Silvio Berlusconi Show. Il Pd? Carta straccia

Muppet Show
Palalido di Milano, Milano, Italia, Mondo. Il mondo è una splendida location, in effetti. Apertura in gloria e pompa magna per la campagna elettorale di chi conquisterà l’universo. Qui, presso il Palalido di Milano, Milano, Italia, Mondo, parte ufficialmente la campagna elettorale del Popolo della Libertà. Ecco Silvio Berlusconi salire sul palco in gloriosa parata sulle note, naturalmente, dell’inno nazionale. Ed ecco con lui il DelFini Gianfranco. Il gatto e la volpe non comparivano insieme dal lontano 2 dicembre 2006, giorno della nascita del partito in piazza San Giovanni.

In questa primavera bellissima, una primavera di libertà

No, non è l’omino del telefono di Viva Radio 2. E’ l’omino reale. E’ Silvio che esordisce e ringrazia urbi et orbi, scusandoci di non essere al massimo perchè, insomma, ha fatto notte sulle liste. La forza fisica non gli manca, si scoprirà presto. Comunque, insomma, le liste sono a posto, belle che fatte.

L’informazione ai tempi del colera. Ah, no, sono le elezioni

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Mirko Tremaglia, istituzionale figura del voto degli italiani all’estero, ormai in là con gli anni, stanco ma presente, biascicante ma parlante. Tremaglia, insomma, l’unico nome che si ricordi collegato alle parole votoitalianiall’estero, è sorridente, contento, non si sbottona sulle candidature, meno che mai sui brogli che già stanno imperversando nella Circoscrizione Estero.
Dice di essere positivo per queste elezioni anticipate targate aprile 2008. Per il loro grado di partecipazione, che non sarà inesistente come qualche maligno va già dicendo, no. Tutto sarà assolutamente implementato verso il miglioramento.

Non è più possibile considerare gli italiani all’estero come una volta. Bisogna assolutamente dare maggiore visibilità a 3 milioni di italiani che meritano la nostra considerazione. Questa lenta ma inesorabile opera di cancellazione dai nostri media, ad esclusione di Rai International, delle vicende degli italiani all’estero, non rende merito ai nostri concittadini

Non è un paese per vecchi. O forse sì

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L’album di famiglia della politica italiana di quindici anni fa, a sfogliarlo, fa impressione. Rutelli sindaco di Roma e Berlusconi Presidente del Consiglio. Devo aggiungere altro? Non credo. A volere essere pignoli si potrebbe giusto segnalare che tutti i segretari della pressocchè totalità delle formazioni politiche italiane di oggi presenta al suo vertice le stesse facce da 20 anni.
Su, diciamocelo, con le sole eccezioni rappresentate dai mini-candidati premier Santanchè e Boselli, la corsa alla poltrona di Presidente del Consiglio ed ai posti che “contano” non offre certamente novità: il sempreverde Berlusconi, con l’immancabile fiato sul collo dell’eterno erede designato Fini, l’equilibrista Casini, il subcomandante Fausto Bertinotti e Veltroni che, a dire il vero, nuovo di pacca proprio non è.
Ma se il criterio per la scelta del capitano da parte delle singole squadre appare il medesimo, lo stesso non si può dire per la composizione del resto delle formazioni. Il Pdl infatti, al netto delle naturali promozioni sul campo di alcuni elementi ( la sciura Brambilla su tutti), sembra confermare gli effettivi che furono in grado di pareggiare la precedente partita. Di contro, il PD avrebbe deciso di affidare ad un gruppo di giovani gregari il difficile compito di tirare la volata a Uolter.
Sarà vero?

Il Tar & Alitalia: no Air One, sì Air France


Air One


Fly Air France, non c’è niente da fare. Nuova puntata della soap opera. Quella che, in fondo, tutti si aspettavano, nonostante le richieste di Toto, nonostante le richieste – fondate o meno – di chiarezza.


Era una decisione attesa, che costituisce un capitolo importante. Il Tar del Lazio ha deciso di non sospendere in via cautelare la trattativa in esclusiva tra Alitalia ed Air France-Klm. Il Tribunale Amministrativo ha quindi deciso di accogliere la richiesta avanzata da AirOne.


Nelle ragioni presenti nell’ordinanza a sostegno del verdetto, i giudici scrivono laconicamente

non sussistono i presupposti dell’accoglimento dell’istanza cautelare, sia per la carenza di elementi di irreparabilità del danno, sia per la mancanza di fumus boni iuris

Il Tar dovrà poi esprimersi sul merito del ricorso. Al momento, dopo la pronuncia di oggi, la tanto criticata e temuta trattativa in esclusiva con Air France-Klm non si ferma e procede il suo inesorabile cammino.


La compagnia di Carlo Toto aveva presentato ricorso lo scorso 30 gennaio. L’intenzione era di chiedere l’annullamento di questa trattativa, nata della decisione del caduto governo Prodi del 28 dicembre scorso. La trattativa con Air France-Klm riguarda la vendita di una quota non inferiore al 30,1% della compagnia di bandiera italiana.


AirOne non ha digerito l’esclusiva. Per Carlo Toto qui si tratta della vendita di un bene pubblico. Uno dei più grandi. Quindi non si può non scegliere tra un ventaglio di proposte. Inoltre Air One è stata esclusa dalla gara dopo la conclusione della prima fase della trattativa, ha chiesto – non ascoltata – di essere riammessa in lizza.


Dio è morto. Marx pure. E Fidel… al momento manda i suoi saluti

Fidel Che
Se si prova ad andare sul sito del quotidiano Granma, la rete oggi impazzisce un po’. Fenomeno poeticamente noto come impallamento. República de Cuba. La Habana Año 12 Nro. 3045. Martes 19 de Febrero de 2008. Actualizado: 8:30 a.m. @ 605 “Año 50 de la Revolución”. Il sito è poco agibile. Chissà quanti click avrà totalizzato. Noto ora che anche, ad esempio, RaiNews24 linka al sito. Da tutto i, mondo, in tutto il mondo, staranno leggendo. O provando ad effettuare l’accesso.
E’ già storia, anche se pubblicato appena questa mattina. La lettera con cui Fidel Castro rinuncia alla presidenza di Cuba chiude un’era. Dopo 49 anni al potere, Fidel Castro annuncia sull’edizione online del quotidiano Granma, ufficialmente e senza smentita che, insomma, rinuncia alla carica di presidente. Potere che Fidel non esercitava, causa malattia, da ormai 19 mesi. Sulla malattia, il più stretto segreto di Stato.

Comunico ai miei compatrioti, che in questi giorni mi hanno fatto un grande onore eleggendomi a membro del Parlamento, che io non aspirerò né accetterò – ripeto – non aspirerò né accetterò la carica di presidente del Consiglio di Stato e di comandante in capo

Ed ecco che, ufficialmente, si apre la transizione.

Quel tesoro di tesoretto Redux

sindacato
Sul tesoretto si avvelenano i sindacati. Un po’ evidentemente risentiti con Padoa Schioppa e compari. Sindacati e Bertinotti. Che per torna a sentire velleità di contrattazione collettiva.
Ad aprire le danze è il dimissionario Presidente della Camera. Non si possono opporre vincoli di bilancio a chi guadagna appena mille euro e fa fatica da arrivare alla fine del mese. Semplice considerazione di Fausto Bertinotti, che ha dato il via alle polemiche, in verità serrata e con scarso spiraglio si composizione, di ieri da parte delle forze sociali – i sindacati in prima linea – con l’a sua volta dimissionario Ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa.
Il suddetto Ministro, solo ieri, aveva laconicamente avvisato un’Italia che, in fondo, ci sperava, che il tesoretto non esiste. Non c’è nessun pozzo dal quale attingere per provare a risanare qualcosa. Ma i sindacati non ci stanno.

L’importanza del Mare Nostrum

Fin dai tempi dei greci e quindi dei romani, l’importanza del mare Mediterraneo è sempre stata fondamentale per l’economia e per il processo di scambio culturale. Un mare che permetteva di collegare in maniera particolarmente veloce, rispetto alle vie di terra, l’Italia con il Medio Oriente, una terra già da allora mitica.

Con il passare degli anni l’importanza del Mediterraneo è rimasta consolidata, nonostante la scoperta degli oceani e del nuovo continente. E a salvaguardare questa importanza, già da tempo, è stato istituito un consiglio di cooperazione sulla politica del Mediterraneo, meglio noto come “Dialogo 5 + 5”.

Gli uomini della Consulta han detto SI’

I 14 della camera di consiglio hanno deciso. Ed è un SI grande come l’Italia, che porterà i cittadini a votare in referendum, con argomento la legge elettorale, tra il 15 aprile e il 15 giugno prossimi. Una decisione, quella della Consulta, che promuove a pieni voti il comitato di “Mariotto” Segni, di nuovo in prima fila per quanto riguarda i referendum.

Come detto sono tre i quesiti referendari, ma possono riassumersi in due semplici concetti: eliminazione della candidature in più collegi elettorali e attribuzione del premio di maggioranza alla lista e non più alla coalizione.

Soprattutto quest’ultimo concetto sta facendo impazzire i piccoli partiti del centro sinistra (Sinistra Radicale, UDEUR,…) che vedono, in caso di approvazione dei quesiti referendari, la sparizione praticamente QUASI certa dalle “sedie” che contano, ovvero le loro.

Alitalia-Air France, luci della ribalta

Alitalia-Air France, luci della ribalta
Il Tesoro, venerdì scorso, ha dato il via libera. Comunicazione fatta pervenire al presidente di Alitalia, Maurizio Prato. E nelle prossime ore dovrebbe finalmente arrivare la tanto controversa firma con Air France-Klm della lettera con la quale le due compagnie di volo avvieranno una trattativa in esclusiva.
Da quel momento, passeranno un paio di mesi per la definizione dei dettagli e per giungere al coronamento del passaggio del controllo di Alitalia dal Tesoro. Il quale possiede ad oggi il 49,9% delle azioni. Il gruzzolo della discordia dovrebbe a quel punto passare finalmente al gruppo franco-olandese.

Un solo grido: “Stop alle morti bianche!”

E’stato il “leit motiv” di telegiornali, talk show, programmi di approfondimento di questo dicembre 2007 che ci ha da poco salutato. Un argomento troppo spesso lasciato in disparte, come a definirlo una cosa naturale, una cosa che prima o poi doveva succedere. Parliamo di morti bianche. Un argomento che ai più farà tornare alla mente le tragiche immagini dell’incidente accaduto all’interno dello stabilimento “Thyssen Krupp” di Torino.

Bombardati di informazioni, numeri, interviste. Tante parole, tante proposte, tante idee che purtroppo rimangono tali, non si realizzano. E intanto, anche se ora non lo “vediamo” più con gli occhi della tv, le morti bianche continuano ad esserci, anche nel 2008.

Sono 1300 le morti sul lavoro accadute nel 2005, salite a 1600 circa nel 2006. Un dato in costante ascesa, che diviene ancora più preoccupante se si pensa che non considera le morti dei lavoratori in nero siano questi o no immigrati (clandestini o regolari).

Casini sulla Bozza Bianco: Noi ci stiamo

Se dovessimo segnare un appunto sulla data del 9 gennaio, per quanto riguarda l’Italia e la sua politica, potremmo appuntarla come il Casini-Day. Non tanto per il gioco di parole che ne nasce (casini = disordini, che tra l’altro potrebbero riportarci benissimo alla situazione di Napoli) quanto dal cognome del leader dell’UDC.

Il fatto che sia il suo giorno è dovuto alla posizione che ha preso, in maniera pare definitiva, riguardo la “bozza Bianco”, ovvero la riforma sulla legge elettorale, che attualmente vedono alleati i “nemici-amici” Walter Veltroni, leader del PD e Silvio Berlusconi, leader di FI.

Romano, noi la pensiamo così

Il rapporto di fine anno, stilato dal presidente del Consiglio Romano Prodi, sull’andamento del paese nel 2007, è stato oggetto di dibattito per tutti i nostri rappresentanti in Parlamento e in Senato.

I commenti di Lamberto Dini sul futuro del paese (già illustrati in questi post: Discorso Prodi, Critiche Dini) sono già passati agli onori delle cronache da alcuni giorni, ma nel frattempo molti altri deputati e senatori, più o meno noti, hanno espresso la propria opinione.

Tu quoque, Lamberto?

Cesare

Regalo di Santo Stefano dai Liberaldemocratici al Premier Romano Prodi. “Il governo in Senato non ha più i numeri per governare. Ed è assurdo che Prodi pensi che soltanto lui possa svolgere quel ruolo“. Lamberto Dini parla, e la sua voce sembra levarsi quasi dai banchi dell’opposizione. Nessuna concessione all’esecutivo e al suo presente, nella sua critica.

Attenti al lupo. La democrazia italiana e Cappuccetto Rosso

 Lupo

Xmas time, e Romano, in qualità di Presidente del Consiglio, deve dire la sua. Dare un messaggio a questa popolazione bistrattata e dal cenone dimezzato. A questi giovani senza un futuro, a quest’occupazione sfuggente, al lavoro e alle sue vittime, alla convivenza, alla politica che non esiste più. Romano Prodi ci prova. A pronunciare la parola speranza.