Berlusconi torna in campo: “ne capisco di più di tutti gli italiani”

Silvio Berlusconi sta valutando un suo ritorno in campo, a margine dell’ennesimo annuncio di abbandono della scena politica. Nel corso della sua recentissima visita al centro sportivo di Milanello, dove ha assistito all’allenamento del Milan in vista del match contro la Juventus, in programma per domani sera, l’ex premier ha affermato di pensare a un suo ritorno in prima linea, impegnandosi così di persona in vista delle prossime elezioni politiche, e mettendo quindi a dura prova la pazienza di chi punta a partecipare alle primarie del Pdl.

Lega, Maroni prende il posto di Bossi

Al grido di “La Lega non è morta”, ieri sera Roberto Maroni si è impossessato del palco allestito a Bergamo per cercare di riunire quelli che ancora credono nel partito fondato dall’ormai ex leader, Umberto Bossi. Quest’ultimo, presente sul palco non ha perso un attimo per commentare quanto accaduto in questi ultimi giorni. Gli scandali relative alle spese a favore della famiglia Bossi, con i soldi del partito, stanno minando la credibilità della Lega Nord.

La Lega non è morta, la Lega non morirà ma riparte da qui. La Lega è potentissima, non ci sono cerchi che tengano”, così Maroni apre la serata di ieri, infiammando subito tutti i militanti giunti a Bergamo con scope e ramazze a simboleggiare la volontà di ripulire il partito da tutto lo sporco che c’è dentro. Maroni, però, non ha esitato anche dal fare il nome di Renzo Bossi, figlio di Umberto, il quale nella giornata di ieri ha ufficializzato le sue dimissioni dal consiglio regionale Lombardo. Renzo Bossi, al centro di questa inchiesta, ma non ancora ufficialmente indagato, ha rinunciato al suo posto per “evitare ulteriori pressioni” verso la sua famiglia.

Bossi: “Berlusconi è una mezza calzetta”

Umberto Bossi

Berlusconi è una mezza cartuccia, ha sempre paura”, così il leader del carroccio Umberto Bossi ha definito l’ex premier Silvio Berlusconi. Nell’appuntamento tenutosi a Milano la scorsa settimana, Bossi era stato perentorio. La richiesta fatta da Bossi era chiara, Berlusconi deve far cadere il governo Monti, altrimenti lui faceva cadere Formigoni alla regione. Bossi ha ricordato questa sua minaccia anche oggi “Tutto il paese vuole strozzare Monti…o cade il premier o cade Formigoni”.

Umberto Bossi è poi tornato a parlare di come Berlusconi abbia lasciato il governo “Berlusconi non è stato abbastanza furbo da chiedere una buona uscita quando ha lasciato il governo”. In risposta a Bossi, Berluscni dichiarato che con la Lega non ci sono problemiProblemi per l’alleanza con la Lega? Io sono sereni”. Berlusconi ha inoltre dichiarato che il PDL è responsabile “Noi siamo responsabili, non possiamo tirarci indietro”.

Maroni a Bossi: “Cacciamo chi mi vuole cacciare via dalla lega”

Una Lega Nord tutta baci e abbracci, quella che si è vista ieri a Varese. La riunione con i militanti di Lega Nord organizzata da Maroni e da Umberto Bossi ha subito denotato quale fosse l’argomento principale della sera, le parole di Roberto Maroni ad inizio discorso sono state più che esplicative di quale fosse la situazione. L’ex Ministro dell’Interno ha cosi iniziato il discorso: “Ho voluto questa serata perché mi sono sentito vittima di un provvedimento ingiusto – ha scandito Maroni – e cioè quello che mi impediva di incontrare voi militanti. Ma vi pare che io possa essere zittito da uno di Busto Arsizio?”.

Una Lega Nord più che battagliera quella che si è vista ieri sera. Al termine del congresso lo stesso Umberto Bossi ha confermato che nei prossimi giorni ci saranno nuovi incontri tra i militanti della Lega Nord ed i politici stessi. La Lega Nord guidata da Roberto Maroni non è però quella siamo soliti vedere, nei prossimi giorni si vedrà la vera Lega Nord, quella che si batterà sulla secessione, sulle tasse che non vogliono dare a Roma, sull’uscita dall’Europa e su molti dei temi che fino ad ora sono stati trattati in maniera troppo blanda.

Bossi: “Faremo la moneta padana. Berlusconi? Comunista”

Umberto Bossi: "faremo la moneta padana e Berlusconi è un comunista"

La consolidata alleanza tra Bossi e Berlusconi sembra ormai giunta ad un punto di rottura insanabile. La Lega fin dal giorno delle dimissioni di Silvio Berlusconi da presidente del consiglio, si è mostrato ostile nei confronti del Governo Monti e soprattutto a mostrato la sua ostilità nei confronti di Berlusconi e del PDL. Tali ostilità hanno portato Umberto Bossi nella giornata di ieri, a fare alcune dichiarazioni forti sulle varie manovre presentate da Monti e su Berlusconi stesso.

Umberto Bossi ha dichiarato che lo stesso Berlusconi è “un comunista che sta con il Governo”. Nei giorni scorsi era previsto un incontro tra Berlusconi e Bossi, incontro che è stato rinviato a dire del leader del carroccio, in quanto attualmente “non ci sono i tempi per farlo, sono tempi per aspettare”. A Bossi è stato chiesto anche cosa ne pensi riguardo la possibilità di vedere Tremonti nella Lega Nord. Bossi ha risposto che “ Dipenderà da noi. Io ritengo che sia un uomo valido, oltre che mio amico”. Bossi ha rivelato anche che attualmente Tremonti “è in carrozzella, perché si è rotto una gamba”.

La Camera respinge l’arresto di Milanese. Polemica per l’assenza di Tremonti

La Camera, con 312 voti contrari e 306 favorevoli, ha respinto la richiesta d’arresto per il deputato Pdl Marco Milanese, ex braccio destro del ministro Tremonti, accusato di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e associazione a delinquere nell’ambito dell’inchiesta P4. Sarebbero stati dunque sette i deputati della maggioranza che, con il voto segreto, si sarebbero espressi in maniera difforme dal loro partito. Dai banchi della maggioranza mancavano inoltre otto deputati, dei quali sei del Pdl, uno della Lega e uno di Noi Sud.
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, presente in aula, sarebbe stato ripreso, al termine dello scrutinio, mentre chiedeva al ministro La Russa, seduto al suo fianco: “Per soli 7 voti?” . Quando La Russa gli ha fatto cenno di si, il premier sarebbe diventato scuro in volto. In seguito, però, ha ostentato soddisfazione per l’esito del voto, e ha commentato: “Andiamo avanti, la maggioranza tiene”.
Il leader leghista Bossi ha invece commentato: “Lo avevo detto che la Lega non avrebbe fatto cadere il governo. Abbiamo dimostrato di essere alleati leali“, ed ha precisato che i franchi tiratori non erano del suo partito. Quanto alla tenuta della maggioranza, Bossi ha detto invece: “Vedremo giorno per giorno“, e ha smentito le indiscrezioni riportate da alcuni giornali di un accordo con Berlusconi per arrivare a gennaio 2012.

Berlusconi incontra Napolitano e Bossi ma dice: “Non mi dimetto”

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha incontrato al Quirinale il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e si è intrattenuto a colloquio con lui per oltre un’ora. Era presente anche il sottosegretario Gianni Letta. Al termine dell’incontro, il premier non ha rilasciato dichiarazioni, ma, stando a quanto riferito dal ministro Galan, Berlusconi avrebbe ribadito di non avere intenzione di dimettersi, convinto della tenuta della sua maggioranza.
Il capo dello Stato avrebbe invece ribadito la necessità di misure condivise per affrontare la crisi economica. Martedì Napolitano aveva incontrato anche il ministro dell’Interno Maroni e i capogruppo PDL Gasparri e Cicchitto, proprio per verificare la solidità della maggioranza e la sua capacità di affrontare la crisi, chiedendo anche misure adeguate per la crescita.
In mattinata, il premier aveva invece incontrato a Palazzo Grazioli il leader leghista Bossi, assieme ai leghisti Calderoli, Cota e Zaia e al segretario del Pdl Angelino Alfano, e in serata, intorno alle 22, si è svolto un altro vertice del Pdl a Palazzo Grazioli, per discutere anche del voto sulla richiesta d’arresto per Marco Milanese, deputato ed ex braccio destro di Tremonti, previsto per oggi alla Camera.
In proposito, Bossi ha garantito: “Io voto per non far cadere il governo“. Quanto all’incontro con il premier, invece, il leader leghista ha detto ai cronisti: “L’incontro con Berlusconi è andato bene. Se il governo va avanti e si faranno le riforme? Penso di sì. Non so cosa sia andato a fare Berlusconi dal presidente Napolitano”.

Bossi:” Il governo va avanti ma il 2013 è troppo lontano”

Il leader della lega, Umberto Bossi, chiede le elezioni anticipate!Il leader della Lega Umberto Bossi, in occasione della tradizionale cerimonia dell’ampolla del Po, a Paesana, nel Cuneese, dà motivi di preoccupazione alla maggioranza già alle prese con gli scandali in cui è implicato il premier Berlusconi. Il governo per adesso va avanti, poi vediamo” ha infatti affermato il leader leghista, e, incalzato dai giornalisti che gli chiedevano se sarebbe durato fino al 2013, ha risposto: “Mi sembra troppo lontano“.
Ai suoi militanti che lo acclamavano al grido di “secessione“, Bossi ha invece replicato con i suoi vecchi cavalli di battaglia: “Che l’Italia vada a picco lo hanno capito tutti, è chiaro che bisogna creare qualcosa di alternativo: la Padania. Milioni di persone aspettano solo che succeda qualcosa, un lampo, per mettersi in cammino” ha detto.
Il leader del Carroccio è stato anche contestato da sindaci e amministratori locali che protestavano contro i tagli previsti dalla manovra finanziaria, e non ha mancato di fare prima il gesto delle corna rivolto a loro, poi di apostrofare come “cornuti” alcuni amministratori che esponevano uno striscione con la scritta: “Lontani dal Nord comodi a Roma“. Il portavoce dei dimostranti ha spiegato che fra le motivazioni della protesta vi era l’abrogazione dei piccoli comuni, il patto di stabilità per gli enti locali e i tagli ai trasferimenti.

Bossi: “Seguire l’Europa, bene se la Bce ci commissaria”

 

Il leader della Lega Umberto Bossi si è incontrato questa mattina a Gemonio con il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, con quello della Semplificazione, Roberto Calderoli, e con altri due esponenti leghisti, Fabio Rizzi e Rosi Mauro. Al termine dell’incontro, il leader del Carroccio ha fornito ai cronisti la sua interpretazione dell’attuale crisi economica, riscoprendosi quasi in una veste per lui insolita, quella di europeista.
Bossi ha infatti confermato l’arrivo a Roma della lettera spedita dalla Bce, commentandolo con queste parole:

“E’ la realta che è venuta a trovarci: per tanto tempo il Paese ha speso più di quanto poteva e un bel giorno la realtà ha preso il treno ed è venuta a trovarci. Dobbiamo andare dietro all’Europa e fare le riforme. La Bce ci condiziona? Positivamente“.

Il leader leghista ha inoltre fatto sapere che si incontrerà presto con il premier Berlusconi, e sulla tenuta del governo rassicura: “Non c’è problema di elezioni adesso“.
Tremonti, invece, è rimasto in disparte, e quando Bossi ha citato la lettera della Bce, si è limitato a dire: “Non parlo“.

Napolitano: “Ministeri al Nord incostituzionali”. Ma Bossi: “Restano lì”

Foto: Ap/LaPresse

E’ ancora alta la tensione tra il Quirinale e la Lega sulla questione dei ministeri al Nord. Il leader del Carroccio Umberto Bossi ha infatti voluto replicare alle preoccupazioni espresse in materia dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che aveva inviato una lettera al premier Berlusconi per esprimere la sua contrarietà al trasferimento di alcuni uffici ministeriali a Monza.
Napolitano non si preoccupi, le sedi restano lì. La Costituzione non parla di dove devono stare. Noi vogliamo spostare i ministeri come fanno negli altri paesi” ha affermato Bossi, circa mezz’ora prima che il Quirinale rendesse noto il contenuto della lettera inviata a palazzo Chigi.
Per Napolitano, la scelta di decentrare alcune sedi ministeriali “confliggerebbe con l’art.114 della Costituzione che  dichiara Roma capitale della Repubblica, nonchè con quanto dispongono le leggi ordinarie attuative“, oltre ad essere onerosa economicamente.
Anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in apertura del Consiglio dei Ministri, aveva chiesto al governo di tenere conto delle osservazioni del Capo dello Stato.
La decisione di aprire sedi ministeriali di rappresentanza a Monza, del resto, era stata contestata anche nella stessa maggioranza, in particolare dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e dalla governatrice del Lazio Renata Polverini. Il primo ha infatti definito “irresponsabile” l’intervento di Bossi, mentre anche per Renata Polverini “E’ evidente che ha ragione Napolitano”.

La Camera autorizza l’arresto di Papa, il Senato salva Tedesco

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E’ stata una giornata politica assai convulsa, quella appena trascorsa, in entrambi i rami del Parlamento. La Camera, infatti, si doveva pronunciare sulla richiesta d’arresto nei confronti del deputato Pdl Alfonso Papa, coinvolto nell’inchiesta P4, mentre, quasi contemporaneamente, al Senato toccava pronunciarsi sulla richiesta d’arresto nei confronti del senatore Pd (poi passato al Gruppo Misto) Alberto Tedesco, coinvolto nell’ìnchiesta sulla corruzione nella sanità pugliese.
L’esito è stato però opposto: mentre, infatti, la Camera, con 319 voti a favore e 293 contrari, ha detto sì all’arresto di Papa, il Senato, con 151 voti contrari, 127 favorevoli e 11 astenuti, ha negato la richiesta d’arresto per Tedesco. In entrambi i casi, il voto è stato espresso a scrutiniuo segreto.
Sul voto alla Camera nei confronti del deputato Pdl ha pesato, probabilmente, anche la posizione della Lega, che si è espressa formalmente a favore dell’arresto, pur lasciando libertà di coscienza ai suoi. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni, al termine della seduta, ha commentato affermando: “Siamo stati coerenti“. In precedenza, invece, vi era stato un duro botta e risposta tra il capogruppo del Pd Dario Franceschini, che accusava Pdl e Lega di uno “scambio” tra il voto sui rifiuti di Napoli e quello sull’arrestro di Papa, e il capogruppo del Carroccio Marco Reguzzoni.

P4, dalla Giunta della Camera si all’arresto di Papa

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La Giunta per le autorizzazioni della Camera ha dato il via libera all’arresto del deputato Pdl Alfonso Papa, chiesto dalla procura di Napoli nell’ambito dell’inchiesta P4. E’ stata quindi approvata, con i soli 10 voti dell’opposizione, la proposta del relatore dell’Idv, mentre la maggioranza ha ritirato la sua.
I leghisti si sono astenuti, mentre i deputati del Pdl e deiResponsabili” hanno abbandonato i lavori in segno di protesta. In serata, Papa, con una lettera al presidente dei deputati Pdl Fabrizio Cicchitto, ha rimesso il mandato e si è autosospeso dal gruppo Pdl di Montecitorio.
Si riaprono dunque all’interno della maggioranza le fratture con la Lega: il leader Umberto Bossi, in mattinata, aveva addirittura detto: “Voteremo a favore” dell’arresto, poi la decisione di astenersi in Giunta.
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non è intervenuto in prima persona sulla vicenda dell’arresto di Papa, ma, parlando ai suoi, avrebbe detto: “Bisogna salvarlo“, aggiungendo: “Sono contrario ai processi in aula. La carcerazione preventiva per un parlamentare sarebbe un gravissimo precedente che non deve verificarsi“.
In Giunta, il Pdl mirava ad un nuovo rinvio, forse per fare in modo che a pronunciarsi sulla questione fosse la Camera, a scrutinio segreto. Così, il relatore Francesco Paolo Sisto, del Pdl, ha ritirato la sua proposta contro l’autorizzazione all’arresto, ma, a quel punto, l’opposizione ha presentato una proposta, dell’Idv, a favore dell’arresto. Il presidente della Giunta Pierluigi Castagnetti l’ha messa ai voti, e i dieci membri del Pdl in Giunta non hanno partecipato alla votazione per protestare contro “la violazione del regolamento”.
Così, la proposta è passata con i nove voti favorevoli dell’opposizione, e due astenuti.

Lunedì nero per la Borsa italiana. La Merkel chiede di approvare la manovra

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E’ stata una giornata particolarmente difficile per la Borsa italiana: dopo che venerdì, infatti, Piazza Affari aveva chiuso al -3,47%, oggi la tendenza al ribasso si è accentuata, arrivando a chiudere al -3,96%. In difficoltà anche altri mercati europei, in particolare quello spagnolo e greco, ma è stata la borsa di Milano a registrare i risuiltati maggiormente negativi, nonostante i provvedimenti della Consob per limitare le vendite allo scoperto.
Anche l’euro è finito nel mirino degli speculatori, scendendo sotto quota 1,41 nel cambio con il dollaro. Fra i titoli che hanno segnato un maggiore ribasso, i due gruppi bancari Unicredit (al-7,74%) e Intesa SanPaolo (-6,3%), che erano stati addirittura sospesi per eccesso di ribasso, arrivando a perdere il 9%.
I ministri delle Finanze dei Paesi aderenti all’Euro si sono riuniti in un vertice straordinario a Bruxelles, anche con l’obiettivo di accelerare il salvataggio della Grecia dalla crisi economica ed evitare, così, un temuto “effetto contagio”.
Dai leader europei è arrivato, comunque, il sostegno all’Italia e alla manovra del ministro Tremonti. La cancelliera tedesca Angela Merkel, in particolare, ha fatto sapere di aver telefonato ieri al premier Berlusconi, per chiedere che l’Italia dia “un segnale importante” con l’approvazione della manovra. Anche il ministro delle Finanze tedesco Wolgang Schauble ha definito la manovra italiana “molto convincente“, per poi aggiungere: “Non credo affatto che l’Italia possa diventare la prossima vittima del contagio dopo Irlanda e Portogallo”.

Il governo approva il rifinanziamento delle missioni. Ritiro soldati, Napolitano frena Bossi

 
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Il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità il decreto sul rifinanziamento delle missioni militari all’estero, che prevede comunque una riduzione del costo delle operazioni dagli 811 milioni di euro del semestre scorso a 694, come annunciato dal ministro della Difesa Ignazio La Russa.
Ieri la Lega aveva annunciato la possibilità di un ritiro di alcuni soldati, e oggi il leader del partito, Umberto Bossi, al termine della riunione, ha dichiarato: “Grazie alla Lega migliaia di soldati torneranno a casa“. Ma oggi era stato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a frenare su questa ipotesi, affermando: “No a decisioni o ritiri unilaterali: toghether out or toghether in”.
Oggi, dopo l’incontro a Palazzo Chigi tra il premier Berlusconi e i ministri La Russa, Calderoli, Frattini, Maroni e Tremonti ed il sottosegretario Letta, è stato quindi deciso che l’importo complessivo per le missioni ammonterà a circa 700 milioni di euro, comprensivi di altri tre mesi di impegno in Libia, mentre verrà ridotto di circa 600 uomini il contingente in Libano.
Il ministro Calderoli, invece, ha annunciato che “Dei 9950 militari attualmente impegnati, 2078 uomini rientreranno a casa entro fine anno”, e di questi, ha aggiunto, “mille uomini rientreranno entro il 30 settembre 2011, mentre gli altri 1078 entro il 31 dicembre 2011″.