Scontri a Teheran, anche l’ Iran in rivolta

Le proteste che stanno infiammando da giorni l’ Egitto e la Tunisia sembrano aver “contagiato” anche l’ Iran: pesanti scontri si sarebbero infatti verificati oggi nella capitale, Teheran, durante una marcia di protesta organizzata dall’ opposizione in sostegno alle altre rivolte in corso nei paesi arabi. Secondo fonti locali, la polizia avrebbe fatto uso di lacrimogeni, sparando anche vernice sulla folla per disperderla e per poi identificare i manifestanti. I siti di opposizione parlano di un manifestante morto, diversi feriti e 250 persone arrestate nella capitale. Gli scontri più violenti, con gli spari della polizia, si sarebbero verificati tra piazza Engelab e piazza Tohi, mentre il corteo, inizialmente pacifico e silenzioso, si sarebbe riunito dapprima nei pressi di piazza Azad, sempre a Teheran.
In seguito, però, alcuni oppositori avrebbero cominciato ad incendiare bidoni della spazzatura, innegiando slogan contro il governo.
Anche un producer della BBC inglese ha parlato di “pesanti scontri e caos totale”.

La protesta nella capitale iraniana è la prima dopo la manifestazione del dicembre dello scorso anno, nel corso della quale furono uccise otto persone. La manifestazione di oggi era stata convocata dall’ opposizione “verde” al governo di Ahmanidejad, in segno di solidarietà alle rivolte divampate in Egitto e in Tunisia, ma il governo l’ aveva vietata. Ci sono state proteste anche in altre città iraniane, e Isfahan sono stati arrestati numerosi manifestanti.

Significativo è stato il ruolo svolto nelle  proteste dai social network, come facebook e sopratutto twitter, al punto che il Dipartimento di Stato americano, consapevole di ciò, aveva iniziato già da domenica, da quando il governo iracheno ha cominciato a reprimere le manifestazioni a sostegno delle rivolte in Egitto e Tunisia, a inviare messaggi su Twitter agli iraniani. Oggi l’ ultimo “tweet”, con il quale gli Usa hanno chiesto alle autorità irachene di consentire “alle persone che godono degli stessi diritti universali di riunirsi pacificamente e di manifestare come al Cairo”.
Il segretario di Stato americano Hillary Clinton ha infatti esortato il regime di Ahmadinejad a “sbloccare” il sistema politico del Paese.
Critiche al comportamento del governo iracheno sono giunte anche dalla Francia, con il portavoce del ministero degli Esteri, Bernarde Valero, che, oltre a esprimere preoccupazione “per il divieto delle manifestazioni”, ha dichiarato: “La Francia chiede alle autorità iraniane di rispettare il diritto di espressione di tutti i suoi cittadini. Chiede alle autorità iraniane di liberare tutte le persone detenute immediatamente”.
La polizia iraniana avrebbe inoltre fermato il console spagnolo a Teheran, Ignazio Perez Cambra, che sarebbe stato portato in commissiariato e rilasciato dopo quattro ore.

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