Chi ha paura di Beppe Grillo parte II

Signor Presidente della Repubblica Italiana,
permettetemi, grato, per la benevola accoglienza che un giorno avete fatto, di inviarmi la vostra approvazione per mia la raccolta di testimonianze sul precariato, di dirvi che la Vostra stella, se felice fino ad ora, è minacciata dalla più offensiva ed inqualificabile delle macchie. Ma quale macchia di fango sul Vostro nome, stavo per dire sulla Repubblica che rappresentate, soltanto quell’abominevole affare della Campania!

Comincia così la libera interpretazione del j’accuse di Emile Zola in chiave moderna e grillante. Tutta italiana.

Chi ha paura di Beppe Grillo?

Due anni di fatiche. E un prodotto finale, un gioiellino. Il V-Day del 25 aprile a Torino, è, praticamente arrivato. Ed ecco che esce, per le edizioni Selene, il primo libro-saggio crossmediale su quello che è stato un comico genovese, e che ora è il fenomeno – politico, parapolitico – per alcuni inquietante, per altri esaltante.
Il libro porta la firma di Federica De Maria, Edoardo Fleischner ed Emilio Targia. I tre sono stati alle calcagna del Grillo per più di due anni. Storia di una blogstar e di come è andata.
Chi è Beppe Grillo?

Io voglio fare il comico! Io non posso essere quello che venite a sentire, la Bocca della Verità, non ce la faccio, non è nei miei toni, non è nella mia personalità!

I Cento Fiori. I Cento blog dell’Italia libera dal precariato

vignetta mauro biani
Mauro Biani sul suo blog con la vignetta di cui sopra. E la considerazione:

Stasera un amico commentava: “Sai cosa penso? Che è tutto studiato, che in fondo Berlusconi ha detto una cosa vera, cioè una cosa che fa identificare un sacco di ragazze cui unico sogno è sposare un milionario, così come l’affaire Ciarrapico che serve a riportare in casa un po’ di voti che rubava Storace. Se fosse stata una tosta gli avrebbe risposto: ok, risolverei il problema economico, ma poi il problema di avere lei come suocero?” E a proposito di figli di B., per brainstorming mi torna in mente: “Berlusconi giura sempre sui propri figli, ora la domanda sorge spontanea: di chi sono i figli di Berlusconi?” (R. Benigni, Tuttobenigni 1996)

I Cento Fiori, l’Italia delle Radio Libere. Che bella stagione che deve essere stata. Ora abbiamo la stagione dei cento – e più – blog.

La favola americana del giornalismo no profit

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Il mercato dell’editoria cartacea, ed in particolare quello dei quotidiani, sta vivendo un lento ma inesorabile declino. Il discorso vale indistintamente per qualsiasi paese del mondo, da ormai un decennio a questa parte. I vistosi cali di vendite spingono oramai sistematicamente gli editori a tagliare intere redazioni, pur di mantenere inalterati i margini di profitto. In questo contesto, il colpo di grazia è dato dalla crescita esponenziale dell’uso della rete per fare informazione.
E’ di pochi mesi fa la decisione del NY Times – mica pizza e fichi – di rendere completamente gratuita la consultazione del quotidiano cartaceo anche sul web. Insomma, il giornale gratis. Applausi.
Il motivo della scelta è facile facile.

Proposta shock. Di Pietro perde la testa: una sola rete a Mediaset

Di Pietro
Magari, viene da rispondere. Ci potrebbe essere da guadagnare, viene da azzardare. Comunque, quell’indisciplinato di ex magistrato datosi alla politica l’ha sparata grossa. Ha proposto nientepopodimenoche un intervento radicale sull’informazione.
Dall’alto del suo blog, Antonio Di Pietro lanciare la proposta di programma di governo dell’Italia dei Valori.
Il post porta il titolo: Grande Biagi, piccola televisione pubblica, e ha, attualmente, 918 commenti tra i più disparati.
La proposta? Una sola televisione pubblica senza pubblicità, pagata dal canone e sottratta all’influenza dei partiti: l’esecuzione della sentenza europea su Europa 7 e lo spostamento di Rete 4 sul satellite; limite di una sola rete per i concessionari privati (un esempio per meglio comprendere? Non è difficile. Si chiama Mediaset); abolizione dei finanziamenti pubblici all’editoria.

Concorso per Roma: vinci un Bordon e un blog

Bordon
….con ogni probabilità domenica 13 e lunedì 14 aprile. Si aprono le grandi manovre di palazzo, si definiscono accordi e alleanze per il prima e il dopo le elezioni. I boatos si sprecano. Attendiamo con serenità le decisioni del Capo dello Stato, ne parleremo nei prossimi giorni. Si voterà anche nella capitale, le dimissioni di Veltroni si attendono per l’inizio della prossima settimana. Da tempo, come forse è noto, avevo in progetto di candidarmi a Sindaco di Roma: pensavo ad un lungo percorso – dopo essermi dimesso da senatore – di ascolto e costruzione di una squadra e di un programma che durasse una quindicina di mesi (poco meno di un mese per Municipio), convinto che si sarebbe andati a votare con ogni probabilità nel 2009. Pensavo di costruire un metodo nuovo, rivolto a 360° a tutti i cittadini di Roma, fuori dai soliti schemi e dai soliti noti, convinto che anche a Roma ci fosse bisogno di dare parecchi segnali di novità. Oggi che tutto è precipitato, mi chiedo, è ancora valida questa idea? Entro venerdì devo prendere una decisione, che ne dite?
Così si candidò, o pensò di candidarsi alla poltrona della Capitale, il senatore di Unione Democratica Willer Bordon.

Roma e la gita dei grillini

gita
Dopo il Rosso Trevi e le palline colorate sulla scalinata di Piazza di Spagna, Roma potrebbe subire un’altra, variopinta, invasione. Quella di Beppe Grillo e dei suoi seguaci.
L’appello di Beppe Grillo è chiaro e diretto: Una gita su Roma. Provoca, lui. Questa volta provoca in risposta alle parole, che Silvio sostiene essere state malignamente interpretate dalla stampa, del leader di Forza Italia.
Dal Vangelo secondo Grillo, Blog: Se lo psiconano suonerà le sue trombe, noi suoneremo le nostre campane. In caso di marcia organizzerò una gita turistica di massa nella Città Eterna. Il percorso si snoderà attraverso le sedi di partito. Un’occasione irripetibile per vedere dal vivo i ruderi della politica. E fotografare i nostri dipendenti. Chi è, questo psiconano? Non è difficile dargli un nome. Grillo continua, ironico e sprezzante: Un evento da raccontare ai nipoti. Meglio della caduta del Muro di Berlino.

Grillo: tu vò fà l’americano

Grillo
Ai media d’oltreoceano a tratti diverte, probabilmente, parlare del Belpaese e delle sue beghe. A volte bene, a volte decisamente meno bene. Questa volta tocca al New Yorker.
Beppe’s Inferno, Tom Mueller. A comedian exposes government crime. Oggi in edicola il nuovo numero del New Yorker. Che, in copertina, lancia il Grillino nostrano. Colui che un tempo era un comico e un attore, e che oggi è IL blogger con velleità politiche mai ammesse, è oggi lì in bella mostra nientepopodimenoche sulla copertina del prestigioso settimanale dell’intellighenzia Usa.
Beppe Grillo viene senza mezzi termini definito Il Michael Moore italiano. Il giornalista, Tom Mueller, è evidentemente affascinato dal fenomeno Grillo.

S&P: Italia performance impressionante. Ma non crediamo ai buoni propositi del Governo su spesa pubblica e pubblica amministrazione

Padoa
Dovessimo poter cominciare a sperare? Da una parte, i toni pollyanneschi di Prodi. Ottimismo ottimismo ottimismo. Dall’altra, i toni senza mezzi termini e tutt’altro che positivi di Beppe Grillo: Italiani CORAGGIO! CORAGGIO! Verso la catastrofe, ma con ottimismo! Ma a parlare, questa volta, è stata la S&P, la severissima, indipendente agenzia internazionale di rating Standard&Poor’s .
La S&P, definizione del sito ufficiale, altri non è che the world’s famous provider of independent credit ratings, indices, risk evaluation, investment research and data. Altisonante. Insomma, una garanzia di dati reali. Si tratta della più celebre e accreditata agenzia al mondo speciliazzata nel dare giudizi sugli indici economici, sui rischi di impresa e sugli investimenti in ogni paese. Ed è proprio questa credibile fonte che definisce quella dell’Italia una performance impressionante. E ad essere stupefacente, per la S&P, è in particolar modo il rapporto deficit-pil sceso nei primi nove nesi del 2007 all’1,3%
. L’1,3%del deficit/pil del Paese costituisce il migliore risultato in Italia dal lontano 1999. Segnale di una performance impressionante in termini di bilancio generale.
Ma non finisce qui. In più, la società, nel suo report, definisce lodevoli gli sforzi del Governo in termini di evasione fiscale. Per ritornare con i piedi per terra, infine, la S&P rammenta che la performance migliore del previsto è frutto, anche, di una componente ciclica non quantificabile. Siamo alle solite: quel che c’è di positivo, proviene anche – non del tutto, non sia mai, ma è la caratteristica intrinseca dell’italiana essenza – da un non voluto, o meglio non del tutto controllato, funzionamento del mondo.
E il Professore quasi non ci può credere. Ecco che può finalmente appigliare quel suo ottimismo ottimismo ottimismo a qualcosa di plausibilmente indipendente e quantomeno straniero. Tutto contento, Romano coglie la palla al balzo. Ha detto ora di aspettarsi un miglioramento del rating da parte di S&P . L’indice, comunque, non subirà variazioni fino al momento di nuove notizie sui dati della spesa. Il miele di Prodi. Questo mi fa piacere perché penso che l’indice verrà corretto fra non molto tempo, perché miglioramenti progressivi vengono fatti anche sul lato della spesa, evidentemente più lenti rispetto al lato delle entrate, ma ugualmente diretti verso la linea giusta.

Gilioli e il post della zizzania: nessuno tocchi Beppe Grillo

Beppe Grillo

Il mondo dei blog è mondo assai strano. Abbiamo, forse, uno strumento e invero non siamo perfettamente in grado di capire quale ne sia l’utilizzo migliore, o dove ci stia portando.Scoppia oggi la polemica Grillo-Gilioli. Nei seguenti termini.


Due giorni fa, il buon Gilioli pubblica, sul suo blog, Piovono rane, su L’Espresso, il post L’intervista mai fatta a Beppe Grillo. Valanga di risposte. Alessandro Gilioli, è, in verità, uno dei pochi giornalisti italiani che ancora, a volte, sembrano fare il loro lavoro. Che possono ancora essere definiti giornalisti. Non si può dire che non porti avanti delle inchieste: condivisibili o meno, non si può negare che, nel suo cammino, abbia sollevato alcuni polveroni scomodi. Questa volta, però, il Nostro si è andato a impelagare in un territorio minato, almeno dal punto di vista del popolo. Ha toccato Beppe Grillo.