La ripresa dei consumi vista da Confcommercio

Secondo il presidente di Confcommercio oggi assistiamo ad una ripresa dei consumi ma finora il passo in avanti della nostra economia è ancora troppo timido. Ci sarebbe bisogno di una scossa per riportare l’Italia alla situazione pre crisi. Le considerazioni di Confcommercio. 

Non riportiamo tutte ma soltanto le dichiarazioni più interessanti fatte dal Presidente di Confcommercio che parla di segnali positivi per la nostra economia, di uno scenario che fa ben sperare anche in mezzo a tante difficoltà. Ecco cosa ha detto riguardo tasse e spesa pubblica, lavoro e occupazione e sul nuovo CCNL del terziario.

da Confcommercio

Tasse e spesa pubblica

Per ridurre la spesa pubblica, che “non è solo troppo alta, ma  anche mal distribuita”, serve “percorrere una strada a due corsie: quella di marcia è la lotta alle inefficienze, quella di sorpasso riguarda invece la ridefinizione del perimetro della spesa pubblica”. Il presidente di Confcommercio ha ribadito la ricetta da fin troppo tempo inutilmente raccomandata: “ogni euro recuperato dal minor costo del debito pubblico e dalla lotta all’evasione fiscale va restituito ai contribuenti in regola con l’immediata riduzione delle aliquote Irpef”, senza “pensare di usare sempre la tassazione come paracadute delle inefficienze” Per poi sottolineare che Confcommercio “continuerà a vigilare” sulla situazione delle clausole di salvaguardia perché “se scattano, addio ripresa. Il Governo ha assicurato che non verranno attivate. E noi ci vogliamo credere”. Per Sangalli resta però un “dubbio di carattere generale”, vale a dire “perché, quando in Italia non quadrano i conti, a pagare la ‘fattura’ debbano essere sempre le famiglie e le imprese”. Un dubbio che rimanda inevitabilmente alla riforma fiscale, il “problema dei problemi”, che per la Confederazione vuol dire tre cose “pochi tributi, semplici da pagare; riduzione generalizzata delle aliquote Irpef; seria riforma fiscale”.

Lavoro e occupazione

“Con il Jobs Act- secondo Sangalli – il Governo è andato finora nella giusta direzione: flessibilità per le imprese e assunzioni a tempo indeterminato con incentivi, che speriamo proseguano nel 2016”. Ma “sul costo del lavoro ci aspettiamo dei ribassi, non solo dei rialzi” e soprattutto “è tempo di semplificazione, non solo nelle norme ma di tutti quegli adempimenti e quei controlli eccessivi che ci fanno passare il tempo tra moduli e formulari”.

Il nuovo CCNL del terziario

Nonostante la faticosa conclusione della trattativa sul nuovo contratto “oggi assistiamo alla messa in discussione dei fondi sanitari, previdenziali e di formazione continua costruiti insieme da imprese, sindacati, lavoratori”: per Sangalli  “non ha senso distruggere quello che è stato costruito con tanto impegno in tanti anni, anche considerando che il welfare pubblico non gode di buona salute”. Su un piano più  generale, Confcommercio “non è contraria ai contratti aziendali e territoriali”, tanto più che “su questo terreno una guerra di religione non serve a nessuno”. Tuttavia, il contratto nazionale resta “un valore per quella miriade di imprese, soprattutto piccole e medie, che non possono o non vogliono negoziare un contratto direttamente in azienda: la soluzione non può essere che ognuno faccia da sé.”