Processo Mediaset, chiesti 3 anni per Massimo Maria Berruti

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Il publico Ministero di Milano, ha richiesto 3 anni di reclusione più una multa di 6 mila euro, per Massimo Maria Berruti il deputato del PDL ex consigliere di Finivest, in merito al processo contro il gruppo Mediaset, riguardo i presunti fondi neri di Mediaset. La richiesta della Procura giunge dopo l’annullamento da parte della Cassazione, della precendente sentenza della Corte d’Appello di Milano.

Nella precedente decisione della Cassazione, il deputato PDL era stato in parte prosciolto e in parte avevano assolto in merito alla questione. I giudici si riuniranno per una nuova giornata processuale il prossimo Lunedì. Nel processo, fra gli indagati, c’è anche il premier Silvio Berlusconi.

Il “milleproroghe” sostituito da un maxi-emendamento, il governo chiederà la fiducia


Il governo, dopo lo stop di Napolitano al decreto milleproroghe, ha presentato nella serata di oggi alla Camera un maxiemendamento che dovrebbe sostituire interamente il precedente decreto, e sul quale sarebbe intenzionato a porre la fiducia. La discussione riprenderà domattina alle 9, e si dovrebbe concludere venerdì, mentre al Senato, dopo l’ esame del decreto in commissione Affari costituzionali e in commissione bilancio, il dibattito è previsto per sabato 26.
Il ministro dell’ Economia Giulio Tremonti, dopo i rilievi di ieri del Quirinale, che criticava “La prassi irrituale con cui si introducono nei decreti-legge disposizioni non strettamente attenti al loro oggetto”, si è recato stamattina dal Capo dello Stato, ufficialmente per parlare della situazione economica prima del G20, e ha quindi incontrato il presidente della Camera Fini e i capigruppo Cicchitto del PDL, Reguzzoni della Lega, Sardelli di Iniziativa responsabile e Franceschini del PD. Il ministro Tremonti, al termine della riunione, aveva  dichiarato che il Governo era “disponibile a modifiche”.
Nel pomeriggio alla Camera è poi ripresa la discussione sulle pregiudiziali di costituzionalità presentate dalle opposizioni riguardo al decreto, che sono state respinte con 295 voti contrari, 281 favorevoli e 2 astenuti.
Si è verificato, inoltre, un “botta e-risposta“, a Montecitorio, tra Fini e il vicepresidente del PDL Baldelli, che aveva chiesto la sospensione della seduta “per consentire al governo di mettere a punto il maxiemendamento”. Fini ha respinto la richiesta, rispondendo a Baldelli: “Non mi risulta che lei ricopra un incarico di governo”. Dopo le proteste in aula, sono intervenuti il ministro Vito e il sottosegretario Giorgetti, che ha affermato: “Il governo aderisce alla proposta di Baldelli”. Il presidente della Camera ha quindi sospeso la seduta fino alle 20, replicando però pungentemente: “Baldelli ha indicato la via che il governo vuole seguire”.

Diverse le materie su cui si può discutere per eventuali modifiche, ha spiegato il ministro Tremonti: tra queste, le norme sui precari della scuola, quelle sul personale della Consob, sugli incroci tra tv e giornali, sulle demolizioni degli edifici abusivi in Campania e sulle concessioni riguardanti i contratti nella zona dell’ Etna. Dall’ opposizione, ma anche da alcune parti del PDL, si fa notare che i finanziamenti agli enti lirici andrebbero solo al Nord (Arena di Verona  e Scala di Milano), ma sparirebbe anche una norma della Lega sui precari; insoddisfatto anche il sindaco di Roma Alemanno per due norme sugli immobili acquisiti in seguito a esproprio e sugli assessori e consiglieri del Comune di Roma, che non potranno aumentare.
Oggi il premier Berlusconi si era lamentato degli scarsi poteri conferiti dalla Costituzione al governo, pur non citando esplicitamente il decreto milleproroghe: per Berlusconi, attualmente, “al governo rimane solo l’ immagine del potere”, e un decreto del consiglio dei ministri, dopo la firma del capo dello Stato e le modifiche parlamentari, rischia di trasformarsi da “focoso destriero purosangue” in “ippopotamo”.

Le carte del processo Berlusconi

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Il processo a Silvio Berlusconi riguardante il caso Ruby, o come è stato soprannominato il Ruby-Gate, si terrà il prossimo 6 Aprile. Ieri sono state rese pubbliche le carte ufficiali che la magistratura ha girato a Silvio Berlusconi a a u suoi difensori, riportando tutti i capi d’imputazione diretti verso il presidente del consiglio.

Oggi vi proponiamo questi fogli. Dopo il salto, trovate le altre pagine.

Berlusconi: vado avanti tranquillo. Ma Bossi: senza i numeri si vada al voto

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, dopo il rinvio a giudizio di ieri per concussione e prostituzione minorile, chiesto dalla Procura di Milano, è intervenuto oggi in una conferenza stampa con il ministro dell’ economia Tremonti per presentare alcune inziative in campo economico, ma non ha affrontato direttamente il “caso Ruby“, limitandosi a dichiarare: “Per amor di patria io di questo non parlo. Posso dire soltanto che non sono per niente preoccupato”. In seguito, ha spiegato di non avere neanche timori per la tenuta del governo, affermando: “Federalismo? Non c’ è problema e ieri sera Bossi mi ha assicurato la sua volontà di tenere la maggioranza coesa: arriveremo a fine legislatura”. Inoltre, lancia una “frecciatina” all’ ex alleato, il presidente della Camera Fini: “Ora che non c’ è più Fini che frenava l’ azione di governo, ci sentiamo sgravati dalle difficoltà e possiamo lavorare in direzioni che prima ci erano precluse”. E assicura: “Arriveremo ad una maggioranza di 325 deputati alla Camera”.
Il leader della Lega Bossi, però, dopo aver ribadito, ieri, il suo sostegno al premier, a condizione che si portino a termine le riforme, a cominciare da quella federalista, oggi si mostra comunque meno sicuro riguardo alla tenuta del governo, affermando: “Se ha i numeri va avanti, se non ci sono cade da solo”.

Le opposizioni, intanto, ribadiscono la richiesta di dimissioni del premier. Dal PD, Massimo D’ Alema, intervistato al TG 3, parla di “falllimento politico di Berlusconi“, facendo inoltre notare che “In nessun Paese civile un premier rinviato a giudizio per reati così turpi e vergognosi resterebbe al suo posto”.
Della stessa opinione anche Anna Finocchiaro, sempre del Partito Democratico, che dice: “Chiediamo che Berlusconi si dimetta, che non faccia il coniglio dentro la tana e affronti il suo giudice naturale. ”
Il leader dell’ Italia dei Valori Antonio Di Pietro, invece, in una conferenza stampa, ha “intimato” al ministro dell’ Interno Roberto Maroni di non cercare di rinviare a giugno i 4 referendum, tra cui quello sul legittimo impedimento, chiedendo invece che vengano svolti semmai il 29 maggio, insieme al ballottaggio per le elezioni amministrative.
Per Di Pietro,  “Non scegliere quella data sarebbe una rapina ai danni di tutti per finanziare una truffa della democrazia”, poichè, ha aggiunto, “I referendum sono l’ unica via per mandare a casa Berlusconi“.
Intanto, è da registrare, nel voto di oggi al Senato sul “decreto milleproroghe”, l’ abbandono del gruppo di FLI a Palazzo Madama da parte di Giuseppe Menardi, da giorni critico nei confronti di Gianfranco Fini e di Italo Bocchino. Il partito di Futuro e Libertà al Senato ha solo dieci rappresentianti, e se Menardi dovesse andarsene senza essere “rimpiazzato” da altri senatori in arrivo, rischierebbe di sciogliersi. A causare malumori nel partito, probabilmente, anche il recente congresso di Milano, che ha creato un organigramma non gradito alle cosiddette “colombe”.

Il governo approva la riforma degli incentivi: saranno modificati 3 articoli della Costituzione

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Il Consiglio dei ministri ha approvato questa mattina, “salvo intese” (ovverosia con la possibiltà di ulteriori modifiche) un disegno di legge costituzionale che dovrebbe modificare 3 articoli della Costituzione (il 41, il 97 e il 118), riguardanti la libertà d’ impresa, la pubblica amministrazione e gli enti locali, e il decreto legislativo sugli incentivi. E’ stato solamente avviato, invece, l’ esame dell’ atteso disegno di legge sulla concorrenza. Quest’ ultimo prevederebbe anche norme per la restrizione dei conflitti di interesse e la maggiore trasparenza negli incarichi dei consiglieri di banche, società creditizie o assicurazioni, con l’ Antitrust che sarà preposto a vigilare in materia, e che potrà emanare sanzioni “da 5 mila a 50 mila euro”.
Il premier Berlusconi ha commentato, al termine della riunione del Consiglio dei ministri, affermando: “E’ iniziata una nuova fase del lavoro del governo, tesa al rilancio per la crescita dell’ economia. Abbiamo dato il via libera a un percorso che non è nè facile nè breve”. Inoltre, ha rimarcato di aver modificato l’ art. 41 della Costituzione sulla libertà d’ impresa, per il quale, adesso, sarà “permesso tutto ciò che non è espressamente vietato dalla legge”.
Il ministro dell’ Economia Giulio Tremonti, parlando in conferenza stampa, ha ricordato che “La nostra agenda è definita e stabilita dall’ Europa. E’ su quello schema che dobbiamo operare, entro aprile dobbiamo presentare un documento che rappresenta il nostro piano per la crescita.” E ha aggiunto: “Nel corso del Consiglio dei ministri c’ è stata una discussione molto costruttiva da parte di tutti e contiamo di continuare il lavoro in modo informale e arrivare all’ appuntamento con l’ Europa con le carte in regola”.
Il ministro dello sviluppo Romani ha parlato di una mattinata “lunga e dura, ma molto produttiva”, ricordando di aver iniziato il riordino degli incentivi, preso una decisione sulla banda larga e deciso un finanziamento di 100 milioni di fondi FAS.
Il ministro per i rapporti con le Regioni Fitto ha invece reso noto che il Consiglio dei ministri ha approvato “L’ attuazione del Piano Sud con una tabella di marcia ben precisa”. Per il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteoli, infine, grazie a questo provvedimento, ci sarà “un’ accelerazione sul piano casa”.

L’ opposizione boccia decisamente il provvedimento. Il segretario del PD Bersani ha commentato con una battuta: “Se con queste misure il PIL crescerà dell’ 1,5 % come ha detto Berlusconi, prendo il saio e vado ad Arcore a piedi”. Marina Sereni, sempre del PD, fa notare come la riunione del Consiglio dei ministri si è “Tenuta non ac aso mentre le agenzie di stampa battevano la notizia del rito immediato”. Durissimo anche il giudizio del portavoce dell’ IDV Leoluca Orlando, che ha affermato: “Sviluppo? C’ è solo per la corruzione”.
La presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, pur considerando positivamente che si parli di crescita, ancora non ha espresso un giudizio sul provvedimento, in attesa che questo venga approvato.

Caso Ruby, la procura chiederà il giudizio immediato per Berlusconi

I magistrati milanesi che si stanno occupando del “caso Ruby” hanno stralciato la posizione del premier Berlusconi, creando un fascicolo autonomo per le accuse di concussione e prostituzione minorile. Con tale passaggio tecnico, si intende arrivare a chiedere il giudizio con rito immediato per entrambi i reati  riguardanti il premier, mentre per gli altri indagati (tra i quali Nicole Minetti, Lele Mora, Emilio Fede) si continuerà con il rito ordinario.
Il premier ha ricevuto oggi, nella sua residenza romana di palazzo Grazioli, i suoi avvocati, Niccolò Ghedini, Piero Longo e Gaetano Pecorella, e anche il ministro della Giustizia Alfano. L’ avvocato Ghedini ha spiegato ai giornalisti di aspettarsi la richiesta di giudizio immediato per il premier, “Perchè violano le norme della costituzione” .
Il procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati ha precisato che “Non c’ è nessuna seconda parte lesa”, in riferimento all’ accusa di prostituzione minorile e al fatto che possa essere indicata come parte lesa un’ altra ragazza all’ epoca minorenne.
Per quel che riguarda, invece, l‘ inchiesta della Procura di Napoli riguardante un altro giro di prostituzione, che vede coinvolta anche la showgirl Sara Tommasi, Bruti Liberati ha spiegato: “Per ora sono due inchieste separate“.
I legali di Berlusconi sosterrebbero inoltre che Ruby sia nata non nel ’92, ma nel 91, facendo riferimento ad un vecchio verbale in cui la ragazza, dinanzi ai carabinieri per denunciare un furto subito, avrebbe detto di essere nata il 1 novembre 1991.

Per quel che riguarda, invece, le foto e i video delle feste dal premier, alcuni sarebbero già stati pubblicati dal settiminale “Oggi”, e vi sarebbe pure una foto con Berlusconi sorridente fra Noemi Letizia e l’ amica Roberta Oronzo, che sarebbe stata scattata a villa Certosa per il capodanno 2009, quando le due erano minorenni. Vi sarebbero inoltre due video girati aVilla Certosa, in uno dei quali si vedrebbe Noemi immortalata mentre balla da sola sul palco, mentre in uno dei quattro girati a palazzo Grazioli la stessa Noemi apre un armadio pieno di giacchie da uomo.
La Presidente della Commissione infanzia alla Camera, Alessandra Mussolini, sostiene che il PD ha chiesto l’ audizione di Ruby in commissione, con una lettera firmata da tre parlamentari del PD e uno dell’ IDV. I due partiti hanno smentito, precisando che è stata solo chiesta un’ “indagine” “Su status, condizioni,presenza e movimenti di Ruby minorenne in Italia”.
Intanto, si è saputo oggi che il processo Mills, che vede il premier indagato per corruzione in atti giudiziari, riprenderà l’ 11 marzo a Milano, dopo essere stato sospeso lo scorso aprile in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale sul “legittimo impedimento”.

Napolitano blocca il decreto sul federalismo:”Passi prima alle Camere”

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Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha fatto sapere oggi in tarda mattinata, con un comunicato, che “Non sussistono le condizioni per procedere alla richiesta emanazione” del decreto sul federalismo, approvato ieri in Consiglio dei Ministri dopo essere stato bocciato in Commissione bicamerale. Secondo il Quirinale, infatti, sussisterebbe comunque “l’ obbligo di rendere comunicazioni alle Camere prima di una possibile approvazione definitiva del decreto in difformità dagli orientamenti parlamentari”. Nella lettera, inoltre, Napolitano fa trapelare un certo malumore per non essere stato informato “preventivamente” della riunione straordinaria convocata dal governo, e per non essere stato consultato “sull’ intendimento di procedere all’ approvazione definitiva del decreto legislativo”.

Il leader della Lega Umberto Bossi, convinto sostenitore, assieme al suo partito, del federalismo, ha poi avuto una “lunga e cordiale telefonata” con il capo dello Stato, impegnandosi a recarsi al Quirinale la prossima settimana, e ad andare in Parlamento, insieme al ministro Calderoli, a dare comunicazioni sul decreto.

Il ministro Calderoli si è detto dispiaciuto di “perdere così 10-15 giorni” per quelle che ha definito “sterili polemiche“, e ha spiegato: “L’ unica cosa che prevede la legge è che il governo dia comunicazsioni alle Camere, dopodichè può esserci un voto su di esse ma il testo resta quello”.

Caso Ruby, la Camera rimanda gli atti a Milano

La Camera ha approvato nel tardo pomeriggio, con 315 si,  298 no e un astenuto (il finiano Luca Barbareschi), il parere della Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio che voleva che fossero restituiti gli atti con i quali i pm milanesi hanno chiesto di poter perquisire l’ ufficio di Giuseppe Spinelli, amministratore di Berlusconi, nell’ ambito del “caso Ruby”, alla stessa procura di Milano. Viene così accoltà la tesi per la quale il premier, chiamando la questura di Milano per il rilascio di Ruby, avrebbe agito per motivi istituzionali“, essendo veramente convinto che si trattasse della nipote del presidente egiziano Mubarak.
Secondo il relatore di maggioranza Leone, del PDL, la presunta concussione sarebbe un reato funzionale, e quindi non potrebbe occuparsene un  tribunale ordinario; inoltre, la procura di Milano non sarebbe competente neanche territorialmente, perchè il questore Ostuni, al momento della telefonata, si trovava nella sua casa di Sesto San Giovanni, e quindi la competenza sarebbe della Procura di Monza. Per Leone, quindi, “C’ è un intento persecutorio della Procura alla luce dei precedenti rapporti fra Berlusconi e quella Procura che definire burrascosi è dir poco”.

Napolitano: “Uscire da contrapposizioni”. Berlusconi: “Sono d’ accordo”

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in visita ufficiale a Bergamo, ha fatto accenno alla situazione politica attuale, e, pur ribadendo che non intende “interferire nella dialettica politica”, ha invece affermato di voler tutelare l’ unità nazionale “Che si esprime nel complesso delle istituzioni, le istituzioni sono il mio solo punto di riferimento”. Napolitano, comunque, auspica che per quel che riguarda il federalismo, in discussione alle Camere proprio in questi giorni, e le riforme “Si esca dalla spirale delle contrapposizioni”, e ritiene che ormai si sia a buon punto per tali riforme, grazie anche, ha spiegato, ad “Un clima di corretto e costruttivo confronto in sede istituzionale”.
Il capo dello Stato si è inoltre recato in visita alla redazione del quotidiano locale, “L’ eco di Bergamo”, e qui ha lanciato un appello affinchè anche l’ informazione sia “più responsabile, più pacata”, e non un’ “informazione gridata”, e a che venga dato il giusto spazio alle notizie di politica internazionale, e non solamente alla cronaca nera e giudiziaria. Napolitano si è anche rivolto ai giovani, ricordando come, dopo la seconda guerra mondiale e con la Cosituente, “Al di là di tutte le contrapposizioni politiche prevalse l’ impegno di una forte volontà a costruire condizioni migliori per il nostro paese”, e ha quindi aggiunto: “Date voi il vostro contributo perchè si ricrei questo clima nell’ interesse delle giovani generazioni”.

Le opposizioni bocciano la proposta di accordo del premier. Berlusconi: “Irresponsabili”

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Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in una lettera inviata al Corriere del Sera, aveva oggi lanciato la proposta di un accordo con le opposizioni per affrontare principalmente i temi economici e fare insieme “un piano per le crescita”, ma le opposizioni hanno bocciato compattamente tale proposta. Il segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, spiega: “Noi nel ruolo che abbiamo siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità,. ma lui deve fare un passo indietro e togliere dall’ imbarazzo se stesso e il Paese”. Dello stesso tenore anche le parole del vicesegretario del PD, Enrico Letta, che afferma: “Ora il confronto sulle riforme noi lo vogliamo ma o con un nuovo premier di centrodestra, oppure con Berlusconi ma in campagna elettorale”.
Anche il Terzo Polo chiude il dialogo, con Pierferdinando Casini dell’ UDC che dichiara: “Chi sta al governo fa, non scrive sui giornali”, mentre Francesco Rutelli dell’ API definisce la proposta del premier “un inganno” e per Adolfo Urso, di Fli, il Cavaliere è “poco credibile e molto confuso”. Della stessa opinione anche l’ IDV, mentre, per  Nichi Vendola, l’ accordo proposto dal premier “è patetico e tardivo”.

Caso Ruby, la Giunta della Camera: rinviare gli atti ai giudici. Protesta l’ opposizione

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La Giunta per le autorizzazioni della Camera ha deciso oggi pomeriggio, con 11 voti a favore e 8 contrari (oltre a due assenti, Consolo di Fli e Rossomando del PD) di restituire gli atti sul “caso Ruby ” alla Procura di Milano, poichè la competenza dell’ indagine spetterebbe al Tribunale dei ministri. Hanno votato per il si PDL, Lega e gruppo dei “Responsabili”, mentre a favore del no si sono schierati PD, IDV, UDC e FLI. Adesso toccherà comunque alla Camera pronunciarsi in maniera definitiva sulla questione.

Mauro Paniz, membro della Giunta per il PDL, ha spiegato la tesi della maggioranza, per la quale la competenza non sarebbe del tribunale di Milano bensì del Tribunale dei ministri, perchè il premier Berlusconi, quando telefonò  in questura per scagionare Ruby, avrebbe agito per motivi istituzionali, credendo che si trattasse effettivamente della nipote del presidente egiziano Mubarak.
Qualora, invece. si fosse seguita la strada del “fumus persecutionis”, rispondendo solo si o no alla richiesta di perquisizione degli uffici del ragionere del premier, Giuseppe Spinelli, il voto sarebbe stato segreto, e ciò avrebbe potuto comportare dei rischi. Se venisse confermata la competenza del Tribunale dei ministri, gli atti della Procura sarebbero nulli, perchè si potrebbe sostenere che questa abbia agito pur sapendo di non essere competente, “per mero intento persecutorio”.

FOTO: la Camera respinge la sfiducia, Bondi resta ministro

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Alla Camera si è tenuto oggi il voto sulla mozione di sfiducia per il ministro della Cultura Sandro Bondi proposta dalle opposizioni, che è stata respinta con 314 no, 292 si e 2 astenuti. A pesare sul risultato, anche le numerose assenze tra i banchi dell’ opposizione, sia nel Terzo Polo, che le aveva già annunciate ieri, sia nel PD, dove mancavano cinque deputati. I due deputati astenutisi, invece, erano gli altoatesini della SVP, che si erano accordati col ministro sul monumento alla Vittoria e sugli altri “relitti fascisti” in Alto Adige.

Aprendo il suo intervento in aula, il ministro ha affermato: “Questa mozione di sfiducia individuale dimostra la forma di imbarbarimento della politica italiana. Volete tentare di dare l’ ennesima spallata al governo. E in questa ansia che vi divora le persone per voi non hanno nessuna importanza. Questo cinismo della politica è miope.” Inoltre, Bondi si è augurato che “il dibattito possa essere  utile per parlare finalmente del ruolo della cultura per lo sviluppo economico e civile”.

Per lui, infatti, “E’ verissimo che l’ Italia spende meno degli altri paesi europei, e questo è uno scandalo. Ma” ha aggiunto ” E’ colpa mia se l’ Italia investe meno nella cultura? E’ colpa del governo?No, è una responsabilità delle classi dirigenti del paese che hanno sottovalutato il ruolo che la cultura può avere.”
A difendere il ministro, anche il capogruppo PDL alla Camera, Fabrizio Cicchitto, che rivolgendosi alle opposizioni ha detto: “Siete animati da una sorta di accanimento terapeutico verso voi stessi, che si accompagna ad una singolare pulsione omicida e distruttiva nei confronti di Berlusconi e del suo governo“.

Il caso Ruby alla giunta per le autorizzazioni della Camera

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La giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera ha inziato a riunirsi oggi, tra le polemiche, per decidere in merito alla richiesta del tribunale di Milano di perquisire gli uffici del tesoriere di Silvio Berlusconi. Nella sua relazione, il relatore di maggioranza Antonio Leone, del PDL, ha chiesto che venisse negata l’ autorizzazione a procedere, in quanto vi sarebbe l’ evidenza di un “fumus persecutionis“, un “intento persecutorio“, dei pm nei confronti del premier.

Di diverso parere i gruppi dell’ opposizione, del PD, dell’ IDV e del Terzo Polo, per i quali “la relazione di Leone è tutta improntata su questioni procedurali, cavilli e tatticismi disattesi sia dalle norme che dalle pronuncie della Corte Costituzionale”, senza, aggiungono, “nessun accenno ai gravissimi fatti che hanno dato origine a questa vicenda giudiziaria”. Il dibattito si avvierà domani, mentre il voto arriverà entro giovedì.

Gli avvocati di Berlusconi hanno integrato la documentazione con 29 verbali degli interrogatori condotti nel corso delle indagini difensive. Il PD si è mostrato però critico con le scelte dei legali del premier, con la capogruppo in commissione giustizia alla Camera, Donatella Ferranti, che ha dichiarato: “La giunta per le autorizzazioni della Camera è chiamata a verificare l’ esistenza del fumus persecutionis, non certo ad entrare nel merito di una indagine in corso. Il tentativo degli avvocati del premier di parlamentarizzare il caso Ruby è pertanto inaccettabile. La sede competente è la Procura di Milano.”

Mosca, attentato all’ aeroporto: 35 morti, 130 feriti

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E’ di almeno 35 morti e circa 130 feriti il primo bilancio dell’ attentato verificatosi all’ aereoporto di Mosca oggi, alle 16.32 locali (le 14. 32 italiane). L’ esplosione sarebbe avvenuta, secondo fontì della polizia locale, nella zona dove vengono consegnati i bagagli, e sarebbe opera di un kamikaze, che si sarebbe fatto esplodere con addosso fra i cinque e i sette chili di tritolo, nell’ area delle salette vip, in una zona accessibile al pubblico e priva di metal detector. Il kamikaze sarebbe quindi arrivato dall’ esterno, non dall’ aereoporto, per poi giungere nell’ area d’ attesa degli arrivi, e quindi, secondo quanto spiegato da una fonte, “la bomba non è arrivata a Mosca con un aereo, ma è stata introdotta dall’ esterno”.

Secondo alcuni testimoni, le esplosioni sarebbero state addirittura due. La Procura di Mosca ha già aperto un’ inchiesta per terrorismo, e ci sarebbero già tre ricercati, tre uomini che vivrebbero da qualche tempo nei dintorni della capitale, e che sarebbero stati ripresi dalle telecamere mentre entravano nel settore arrivi.

L’ agenzia Itar-Tass ha riferito, citando fonti investigative, che la polizia avrebbe trovato i resti di un corpo che potrebbe essere il presunto terrorista, e che sarebbe un uomo tra i 30 e i 35 anni, dall’ aspetto “arabo”.Sarebbe stato necessario l’ intervento sul posto di una ventina di ambulanze per soccorrere i feriti, poi trasportati in cinque diversi ospedali. Alcuni testimoni oculari avrebbero visto, dopo l’ esplosione, molte persone che giravano per l’ aereoporto insanguinate, alcune mutilate, e fumo ovunque.