Miccichè lascia il PdL: “Fondo il partito del popolo siciliano”

Gianfranco Micciché lascia il Pdl. Conferma il diretto interessato nel corso di una intervista al quotidiano Il Corriere della Sera. A rendere ancora più critico lo scenario politico di questa coda d’estate, è la decisione del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, legato a Silvio Berlusconi fin dal lontano 1993, anno in cui l’attuale Premier fece affidamento alle capacità di un manipolo di uomini provenienti da Publitalia ’80 per diffondere il messaggio di Forza Italia.

Da allora, fedeltà al partito fino allo scorso 2008, quando qualcosa si incrina: in primo luogo, il legame tra due alleati storici quali erano stati Miccichè e Totò Cuffaro, a tal punto sfaldato che lo stesso Miccichè si farà pregare (e rilasciare garanzie precise: un ruolo di vertice nell’Esecutivo) prima di appoggiare la candidatura a Presidente della Regione Sicilia di Raffaele Lombardo (intimo dello stesso Cuffaro).

Invece, con il passare dei mesi e con il rafforzamento dei rapporti tra lo stesso Lombardo e Miccichè (legame ora nuopvamente ai minimi storici per via dell’intesa di Lombardo con il Pd) quest’ultimo conferma l’intenzione di voler lavorare per la creazione di un partito del Sud e frenare l’impeto leghista che sbilanciava il PdL in direzione opposta.

In ultimo, siamo al 3 novembre 2009, è tra gli artefici, insieme ai “finiani”, della scissione nel Popolo della Libertà in Sicilia, facendo nascere all’Assemblea Regionale Siciliana il gruppo del Pdl siciliano. Date le premesse, diventa più lineare la lettura dell’intervista odierna: Miccichè si smarca dal PdL e non perde occasione per un attacco diretto a uno dei coordinatori del partito, Ignazio La Russa, definito come “volgare e violento. Un fascista autentico. Il Pdl attuale è incompatibile con i siciliani e io sono incompatibile con Ignazio La Russa. Il partito è nelle sue mani. Verdini e Bondi sono brave persone, lui conosce la politica. Mio padre non mi avrebbe mai permesso di invitarlo a casa“. Sulla scelta di campo: “Nasce il Partito del popolo siciliano. Domani battezziamo il gruppo autonomo in consiglio regionale. Siamo sei deputati regionali sicuri, e stanno per diventare di più. Alle elezioni in Sicilia possiamo prendere il 20%: metà dell’elettorato pdl, che era al 40. Il mio progetto è questo: dopo quello siciliano devono nascere il partito del popolo calabrese, quello campano, e così via. Poi si fa un’assemblea costituente per il vero partito del sud. Sto facendo un favore a Berlusconi e alla Lega: se si va alle elezioni levo a Fini e a Casini la possibilità di pescare nel Mezzogiorno“.

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