Si delinea la lista Ministri del M5S

elezioni politicheUn altro nome si aggiunge alla lista dei Ministri inviata dal M5S al Quirinale, dal candidato premier Di Maio. Si tratta di Domenico Fioravanti, al Ministero dello Sport, che si aggiunge agli altri nomi già rivelati da Floris. Fioravanti è due volte oro olimpico nel nuoto a Sydney 2000. d annunciarlo Alessandro Di Battista a margine di “Sport e legalità” a Pescara, un evento organizzato dal Movimento a cui hanno partecipato anche Zeman e altri candidati ministri.

Le dichiarazioni

Un emozionato Fioravanti ha parlato dei valori e delle regole dello sport, troppo spesso travalicate in nome del profitto. “Semmai sarò ministro non sarò solo presente al taglio dei nastri, ma lo sarò in prima persona nelle palestre, nelle piscine e negli impianti sportivi per mostrare che non siamo solo figurine” – le prime dichiarazioni del nuotatore.

Zdenek Zeman

Anche Zdenek Zeman era presente e ha rilasciato delle dichiarazioni, schierandosi con il Movimento. La sua scelta è dovuta, secondo il Boemo, al fatto che il Movimento è “l’unica forza politica che presenta un programma sullo sport”.
Sono 18 i nomi nella mail inviata al Quirinale. Tra questi, quelli rivelati sono il generale Sergio Costa per l’Ambiente, l’economista Lorenzo Fioramonti allo Sviluppo econimico, Pasquale Tridico al Lavoro e Welfare, Giuseppe Conte alla Pubblica amministrazione e Alessandra Pace all’Agricoltura.

M5S: l’ammiraglio si ritira

m5sIeri la grande giornata dei candidati ai collegi uninominali del 5stelle è stata rovinata dal ritiro dell’ammiraglio Vieri, perché la sua candidatura era in violazione con il regolamento del Movimento. Il problema era la sua vecchia elezione consigliere comunale nel comune di Ortona per il PD. Una gaffe che ha giustificato con la mancata conoscenza del regolamento che vieta l’elezione di persone che abbiano già avuto incarichi in altri partiti. In corsa per il collegio Roma 10 va così Carla Ruocco, già deputata. Altra curiosità, è la candidatura di Nicola Cecchi, che ha militato nelle file del PD, ma mai eletto, quindi in regola. Sfiderà però Renzi a Firenze, per il Senato. I candidati “esterni” del M5S sono una novità per portare figure di spicco nel Movimento. Al collegio Senato di Giuliano è stata candidata Maria Castellone, ex ricercatrice del Cnr, mentre Zoccano, presidente del Forum italiano Disabilità, corre in Friuli contro la Serracchiani. La sociologa della Rete italiana Ecovillaggi Cinzia Boniatti corre a Rovereto, ma è sicuramente il giornalista di La7 Pierluigi Paragone il personaggio di spicco tra gli esterni. La sua sfida è contro il padre della Lega Umberto Bossi. Tra i candidati anche l’economista no Pil Fioramonti.

L’Economist contro il M5S: nessuno decide la linea

Il Movimento 5 Stelle, dopo la batosta delle Europee e delle amministrative, sta attraversando un momento di crisi, forse fomentato anche dalle epurazioni volute da Grillo e votate dagli attivisti che sono tali anche in rete. Adesso a dare la batosta decisiva al Movimento ci sta pensando l’Economist che critica durante il duo Grillo-Casaleggio. 

M5S spaccato e Pizzarotti va in castigo

È vero, siamo lontani dalla politica di palazzo, stiamo parlando del Movimento 5 Stelle che adesso, nel nostro Paese, rappresenta l’opposizione e quasi niente può fare oltre che proporre emendamenti e votare “contro”. Eppure anche i grillini sono in Movimento tra epurazioni e lasciti che non fanno ben sperare.

Accordo tra governo e M5S sulla riforma elettorale?

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Il rapporto sulle riforme tra il governo e il Movimento 5 Stelle va avanti dopo che ieri sembrava che tutto fosse smarrito, con Beppe Grillo che è tornato ad attacchi vecchio stile e Renzi che ha richiamato il M5S a meno chiacchiere e più sostanza. Poi in serata la svolta che arriva da Grillo che ha pubblicato sul suo blog “Dieci domande e dieci risposte”. Il M5S passa quindi alla pratica e fa le sue proposte dirette al governo.

La prima delusione di Grillo frutto dei suoi errori

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I sondaggi per le elezioni europee davano una forchetta al Movimento 5 Stelle che arrivava a un massimo in cui era sopra al Partito Democratico. I risultati hanno invece mostrato una vittoria netta del Pd che ha avuto quasi il 20% in più del M5S. Quella di Grillo è una debacle se si pensa alle attese e anche considerando la diminuzione di voti rispetto a un anno fa, quando si è votato per le elezioni politiche. La strategia del M5S ha fallito, ha impaurito gli italiani e non ha raggiunto l’obiettivo. Come mai? L’aspetto su cui ragionare è che proprio i “campioni” della comunicazione hanno sbagliato alcune strategie.

Il Movimento 5 Stelle e la questione della democrazia

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L’espulsione dei tre senatori del Movimento 5 Stelle, deciso dalla rete ma anche su chiara indicazione di Beppe Grillo, ha riaperto la questione della democraticità del movimento. In questi giorni i tre “epurati” sono stati protagonisti di diversi talk show politici dove hanno manifestato la loro delusione e criticato la gestione del M5S da parte di Grillo e Casaleggio.

Abolizione del finanziamento pubblico ai partiti tra proclami e polemiche

governo lettaE’ stato approvato il decreto che sancisce l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Il governo Letta si era impegnato in tal senso e oggi è arrivata la conferma, ma non mancano le critiche. Il Presidente del Consiglio Enrico Letta su Twitter ha affermato: “Avevo promesso ad aprile l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti entro l’anno. L’ho confermato mercoledì. Ora in consiglio dei ministri manteniamo la promessa”. Il Consiglio dei Ministri ha quindi discusso del decreto che poi Palazzo Chigi ha confermato.
Nella conferenza stampa, Enrico Letta ha detto che il decreto: “Introduce l’obbligo della certificazione esterna dei bilanci dei partiti politici. Il problema è stata l’opacità, ci sarà un meccanismo molto stringente che impedirà gli scandali degli anni scorsi. Il testo votato oggi è quello del ddl approvato dalla Camera. Con qualcosa in più”.
Certificazione esterna dei bilanci quindi e fine del finanziamento pubblico ai partiti. Questi, però, potranno avere finanziamenti privati e su questo c’è da chiarire alcune cose.
Il Vicepresidente del Consiglio Angelino Alfano si mostra soddisfatto ed ha affermato: “Abbiamo mantenuto la promessa, il decreto serve per far entrare immediatamente in vigore la legge”.
Rispetto al finanziamento privato, i partiti potranno contare sul 2 per mille e i cittadini potranno scegliere liberamente a chi riservare i soldi.
Si diceva di critiche. Le reazioni polemiche arrivano da Beppe Grillo che da sempre propone l’eliminazione del finanziamento pubblico ai partiti. Il leader del Movimento 5 Stelle su Twitter ha detto: “Basta con le chiacchere enricoletta. Restituisci ORA 45 milioni di euro di rimborsi elettorali del Pd a iniziare da quelli di luglio. #Bastaunafirma”. E poi: “Per rinunciare ai finanziamenti pubblici è sufficiente non prenderli come ha fatto il M5S. Il decreto legge di Letta è l’ennesima presa per il culo”.
Sempre su Twitter si fa sentire anche Antonio Di Pietro che ha affermato: “Finanziamento ai partiti abolito per decreto? Prima di cantare vittoria aspettiamo di vedere il testo. Di fregature ne abbiamo prese troppe finora”. E poi Altero Matteoli di Forza Italia: “Il governo Letta la presenta come una conquista, io penso invece che l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti sia un grave errore che inciderà profondamente ed in negativo sulla qualità della nostra democrazia.

Niente intesa per i presidenti delle Camere

Nessuna intesa tra Pd e M5S, nemmeno sulle presidenze delle Camere. Ieri, in serata, il Movimento ha indicato Luis Alberto Orellana e Roberto Fico quali propri candidati le presidenze del Senato e della Camera, a margine di una lunga selezione interna degli autocandidati. Alla fine delle negoziazioni, una conferenza stampa sulla web tv della Camera che, di fatto, ha chiuso qualsiasi possibilità di accordo preventivo con il Partito Democratico di Pierluigi Bersani.

Espulsioni Movimento Cinque Stelle

Dopo Salsi e Favia, le epurazioni dal Movimento Cinque Stelle non sembrano volersi arrestare. È infatti di recente acquisizione mediatica l’invio di una lettera di diffida alla lista del Movimento di Forlì, capeggiata da Raffaella Pirini, “rea”, a quanto si legge sul web, di aver contestato le dichiarazioni di Beppe Grillo sul punto G. Di qui la diffida ad usare il marchio del movimento: una diffida che significa, in altri termini, una vera e propria cacciata.

Grillo e i nazisti

Grillo e i nazisti. Potrebbe sembrare l’inizio di una barzelletta, e invece è la strana associazione di idee che lo stesso leader del movimento 5 Stelle ha avuto modo di elaborare poco fa, affermando che se il proprio M5S non riesce ad arrivare in Parlamento, allora “a quel punto arrivano le Albe Dorate, gente che emula Hitler”. Il pericolo neo-nazista è davvero così vicino come afferma Grillo, o si tratta di una nuova ipotesi di fantapolitica?

Primarie Movimento Cinque Stelle risultati

Si sono chiuse le Parlamentarie del Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo. Tra vistosa delusione e strasichi polemici sulla presunta scarsa trasparenza che avrebbe contraddistinto la tornata elettorale, va in soffitta il processo di selezione attraverso il quale il Movimento ha auto-nominato i propri candidati. Ma come sono andate le primarie del Movimento Cinque Stelle? E quali sono le principali considerazioni che è possibile formulare su questo evento?