Ignazio Marino, le dimissioni e i lavori esigui della sua giunta

Uno dei sindaci più discussi di Roma che ha determinato una spaccatura profonda tra il pubblico: i sostenitori lo dipingono oggi come un supereroe e gli oppositori che rivendicavano già da un anno a questa parte le dimissioni che oggi sono arrivate. Ma Ignazio Marino cosa avrebbe fatto per meritarsi di restare alla guida di Roma?

Marino VS Storace sulla donazione del sangue

E mentre la politica estera è impegnata nell’emergenza profughi, l’Italia si diletta con una serie di diverbi di poco conto o comunque in grado di distogliere l’attenzione da ciò di cui la politica dovrebbe occuparsi. 

Per Ignazio Marino i Cinque Stelle sono come i mafiosi

Ignazio Marino, durante il suo mandato, è stato coinvolto, o meglio travolto, dallo scandalo di Mafia Capitale e con tutte le accuse che gli sono piovute addosso, ha deciso di cercare un capro espiatorio non troppo distante dal entourage e se l’è presa con i colleghi pentastellati del Comune, accomunandoli ai mafiosi. Ecco la sequela di dichiarazioni. 

Marino tiene nonostante il ZTL-Gate, perchè?

Il Campidoglio è in difficoltà, come del resto è la situazione dall’inizio dell’era Marino che non è mai riuscito a tenere sotto controllo il consiglio e la giunta. Adesso però, alla prova dello ZTL-gate, la sua maggioranza regge.

La Camera approva la legge sul biotestamento. Englaro: “E’ incostituzionale”

Foto: Ap/LaPresse

La Camera ha approvato in serata, dopo un dibattito durato cinque mesi, il disegno di legge sul testamento biologico, che ora tornerà quindi in Senato per l’approvazione definitiva, probabilmente in autunno. I voti a favore sono stati 278, quelli contrari 205 e gli astenuti 7.
La legge si compone di otto articoli, dei quali il più importante e dibattuto è probabilmente il terzo, riguardante “contenuti e limiti della dichiarazione anticipata di trattamento” (Dat), che esclude, salvo casi eccezionali, la sospensione dell’idratazione e alimentazione artificiali, limitando inoltre l’applicazione delle Dat solamente ai malati in stato vegetativo che presentino una “accertata assenza di attività cerebrale integrativa cortico-sottocorticale”. Il settimo articolo stabilisce invece che le Dichiarazioni anticipate di trattamento non saranno comunque vincolanti per il medico.
La maggioranza si è schierata compattamente a favore del provvedimento, salvo un deputato del Pdl che ha votato contro e un altro che si è astenuto, mentre nell’opposizione i cattolici del Terzo polo e del Pd si sono astenuti o hanno votato in favore del provvedimento, ma la maggior parte degli esponenti del PD e dell’Idv ha votato contro, criticando aspramente la legge.

Roma, Il Manifesto contro i tagli all’editoria: redazione a Montecitorio

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Anticipata dalla prima pagina del quotidiano in edicola – un uomo a una donna in maniera quasi allusiva: “Lo facciamo in piazza?” – la riunione di redazione de Il Manifesto si è tenuta all’aria aperta, a due passi dal Parlamento, sole a palla a Montecitorio. Alla base, l’evidente voglia di manifestare ancora contro i tagli per l’editoria previsti dalla manovra Finanziaria in discussione nell’emiciclo. La voce di Norma Rangeri – in veste di Direttore – deve salire di un’ottava per annunciare l’apertura dell’anomala riunione di redazione del manifesto: ad ascoltarla, nomi noti e meno noti del giornalismo italiano, esponenti politici (facile pensare al rimando politico, essendo Il Manifesto un quotidiano di chiara ispirazione a valori e ideali di sinistra). Tra i presenti si segnalano: Roberto Natale, presidente della Federazione nazionale della stampa; Fulvio Fammoni, della segreteria nazionale della Cgil; Claudio Fava e Alfonso Gianni, di Sinisitra ecologia e libertà; Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista; Fausto Bertinotti; Ignazio Marino, Giovanna Melandri e Vincenzo Vita (Pd); Giuseppe Giulietti (Aticolo21); Luigi De Magistris (Idv); i vertici di Mediacoop, Mario Salani e Lelio Grassucci; Corradino Mineo; Valentino Parlato, Giuliana Sgrena e Vauro. Il messaggio lanciato dalla Rangeri è lampante: “Berlusconi con questi tagli vuole togliersi dai piedi una serie di giornali di destra e di sinistra. La stampa è l’ultima spina nel fianco del regime mediatico berlusconiano e il premier inizia a eliminarla cominciando dai piccoli, ma noi venderemo cara la pelle. Se si andrà avanti con il voto alla Finanziaria siamo pronti a salire su un tetto, questa è solo la prima tappa“.

Ballarò: mafia, giustizia e scontro politico

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Sembra domenica, e invece è martedì. E poiché è proprio martedì, l’appuntamento di stasera è, come sempre, alle 21.10 con Ballarò. Al centro del dibattito mafia, giustizia e scontro politico.

Perché questi sono i tempi moderni italiani, tra rivelazioni di pentiti e accuse di mafia. E la giustizia, grande tema sul quale ci si scontra ormai da giorni: sia all’interno della compagine di maggioranza che nella poco vigorosa opposizione. La domanda è delicata: può un Paese in crisi essere governato in questo clima?

Gli ospiti di stasera di Giovanni Floris saranno: il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il leader di Alleanza per l’Italia Francesco Rutelli, il ministro del turismo Michela Vittoria Brambilla, il senatore del PD Ignazio Marino, l’economista Tito Boeri, il presidente di Rcs libri Paolo Mieli.

E chissà chi si turberà stasera per la copertina satirica di Maurizio Crozza, che come ogni settimana aprirà la puntata.

Bersani: da dove riparte il Pd?

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Pierluigi Bersani è il nuovo segretario del Partito Democratico. E ora?

E ora, dice il neo acclamato segretario, eletto con più del 50% delle preferenze su circa tre milioni di votanti (Bersani primo con oltre il 50 per cento, Dario Franceschini intorno al 35, Ignazio Marino ben oltre il 10), si parte. E si parte dall’occupazione e dal precariato.

Paroline di sensibile efficacia, queste.

Il mio primo gesto da segretario sarà quello di occuparmi del lavoro e della precarietà, credo che abbiamo bisogno di riportare la politica ai fondamentali

I fondamentali.

Bersani vince le primarie del Pd

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Pierluigi Bersani nuovo segretario del Partito Democratico. I dati non sono ancora definitivi, e il risultato, chissà, potrebbe anche ribaltarsi. Ma le prime indiscrezioni danno l’ex ministro come vincitore di una consultazione che, stando ai numeri, è andata bene. Sarebbe andato oltre il 50% dei consensi,  quindi immediatamente nuovo segretario del Pd, battendo Dario Franceschini e Ignazio Marino.

Se mai un giorno questa compagine, attualmente assai sgangherata, andasse al governo (se mai), chi scrive spera vivamente che Ignazio Marino diventi ministro della Sanità.

E si spera anche che in Italia risorga (dalle ceneri, da se stessa, o anche dal nulla) un’opposizione che tanto è utile nella dialettica democratica. Il popolo delle primarie, certo, li aspetta al varco.

Pd, 2 milioni di votanti alle 17.30

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Probabilmente non ci avrebbero scommesso un euro neppure loro. Ma le primarie del Pd stanno andando meglio di quanto prevedessero probabilmente i piddini stessi.

Alle 11.30 di oggi i cittadini che avevano votato alle primarie del Pd erano 876.570. Il dato è fornito dal partito. L’affluenza sarebbe maggiore del 20% rispetto alle precedenti consultazioni per la leadership dei Democratici, nel 2007. Sempre secondo i dati ufficiali, alle 17.30 hanno votato 2 milioni di persone.

E ci sono code nei seggi: le regioni dove l’affluenza è stata più elevata sono l’Emilia Romagna e la Lombardia. C’è probabilmente quello che la stampa chiama già “effetto Marrazzo”, che ha avuto effetti nei 650 seggi aperti di Roma e nel Lazio. L’affluenza, qui, ha un’affluenza contraria al trend nazionale: meno del 30% rispetto al 2007.

E Nanni Moretti:

Alle primarie voto Franceschini, non dico altro

Franceschini replica:

Grazie Nanni! Prometto, dirò qualcosa di sinistra…

Primarie Pd, le pagelle di Zoro

Primarie Pd. Ecco delle amare pagelle (o “paggggelle”) del blogger Diego Bianchi, in arte Zoro, inventore di “Tolleranza Zoro”, intervistato da Riccardo Staglianò. Nessuna pietà e molta ironia (che potrebbe far imparare) sui tre candidati Pierluigi Bersani, Dario Franceschini e Ignazio Marino.

Primarie PD, come si vota, dove e quando

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Tra poche ore si potrà votare per le primarie del Partito Democratico.Si sceglie il segretario del partito con le primarie, decise per statuto. E’ possibile votare dalle ore 7 alle ore 20 di domenica 25 ottobre. In gara tre candidati: l’attuale segretario, Dario Franceschini, succeduto a Walter Veltroni dopo le sue dimissioni. Pierluigi Bersani, già ministro dell’Industria e ai Trasporti. Ignazio Marino, senatore e chirurgo, nato a Genova.

Chi vota e come

Il Pd ha preparato 10mila seggi per le primarie di domani. Possono votare i cittadini italiani, o europei, residenti in Italia, o cittadini stranieri con regolare permesso di soggiorno. Si vota presentando un documento valido e la tessera elettorale, a fronte di un versamento di 2 euro. Cliccate qui per trovare il vostro seggio. E’ possibile anche telefonare al numero 848.88.88.00.

Annozero, il “posto fesso”

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Dal sito di Annozero, ecco cosa offre la serata:

“Penso che il posto fisso sia la base su cui organizzare un progetto di vita e la famiglia”. Il Ministro Tremonti rivaluta il posto fisso quando si aggrava la crisi della piccola e media impresa, si fa sempre più drammatica la situazione dei cassintegrati e il Governo vara lo scudo fiscale.
Ospiti in studio Maurizio Lupi del Pdl, Ignazio Marino che, dopo le sue battaglie sui temi etici, dovrà dimostrare di avere le carte in regola per la corsa alla segreteria del Pd, e i giornalisti Nicola Porro, vicedirettore de Il Giornale e Massimo Giannini, vicedirettore de La Repubblica. Il reportage sulla crisi è a cura di Corrado Formigli con Luca Bertazzoni ed Eva Giovannini
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Piddì (de rosso c’è solo er vino)

La politica, si sa, va a braccetto, nella reazione “popolare”, con la satira. Qui in Italia la satira è, a volte, l’ultimo baluardo di informazione. E l’ultimo baluardo di reazione di comuni mortali. Ed ecco satira dedicata al prossimo congresso del Partito Democratico. Targata Francesco De Carlo e i Komic Blues, autori di Sinceritù e Certe notti a Villa Certosa. Da ridere (per alcuni con tanta, consapevole amarezza). Della serie? L’Italia sarà piena di gente di sinistra, “sempre i soliti vecchi comunisti”, ma per alcuni, di rosso qui è rimasto solo il vino.

Vi aiuterà il testo, dopo il salto.