Cosa vuole l’Italia dalla Tunisia?

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Cosa vuole l’Italia dalla Tunisia? Una domanda che trova risposta in due punti. Andiamo con ordine. Volato nel paese nordafricano, ieri il premier Berlusconi ha tenuto fitti colloqui con i rappresentati del governo provvisorio locale in un incontro che è terminato così come era iniziato: posizioni diverse e nessun accordo.

Il presidente del Consiglio ha chiesto il contenimento dell’immigrazione clandestina e il rimpatrio di migranti arrivati nel nostro paese dalla Tunisia nelle ultime settimane in cambio di soldi e sostegno. Soldi e sostegno che, assieme alle due richieste, sono stati rispediti al mittente dai rappresentati del governo provvisorio tunisino.

Immigrati, Lampedusa è al collasso. Sbarchi anche vicino Catania.

A Lampedusa la situazione per i migranti è sempre più critica: sarebbero 4789, infatti, gli immigrati stipati nel centro di accoglienza dell’ isola, in condizioni pressochè disumane, dato che la capacità di accoglienza del centro è di circa 800 persone. Negli ultimi giorni, si sarebbe registrato un aumento degli arrivi per via delle tensioni  che hanno interessato tutto il Nordafrica, e da ultimo la Libia. Solo nell’ ultima notte, sarebbero giunti sull’ isola 450 immigrati in cinque diversi sbarchi, mentre nelle ultime 24 ore vi sarebbero stati ben tredici sbarchi, per un totale di 1450 migranti.
Gli abitanti dell’ isola, ieri, si erano mobilitati per impedire la costruzione della tendopoli nella quale il governo vorrebbe “alloggiare” parte degli extracomunitari; in serata, comunque, le tende erano state sistemate sul molo.
E’ di oggi, poi, la notizia di alcuni sbarchi anche sulle coste della provincia di Catania, dove sarebbero giunti stamattina all’ alba 124 immigrati egiziani, tutti uomini, di cui 24 minorenni,  che avrebbero dichiarato però di essere cittadini libici, probabilmente per ottenere il diritto all’ asilo politico e non dover così essere rimpatriati. La Guardia di Finanza e i carabinieri si starebbero occupando del caso, e la Procura di Catania intende avviare “indagini complesse”, anche per chiarire l’ eventuale ruolo di un peschereccio italiano coinvolto nello sbarco.
Il gruppo sarebbe arrivato con due barconi: il primo, con una cinquantina di persone, sarebbe approdato nei pressi di Fondachiello, mentre il secondo, con circa 70 extracomunitari, sarebbe stato intercettato al largo di Catania, e quindi scortato fino al porto della città.

Il pentito Ciaramitaro: “Berlusconi dietro le stragi del ’93”

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Se il “caso Ruby”  sta attualmente mettendo in imbarazzo il premier e in subbuglio l’ intero mondo politico, da Firenze, dove è in corso il processo per le stragi di mafia del ’93, stanno giungendo altre rivelazioni, per ora tutte da verificare, ma che, se confermate, sarebbero altettanto, se non più gravi: il pentito Giovanni Ciaramitaro, infatti, tira in ballo direttamente Berlusconi, che avrebbe “suggerito” gli obiettivi degli attentati. Ciaramitaro avrebbe appreso queste informazioni dall’ allora boss Francesco Giuliano: “Mi disse” ha spiegato” che erano stati dei politici a dirgli questi obiettivi, questi suggerimenti, e in un’ altra occasione mi fece il nome di Berlusconi. La ragione delle stragi era l’ abolizione del 41 bis, l’ abolizione delle leggi sulla mafia. Le bombe le mettevano per scendere a patti con lo Stato.” E aggiunge: “Mi disse che c’era questo politico, che ancora non era un politico, ma che quando sarebbe diventato presidente del Consiglio avrebbe abolito queste leggi. Poi mi disse che era Berlusconi.”

In aula, oggi, ha deposto anche il pentito Pasquale Di Filippo, che ha spiegato: “Da quando avevo 20 anni mi hanno sempre detto che cosa votare politicamente”, e quindi, ha aggiunto, “Nel ’94, quando ci sono state le elezioni in Sicilia, abbiamo votato tutti per Berlusconi, perchè Berlusconi ci doveva aiutare, doveva far levare il 41 bis. “Di Filippo avrebbe parlato di ciò anche con Leoluca Bagarella, allora ai vertici della mafia, specie dopo l’ arresto di Riina,: “Io” ha detto ” mi sono lamentato con Bagarella personalmente, dicend0gli che là (nelle carceri) ci stanno ammazzando a tutti. Perchè ancora non ha fatto niente? Lui mi ha risposto in siciliano: In questo momento lascialo stare perchè non può fare niente.”, e avrebbe aggiunto: “Appena ci sarà la possibilità ci aiuterà.

FOTO Napolitano: “Festeggiare l’unità d’Italia ma superare il centralismo”. Bossi: “Prima il federalismo”

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Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha dato il via, oggi, a Reggio Emilia, alle celebrazioni per il 150esimo anniversario dell’ Unità d’ Italia. Nel suo discorso, il capo dello Stato ha affrontato diversi temi: innanzitutto, ha esortato tutte le forze politiche al rispetto della Costituzione e del tricolore, affermando che “Dato che nessun gruppo politico ha mai chiesto che vengano sottoposti a revisione quei principi fondamentali della nostra Costituzione, ciò dovrebbe significare che per tutti è pacifico l’ obbligo di rispettarli. Comportamenti dissonanti, con particolare riferimento all’ articolo sulla bandiera tricolore, non corrispondono alla fisionomia e ai doveri di forze che abbiano ruoli di rappresentanza e di governo”. Napolitano chiama anche in causa la Lega, ricordando che “il ritrarsi o il trattenere le istituzioni, dall’ impegno per il centocinquantenario non giova a nessuno”.

Proprio il leader della Lega, Umberto Bossi, ha fatto presto conoscere la sua opinione in merito: per il Senatur,”Celebrare i 150 anni dell’ Unita d’ Italia senza il federalismo, con tutto ancora centralizzato a Roma, sarebbe una cosa negativa. Il federalismo è una speranza, bisognerebbe almeno arrivare a realizzare il progetto di Cavour”.

Bombe alle ambasciate svizzera e cilena a Roma. Maroni: pista anarchica.

Allarme generale nelle sedi diplomatiche per due pacchi bomba esplosi uno all’ ambasciata svizzera e l’ altro all’ ambasciata cilena a Roma. Il primo pacco, nella sede diplomatica elvetica, ha ferito alle mani un addetto al ricevimento corrispondenza di 53 anni, che è stato poi ricoverato e operato, e non dovrebbe essere più a rischio amputazione. Il secondo pacco, esploso nell’ ambasciata cilena, ha colpito un funzionario amministrativo di 46 anni, poi ricoverato con ferite alle mani e bruciature al volto.
All’ ambasciata ucraina è stato invece segnalato un oggetto sospetto, ma i carabinieri, allertati da un vigilante, hanno constatato che non era un pacco esplosivo. Allarmi simili, rimasti fortunamente infondati,  anche alle sedi diplomatiche della Slovenia e dell’ Estonia.

Il ministro degli Esteri Frattini ha allertato anche le ambasciate italiane all’ estero, mentre in tutte le sedi diplomatiche a Roma sono stati fatti accertamenti.
Anche l‘ ambasciata UE a Berna è stata parzialmente evacuata nel pomeriggio dopo l’ arrivo di un plico sospetto senza mittente, indirizzato all’ ambasciatore UE, Michael Reitener.

Maroni critico sul rilascio dei manifestanti fermati. Alfano invia gli ispettori, protesta l’ Anm.

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Il ministro dell’ Interno Roberto Maroni ha riferito oggi al Senato sugli scontri avvenuti nella capitale il 14 dicembre e, dopo quelle di ieri del sindaco Alemanno, anche lui ha mosso le sue critiche alla scarcerazione dei manifestanti fermati, dichiarando: “Rispetto ma non condivido la decisione dei giudici”. Il ministro dell’ Interno ha poi espresso apprezzamento per il Prefetto ed il Questore di Roma e per le forze dell’ ordine, che “hanno gestito in maniera oculata una situazione di criticità”, ha ribadito che martedì non c’ era “nessuna zona rossa” come a Genova, e che adesso, in vista della discussione della riforma dell’ Università al Senato,  la prossima settimana, sarà necessario “adeguare tempestivamennte la gestione dell’ ordine pubblico per prevenire altre occasioni di guerriglia urbana”. Inoltre, ha detto di ritenere le ipotesi riguardanti la presenza di “infiltrati” tra le forze dell’ ordine “destituite di ogni fondamento”, e, pur ribadendo il ” diritto a manifestare”, ha invitato a “isolare i violenti” che prendono “in ostaggio i cortei”, che ha definito “una minoranza fatta di professionisti della violenza”.

Intanto, il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha deciso di inviare ispettori per accertamenti sui rilasci,provocando la ferma reazione dell’ Associazione nazionale magistrati, che, in un comunnicato, “esprime preoccupazione” per l’ iniziativa, che giudica “un‘ indebita interferenza nello svolgimento dell’ attività giudiziaria che rischia di pregiudicare il regolare accertamento dei fatti e delle responsabilità dei singoli”. Nella nota si legge inoltre:  “La nostra condanna degli episodi di violenza è ferma e netta, e l’ Anm esprime solidarietà agli appatenenti alle forze dell’ ordine rimasti feriti nello svolgimento delle loro funzioni. Ma abbiamo il dovere di ricordare che alla magistratura è affidato il delicatissimo compito di accertare responsabilità individuali”.

Roma, scarcerati i fermati per gli scontri. Polemica Alemanno-Anm

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Il tribunale penale di Roma ha rimesso in libertà 22 dei 23 manifestanti arrestati in seguito agli scontri avvenuti martedì nella capitale. Tre di loro sono accusati di resistenza a pubblico ufficiale, e saranno processati il 17 febbraio, mentre per altri otto, il cui processo si svolgerà il 15 febbraio , vi è anche l’ accusa di lesioni. Le scarcerazioni sono state disposte poichè, per i giudici, è “necessario approfondire il quadro delle accuse”. Per l’ avvocato Albertini, “Ci sono contestazioni che non stanno in piedi”.
Il ragazzo messo ai domicilari è Mario Miliucci, di 32 anni, senza precedenti, figlio di un avvocato, che lo ha anche difeso oggi in tribunale, e di Vincenzo Miliucci, storico leader dell’ autonomia operaia romana. E’ accusato di resistenza aggravata e danneggiamento aggravato, e gli viene anche contestato l’ uso di due pietre da 2,5 chili ciascuna.
Già da stamattina, davanti al Tribunale, si erano radunate alcune decine di giovani, esponendo striscioni che chiedevano “libertà per tutti- tutte”, e si sono verificati anche alcuni tafferugli con gli agenti.

Il giovane di 16 anni fotografato durante gli scontri con in mano prima una pala, poi uno sfollagente e un paio di manette, è stato accompagnato in un centro di accoglienza per minori, ed è a disposizione dell’ autorità giudiziaria competente. Le foto che lo ritraevano avevano sollevato il sospetto che ci fossero infiltrati delle forze dell’ ordine tra i manifestanti. ma gli inquirenti hanno fatto sapere che avrebbe aggredito lui un finanziere, portandogli via le manette e lo sfollagente.
E’ stata invece disposta dal questore di Roma Tagliente un’ indagine interna per appurare chi fossero gli agenti coinvolti nel pestaggio di un manifestante a piazzale Flaminio, che era stato ripreso in un video diffuso su internet. Tagliente ha fatto sapere che una volta identificati i poliziotti responsabili saranno presi “i successivi provvedimenti del caso”.

Alfano: “Niente Berlusconi bis”. I finiani uniti sulla sfiducia

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Il ministro della Giustizia Alfano, parlando con i giornalisti, ha oggi bocciato l’ ipotesi, avanzata ieri dal finiano Italo Bocchino, di un reincarico lampo a Berlusconi se questi si fosse dimesso prima del 14. Per il Guardasigilli, “L’ ipotesi di  dimissioni di Berlusconi non è tra quelle contemplate nè immaginate  e conseguentemente l’ ipotesi di un Berlusconi bis non esiste”. Della stessa opinione anche il ministro dell’ Interno, Roberto Maroni, per il quale “gli incarichi li dà il presidente della Repubblica, non un parlamentare”.
La sicurezza ostentata dal PDL è data, probabilmente, anche dal calcolo dei parlamentari disposti a votare la sfiducia al governo, che, quindi, non sarebbero sufficienti a far passare la mozione dell’ opposizione. Per il ministro La Russa, “che Berlusconi avrà la fiducia è sicuro”.

Ma oggi si è tenuta anche una riunione dei vertici e dei coordinatori di Futuro e Libertà, convocati da Fini per fare il punto in vista del 14 dicembre. Al termine dell’ incontro, il partito ha diramato una nota nella quale si dichiarava che  “se Berlusconi non prenderà atto della  necessità di aprire, attraverso le sue dimissioni, una nuova fase politica, FLI voterà la sfiducia“. Sarebbe stato lo stesso Fini a stroncare ogni possibile apertura verso il PDL, dopo le parole  di ieri di Bocchino, che oggi ha dichiarato:” al momento non mi sembra ci sia una trattativa in stato avanzato, nelle prossime ore, comunque, potremo dire di più”.
Per il presidente della Camera, trattare con Berlusconi sarebbe  “tempo perso”, perchè il premier si sarebbe mostrato, al solito, “inaffidabile”.

Università, ancora proteste e disordini. Alla Camera governo battuto due volte

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Continua la protesta degli studenti e dei ricercatori dell’ università, che, nel giorno della mobilitazione nazionale, chiedono al governo di fermarsi e ritirare il disegno di riforma Gelmini. Cortei e manifestazioni si sono svolte in tutte le principali città italiane, creando anche disagi al traffico e alla mobilità.

A Roma,vi era l’ autorizzazione per un sit-in di un centinaio di studenti  a piazza Montecitorio, ma questi l’ hanno trovata blindata e presidiata dalle forze dell’ ordine. Un corteo di migliaia di studenti è partito da Piazzale Aldo Moro, antistante l’ Università La Sapienza, con numerosi striscioni, recitanti vari slogan.  Un altro corteo ha imboccato via Cavour e alcuni manifestanti hanno imboccato la scalinata del Campidoglio, dove è stato lanciato un fumogeno contro i poliziotti, tra slogan contro il sindaco Alemanno.

Nel primo pomeriggio, la tensione aumenta. quanndo alcuni studenti cercano di ribaltare un blindato della polizia, nei pressi di via del Corso, e questa risponde prima lanciando lacrimogeni, poi con alcune cariche. Ci sarebbe un fermato, e alcuni feriti tra le forze dell’ ordine, che sta facendo allontanare i passanti dalla zona. Alcuni manifestanti avrebbero detto:” E’ come Genova, violeremo la zona rossa”, mentre il corteo ha raggiunto viale del Muro Torto.

Indagati presidente e A.d. Enav. Berlusconi: “Inchiesta suicida”

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Questa mattina i carabinieri del Ros e gli agenti del nucleo tributario della Guardia di Finanza di Roma hanno effettuato una serie di perquisizioni nelle sedi capitoline dell’ Enav(Ente nazionale di assistenza al volo) e di numerose aziende che hanno avuto appalti dall’ Enav.

Il presidente dell’ Enav Luigi Martini e l’ amministratore delegato  Guido Pugliesi sono iscritti nel registro degli indagati, come pure Marina Grossi, responsabile della Selex sistemi integrati e moglie del presidente di Finmeccanica Guargaglini. In tutto sarebbero una decina le persone indagate, per una serie di reati fiscali relativi alla creazione di fondi neri.

L’  indagine parte dalla cosiddetta inchiesta broker, il caso di riciclaggio per il quale furono arrestati anche l’ ex senatore del Pdl Nicola Di Girolamo e l’ ex amministratore delegato di Fastweb, Silvio Scaglia. L’ imprenditore romano Gennaro Mokbel, sostenitore di Di Girolamo, avrebbe fatto da “tramite” fra la’ ndrangheta e le società di telecomunicazioni.

Maroni: “Saviano, accuse infamanti. Voglio replica con faccia a faccia”. FOTO di “Vieni via con me”

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E’ durissimo il giudizio del ministro dell’ Interno, Roberto Maroni, sul monologo di Roberto Saviano andato in onda ieri sera nel programma Vieni via con me”, nel corso del quale lo scrittore denunciava le infiltrazioni della ‘ndrangheta al Nord e i suoi rapporti con i poteri politici, in particolare con la Lega:”Come ministro e ancor di più come leghista mi sento offeso e indignato dalle parole infamanti di Roberto Saviano, animate da un evidente pregiudizio contro la Lega”, ha affermato Maroni. Che ha aggiunto: “Ho chiesto al Cda della Rai il diritto di replica. Mi ha definito uno dei migliori ministri nella lotta alla mafia e ora vorrei che ripetesse le accuse di ieri guardandomi negli occhi”. Altrimenti, sostiene il ministro dell’ Interno, “sarà dimostrato a tutti che quella è una trasmissione contro la Lega”.

Nel suo intervento di ieri sera, Saviano aveva detto:”La ‘ ndrangheta, al Nord come al Sud, cerca il potere della politica e al Nord interloquisce con la Lega”, e aveva citato un’ intervista all’ ideologo della Lega, Miglio, in cui questi dichiarava di essere favorevole anche al “mantenimento della mafia e della ‘ndrangheta” e affermava che “alcune manifestazioni tipiche del Sud hanno bisogno di essere costituzionalizzate”.

Al ministro ha replicato il responsabile del programma e capostruttura di Rai 3, Loris Mazzetti: “Vieni via con me non è intenzionata ad ospitare il ministro dell’ Interno” ha detto, aggiungendo: “Se noi abbbiamo detto cose non vere si rivolga alla magistratura”. Mazzetti ha affermato anche di non sapere ancora se nel programma saranno ospitati altri politici, dopo che la presenza di Fini e Bersani nella puntata di ieri sera aveva suscitato alcune polemiche.

Governo, approvato il pacchetto sicurezza. Liberalizzazione del wi-fi, lotta alla prostituzione in strada ed espulsione per i cittadini comunitari – FOTO

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Il Consiglio dei ministri ha varato questa mattina il pacchetto sicurezza proposto dal ministro dell’ Interno, Roberto Maroni, composto da un decreto legge con misure urgenti e da un ddl. Il provvedimento prevede la possibilità di allontanamento coatto anche dei cittadini comunitari, norme più rigide contro la prostituzione in strada, il potenziamento dell’ Agenzia per i beni confiscati alle mafie, misure contro la violenza negli stadi e la liberalizzazione delle connessioni wi-fi.

Soddisfazione è stata espressa dal presidente del Consiglio, Berlusconi, che, in conferenza stampa, ha dichiarato:”Il pacchetto sicurezza era uno dei cinque punti del programma di rilancio dell’ azione di governo che ha ottenuto un’ ampia fiducia in Parlamento”. Soddisfatto anche il ministro dell’ Interno Maroni, per il quale “il piano straordinario contro la criminalità organizzata e i due pacchetti sicurezza sono il contributo più importante che il governo abbia dato al paese negli ultimi anni”.

Nel ddl troverà spazio dunque l’ allontanamento coatto dei cittadini comunitari non in regola, che per Maroni altro non è che l’applicazione della direttiva europea sulla libera circolazione, per la quale lo straniero non può risiedere oltre tre mesi in un Paese se non ha reddito, lavoro e dimora adeguati, con l’introduzione, però, della sanzione, che è “l’ invito ad allontanarsi”. Già in passato, il ministero aveva elaborato una norma in tal senso, che però non aveva passato il vaglio della Commissione Europea.