Fini: “No a ribaltoni ma qualcuno ha pensato agli affari suoi”. Bersani: “No a un Berlusconi-bis”

Foto: AP/LaPresse

Il presidente della Camera, Gianfranco  Fini, è intervenuto stamattina ad una lezione al liceo Orazio di Roma, e, rispondendo ad una domanda di una studentessa, ha escluso la possibilità di eventuali “ribaltoni”, e ha però replicato: ” Ma cosa ne pensa lei di tante promesse non mantenute e di impegni disattesi da chi aveva promesso che la legge sarebbe stata uguale per tutti e poi si è occupato solo degli affari suoi?” “La politica è onestà intellettuale”, ha aggiunto. E, rispondendo  ad una domanda sulle leggi “ad personam”:C’ è un limite oltre il quale non si può andare pena la dignità”.

Dura la replica del PDL, con il coordinatore Sandro Bondi che dice: “Fini è sconcertante e sfibra la democrazia”. E intanto, la maggioranza si prepara al 14, il giorno della votazione delle mozioni di sfiducia, e lo fa cercando lo scontro frontale con il cosiddetto “terzo polo”.

Per il ministro dell’ Interno, Roberto Maroni, “sarebbe da 118 sovvertire il risultato elettorale e cioè mandare al governo chi ha perso le elezioni e all’ opposizione chi le ha vinte”. e quindi, in caso di crisi, si deve tornare al voto, poichè “il popolo sovrano ha deciso che a governarlo fosse Silvio Berlusconi e non credo che una qualsiasi operazione di palazzo possa sovvertire questo volere”. Il finiano Adolfo Urso, invece, spiega: ” Non vogliamo fare il terzo polo, ma un nuovo polo che aspiri a diventare il primo polo del Paese”.

Italo Bocchino, sempre di Futuro e Libertà, non esclude però la possibilità di un Berlusconi-bis, se il Cavaliere decidesse di dimettersi. cosa che egli ritiene “probabile“, “avendo così la possibilità, per prassi costituzionale, di riassumere l’ incarico” spiega. Altrimenti, dice, “da una parte ci sono 317 deputati per la sfiducia e 308-309 dall’ altra” e “se Berlusconi viene sfiduciato, non ci sono più margini” per un nuovo governo guidato dal Cavaliere.

Dall’ opposizione, il segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani dice: “In caso di crisi cerchiamo di portare la nostra idea al Quirinale e poi aspettiamo la decisione del Presidente della Repubblica”.
Ma il leader democratico si dice contrario all’ ipotesi di un Berlusconi-bis:”Sarebbe il quater, un pò troppo, abbiamo già dato. Basta, accontentiamoci di quello che abbiamo avuto” dice Bersani, per il quale il premier non dovrebbe fare la “vittima”, poichè “Si è ribaltato da solo, ha fatto tutto lui e adesso il problema è che non si ribalti anche l’ Italia”.
I sei deputati radicali, intanto, ancora non hanno fatto sapere come voteranno il 14 dicembre. In proposito, Emma Bonino ha dichiarato: “Siamo pronti a dialogare con chiunque, ma non si tratta nè di un’ asta, nè di un mercimonio, nè di un pallottolierie”.

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