Berlusconi: “Una crisi ora sarebbe una follia”. Ma Bossi: “Nulla è scontato”

Foto: Ap/LaPresse

Si è svolta oggi in Senato la verifica di maggioranza chiesta dal presidente della Repubblica Napolitano dopo la nomina dei nuovi sottosegretari, la fuoriscita di Fli e l’ingresso dei “Responsabili” nel governo. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, entrando in aula, si era mostrato molto ottimista, e aveva affermato: “Sono certo che il governo uscirà rafforzato da questo passaggio parlamentare. Le richieste di dimissioni sono un mero esercizio di propaganda, nessuno riuscirà mai a dividerci dalla Lega”.
Per il premier, il governo non può cadere adesso, perchè ciò,dice, “sarebbe folle, sarebbe una sciagura rimettere tutto in discussione con una crisi al buio, proprio ora che dobbiamo riagganciare la crescita”. Ma il principale alleato, il leader leghista Umberto Bossi, si mostra meno convinto in proposito, e gela il premier affermando: “Sulla verifica non c’è nulla di scontato, domani alla Camera vedremo”. 
Sul suo futuro politico, invece, Berlusconi ha affermato: “Non voglio rimanere per sempre a Palazzo Chigi, nè fare per sempre il leader del centrodestra”. Dall’opposizione, la capogruppo Pd Anna Finocchiaro replica: “Se vuol bene all’Italia, Berlusconi si dimetta”.
Intanto il governo ha incassato la fiducia alla Camera sul decreto sviluppo, con 317 si, 293 no e 2 astenuti, superando quota 316 per la prima volta dall’uscita di Fli. Anche il premier si è recato a Montecitorio per votare la fiducia.

Belpietro (Libero): “Finto attentato a Fini per screditare Berlusconi”

Foto: AP/LaPresse

Maurizio Belpietro, il direttore di “Libero“, riprende oggi, dal suo giornale, la polemica contro il presidente della Camera, Gianfranco Fini, con un editoriale, dal titolo “Su Gianfranco iniziano a girare strane storie”, nel quale rivela che si sarebbe pensato di organizzare un finto attentato per il leader di Futuro e LIbertà a scopi propagandistici. Tale progetto si sarebbe dovuto attuare durante una visita istituzionale ad Andria, in Puglia, e per realizzarlo “ci si sarebbe rivolti a un manovale della criminalità locale, promettendogli 200 mila euro”.

Tale manovale, scrive ancora Belpietro, avrebbe dovuto mantenere “il silenzio sui mandanti”, attribuendone invece “l’ organizzazione dell’ agguato ad ambienti vicini a Berlusconi”, per farne quindi ricadere la colpa sul premier. Si punterebbe comunque al ferimento del presidente della Camera, e l’ attentato scatterebbe in primavera, a poco tempo dalle possibili elezioni, “per condizionarne l’ esito”.
Il procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro, ha già aperto un‘ inchiesta, per adesso senza ipotesi di reato e senza iscritti nel registro degli indagati, su ciò che viene riportato da Libero, ed ha ascoltato per circa due ore il direttore Belpietro, a Palazzo di Giustizia. Questi ha dichiarato solamente: “Sono stato chiamato dal procuratore e sono venuto a riferire quello che ho scritto”.

Berlusconi attacca i giudici e “corteggia” l’UDC

Foto: AP/LaPresse

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, intervendo questa mattina prima alla trasmissione televisiva “Mattino cinque” e , successivamente, con un audio messaggio sul sito dei “Promotori della libertà”, è tornato ad attaccare i giudici, ribadendo che la riforma della giustizia “è necessaria, perchè è un’ emergenza grave, in quanto le indebite ingerenze della magistratura su altri poteri dello stato costituiscono una vera emergenza democratica”. Per il premier, infatti, molte sentenze, anche della Corte Costituzionale, “sono spesso politicamente orientate”.

Quanto a Fini, Berlusconi non ne chiede le dimissioni da presidente della Camera, ma rimette la decisione “alla sua coscienza e alla sua dignità”, anche se comunque, spiega, “la maggioranza che lo ha eletto non si riconosce più in Gianfranco Fini”. Quindi, il pensiero va all’ UDC di Casini, che, dice, “ha perso una grande occasione: poteva sostiture con i suoi parlamentari i parlamentari di Fli”, e aggiunge:”Speriamo che si ravveda”.
Il premier dice anche di avere già in mente a chi potrebbe, in futuro, passare la guida del paese, anche se non fa nomi, ma parla di “una serie di protagonisti del governo del PDL che stanno diventando classe dirigente”.

Berlusconi: patto tra Fini e l’ Anm. Il presidente della Camera: una barzelletta.

Foto: AP/LaPresse

Il nuovo attacco del premier Berlusconi al leader di Futuro e Libertà Gianfranco Fini coinvolge stavolta l’ intera magistratura : per il Cavaliere, infatti, l’ Anm, l’ Associazione nazionale magistrati, “proteggerebbe” il presidente della Camera. Ci sarebbe, insomma, un vero e proprio  accordo, per il quale Fini ed i finiani non farebbero niente ai magistrati, ed in cambio questi ultimi avrebbero garantito “protezione” ai  futuristi. La legge sulle intercettazioni, in particolare, si sarebbe arenata alla Camera dopo un incontro tra Fini e i vertici dell’ Anm, mentre alcuni emendamenti a tale legge sarebbero stati suggeriti proprio dal presidente dell’ Anm Palamara alla finiana Giulia Bongiorno, presidente della Commissione Giustizia alla Camera.
Il presidente della Camera avrebbe commentato seccamente, dicendo: “E’ una delle tante barzellette del vasto repertorio di Silvio Berlusconi.

Fini: “No a ribaltoni ma qualcuno ha pensato agli affari suoi”. Bersani: “No a un Berlusconi-bis”

Foto: AP/LaPresse

Il presidente della Camera, Gianfranco  Fini, è intervenuto stamattina ad una lezione al liceo Orazio di Roma, e, rispondendo ad una domanda di una studentessa, ha escluso la possibilità di eventuali “ribaltoni”, e ha però replicato: ” Ma cosa ne pensa lei di tante promesse non mantenute e di impegni disattesi da chi aveva promesso che la legge sarebbe stata uguale per tutti e poi si è occupato solo degli affari suoi?” “La politica è onestà intellettuale”, ha aggiunto. E, rispondendo  ad una domanda sulle leggi “ad personam”:C’ è un limite oltre il quale non si può andare pena la dignità”.

Dura la replica del PDL, con il coordinatore Sandro Bondi che dice: “Fini è sconcertante e sfibra la democrazia”. E intanto, la maggioranza si prepara al 14, il giorno della votazione delle mozioni di sfiducia, e lo fa cercando lo scontro frontale con il cosiddetto “terzo polo”.

Per il ministro dell’ Interno, Roberto Maroni, “sarebbe da 118 sovvertire il risultato elettorale e cioè mandare al governo chi ha perso le elezioni e all’ opposizione chi le ha vinte”. e quindi, in caso di crisi, si deve tornare al voto, poichè “il popolo sovrano ha deciso che a governarlo fosse Silvio Berlusconi e non credo che una qualsiasi operazione di palazzo possa sovvertire questo volere”. Il finiano Adolfo Urso, invece, spiega: ” Non vogliamo fare il terzo polo, ma un nuovo polo che aspiri a diventare il primo polo del Paese”.

Bossi e Fini: mediazione fallita. Berlusconi a Seul: “Sono in difficoltà” – FOTO

Foto: AP/LaPresse

Finisce con un nulla di fatto l’atteso incontro tra Umberto Bossi e Gianfranco Fini, che avrebbe dovuto portare a un chiarimento sul futuro della maggioranza. Fini, infatti, ha ribadito al leader leghista le cose dette domenica a Perugia nel corso del convegno di Fli:  azzerare tutto, nuovo programma, nuova maggioranza e nuovo governo.

Il leader della Lega avrebbe  ribattuto che, anche in caso di nuovo governo, la premiership di Silvio Berlusconi non sarebbe in discussione. E proprio su questo punto si sarebbe arenata la mediazione di Bossi.
Il vertice è durato circa un’ ora.

Crollo di Pompei, Bondi si difende. Il PD: dimissioni o sfiducia – FOTO

Foto: AP/LaPresse

Il ministro dei beni culturali Sandro Bondi ha riferito oggi alla Camera sul crollo di Pompei, dicendo di non sentirsene personalmente responsabile: “Se avessi responsabilità mi sarei dimesso”, ha affermato, aggiungendo: “Abbiamo fatto molto e  il crollo di un edificio non può cancellare i miglioramenti che abbiamo fatto nell’ area”, anche se “nuovi crolli non si possono escludere”. Per il ministro, la causa del crollo è “la pressione delle mura sul terrapieno” e non “la mancanza di risorse”, poichè, spiega, “il problema è la gestione di queste risorse”. Inoltre, a giudizio della Soprintendenza,”niente faceva presagire l’ allarme”,e il sopralluogo effettuato qualche giorno prima “non aveva segnalato pericoli visibili.” E conclude: “E’ comodo addossare responsabilità a me o al governo per i pochi investimenti”, “Chiedere le mie dimissioni non sarebbe moralmente e politicamente giusto, non lo merito, sarebbe un segno di incattivimento della lotta politica in Italia”.

Il ministro ha poi annunciato che un comitato di esperti affiancherà a Pompei la Soprintendenza. Il gruppo-che sarà diretto dal professor Andrea Carandini, e composto da Stefano De Caro,  Roberto Cecchi e Francesca Ghedini- dovrà valutare “lo stato di degrado“, tramite rilievi in tutta la città antica, e, quindi, “detterà le linee di intervento”.

Telebavaglio, gli incorruttibili?

Nuova puntata di Telebavaglio, in onda su Current, canale 130 di Sky e su ilfattoquotidiano.it, sulla proposta di legge sulla corruzione elaborata proprio dal Fatto Quotidiano. La proposta ha trovato l’appoggio di Pd, Idv e Fli ed è in attesa di feedback necesario dall’Udc. Introduce nuove fattispecie di reato e sanzioni più dure contro autoriciclaggio, traffico di influenze illecite, corruzione tra privati. In redazione Luigi Zanda (Pd), Angela Napoli (Fli) e Antonio Di Pietro (Idv).

Berlusconi apre a Fli: bluff o conciliazione?

Silvio Berlusconi che tenta la via del dialogo nei confronti dei fuoriusciti del Popolo delle Libertà è una novità vera. Il Premier che si mostra addirittura conciliante rispetto alla frangia di Futuro e Libertà rischia di esere un passaggio politico interessante, ermetico, da intuirci tutto “ora o mai più”. Il bluff è nell’aria ma al contempo la mano è tesa, nel tentativo di stringere idealmente – ma neppure troppo – quella di Gianfranco Fini.

Una nota diramata in serata con cui il Presidente del Consiglio mostra l’ennesimo volto che non ti aspetti (specie dopo la dichiarazione di Umberto Bossi che punta deciso verso le elezioni): “Al di là del frastuono delle irresponsabili e a volte farneticanti parole pronunciate da taluni contro il governo e contro la propria stessa maggioranza, se vi sarà lo spirito costruttivo contenuto nelle dichiarazioni di alcuni senatori del centrodestra (deputati Fli, ndr), che accolgo con grande soddisfazione e disponibilità, sarà certamente possibile ritrovare quell’unità che, ove mancasse, non potrebbe che portare a scelte dolorose e definitive“.

Parla da paciere, il Premier, e intuirne lo scopo è in realtà più difficile di quanto sembri: semplice voglia di dialogo? Estremo tentativo di ricompattare tutto, lasciare ogni divergenza alle spalle, tirare un telo e non buttargli più un occhio? Potrebbe esssere. Ma l’altra versione – che rimanda al tentativo di spaccare in due, e indebolire, i deputati di Futuro e Libertà che hanno mostrato una differenza di vedute rispetto al comportamento da tenere con l’attuale maggioranza; che riporta al tatticismo fondamentale secondo cui PdL sarebbe in attesa che la spaccatura venga ufficializzata dagli avversari, se ne assumano la responsabilità – sembra altrettanto verosimile.