OK all’emendamento del governo sull’articolo 18

L’articolo 18 è uno dei punti più discussi della riforma del lavoro del governo Renzi. Il Jobs Act ancora in fase di completamento, con l’ultimo emendamento dell’esecutivo all’articolo 18 ha scatenato l’ira dei berlusconiani che lo ritengono fuori da ogni logica.

La Commissione Lavoro della Camera ha dato il via libera ad un emendamento sull’articolo 18 che il governo di Renzi ha dovuto riformulare prevedendo:

1. l’esclusione della possibilità di reintegro per licenziamenti economici
2. possibilità di reintegro per licenziamenti discriminatori e disciplinari (solo alcuni casi).

Questo emendamento sembra vada bene soltanto ai Democratici visto che hanno votato contro il Movimento 5 Stelle, Sel, Forza Italia, Fratelli d’Italia e la Lega. Hanno votato contro e poi hanno abbandonato l’aula in senso di protesta.

Sergio Pizzolante, capogruppo NCD in Commissione Lavoro alla Camera ha confermato il via libera all’emendamento ed ha ricordato che in questo modo gli imprenditori avranno maggiori possibilità di assumere perché non sono più vincolati com’era un tempo da rapporti di lavoro a vita a prescindere da quello che accade a livello economico o internamente all’azienda.

Non si è fatta però attendere la reazione furibonda di Forza Italia che tramite Annagrazia Calabria, capogruppo FI in Commissione Lavoro, fa sapere:

Nel metodo la commissione è stata costretta a recepire un provvedimento frutto dell’esclusivo compromesso interno al Pd: una procedura che ha mortificato il ruolo del Parlamento, riducendolo a mero ratificatore delle decisioni di un organo di partito. I commissari hanno dovuto apprendere dalla stampa i contenuti delle proposte del governo e le modalità con cui sarebbero stato votate, senza poter contribuire a migliorare il testo. Quanto al merito, siamo di fronte ad una legge delega che è una scatola vuota.