Pd, “la prossima volta vinceremo”

Il Partito Democratico: “la prossima volta vinceremo”. Coro unanime di applausi in Parlamento per la riuscitissima battuta. L’ho sempre detto che sono dei simpatici umoristi.

Walter Veltroni (chi?) redivivo. Si muove, si smuove, nell’estremo tentativo di uscire da un’impasse imbarazzante che ha minato l’identità stessa di qualcosa che, così, non c’è mai stato. Walter Veltroni (sempre lui) annuncia oggi tre giorni di mobilitazione contro la crisi, insieme a un nuovo Viaggio in Italia (si vede che Johann Wolfgang Goethe – e chi per lui – gli è proprio piaciuto), attraverso le province italiane. Non solo – qe qui c’è il culmine: di dice certissimo che

Vinceremo le prossime elezioni, quando esse siano

Immagino speri che siano parecchio più in là nel tempo. Lunga vita al Governo, quasi…

Intercettazioni, parla Berlusconi (rischiando l’itterizia)

Intercettazioni. Siete curiosi di sapere come andrà a finire? Chiedetelo a Silvio Berlusconi. Nessuno potrà rispondervi – se lo vorrà – con più certezza di lui. Ecco perchè oggi il Giornale – che NON è affatto un giornale di parte e di partito – lo intervista, lieto del tempo che il Premier vuole concedere alla corretta informazione e al suo popolo, che certo ha il diritto di sapere.

Vi lascio naturalmente il gusto di leggere e assaporare la versione integrale dell’intervista. Vi soffermerete, probabilmente, in particolare su quei passaggi significativi che parlano di restrizioni nelle intercettazioni, di archivio Genchi e l’apoteosi:

Quando sento parlare di dialogo mi viene l’itterizia

Il turpiloquio non è mai gradito, in effetti.

Carla Bruni da Fazio a Che tempo che fa. E il caso Battisti?

Carla Bruni da Fazio a Che tempo che fa. Ve lo avevamo anticipato. La Premiere Dame de France ha snobbato il Festival di Sanremo e Bonolis, e ha optato per il buon (appunto) Fabio Fazio. Ieri tutta Italia ha potuto deliziarsi con la donna che ha rinnegato il suo essere italiana.

Carlà ha presentato il suo disco e pare che non abbia chiesto alcun compenso (volevamo anche pagarla?). Ha negato qualsiasi suo ruolo nel caso Battisti. La moglie del presidente francese Sarkozy era naturalmente pronta ad affrontare le domanda spinosa in metito alla vicenda del terrorista condannato in Italia, per molti anni esule a Parigi e del quale il Brasile ha negato l’estradizione. Lei non c’entra nulla, e si stupisce anche del fatto che sia stata tirata in mezzo dai media italiani.

ça va sans dire…

Archivio Genchi, trema la politica

Lo chiamano “l’orecchio che ascoltava tutto il potere“. Ma soprattutto: lo chiamano, in causa. Certo, è singolare che a noi comuni mortali venga raccontato dell’esistenza dell’archivio Gerli proprio ora. Qui la notizia di cronaca. Gioacchino Genchi è un consulente informatico. Lavora per molte procure, in tutta Italia.  La storia va avanti da un bel pezzo, e ora esce fuori in relazione al caso De Magistris. E, soprattutto, siccome ora anche il Silvio Berlusconi ne parla, ha trovato asilo – malamente – anche sulla nostra beneamata stampa.

Il nostro scrive oggi sul suo blog (che si chiama, significativamente, Legittima difesa) , e anche Antimafia Duemila lo riprende. Vi segnalo l’interessante lettura.

Una vicenda a uso e consumo del già complesso dibattito sulle intercettazioni. Come finirà?

Bus atei, parla l’UAAR. E si toglie un po’ di sassolini…

La faccenda dei bus atei mi ha colpita, devo dire. Tant’è vero che sono andata a intervistare, per Roma Today, il referente di Roma dell’UAAR, Francesco S. Paoletti. Data la tipologia della pubblicazione, interessava in quella sede capire l’eventualità di uno sbarco capitolino della campagna pubblicitaria degli atei. Sbarco che non c’è stato, non ci sarà per un po’, probabilmente, e che è stato bloccato anche a Genova. Basta dare un occhio a Google News.

Paoletti, oltre a spiegare che vorrebbero portare la campagna a Roma, ma che la pubblicità stra-costa ed è proibitiva (“E non avendo noi i fondi della Chiesa Cattolica, né il 25% degli immobili della capitale, né l’8 per mille…), ha chiaccherato amabilmente anche di altri “guai” incontrati dall’associazione quotidianamente a contatto con le istituzioni.

Forse non tutti sanno che…

L’ordinamento italiano dovrebbe recepire la direttiva Europea 2006/24/CE sull’archiviazione dei dati (data retention). La direttiva in oggetto prevede che i dati delle connessioni internet, ma anche la corrispondenza via mail e le chiamate effettuate dai cellulari dovrebbero essere raccolte in banche dati.

Si tratta dei dati di tutti. Il traffico voce e dati di tutti gli italiani – così come di tutti gli europei, verrà archiviato. Solo le autorità preposte potranno accedervi, in caso di necessità e di controllo per indagini e inchieste. Gli altri paesi dell’Unione, in larga parte, hanno già recepito questa normativa.

In Svezia, ad esempio, i servizi segreti possono fruire del nuovo strumento già dal giugno scorso. Anche Gran Bretagna e Francia vengono definiti dagli “apocalittici” paesi spia.

Aborto, Obama “rompe” con Bush

Aborto: tema scottante. Barack Obama è cauto, ma l’aborto è uno dei cavalli di battaglia del Partito democratico, e il nbeo-presidente non può tirarsi indietro. Oggi, infatti, è l’anniversario della sentenza della Corte suprema Roe vs Wade che, ormai 36 anni fa, legalizzò l’interruzione della gravidanza.

Cosa farà Obama? Barack abolirà il Mexico City Policy Act: si tratta della norma che vieta di finanziare le Organizzazioni non governative impegnate nella pianificazione personale, che prevedano l’aborto tra le misure per il controllo delle nascite. Una norma dal destino altalenante: varata da Ronald Reagan negli anni Ottanta, abolita da Bill Clinton il 22 gennaio del 1993, nuovamente introdotta da George W. Bush il 22 gennaio di otto anni dopo. Obama la abolirà ancora una volta.Nonostante i tentativi di convincimento da parte degli attivisti e, naturalmente, della Conferenza episcopale americana, che gli ha inviato, proprio ieri, una lettera in cui ricorda che il Mexico City Policy act è

uno dei nodi attraverso i quali si qualificheranno i rapporti fra l’amministrazione e le confessioni cristiane del Paese

“Minaccia” che, però, risulterà inutile.

Obama al telefono col MO

[Photo| Flickr] Barack Obama comincia così la sua presidenza: al telefono. E lo stile è esattamente quello che ti aspetteresti. Primo giorno di lavoro, e che ti fa l’uomo più famoso – e potente – del momento? Chiama Abu Mazen. Che quasi non ci credeva.

Ha tenuto a dirmi che ero il primo leader straniero che contattava

Poche battute, lavorare per consolidare la tregua. Subito dopo è toccato al premier israeliano Ehud Olmert, all’egiziano Hosni Mubarak, al re Abdallah di Giordania.

La precedenza data ad Abu Mazen, Il presidente palestinese contestato da Hamas, è evidentemente un segnale. Il movimento islamico ritiene scaduto il suo mandato quadriennale e dallo scorso 9 gennaio non gli riconosce più un ruolo. Dopo le bombe, Hamas non è più tornata sulla questione né sulle più volte richieste nuove elezioni in Cisgiordania.

Ora è la volta di Obama. Assicura che

opererà in piena associazione col presidente Abbas per arrivare alla pace in questa regione

Stiamo a vedere come.

Ecco il Villari fan club su Facebook

Nell’Obama day – e dintorni – torna un inquietante dilemma italico: la politica su Facebook? E pensare che ci preoccupavamo dell’approccio vetusto della politica all’italiana.  Un dato di fatto è che la Vigilanza (la soap Vigilanza Rai) sta appassionando i naviganti. Anche su Facebook.

Graziose le informazioni dettagliate dell’iscritto: dove, giustamente, alla voce “attività” risponde “Presidente della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi”. Ha 311 sostenitori.

Meglio va al gruppo sempre Facebook Villari fan club. 1.286 membri ad oggi Ma non è tutto oro quel che luccica. L’ultimo commento lasciato?

SEI UN GRANDE!!!! INCHIODATO ALLA POLTRONA COME LE COZZE ALLO SCOGLIO… NON MOLLARE ALMENO FINO A CHE NON ABOLISCONO LA COMMISSIONE!!! VAI COSI’!!!

O anche

Un uomo un mito e la Loctite dovrebbe chiamarlo come testimonial di un nuovo spot… come si è incollato lui alla sedia non lo fa nessuno. Comunque ha ragione lui, l’hanno votato e mo se lo tengono

E i veri fan…

Li stai facendo impazzire tutti a destra e a sinistra, sei troppo il migliore. Ti prego non mollare

Barack Obama. Il discorso del Presidente

[Photo| Flickr] Ecco il testo integrale del discorso di insediamento di Obama, Washington, 20 gennaio 2009. Votatelo a piè di pagina (è lunghetto, sì!)

Concittadini. Sono qui oggi, umile davanti al compito che ci aspetta, grato per la fiducia che mi avete dato, consapevole dei sacrifici dei nostri padri. Ringrazio il presidente Bush per i servizi resi alla nazione, come pure per la generosità e la collaborazione dimostrate durante questa transizione.

Quarantaquattro americani hanno sinora prestato il giuramento presidenziale. Sono state parole pronunciate sull’onda crescente della prosperità e nelle acque tranquille della pace. Eppure, di tanto in tanto, il giuramento è stato pronunciato tra l’addensarsi delle nubi e l’infuriare della tempesta. In quei momenti, l’America ha proseguito il suo cammino non solo grazie all’abilità e alla visione di coloro che occupano i più alti incarichi, ma anche perché noi, il popolo, siamo rimasti fedeli agli ideali dei nostri padri, nel rispetto della nostra costituzione.

Obama Day, la papera del giudice

[Photo| Flickr] Obama Day: Barack Hussein Obama è il 44esimo Presidente degli Stati Uniti. Già. Che scoop eh?

Barack Hussein Obama è anche un Presidente cui è scappato un sorriso nel corso del suo solenne giuramento ieri, seguito in diretta da milioni di persone, americani e non. Sorride, Barack, mentre giura solennemente sulla stessa Bibbia usata da Abraham Lincoln il 4 marzo 1861. Da allora, la copia non era mai stata più utilizzata per l’Inauguration Day.

Perché ha sorriso, il bell’Obama? Per la papera (no, non la moglie, di cui pure in molti hanno criticato il vestito giallo – polemica che, a mio avviso, fa molto “pippa” all’italiana, se permettete) del giudice John Roberts, che lo ha fatto sbagliare e gli ha fatto scappare un sorriso. Roberts, infatti, ha invertito alcune parole, e ha detto:

Giuro solennemente di svolgere l’incarico di Presidentedegli Stati Uniti con fedeltà

Mentre la formula era invertita:

Giuro solennemente di svolgere con fedeltà

Il fuori-etichetta è sempre meglio e più umano, in fondo…

Update: l’amico Tooby ci fa notare che potrebbe trattarsi di una vendetta. Un annetto fa il giudice Roberts era stato criticato aspramente proprio da Obama, il quale gli votò anche contro.

Eluana, Sacconi va avanti per la sua strada

Per lui è un atto dovuto, e lo rifarebbe. Maurizio Sacconi, Ministro del Welfare, a dicembre scorso, attraverso un atto di indirizzo, ha, di fatto, bloccato il ricovero di Eluana Englaro nella clinica Città di Udine. Naturalmente, dal suo punto di vista, è l’inchiesta su di lui a costituire una vera e propria intimidazione – come se indagare su qualcuno dovesse necessariamente assumere questa connotazione, soprattutto se trattasi di Ministro.

Il ministro ha emanato un provvedimento che impedisce di sospendere ai disabili alimentazione e idratazione artificiali. In seguito alla denuncia correlata presentata dai Radicali, il Ministro è indagato per violenza privata nei confronti della clinica che era in procinto di accogliere Eluana.

Lui si difende così:

È stato un atto doveroso, di indirizzo al servizio sanitario nazionale affinché avesse comportamenti omogenei sul dovere di alimentazione e idratazione delle persone disabili, in ossequio alla legislazione italiana e alle carte Onu

Ma non è tutto così lineare.