Morto militare italiano in Afghanistan

Foto: Ap/LaPresse

Un militare italiano in terra afghana, Roberto Marchini, è morto durante le fase di disinnesco di un ordigno rudimentale chiamato “led”. Questo ordigno, si trovava sulla strada dove passano di solito le vetture dei militari che si trovano lì, comprese quelle italiane. Il compito del caporalmaggiore Marchini era quello di disinnescare l’ordigno durante un intervento di sopralluogo.

Appena sceso dalla vettura, la bomba è esplosa, causando la morte del caporal Marchini. Roberto Marchini era di Viterbo e faceva parte del distretto italiano che si trova a Bakwa. Nello stesso distretto 10 giorni fa, è stato ucciso il caporalmaggiore Gaetano Tuccillo, anch’egli vittima di un “led”.

Il caporalmaggiore Marchini si trovava all’ultimo giorno di missione, infatti, dopo questo giro di ricognizione con i militari Afghani, sarebbe dovuto partire per l’Italia e fare ritorno a casa sua a Viterbo. Figlio di artigiano di mamma casalinga, Marchini ha una sorella che lavoro come infermiera presso l’ospedale di Tivoli. Dalla sua abitazione è uscito il sindaco del paese “Lo conoscevo – ha detto – e conosco bene tutta la sua famiglia. E’ brava gente, semplice. Per tutto il paese è un giorno tristissimo, di lutto e di dolore”.

Non sono mancati subito i commenti politici. Tra i primi il ministro alla difesa La Russa, il quale ha dichiarato “E’ un altro grave lutto che si aggiunge alle troppe perdite che i militari piangono insieme a tutta l’Italia. E’ il momento del dolore e della coesione – ed aggiunge – bisogna stringersi senza inutili polemiche attorno alla famiglia del caporalmaggiore Marchini e a tutti i suoi commilitoni consapevoli dell’importanza del loro impegno nella missione di pace in Afghanistan”.

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