Famiglia Cristiana attacca il berlusconismo: assist ai finiani, il PdL a difesa del Premier

Mandarle a dire? Porgere l’altra guancia? Macchè: Famiglia Cristiana mostra muscoli e denti e, nel prendere di mira Silvio Berlusconi e il cosiddetto berlusconismo (che roba è? ci arriviamo, ci arriviamo) non risparmia un pensiero che sia uno. Nei confronti del Premier, un duro attacco dal settimanale delle edizioni paoline anche in replica (parecchio tardiva, vero) nei confronti della vicenda accaduta all’allora direttore Dino Boffo. Il metodo dei berluscones sarebbe in fondo quello lì: “Chi dissente, va distrutto“.

Attraverso un editoriale dal titolo eloquente – “La Costituzione dimezzata” – è Beppe Del Colle a caricarsi sulle spalle i macigni da lanciare contro il Presidente del Consiglio: “Berlusconi ha detto chiaro e tondo che nel cammino verso le elezioni anticipate – qualora il piano dei cinque punti non riceva rapidamente la fiducia del Parlamento – non si farà incantare da nessuno, tantomeno dai formalismi costituzionali. Così lo sappiamo dalla sua viva voce: in Italia comanda solo lui, grazie alla ‘sovranità popolare’ che finora lo ha votato. La Costituzione in realtà dice: ‘La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione’. Berlusconi si ferma a metà della frase, il resto non gli interessa, è puro formalismo“.

La presa di posizione evidente, nessuna verità polivalente nè affermazioni ambigue. il messaggio arriva tutto intero e Berlusconi lo deve ahilui metabolizzare nel pieno di una crisi di Governo (a questo punto molto seria e concreta) e mentre Veronica Lario fa sapere di non essere per nulla in sintonia con l’ex marito rispetto alla divisione dei beni. Ma mica è tutto qui: serviva ben altro, a Del Colle, per far dichiarare a Sandro Bondi “Mi sento offeso come cattolico. La crisi della società italiana deve essere giunta a livelli di allarme e la Chiesa stessa non ne è affatto immune, se perfino un settimanale cattolico giunge a tale accenti di unilateralità politica, di assenza di stile e di rinuncia alla moderazione“.

E quell’altro arriva:La discesa in campo in Berlusconi ha avuto come risultato quello che nessun politico nel mezzo secolo precedente aveva mai sperato di spaccare in due il voto cattolico, (o, per meglio dire, il voto democristiano). Se promette alla Chiesa di appassionarsi (soprattutto con i suoi atei-devoti) all’embrione e a tutto il resto, con la vita quotidiana degli altri non ha esitazioni: “il metodo Boffo” (chi dissente va distrutto) è fatto apposta“.

Provate a replicare – se mai dovesse accadere di ricevere accuse simili: da che parte si comincia, Premier? Dagli affini, sempre dagli affini: e in attesa che Berlusconi trovi – o misuri – le parole, ecco ministro del welfare Maurizio Sacconi: “Spiace constatare che Don Sciortino appare accecato dalla sua personale faziosità politica al punto tale da non riconoscere il valore pubblico che meritano i fondamentali principi cristiani, discrimine inesorabile dello stesso consenso elettorale“.

A ruota, il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi (PdL): “Ogni settimana Famiglia Cristiana sembra diventata la fotocopia de Il Fatto e de L’Unità, e non mi pare che questa sia la caratteristica di un settimanale cattolico“. Chiunque pensi a un immediato assist fornito da Famiglia cristiana al Pd, rimarrà deluso. Amaramente.

A cogliere il passaggio? Manco a dirlo, i finiani: Futuro e Libertà si pronuncia attraverso Farefuturo: “Ve la ricordate la Rivoluzione liberale? Bei tempi. Ma adesso, siete così convinti, cari pidiellini ‘moderati’, che la Rivoluzione liberale (quella che guardava alla signora Thatcher e al presidente Reagan con ammirazione e con invidia) possa avere il volto di Vladimir Putin, e possa davvero consumarsi sotto il tendone di Gheddafi? Davvero pensate che la Rivoluzione liberale possa essere appaltata alla Lega Nord? A Umberto Bossi, Roberto Cota, Roberto Calderoli?“.

Lascia un commento