempo perso, nè.


Nessuno si piange addosso, e stiamo e staremo molto meglio di altri. Ma che allegria.


Brianza: Il terrore a 500 metri da casa

Mi è capitato mille volte di sentire, da telegiornali, dai giornali e dai siti internet di attentati terroristici a questo o a quell’obiettivo. Tutti sempre lontani, non solo ideologicamente, ma anche geograficamente. Così impossibili da realizzare nel nostro paese, quasi un’isola felice nel mondo del terrore.

Eppure ecco improvvisamente svegliarmi da questo sogno. 2 arresti in Italia, 2 terroristi che stavano progettando diversi attacchi: uno di questi ad un supermercato, un bar e una pompa di benzina. Tutto questo a poco più di 500 metri dalla mia abitazione. Abbinare il volto dei due “ipotetici” terroristi e le immagini della vita di sempre portano ad un triste scenario.

Uno scenario che mi ha ricordato le tanti morti di Mumbai, di Nassirya, di Madrid, per non dire quelle dell’ormai noto 11 settembre da cui tutto ha avuto inizio, e a tutte le altre che non ho ricordato qui. Ricordi che si immedesimano nelle parole di mio padre:

“Lì non è che puoi fare molto, se sei dentro…BUM…non ci sei più”

Un mercoledi sera milanese

Un Mercoledì sera come qualsiasi altro, quello di ieri nel tardo pomeriggio. Stazione della Metro Rossa a Cadorna inaccessibile. Confusione. Rabbia. Amarezza sui volti di coloro che dovranno attendere tempo indeterminato prima di poter tornare a casa dalla propria famiglia. Facce perse. Facce da iPod. Facce da businessman che chiede un taxi “perché cribbio qui si fa tardi”. Poi un annuncio. “La linea Rossa della Metro riprende a funzionare“. Sempre confusione, rabbia, amarezza. Sempre le stesse facce perse, quelle da iPod che per l’occasione hanno perso le cuffiette mentre i businessman sono già altrove. “Scusi, mi potrebbe dire cosa è successo per bloccare l’intera linea?” “Il solito che ha tentato di ammazzarsi, ma non c’è riuscito“. La notizia però sembra scivolare nel caos e sulle facce. A volte mi chiedo perché alcune persone tentino il suicidio e in queste situazioni ho davanti la risposta. L’indifferenza è uno dei mali peggiori della nostra società.

Non solo politica

Sarà politica? Non lo sarà? Politica, l’arte di governare. Le polis appaiono sì lontane. Non è politica, non solo politica. Uno sfogo lontano dalla politica, che la politica tocca. Mentre il decreto sicurezza passa trionfalmente, mentre il lodo Schifani ripasserà a breve, mentre si osserva questa Italia. Che cos’è quest’Italia?
Oggi mi interrogavo sull’esigenza e urgenza, soprattutto l’urgenza, di una norma che assicurasse l’immunità alle 5 più alte cariche dello Stato.
Urgenza del popolo, non grida altro in effetti, non lo sentite? A gran voce. Nessun particolare accanimento contro il Caimano: egli (egli, sic!) è solo l’incarnazione meglio riuscita del sistema all’italiana. Sistema perfettamente trasversale.

Lunedì 23 giugno 2008. Tutti davanti al palazzo di giustizia di Milano

Rompiamo gli indugi. Il nuovo assalto di Silvio Berlusconi ai principi di legalità e alla giustizia non può vederci testimoni immobili e dunque complici. Ancora una volta il potere politico viene usato per tutelare posizioni processuali personali, senza alcuno scrupolo né verso i principi costituzionali né verso gli effetti che si producono a cascata sull’amministrazione della giustizia, sulla sicurezza e sulla libertà d’informazione. Le scelte accomodanti dell’opposizione si stanno rivelando semplicemente sciagurate. L’idea che l’acquiescenza verso Berlusconi sia segno di maggiore consapevolezza e maturità politica sta portando il Paese alla deriva, privandolo di una voce coerentemente risoluta nella difesa della Costituzione e della decenza repubblicana in parlamento.

“Spingendo la notte più in là” per non dimenticare Calabresi

Calabresi. Un cognome importante, pesante, che si porta sulle proprie spalle una storia, una lotta, un significato di ribellione a tutto ciò che è terrorismo. A tutto ciò che è violenza ingiustificata.

E andato infatti in scena, alla Fiera del Libro di Torino, il nuovo libro di Mario Calabresi dal titolo “Spingendo la notte più in là”. L’opera di Calabresi è un documento autobiografico che riprende la sua vita e non solo, come anche indica il sottotitolo “Storia della mia famiglia e di altre vittime del terrorismo”

Il terrorismo di cui parla Calabresi non è quello che oggi vediamo di carattere religioso che, fortunatamente, ci riguarda solo di striscio, che è “lontano” da noi, seppur ci ha colpito nei tragici eventi in Medio Oriente, tra cui il più noto è l’indimenticabile Nassyria. Il terrorismo di cui parla l’autore è quello politico, è quello degli opposti estremi, che negli anni 70-80 hanno dilaniato il nostro paese.

Sanremo e il potere d’acquisto. Meno male che esiste Elio

Elio e le storie tese
Due parole, forse, le vogliamo spendere anche per Sanremo. Non sarà politica, ma insomma, non c’è da esserne sicuri. Certo, è specchio del tempo. Due parole estemporanee.
Non ci ha capito niente nessuno, probabilmente. A parte che viene ancora da chiedersi, tu tutto e tutti, per prima improrogabile cosa, semplicemente perchè. Un giovine italiano – va bene che le new generations sono quello che sono – ma insomma, uno che si affaccia alla vita, probabilmente, fa fatica a chiedersi la ragione della persistenza e dell’esistenza della manifestazione in oggetto. C’è Gino Castaldo che, su Repubblica.it, recita:

I vincitori Voto: 0. 1) Giò di Tonno/Lola Ponce; 2) Tatangelo; 3) Moro. Non è che a questo festival ci fosse tanto da premiare. Ma la vittoria dei due zuccherini e il secondo posto della Tatangelo riportano il festival ai suoi anni peggiori. Va detto che era prevedibile. L’andazzo si era capito da un pezzo. Ciò non toglie che siamo alle solite. Questi meccanismi di voto, compresa la giuria di qualità che di qualità non era, sono sconcertanti. Come diciamo da anni. In fondo l’anno scorso è vero che ha vinto Cristicchi ma secondo e terzo furono Albano e Mazzocchetti, quindi c’è mancato un pelo. In questo davvero il festival non cambia. Peccato.

Veronesi, scelta difficile. L’Avvenire attacca

Veronesi
Non riesce a non sollevare tutta la mia simpatia. Come uomo, come scienziato, come personaggio politico che nelle beghe di Palazzo possa portare, quantomeno, uno spiraglio di lotta a pratiche e mentalità bigotte, così vincenti e radicate nel panorama italiano.
Per decenni ha lottato e portato avanti ricerche e progetti sulla prevenzione e sulla cura del cancro, ed ha contribuito al raggiungimento di enormi traguardi nella lotta a questa malattia. Soprattutto per ciò che concerne il carcinoma mammario, prima causa di morte per tumore nella donna. Per me, questo è intoccabile, forse soprattutto emotivamente.
Dal punto di vista politivo, Veronesi è un personaggio complesso, e difficilmente etichettabile. Chiaro che alla Binetti venga l’orticaria quando ci pensa. Chissa se Walter ha in testa la cifra della complessa composizione in cui si è messo.

Il Tar & Alitalia: no Air One, sì Air France


Air One


Fly Air France, non c’è niente da fare. Nuova puntata della soap opera. Quella che, in fondo, tutti si aspettavano, nonostante le richieste di Toto, nonostante le richieste – fondate o meno – di chiarezza.


Era una decisione attesa, che costituisce un capitolo importante. Il Tar del Lazio ha deciso di non sospendere in via cautelare la trattativa in esclusiva tra Alitalia ed Air France-Klm. Il Tribunale Amministrativo ha quindi deciso di accogliere la richiesta avanzata da AirOne.


Nelle ragioni presenti nell’ordinanza a sostegno del verdetto, i giudici scrivono laconicamente

non sussistono i presupposti dell’accoglimento dell’istanza cautelare, sia per la carenza di elementi di irreparabilità del danno, sia per la mancanza di fumus boni iuris

Il Tar dovrà poi esprimersi sul merito del ricorso. Al momento, dopo la pronuncia di oggi, la tanto criticata e temuta trattativa in esclusiva con Air France-Klm non si ferma e procede il suo inesorabile cammino.


La compagnia di Carlo Toto aveva presentato ricorso lo scorso 30 gennaio. L’intenzione era di chiedere l’annullamento di questa trattativa, nata della decisione del caduto governo Prodi del 28 dicembre scorso. La trattativa con Air France-Klm riguarda la vendita di una quota non inferiore al 30,1% della compagnia di bandiera italiana.


AirOne non ha digerito l’esclusiva. Per Carlo Toto qui si tratta della vendita di un bene pubblico. Uno dei più grandi. Quindi non si può non scegliere tra un ventaglio di proposte. Inoltre Air One è stata esclusa dalla gara dopo la conclusione della prima fase della trattativa, ha chiesto – non ascoltata – di essere riammessa in lizza.