Posto fisso per tutti

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Il posto fisso. Un sogno, anzi piuttosto un’utopia in Italia oggi. Il posto fisso. Le elezioni regionali si avvicinano e si riparla di posto fisso. A farlo è Giulio Tremonti. Chiama il posto fisso la “base sulla quale costruire un progetto di vita e la famiglia, in quanto la mobilità lavorativa non è un valore di per sé”. Giulio, nulla di personale: abbiamo scoperto l’acqua calda? Abbiamo scoperto che la nuova generazione non può neanche lontanamente pensare di comprare casa, accendere un mutuo, avere un figlio? Che i numeri del lavoro in nero – oltre che della precarietà – sono spaventosi e che è ancora più spaventoso viversela?

Non credo che la mobilità di per sé sia un valore, penso che in strutture sociali come la nostra il posto fisso è la base su cui organizzare il tuo progetto di vita e la famiglia

ha affermato Tremonti.

E’ la stampa, bellezza

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È la stampa, bellezza, la stampa. E tu non ci puoi fare niente… niente!, diceva, e tutti lo ricorderanno, Humphrey Bogart alias Ed Hutchinson, giornalista ne L’ultima minaccia, film del 1952, diretto da Richard Brooks: uno dei più significativi in tema di libertà di stampa.

E’ la stampa, bellezza, e quella estera non cessa di seguire con particolare attenzione il Premier italiano. Certo, ci sarebbe da seguire (e materiale non manca), anche l’attuale opposizione nelle sue forme passate, presenti e future. Attendiamo che una qualche emanazione veramente indipendente – carta stampata, televisione… –  lo faccia. Siamo certi che accadrà.

E’ la stampa, bellezza, e Repubblica non manca di rilanciare quanto gli esteri scrivono. Il che è, se vogliamo, amaro, perché italiche emanazioni più o meno nobili hanno necessità di sottolineare che la faccenda è pregnante per il mondo, quindi in quanto tale dotata di dignità di copertura. Non ci dovrebbe essere necessità di sudditanza, no?

G20, se “i ministri stavano al cesso”

Ma qualche tg ha dato questa notizia? Se lo chiedono nei commenti al video su YouTube. Parrebbe di no, fatta eccezione per La7. Se avete altre versioni del fatto, accomodatevi.

Il Premier – come potete vedere ed ascoltare:

In compenso i ministri stavano al cesso

Giulio Tremonti prova a combattere il gelo così calato ricominciando subito a parlare per distogliere l’attenzione da quanto appena proferito da Silvio Berlusconi. Che però, non contento, prosegue, rivolgendosi ad una giornalista Rai:

Cosa scrivi? Guarda che le riunioni per viale Mazzini le facciamo a casa mia

Report, Poveri noi

Poveri noi. Stasera Report parlerà di qualcosa divenuto (tristemente?) famoso negli ultimi tempi in Italia: la Social Card – o Carta Acquisti che dir si voglia. Sapete di che si tratta?

Nata nell’ultimo mese del 2008, consiste in una sorta di carta di credito del circuito Mastercard con a disposizione 40 euro al mese. Viene ricaricata dallo Stato ogni due mesi e può essere utilizzata per fare acquisti ad esempio nei supermercati e in farmacia, nonché (80 euro a bimestre, eh) per pagarci bollette di luce e gas.

Annozero, Tremonti e la crisi

Centrali nucleari in Italia. Tornano tra noi, e Greenpeace e Legambiente insorgono. Centrali nucleari che l’Italia metterà su (siamo tutti d’accordo?), a detta di Marco Travaglio ieri ad Annozero, per far contenti i francesi, mentre in America Obama sceglie l’economia verde (nonché più tasse ai ricchi per pagare la sanità a tutti). Travaglio ha ricordato anche come il Ponte di Messina abbia già avuto un costo di 250 milioni di euro – mentre ancora non ne esistono neppure le briciole. Ma su questo Silvio non c’entra, aggiungerei io. O meglio, non c’entra solo lui.Sempre Travaglio non ha perso occasione per commentare il processo Mills.

L’Italia è leader nel mondo per evasione fiscale e corruzione. Come lei nessuno mai, insomma. Crisi Crisi Crisi. E’ il tema della puntata di ieri sera del programma di Santoro. Crisi, ovvero: parliamone con Giulio Tremonti. Crisi. Non c’è una parola che sia stata pronunciata più spesso, e a livello globale, nell’ultimo anno.

Robin Hood tax. Quando l’arciere ha problemi di mira

La metafora dell’arciere
L’arciere, prima di lanciare una freccia, deve costruirsi un arco efficiente (fatto a regola d’arte) ed efficace (adatto per un lancio ottimale); successivamente potrà costruire o scegliere la freccia per scagliarla verso il bersaglio ambito che potrà colpire ma… solo se l’arco è ben fatto! Con lo stesso arco potrà colpire anche altri bersagli, a seconda delle sue necessità e delle sue scelte! Potrà anche essere fornito delle frecce più appuntite, ma… se l’arco è difettoso, difficilmente riuscirà nei suoi tentativi!.
Anonimo italiano.
Che la trovata del ministro Tremonti sulla tassa che avrebbe “rubato ai ricchi per dare ai poveri” sapesse un po’ di demagogia si era in qualche modo sospettato. In mezzo alle fumose dichiarazioni del ministro non è però facile capire bene di cosa si tratti. Leggendo i commenti del mondo accademico e le spiegazioni di liberi economisti le nebbie si diradano e diventa possibile intravedere con più chiarezza il contenuto ma soprattutto gli effetti di una tale decisione. Proviamo a mettere ordine.
Cosa sarebbe la Robin Hood tax?
Parole poverissime: Si tratta di un aumento del 5,5 per cento dell’imposta sui redditi per tutte le imprese che producono o vendono energia elettrica. Presentata come misura contro quei cattivoni dei petrolieri ed in favore dei consumatori, si rivelerà un boomerang e a pagarla saranno di fatto proprio questi ultimi.
Ecco perchè.

Robin Hood e le cooperative

Robin Hood ce l’ha con le imprese – più o meno, o comunque questo è quel che si fa passare. Altrimenti non l’avrebbero chiamata Robin Hood Tax, no? Si siceve e si pubblica un comunicato stampa odierno dell’Ufficio Stampa di GDL-Popolo della Libertà Presidente Fabio Filippi. Il titolo, come stile ufficio stampa vuole: FILIPPI (PDL): ROBIN HOOD TOGLIE ALLE GRANDI COOPERATIVE PER DARE AI MENO ABBIENTI.

Squadra di governo

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Benedetta squadra di Governo. Ce la facciamo sì, ce la facciamo no? Mentre si celebra la sagra del ballottaggio – per votare ci vuole (anzi, ce vole, come dicono al Ruggito del Coniglio su Radio 2) coraggio – la squadra di governo prende forma, ma non solo. Prende direzione, dopo averne percorse svariate.
Umberto Bossi aveva minacciato: votare

uno di sinistra per il presidente della Camera o del Senato

massima minaccia se Berlusconi avesse, insomma,

tirato un brutto scherzo

alla Lega e a quanto il Senatur ha deciso che alla Lega spetti.

Ieri c’è stato il seguente, affannato, rapido incontro: Silvio Berlusconi, Aldo Brancher e Valentino Valentini contro Umberto Bossi, Roberto Maroni, Roberto Calderoli e Roberto Cota. L’incontro è avvenuto non a Palazzo Grazioli – di questi tempi assai più importante di Palazzo Chigi, che impallidisce al confronto – BENSI’ a via Bellerio, headquarter della Lega.

Berlusconi: Malpensa, mi consenta, ci penso io

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Ci pensa lui. Malpensa soffre? Malpensa in pericolo? Hub da salvare? Non c’è problema. Lo si salva.

L’Italia non deve e non può privarsi di una compagnia di volo nazionale quale l’Alitalia; gli imprenditori dovrebbero organizzarsi

Il fu imprenditore, tuttora tale nell’anima, non ha dubbi. Malpensa va salvata. E lancia l’appello.

Penso che non sia assolutamente possibile che un hub come Malpensa venga privato del 72% dei voli; sarebbe il tracollo per l’industria del Nord, che da sempre è il motore del Paese che trascina l’Italia. I guadagni per la risoluzione dei problemi dell’Alitalia potrebbero portare fino a 200-300 milioni di risparmio, ma ne perderemmo oltre 1000 dalla rinuncia a Malpensa

Il programma di Silvio, il programma… delle libertà! Anche i ricchi piangono

rICCHI
All’Auditorium di Santa Cecilia, a due passi da Piazza San Pietro, sono arrivati tutti. Gli alleati del Popolo delle Libertà. Un’unica lista. Maroni, Calderoli, Lombardo – candidato in Sicilia. Naturalmente Fini, naturalmente Tremonti. Il responsabile dell’officina del programma. Che dovrebbe essere l’oggetto dela conferenza stampa convocata da Silvio Berlusconi. Programma ridotto. Prima si era parlato di 12 punti. Poi si è parlato di decalogo. Poi si è pensato ad una riduzione a 6-7 punti. Imprenditori, aziende, lavoratori, grandi opere da rilanciare.
E 8000 gazebo nei Comuni italiani, nei quali i simpatizzanti potranno esprimersi sulle priorità, individuando un ordine ai punti essenziali definiti. Foto di rito, con i giovani con tanto di maglietta Silvio Presidente. Esordisce.

Sono arrivato in ritardo perchè ho soccorso due giornalisti che hanno avuto un malore fuori dalla mia residenza, uno di Libero e uno di Repubblica

E subito: il programma del Pd?

Ne parleremo poco, ma i cittadini si ricordino che, per le forze di sinistra, il programma non conta nulla. Non l’hanno mai rispettato

Perchè alle ultime elezioni avevano un programma corposissimo, 281 pagine.

Lasciato nel cassetto prima, gettato nel cestino dopo, Riassunto infine nei 12 punti di Caserta. Nessuna promessa è stata rispettata