Dignità precaria, la lettera pubblicata da Repubblica

maria stella gelmini

La scuola? E’ vicina, e l’autunno già caldo. Claudia Maga è una docente di Lettere. Ha insegnato alla Scuola media Plana di Voghera (Pv) e alla Scuola media Giulietti di Santa Giuletta (Pv). E Repubblica pubblica la sua lettera.

Eccola.

Siamo liberi, finalmente qualcuno di noi può attingere all’eclatanza: sfilare in mutande, fare etimologicamente la fame, mettersi la catena addosso, bloccarsi come una bicicletta dimenticata davanti al proprio provveditorato. Io per nostalgia professionale mi appello ancora alla parola. E ce sono molte che mi vengono in mente, tipo quelle dei miei studenti: “Ciao! -scusi prof.- Buon giorno!” Così era la confidenza accogliente di uno o più alunni che non vedevano in te, donna sulla trentina, un ostacolo, ma forse, una complice della vita scolastica.

Pd, un sms per le primarie

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Il PD si finanzia via sms. A partire da oggi e fino al prossimo 23 ottobre, gli utenti di 3 potranno scegliere di supportare il Partito Democratico via messaggini di testo. Inviando dal proprio telefono 3 un sms al numero 48328. E’ possibile supportare la campagna del candidato prescelto per le primarie con 1, 2 o 5 euro. La somma verrà poi versata interamente, Iva esclusa, al candidato prescelto.

Su Pianeta3, il portale mobile di 3 Italia, sarà possibile avere informazioni e supportare anche da quel canale la campagna elettorale in questione. Per ogni contributo versato, si riceverà un messaggino gratuito, con la conferma che l’operazione è andata a buon fine. 3 metterà a disposizione la sua piattaforma per tutte le competizioni politiche riguardanti partiti o gruppi rappresentati nel Parlamento Italiano.
Via|La Stampa

Gaber: Qualcuno era comunista

“Uh? No, non è vero, io non ho niente da rimproverarmi. Voglio dire non mi sembra di aver fatto delle cose gravi.
La mia vita? Una vita normale. Non ho mai rubato, neanche in casa da piccolo, non ho ammazzato nessuno figuriamoci, qualche atto impuro ma è normale no?
Lavoro, la famiglia, pago le tasse. Non mi sembra di avere delle colpe, non vado neanche a caccia.
Uh? Ah, voi parlavate di prima. Ah ma prima, ma prima mi sono comportato come tutti.
Come mi vestivo? Mi vestivo, mi vestivo come ora… beh non proprio come ora, un po’ più… sì jeans, maglione, l’eskimo. Perché, non va bene? Era comodo.
Cosa cantavo? Questa poi, volete sapere cosa contavo. Ma sì certo, anche canzoni popolari, sì…”Ciao bella ciao”. Devo parlar più forte? Sì, “Ciao, bella, ciao” l’ho cantata d’accordo e anche l’Internazionale, però in coro eh, in coro.
Sì, quello sì, lo ammetto, sì, ci sono andato, sì, li ho visto anch’io gli intillimanni, però non ho pianto.
Come? Se in camera ho delle foto? Che discorsi, certo, le foto dei miei genitori, mia moglie, mia…
Manifesti? Non mi pare. Forse uno, piccolo però, piccolino: “Che Ghevara”. Ma che cos’è un processo questo qui?
No, no, no, io quello no, il pugno non l’ho mai fatto, il pugno no, mai. Beh insomma una volta ma… un pugnettino rapido proprio…
Come? Se ero comunista? Eh. Mi piacciono le domande dirette. Volete sapere se ero comunista? No, no finalmente perché adesso non ne parla più nessuno, tutti fanno finta di niente e invece è giusto chiarirle queste cose, una volta per tutte, ohhh.

Se ero comunista? Mah? In che senso? No voglio dire…

Boffo si dimette

Avvenire Boffo dimissioni

Dimissioni. Si è dimesso il direttore Boffo. “Scelta serena e lucida”, titola l’Avvenire. Ecco il testo della lettera di dimissioni che Dino Boffo manda al cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

Eminenza carissima, sono arrivato alla serena e lucida determinazione di dimettermi irrevocabilmente dalla direzione di «Avvenire», «Tv2000» e «Radio Inblu», con effetto immediato. Non posso accettare che sul mio nome si sviluppi ancora, per giorni e giorni, una guerra di parole che sconvolge la mia famiglia e soprattutto trova sempre più attoniti gli italiani, quasi non ci fossero problemi più seri e più incombenti e più invasivi che le scaramucce di un giornale contro un altro. E poi ci lamentiamo che la gente si disaffeziona ai giornali: cos’altro dovrebbe fare, premiarci?

E Vittorio Feltri: Non volevo le dimissioni. O ancora: Il direttore de Il Giornale non pensava “minimamente a questo quando ho scritto e ho fatto scrivere le cose che hanno provocato tutto questo problema”.

Cosa si voleva?

Silvio il maghrebino di Alessandro Gilioli

Luogo: gli studi di una tv tunisina. Non una tv qualsiasi, comunque. Si tratta di Nessma Tv, il canale satellitare di cui Silvio Berlusconi è comproprietario con Mediaset in Nordafrica. Siamo orgogliosi di averla con noi – lo accoglie il presentatore. E c’è proprio il premier in studio, per una lunga intervista in cui parla naturamente direttamente in un francese molto lineare. Sopra la prima parte, in fondo al post la seconda. Qui invece la versione integrale.

Daniele Sensi, blogger e collaboratore de l’Unità, l’ha trovata e l’ha tradotta, oltre che caricata appunto su TouTube. Ed eccolo qui il video, approdato in Italia e rilanciato da Gilioli su l’Espresso. Parla di tante cose, il premier. Parla dei rapporti con Tarak Ben Ammar, tycoon franco tunisino che potrebbe comprarsi La7. Parla dei suoi rapporti con Ben Alì, presidente tunisino (al merito, su YouTube c’è un altro video). Parla di auant’è bello il palinsesto di questa Nessma tv, anche.

Berlusconi denuncia l’Unità

de gregorio unità berlusconi

Dopo Repubblica, il Premier Silvio Berlusconi denuncia anche l’Unità e le sue cinque donne: il direttore responsabile Concita De Gregorio, le giornalista Natalia Lombardo e Federica Fantozzi, l’opinionista Maria Novella Oppo e la scrittrice Silvia Ballestra.

Ecco l’annuncio sul giornale, da “L’Unità” di oggi:

Berlusconi querela le donne del quotidiano l’Unità

La direzione dell’Unità annuncia di aver ricevuto nella mattinata di oggi due citazione per danni per un totale di due milioni di euro dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per il tramite del suo legale romano Fabio Lepri. Il capo del governo chiede inoltre la condanna a una pena pecuniaria di 200.000 euro ciascuna per il direttore responsabile Concita De Gregorio, per le giornalista Natalia Lombardo e Federica Fantozzi, per l’opinionista Maria Novella Oppo e per la scrittrice Silvia Ballestra.
La richiesta si riferisce a tutti i servizi dedicati allo scandalo sessuale che ha coinvolto il premier pubblicati sui numeri del 13 luglio e del 6 agosto del quotidiano: gli editoriali del direttore (intitolati “l’etica elastica” e “iniezioni di fiducia”), i servizi di cronaca e i commenti.

Il Giornale pubblica il documento su Boffo

boffo documento

Nuova puntata nel botta e risposta più caldo di questi giorni. Dopo le esternazioni del direttore di Avvenire, Dino Boffo, oggi, che definisce il documento di cui parla il quotidiano della famiglia Berlusconi emerita patacca, ecco la pronta risposta di Vittorio Feltri. Che pubblica il documento su cui l’attacco de Il Giornale si basa. Con un titolo che suona così: Altro che indignarsi una sentenza non ha privacy.

Il direttore del Giornale Vittorio Feltri va quindi avanti e pubblica il documento del casellario giudiziale sul caso. Sul documento è riportato che Boffo sarebbe stato condannato per molestia alle persone art. 660 codice penale , commesso nel gennaio 2002 in Terni. Il dispositivo prevede il pagamento di un’ammenda di 516 euro, saldata il 7 settembre 2004.

Germania e Giappone, si cambia?

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Qualcosa sta cambiando? C’è nell’aria qualcosa di nuovo? E’ presto per dirlo, presto per analizzare. Limitandosi per ora a registrare, i dati che giungono oggi dal mondo hanno il sapore della novità. In Giappone stravince il patito democratico, e il premier Taro Aso si dimette dal partito (Lpd), amareggiato e con la volontà di prendersi le proprie responsabilità. Parole che suonano strane qui in Italia, se vogliamo.

E in Germania, alle regionali crolla la CDU del cancelliere Angela Merkel.

Foto|Wikipedia

Migranti, nuovo respingimento

respingimenti
Rispediti indietro 75 somali. Tra loro, tre minorenni e 15 donne in attesa di asilo. Venivano dalla Libia, viaggiavano su un un gommone, erano da giorni in navigazione nel mar Mediterraneo. Intercettati prima da una motovedetta maltese, si stavano dirigendo inequivocabilmente verso la Sicilia. Ecco allora la comparsa di un pattugliatore d’altura della Guardia di Finanza che a Capo Passero li attendeva per ridirigerli verso Tripoli. Tutti, tranne un uomo ferito – ha alcune costole fratturate – trasferito in un ospedale in provincia di Ragusa.

Nel frattempo, Silvio Berlusconi è da Gheddafi. A Tripoli, insieme al colonnello, celebra il primo anniversario del trattato italo-libico. In questa occasione verrà anche posata la prima pietra della nuova autostrada costiera che verrà realizzata a simbolo del risarcimento italiano al colonialismo.

Caso Boffo, “velina patacca”?

boffo giornale

Scrive Gabriele Villa nell’articolo della polemica che coinvolge il direttore di Avvenire, Dino Boffo. Direttore che, in base alle “prove” in mano a Il Giornale, è stato a suo tempo querelato da una signora di Terni destinataria di telefonate sconce e offensive e di pedinamenti volti a intimidirla, onde lasciasse libero il marito con il quale il Boffo, noto omosessuale già attenzionato dalla Polizia di Stato per questo genere di frequentazioni, aveva una relazione. Rinviato a giudizio il Boffo chiedeva il patteggiamento e, in data 7 settembre del 2004, pagava un’ammenda di 516 euro, alternativa ai sei mesi di reclusione. Precedentemente il Boffo aveva tacitato con un notevole risarcimento finanziario la parte offesa che, per questo motivo, aveva ritirato la querela..:

Copia di questi documenti da ieri è al sicuro in uno dei nostri cassetti e per questo motivo, visto che le prove in nostro possesso sono chiare, solide e inequivocabili, abbiamo deciso di divulgare la notizia

Dopo l’articolo di Villa e l’inizio della polemica, sempre su Il Giornale compare oggi la notizia che il 65% degli italiani, secondo un sondaggio condotto da SkyTg24, starebbe, in questa strana battaglia di fine estate, con il foglio di Feltri.

Ma un’altra è la notizia della giornata: l’informativa cui fa appello il quotidiano della famiglia Berlusconi per costruire la sua notizia su Boffo non sarebbe nel fascicolo giudiziario del tribunale di Terni. Sarebbe, dice il direttore di Avvenire, un’emerita patacca.

Gay pride mini una volta al mese a Roma

gay Pride

Un mini Gay pride, una volta al mese nella Capitale. Per non dimenticare. Gli omosessuali romani, ogni mese a partire da settembre, daranno vita ad una manifestazione per protestare contro le aggressioni ai gay e gli episodi di omofobia. Una protesta continua, una manifestazione ripetuta, affinché il parlamento italiano pervenga – questa la richiesta – al varo di una legge contro l’omofobia.

La comunità gay si riunirà in via di San Giovanni in Laterano, la Gay Street di Roma, proprio accanto al Colosseo. Da qui ieri è partita una fiaccolata, con un centinaio di persone, che è arrivata sotto la scalinata dell’Ara Coeli, al Campidoglio, per protestare contro le recenti aggressioni ad omosessuali nella Capitale. La prima manifestazione, come ha annunciato in una nota il presidente di Arcigay Roma Fabrizio Marrazzo, si terrà mercoledì prossimo, 2 settembre, alle ore 22.

A Kennedy Tribute

USCapitol

L’America saluta l’ultimo Kennedy, Ted. Il più grande legislatore dei nostri tempi, dice Barack Obama oggi. Un uomo che è riuscito, prosegue il presidente Usa, a far approvare molte importanti leggi di spessore sociale. Ted sarà sepolto accanto ai suoi fratelli assassinati, John e Bob. Il Leone passeggiava spesso in quel cimitero, per trovare i fratelli.

Il saluto di oggi è passato attraverso la voce di Placido Domingo e la musica di Yo Yo Mama. La bandiera americana sul feretro, e lacrime discrete da parte della famiglia e dei presenti. Così l’America ha detto addio al senatore Edward Ted Kennedy, morto martedì a 77 anni dopo una lunga battaglia contro il cancro al cervello.

Foto di apertura Wikipedia. Dopo il salto, una gallery del NYT del Kennedy Tribute di oggi.

Bagnasco e l’attacco “disgustoso”

Bagnasco

Ormai è scontro diretto. E certo, qualcosa sta accadendo.

L’attacco che è stato fatto al dott. Boffo direttore di Avvenire è un fatto disgustoso e molto grave

E’ il rombo di tuono dell’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco. Una sintesi chiara che interviene in prima linea nell’inedita polemica di questa fine estate tra politica e Chiesa.

Rinnovo al direttore di Avvenire tutta la stima e la fiducia mia personale e quella di tutti i vescovi italiani e delle Comunità cristiane

ha aggiunto.