Roma, emergenza economica e occupazionale

alemanno

Oggi il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha inviato una lettera ufficiale al prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, chiedendo la convocazione urgente di un tavolo di emergenza per affrontare gli effetti della crisi economica e occupazionale.

A questo tavolo, secondo il Sindaco, dovrebbero essere convocati Regione, Provincia, Comune, Camera di Commercio e i rappresentanti dei Ministeri dello Sviluppo Economico, del Welfare e dei Beni e delle Attività culturali, oltre che i rappresentanti dei sindacati e delle categorie imprenditoriali.

Alemanno non ha dubbi:

Dobbiamo reagire all’aumento della disoccupazione, effetto finale della grave crisi economica che ha investito tutto l’occidente.

A Roma e nel Lazio, sostiene Alemanno, si può lanciare un grande piano straordinario per l’occupazione che produca 100 mila posti di lavoro nel biennio 2010-2011. Già, ma con quali risorse? Il sindaco della Capitale assicura che, per coronare l’obiettivo in questione, l’impegno di nuove risorse pubbliche può essere limitato. Quello che è fondamentale è sbloccare tutti i progetti che sono già finanziati da risorse pubbliche già stanziate o possono attrarre investimenti privati o ancora attivare finanziamento dell’Unione Europea.

A Roma, ad esempio, l’elenco è lungo: dal progetto “della nuova Rinascente” (“che attende solo la firma della Regione Lazio”) all’accordo di programma per produrre quasi mille posti di lavoro, alle torri dell’Eur, al ponte della Scafa, alla Roma-Latina fino ai progetti del secondo Polo turistico e quelli per il litorale di Ostia.

Ci sono risorse europee bloccate e non impiegate dalla Regione e dagli Enti Locali, c’è tutto il Piano casa da cantierizzare insieme alle nuove centralità, agli investimenti all’Eur e per le nuove infrastrutture di trasporto fino alla realizzazione di Fiumicino 2 per la cui partenza si attende il varo delle nuove tasse aeroportuali

Molti progetti la cui realizzazione dipende soltanto dalla volontà di tutte le autorità pubbliche, “dalle Sovraintendenze alle autorizzazioni ministeriali, dalle intese tra i diversi Enti Locali al coinvolgimento della Cassa Depositi e Prestiti e del sistema bancario”.

Ovviamente il mondo imprenditoriale e gli investitori privati devono fare la loro parte, ma devono avere certezza dei tempi, univocità e celerità nelle decisioni. Un tavolo di emergenza che raccolga tutti gli attori pubblici e privati dello sviluppo può essere il luogo dove compiere questa profonda accelerazione. In questo modo pensiamo di rispondere concretamente per la nostra città all’appello lanciato da Papa Ratzinger per tutelare l’occupazione “assicurando un lavoro dignitoso e adeguato al sostentamento delle famiglie”

Necessità di movimento, dunque, che non può che trovare accordo unanime data la tragedia occupazionale che ormai ogni giorno si impone alle italiche cronache. Ma non si era detto che la crisi era passata portando via con sè il peggio?

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