Iran, almeno dieci morti negli scontri

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Iran: siamo al secondo giorno di violenti e aperti scontri tra polizia e manifestanti anti-governativi a Teheran durante il corteo per la festività sciita dell’Ashura. Le notizie arrivano in occidente grazie ai siti di opposizione Jaras e Rahesabz, che registrano quattro morti negli scontri.

Il racconto del sito Jaras ha del terribile. Gli agenti – non tutti, ma molti – si sarebbero rifiutati di obbedire all’ordine di sparare sui dimostranti, e avrebbero provato piuttosto a sparare in aria. Hanno, però, dovuto poi arrendersi agli ordini su pressione dei loro superiori. A parlare di cinque vittime è invece il giornalista Omid Habibinia, che avrebbe avuto contatti con fonti a Teheran nonostante il buio quasi totale sulla rete telefonica e di molti siti web. La notizia si tinge ancor più – se possibile – di drammaticità, perchè tra le vittime (a riportarlo è Parlemannews) anche il nipote del leader riformista Mir Hossein Moussavi.

Oggi, a mezzogiorno, Sayed Ali Moussavi, il nipote 35enne di Mir Hossein Moussavi, è stato colpito al cuore vicino piazza Enghelab ed è morto dopo essere stato trasportato all’ospedale Ebnesina

Non basta. Il numero dei morti sale se si considerano quelli degli scontri nella città di Tabriz, a nord: ancora altri cinque. E scontri si registrano in tutto il paese.

Una versione che, come si diceva, viene veicolata dai siti di opposizione nonostante le morse, ma che trova una netta smentita nella versione ufficiale delle forze di sicurezza negano: nessuno è stato ucciso, secondo il capo della polizia di Teheran, Azizollah Rajabzadeh all’agenzia Isna (Iran Students News Agency). Non c’è ancora notizia di morti, spiega.

Gli scontri in Iran sono ricominciati in modo drammatico e diffuso – riformisti contro forze dell’ordina ma anche contro cortei di sostegno del presidente Mahmud Ahmadinejad – in particolar modo dopo la morte dell’ayatollah riformista Hossein Ali Montazeri, una settimana fa.

Foto|Wikipedia

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