2009, un anno in Politica Live – Settimo tempo

2009 luglio neda_soltan iran

La parola d’ordine è social network. Ma anche blog, riprese con i telefonini. Quindi YouTube, Twitter, Facebook. E’ così che al mondo tranquillo, al mondo chiuso nella sua paventata serenità e in pace presunta, si affaccia l’Iran. Informazione in tempo reale, ma soprattutto informazione: perché passare attraverso il vaglio della censura è difficile, pericoloso, vitale per i riformisti iraniani.

E’ Neda Soltan, il suo volto sanguinante, gli ultimi istanti della sua storia, la sua morte. Per il Times è il personaggio dell’anno. Lei non lo saprà mai. E’ morta, morta con gli occhi aperti sulla vita.

Lodo Alfano, slitta la decisione

lodo alfanoCome scrive il Corriere, Lodo Alfano, fumata nera. E’ slittata la decisione della Consulta. La seduta è stata aggiornata a domani, anche se c’è chi dice che potrebbe slittare di giorni. La procura di Milano non ammessa come parte in giudizio, mentre i legali del premier, tra l’altro, spiegano a difesa del lodo:

Non è immunità. Legge uguale per tutti, ma non sempre sua applicazione. Berlusconi è primus super pares

Oggi Alessandro Gilioli scrive sul suo blog:

Per difendere il Lodo Alfano, l’avvocato Pecorella ha detto che «la nuova legge elettorale ha sostanzialmente modificato l’identità costituzionale del premier».

A me risulta che per cambiare una «identità costituzionale» serva appunto una legge costituzionale. Quella elettorale invece era una legge ordinaria.

Sempre secondo Pecorella, oggi il premier «ha una investitura diretta dalla sovranità popolare».

E pensare che invece la Costituzione diceva che il premier è scelto liberamente dal Parlamento, da deputati e senatori, e non con un’investitura diretta degli elettori.

Evidentemente ci hanno cambiato la Costituzione di notte, mentre dormivamo.

L’Avvocato su Annozero

Dalla newsletter di Annozero:


Cari amici, qui sotto vi alleghiamo l’intervento dell’Avvocato Domenico D’Amati
sulla volontà di di intervenire contro Annozero manifestata dal ministro Claudio Scajola e dal sottosegretario Paolo Romani. L’intervento è stato pubblicato anche da Articolo21. Scrive la Redazione di Annozero (e/o Michele Santoro): le intenzioni del Governo non solo si collocano al di fuori di ogni prassi istituzionale, ma sono in aperta violazione dei dettami costituzionali, così come già stabilito dalla Consulta. Vi chiediamo quindi, come già in passato abbiamo fatto, di amplificare questo messaggio in modo che più gente possibile conosca la verità su questa storia. Grazie a tutti La redazione di Annozero. Dopo il salto l’intervento dell’Avvocato.

Annozero, libertà di stampa e dubbi

annozero

E Franceschini disse: Qui è un altro pesso (leggi: pezzo) della strategia di intimidazione della stampa libera. Continuano le polemiche dopo la prima puntata di Annozero. Ottimo share, certo: il 23% . Ma il ministro Scajola definisce la puntata “spazzatura”. Convoca i vertici Rai. E il governo apre un’istruttoria.

Come spiega Paolo Romani, viceministro alle Comunicazioni (dipartimento del ministero dello Sviluppo):

Sarà avviata ai sensi dell’articolo 39 del contratto di servizio, che prevede per il ministero l’obbligo di curare la corretta attuazione del contratto stesso. Si valuterà poi se richiedere l’intervento dell’Autorità garante nelle Comunicazioni per l’applicazione delle sanzioni

Spazzatura per Scajola. Il presidente del Senato, Renato Schifani, si appella a sua vola “al buon gusto”.

Il premier indisposto

gilioli

Da Piovono Rane, il blog di Alessandro Gilioli.
Boh, che strano. Se uno va a guardare i giornali in archivio, scopre che il 17 dicembre scorso il premier non è uscito da Palazzo Grazioli, per via di uno strappo alla schiena procuratosi durante la ginnastica mattutina.

Oh, niente, poveraccio, tutto il giorno chiuso a Palazzo Grazioli, non è potuto nemmeno andare al Quirinale per lo scambio di auguri natalizi con Napolitano.

Poi però se uno legge il Corriere di stamattina scopre che il 17 dicembre scorso a Palazzo Grazioli lui non è uscito, ma in compenso è entrato Gianpaolo Tarantini, in una macchina con i finestrini oscurati, e sul sedile posteriore c’erano tre signorine, tra cui questa graziosa brasiliana, che poi è rimasta a intrattenersi con il premier.

Ps: Qui il comunicato ufficiale con cui Palazzo Chigi spiegava l’assenza del premier agli appuntamenti ufficiali (grazie a Fabrizio P. che me l’ha segnalato).

Via|PiovonoRane

Silvio il maghrebino di Alessandro Gilioli

Luogo: gli studi di una tv tunisina. Non una tv qualsiasi, comunque. Si tratta di Nessma Tv, il canale satellitare di cui Silvio Berlusconi è comproprietario con Mediaset in Nordafrica. Siamo orgogliosi di averla con noi – lo accoglie il presentatore. E c’è proprio il premier in studio, per una lunga intervista in cui parla naturamente direttamente in un francese molto lineare. Sopra la prima parte, in fondo al post la seconda. Qui invece la versione integrale.

Daniele Sensi, blogger e collaboratore de l’Unità, l’ha trovata e l’ha tradotta, oltre che caricata appunto su TouTube. Ed eccolo qui il video, approdato in Italia e rilanciato da Gilioli su l’Espresso. Parla di tante cose, il premier. Parla dei rapporti con Tarak Ben Ammar, tycoon franco tunisino che potrebbe comprarsi La7. Parla dei suoi rapporti con Ben Alì, presidente tunisino (al merito, su YouTube c’è un altro video). Parla di auant’è bello il palinsesto di questa Nessma tv, anche.

Persepolis 2.0, on line il fumetto

persepolis

Persepolis 2.0. Il fumetto, dopo essere diventato un film nel 2007, è ora on line. Schizzi in bianco e nero ormai famosi, ma ora la storia è cambiata. Nella versione originale, pubblicata per la prima volta in Francia nel 2000, e nel film, estremamente commovente, si parlava della rivoluzione del 1979. Nella rielaborazione 2.0 si parla di oggi: delle elezioni del 12 giugno 2009 e della contestata vittoria di Mahmoud Ahmadinejad.

Perché dopo quanto accaduto a Teheran, dopo gli scontri, dopo Neda, Persepolis è stato “rielaborato” da due dissidenti iraniani in esilio. Loro si firmano Payman&Sina.

Guzzanti, scoppia la polemica

guzzantiPaolo Guzzanti non ha peli sulla lingua. E di Silvio Berlusconi dice:

E’ un gran porco

Qui l’articolo. Il blog dell’ex parlamentare del Pdl è ancora in tilt dati i numerosi accessi.
E ancora:

E’ una persona che ha corrotto la femminilità italiana schiudendo carriere impensabili a ragazze carine che hanno imparato solo quanto sia importante darla alla persona giusta al momento giusto, sollecitate in questo anche dalle madri, quando necessario

Parla di verbali mai pubblicati e disgustosi contenuti, nomina anche Giorgio Napolitano, le cui sollecitazioni avrebbero impedito la pubblicazione di registrazioni e intercettazioni.

Iran, in morte di Neda e dei social network


Iran, storia di Neda. Non guardate il video, se ritenete. Neda è morta con gli occhi spalancati. E qualcuno le chiude quegli occhi.

Ricordiamo Neda! Uccisa in Iran!

Neda è morta con gli occhi aperti, facendo vergognare noi che viviamo con gli occhi chiusi

Neda non ti dimenticheremo, non sarai morta invano

Sono solo alcuni esempi di frasi che sono girate oggi sul social network Twitter. Neda è morta ieri negli scontri di piazza a Teheran, come riportano i sostenitori del candidato dell’opposizione Mir Hossein Mousavi. Le immagini di questa morte hanno fatto il giro del mondo. Sono passate attraverso YouTube, Twitter, Facebook. Scarpe da ginnastica, jeans, faccia imbrattata di sangue, tanto sangue. Uomini che tentano di rianimarla, le chiudono gli occhi. La maglietta nera, le grida. Neda è morta, colpita da un miliziano mentre manifestava insieme al padre nelle vie di Teheran.

Neda è il simbolo della rivolta dell’Iran. Qui il sito in sua memoria.

Mappa del potere all’italiana

Marco Travaglio ad Annozero nell’ultima puntata. Un intervento che ha visto concordi – o comunque interessati – anche coloro che, nei confronti del giornalista, sono sempre critici. Perché qui sembra essere tornato a fare il giornalista.

Viaggio attraverso i poteri d’Italia, insomma. Una mappa del potere che due anni fa Beppe Grillo sparò sul suo blog. Viaggio nell’apoteosi Cai-Alitalia, la scelta di Roma, l’abbandono di Malpensa a Lufthansa.

Rete e libertà, a volte ritornano

carlucci

Sono iscritta su Facebook al gruppo Gli Eletti. Un progetto che offre gratuitamente a ciascuno degli oltre 150.000 rappresentanti politici (tutti, proprio tutti, dal consigliere comunale al parlamentare europeo) spazi di visibilità personali e aggiornabili. Un nuovo modo di fare politica e soprattutto comunicazione politica. Anche per gli italici rappresentanti, così restii al cambiamento.
Mi è giunta la seguente comunicazione:
Circa un mese fa, Gabriella Carlucci ha rilasciato un intervista al direttore editoriale del nostro portale, seguita da un’aspra polemica che ancora continua in Rete.

Internet all’italiana, ovvero: come sopravvivere a D’Alia, Cassinelli e Levi

Ci hanno già provato tre volte a mettere il bavaglio alla Rete in Italia. In un anno, ben tre volte! La cosa mi preoccupa. Prima Riccardo Levi (Pd), poi Roberto Cassinelli (Pdl), infine Gianpiero D’Alia (Udc). Enzo Di Frenna, giornalista.

Lettera aperta a Gianpiero D’Aulia. Una lettera che deve essere arrivata non poche volte nella casella di posta elettronica del senato dell’Egregio senatore D’Alia. Scrive Enzo Di Frenna sul suo blog:

Oggi vengo a conoscenza della sua esistenza perchè ha proposto un emendamento, già approvato in Senato, ad un disegno di legge del ministro Brunetta che permette al ministro degli Interni, Roberto Maroni, di oscurare Internet in Italia: blog, You Tube e Facebook. Lei propone in sostanza l’introduzione “dell’articolo 50 bis al pacchetto sicurezza” per costringere i provider a oscurare i siti che commettono istigazione a delinquere o apologia di reato. E leggo anche che, secondo lei, vanno oscurati i blog che contengano commenti riconducibili a tale reato

Affermazioni forti, che rientrano nel dibattito sulla regolamentazione della Rete in Italia. L’appoccio non va giù ai più. D’Alia è un avvocato, un cassazionista. Del problemuccio scrive anche Anna Masera su La Stampa, riportanddo la posizione dell’ex magistrato Antonio Di Pietro, che allerta dal suo blog (Internet in Italia: come Cina e Birmania” di Antonio Di Pietro | 13 Febbraio 2009) gli italici web surfers dall’emendamento D’Alia, appunto, nel pacchetto sicurezza (disegno di legge 733).

Immigrato picchiato e bruciato a Nettuno

Nettuno. Indiano picchiato e bruciato. Si erano portati dietro una tanica di benzina. Nettuno non è un pianeta lontano. E’ una lunga serie, una lunga lista che non finirà. La cronaca è cronaca, e forse sono cose che accadono ogni giorno – come gli stupri (a Roma ce n’è uno ogni 40 ore), i furti, i soprusi, gli sbarchi clandestini, le violenze – e che altri da noi decidono di farci o non farci conoscere.

Leggevo il blog di Vittorio Zucconi. L’espressione di cui parla, to go native, tarda ad avere un’applicazione in stile italico. Mentre si scrive, pare che le forze dell’ordine abbiano individuato i responsabili del tentato omicidio in questione.

Ci sono 5 ragazzi, compreso un minorenne, fermati. Stupidità, dicono. Paghiamo le conseguenze di quello che siamo, che non siamo, che abbiamo fatto e che non faremo mai.

Di Pietro: da Tangentopoli ad Appaltopoli



Magistrati avanti tutta, titola oggi sul suo blog, tra le prime e più visitate vetrine on line della politica italiana.


Cittadino e politico a prova di intercettazioni ed orgoglioso del mio operato di Ministro: tale mi sento dopo la pubblicazione di alcuni stralci di intercettazioni disposte dalla Procura di Napoli nei confronti del dirigente del Ministero delle infrastrutture, dr. Mario Mautone, nell’ambito dell’inchiesta sul “sistema Romeo”, su cui sta indagando la magistratura partenopea


Da mio figlio errori ma nessun reato: l’uomo di Tangentopoli difende così il figlio Cristiano, coinvolto in Appaltopoli, l’enorme scandalo natalizio che sta deliziando l’Italia da Nord a Sud. Deve difendere i magistrati, lo è stato anche lui. Vedremo come si evolveranno le cose. Forse capiremo anche se si tratta di strumentalismo o realtà. O forse no. Voi che ne pensate?