incontro a sorpresa tra i vertici della maggioranza ad Arcore

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Nessun annuncio, nessun comunicato ufficiale di partito e nessuna agenzia di stampa informata. Nella notte scorsa, si è tenuto un vertice a sorpresa tra Berlusconi, Umberto Bossi e Giulio Tremonti. L’incontro è durato circa tre ore, e sul tavolo sono state riportate alcune decisioni prese con l’incontro ad Arcore della giornata scorsa.

Dalle poche informazioni che sono uscite da questo ennesimo incontro, il governo, vorrebbe dare in breve tempo un segnale di spinta economica, anche con la riduzione delle tasse, pur mantenendo il necessario rigore dei conti pubblici, come richiesto dall’Europa.

Vertice ad Arcore tra Berlusconi e Bossi

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Si apre oggi a mezzogiorno ad Arcore, la tavola rotonda tra Berlusconi e la Lega per definire tutti i progetti che dovranno essere portati avanti in questi ultimi due anni di Legislatura. Oggi, con Bossi, il presidente del Consiglio, dovrà prendere una decisione su chi presentare al posto di Alfano, passato alla guida della segreteria del PDL, lasciando il posto di Guardasigilli libero.

Il 24 Giugno, Berlusconi, alla Camera dovrà presentare il nuovo esecutivo che lo accompagnerà nei prossimi 2 anni di legislatura, molti nomi verranno scelti oggi ad Arcore. Nei prossimi giorni, Berlusconi dovrà affrontare temi abbastanza importanti per il suo esecutivo. Il primo incontro-scontro sarà proprio con la Lega e Formigoni, riguardo la riforma fiscale e la manovra economica.

Ruby adescata a 16 anni: “Fece sesso a pagamento 13 volte”

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La Procura di Milano ha chiuso oggi le indagini nei confronti del consigliere PDL in Lombardia Nicole Minetti, dell’ imprenditore  Lele Mora e del giornalista  Emilio Fede, accusati di favoreggiamento ed induzione della prostituzione di 32 ragazze maggiorenni e, appunto, dell’ allora minorenne Ruby. Quest’ ultima, in particolare, secondo i pm, sarebbe venuta in contatto con Lele Mora ed Emilio Fede, per la prima volta, nel settembre 2009, quando aveva solo 16 anni, e non nel febbraio 2010, come sostenuto finora. Inoltre, scrivono sempre i giudici, avrebbe compiuto “atti sessuali con Silvio Berlusconi, dietro pagamento di corrispettivo in denaro e altre utilità” per 13 volte, dal 14 febbraio al 2 maggio 2010, ma il reato di induzione e favoreggiamento alla prostituzione, per Fede, Mora e la Minetti, sarebbe proseguito fino al gennaio 2011, quando l’ inchiesta era già iniziata.
La Minetti, poi, avrebbe svolto un ruolo di intermediazione per “la sistematica erogazione di corrispettivi per l’ attività di prostituzione svolta previo assenso di Silvio Berlusconi “, occupandosi della concessione in comodato d’ uso alle ragazze delle case in via Olgettina. Emilio Fede, invece, doveva valutare “la rispondenza dei requisiti estetici” delle ragazze invitate ad Arcore, e sia lui che Lele Mora si occupavano di trovare le giovani, talvolta anche nell’ ambito dell’ agenzia gestita da Lele Mora.

Iris Berardi: un’altra prostituta minorenne spunta nelle cene di Berlusconi

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Iris Berardi è il nome nuovo emerso dalla carte trasmesse dalla Procura di Milano alla Giunta per le autorizzazioni della Camera che indaga sulle cene di Berlusconi. Nata nel dicembre del 1991, la sua presenza è stata accertata nella residenza del premier il 22 novembre 2009, quando la ragazza era ancora minorenne.

Iris è conosciuta dagli inquirenti come una prostituta e il suo telefono mobile si è attaccato alla cella telefonica di Porto Rotondo il 21 novembre 2009 e a quella di Arcore il 31 dicembre dello stesso anno.

Il caso Ruby alla giunta per le autorizzazioni della Camera

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La giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera ha inziato a riunirsi oggi, tra le polemiche, per decidere in merito alla richiesta del tribunale di Milano di perquisire gli uffici del tesoriere di Silvio Berlusconi. Nella sua relazione, il relatore di maggioranza Antonio Leone, del PDL, ha chiesto che venisse negata l’ autorizzazione a procedere, in quanto vi sarebbe l’ evidenza di un “fumus persecutionis“, un “intento persecutorio“, dei pm nei confronti del premier.

Di diverso parere i gruppi dell’ opposizione, del PD, dell’ IDV e del Terzo Polo, per i quali “la relazione di Leone è tutta improntata su questioni procedurali, cavilli e tatticismi disattesi sia dalle norme che dalle pronuncie della Corte Costituzionale”, senza, aggiungono, “nessun accenno ai gravissimi fatti che hanno dato origine a questa vicenda giudiziaria”. Il dibattito si avvierà domani, mentre il voto arriverà entro giovedì.

Gli avvocati di Berlusconi hanno integrato la documentazione con 29 verbali degli interrogatori condotti nel corso delle indagini difensive. Il PD si è mostrato però critico con le scelte dei legali del premier, con la capogruppo in commissione giustizia alla Camera, Donatella Ferranti, che ha dichiarato: “La giunta per le autorizzazioni della Camera è chiamata a verificare l’ esistenza del fumus persecutionis, non certo ad entrare nel merito di una indagine in corso. Il tentativo degli avvocati del premier di parlamentarizzare il caso Ruby è pertanto inaccettabile. La sede competente è la Procura di Milano.”

I giudici: “Giovani prostitute da Berlusconi”. Ruby: “Gli ho chiesto cinque milioni”

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I giudici milanesi hanno inviato oggi alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera la “domanda di autorizzazione ad eseguire perquisizioni domiciliari nei confronti del deputato Berlusconi”, perquisizioni che dovrebbero essere svolte in particolare presso alcuni uffici di Segrate, per il noto “caso Ruby”, la giovane ragazza marocchina che sarebbe stata spesso ospite presso la residenza di Arcore del premier. Ma, se già nella stessa richiesta di autorizzazione a procedere l’ accusa viene formulata in maniera piuttosto esplicita (“Un rilevante numero di giovani donne si sono prostituite con Silvio Berlusconi presso le sue residenze, dietro pagamento di corrispettivo in denaro da parte di quest’ ultimo”, vi si legge infatti), sarebbero le intercettazioni e le citazioni da atti giudiziari a rendere più torbido lo scandalo, se venisse tutto confermato.

In un’ intercettazione, ad esempio, verrebbe detto:” Lo chiamano tutte “Amore, tesorino”. Non puoi nemmeno immaginare quello che avviene lì...Nei giornali appare molto meno della verità anche quando lo massacrano“. E, per quel che riguarda la questione della sicurezza del premier, per la quale questi era stato convocat0 al Copasir, dove però non è andato, una ragazza intercettata affermava: “Siamo entrate senza alcun tipo di controllo. E’ molto semplice. Dai il tuo nome al citofono ed entri”.

Caso Ruby: Berlusconi indagato per concussione e prostituzione minorile

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Caso Ruby, indagato Berlusconi. La Procura di Milano ha indagato il presidente del Consiglio per “concussione” e “prostituzione minorile”.

Per la prima ipotesi di reato al premier viene contestato che nella notte fra il 27 e il 28 maggio 2010 avrebbe abusato del proprio ruolo per convincere i funzionari della Questura di Milano a consegnare alla consigliere regionale lombarda Nicole Minetti l’allora 17enne Karima “Rubi” El Mahroug.

Ragazza che porta alla seconda ipotesi di reato, quella secondo cui Berlusconi sarebbe stato cliente della prostituta marocchina in numerosi fine settimana ad Arcore.

Ruby racconta le feste ad Arcore: “Facevamo il Bunga Bunga”

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Il quotidiano “la Repubblica” sta conducendo un’ inchiesta sul caso di Ruby R., la ragazza marocchina di 17 anni che avrebbe partecipato ad alcune feste a casa del premier Silvio Berlusconi, ad Arcore, riprendendo un’ indagine giudiziaria che però non vede coinvolto il premier, o forse lo potrebbe veder coinvolto come parte lesa, in quanto vittima di un ricatto, e che per adesso ha tre indagati: Lele Mora, Nicole Minetti ed Emilio Fede.

Già la sera del 27 maggio di quest’ anno, infatti, alla Questura di Milano, avviene un fatto singolare. Una minorenne straniera accusata di furto,priva di documenti e senza una casa, sta infatti per essere inviata in una comunità, quando compare una funzionaria trafelata che ordina di lasciarla andare. La funzionaria spiega poi che il capo di gabinetto, Pietro Ostuni,  continua a chiamare al telefono, dicendo di lasciare andare la ragazza, come chiesto da Palazzo Chigi, poichè sarebbe la nipote del presidente egiziano Mubarak.

Entra qui in scena un altro personaggio, Nicole Minetti, la giovane igienista dentale di Berlusconi.La Minetti,  appreso del fermo della ragazza da un’ amica comune, fa un pò di telefonate, si reca all’ ufficio denuncie per portarla via, affermando che la minorenne ha dei problemi e lei la sta aiutando, ma solo la telefonata di Palazzo Chigi al capo di gabinetto sbloccherà la situazione, e, quando sono quasi le 3 di notte, Ruby viene affidata a Nicole. Due mesi dopo, Rudy spiegherà ai giudici che sarebbe stato proprio Berlusconi, una volta informato del suo fermo da Nicole, a spingere quest’ ultima ad andare in questura.

Chi va e chi rimane

tremonti marrazzo

Piero Marrazzo si è dimesso. Giulio Tremonti non si dimette, affatto (se ne è parlato insistentemente in questi giorni, dopo lo scontro sull’Irap). Anzi, dopo 50 minuti di incontro ad Arcore con il Premier Silvio Berlusconi, dice: Sono soddisfatto, forte rapporto con il Cavaliere.

C’è l’intesa, insomma. Chi va e chi viene, scene, storie e matrici politiche (e personali) diverse.

Arcore, vertice di governo

annozero-tremonti-crisiTremonti? Non corre rischi. Parola di Umberto Bossi. Dimissioni per Tremonti? Non se ne parla. Sempre parola di Bossi. Risale solo a ieri la lite telefonica tra Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti, e lo slittamento del Consiglio dei ministri. E in molti hanno parlato di dimissioni del titolare del dicastero dell’economia…

Lite che verteva sull’eventuale taglio dell’Irap, annunciato da Silvio Berlusconi. Oggi l’incontro ad Arcore: premier, ministro dell’Economia e lo “sponsor” dello stesso: il ministro delle Riforme Umberto Bossi. C’era anche il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli.
Risultato? Lo spiega Bossi: L’Irap? Verrà tagliata, ma col tempo.

E Silvio cambia musica

La notizia è di quelle scioccanti, di quelle che pesano come se fossero un macigno gigantesco che si stacca da una montagna e va a cadere sulla strada. Pare impossibile ma durante questa campagna elettorale sembra che il Cavaliere di Arcore (tra l’altro sono passato davanti alla sua villa ieri, l’ho salutato da lontano…) abbia intenzione di cambiare musica. Ma per i giovani “azzurri” che già temono il peggio, possiamo solo tranquillizzarvi, non si tratta di un cambio di casacca o di ideologia politica.

Come detto Berlusconi cambia musica e abbandona, sembra definitivamente, Mariano Apicella. E se non è un addio definitivo almeno lo è durante la campagna elettorale. La notizia è veramente di quelle che distruggono un mito. Quanti di voi non ricordano, magari durante l’edizione del TG4 delle 19.30 di qualche anno fa, Apicella e Berlusconi seduti uno a fianco all’altro cantare le canzoni di Mariano.

Canzoni di Mariano che forse sarebbe meglio definire canzoni di Silvio. Sì perchè i testi delle canzoni di Apicella sembra venissero scritti proprio dal candidato premier di destra. E anche per questo l’addio, soprattutto durante questa campagna elettorale fa pensare.

L’Uomo di Arcore ha detto NO!

Un po le fattezze le ha. Chi non ricorda la famosa pubblicità di qualche anno fa, dove il famoso uomo “dalla montagna” (non possiamo dire che è del monte altrimenti potremmo incappare in qualche problema di messaggio promozionale) vestito di tutto punto scendeva verso i suoi campi e confermava la qualità del prodotto con un silenzioso annuire con la testa. Bastava solo questo per fare urlare il contadino nelle sue vicinanze con le parole che tanto hanno reso famosa questa pubblicità: “L’Uomo “della Montagna” ha detto SI!”.

Ma questa volta non parliamo di uomini della montagna, ma di Arcore, che in montagna proprio non sta, anzi siamo in collina proprio a ridosso della bassa Brianza, e l’uomo in questione non sembra proprio intenzionato a dire di Si, anzi tutt’altro. L’argomento della famosa negazione è l’election day e l’uomo del NO, se qualcuno ancora non lo avesse capito, è il cavalier Silvio Berlusconi.

Nella giornata di ieri infatti, Berlusconi ha deciso di porre il suo veto sull’approvazione del decreto legge che permetterebbe l’unificazione della data delle elezioni politiche e amministrative. Una specie di supermartedì alla italiana insomma. Una proposta, quella dell’election day, che richiedeva massima convergenza come da parole del Capo dello Stato, che però rischia di cadere ancora prima di vedere la luce.