Ilaria Alpi, 15 anni dopo

Il 20 marzo del 1994 Ilaria Alpi e Miran Hrovatin venivano assassinati a Mogadiscio. Ilaria Alpi era nata a Roma, nel 1961. Lavorava al TG3, Miran era un operatore di un service della Rai. La storia è nota – ne abbiamo parlato già un anno fa. 15 anni senza verità, scrivono oggi.

Nel video la storia di questa strana vicenda. Una storia che non ha ancora individuato i reali mandanti. Sappiamo chi c’era. Sappiamo chi, più o meno, ha fatto parte del commando. Ma non conosciamo il resto. Neppure la Commissione istituita dalla Camera, presieduta da Carlo Taormina, ha spiegato agli italiani e alla famiglia degli assassinati perché sono morti.

Ferruccio De Bortoli ha rinunciato alla Presidenza della Rai

Qualsiasi sia il nostro colore politico, bisogna ammetterlo: dispiace che Ferruccio De Bortoli abbia rinunciato alla prestigiosa carica di Presidente dell Rai dopo aver, incredibilmente, messo d’accordo sul suo nome sia Franceschini (neo-leader del PD) che Letta (colui che è artefice delle oscure trame del PDL). Dispiace, non c’è altro da dire da parte nostra, fruitori di un servizio pubblico che deve essere preso per mano. Ferruccio De Bortoli ha poi dichiarato che “Dopo attenta riflessione ho però deciso di restare dove sono: a fare solo il giornalista“. Chapeaux a uno degli ultimi giornalisti che vogliono fare solamente il proprio lavoro. O almeno così sembra.

RaiUno, i “cittadini” qualunque

Questa è simpatica. Fa parte delle “leggende metropolitane” (e affatto metropolitane) all’italiana. Ecco, l’italica televisione. Di più: la televisione pubblica (più o meno). Ecco. Domenica in. In uno di quelli che un tempo potevano essere definiti i programmi “cult” della televisione italiana, ecco il gustoso intermezzo.

Nell’affrontare con scottante pregnanza scottanti aspetti della quotidianità del Paese, a Domenica in si parla di ronde. Ecco allora che si tenta l’approfondimento. Ed ecco che un politico di destra viene presentato come un esponente di un comitato di quartiere, in quel dell’Arena di Massimo Giletti, quello stinco di italianità che non è altro.

Internet all’italiana, ovvero: come sopravvivere a D’Alia, Cassinelli e Levi

Ci hanno già provato tre volte a mettere il bavaglio alla Rete in Italia. In un anno, ben tre volte! La cosa mi preoccupa. Prima Riccardo Levi (Pd), poi Roberto Cassinelli (Pdl), infine Gianpiero D’Alia (Udc). Enzo Di Frenna, giornalista.

Lettera aperta a Gianpiero D’Aulia. Una lettera che deve essere arrivata non poche volte nella casella di posta elettronica del senato dell’Egregio senatore D’Alia. Scrive Enzo Di Frenna sul suo blog:

Oggi vengo a conoscenza della sua esistenza perchè ha proposto un emendamento, già approvato in Senato, ad un disegno di legge del ministro Brunetta che permette al ministro degli Interni, Roberto Maroni, di oscurare Internet in Italia: blog, You Tube e Facebook. Lei propone in sostanza l’introduzione “dell’articolo 50 bis al pacchetto sicurezza” per costringere i provider a oscurare i siti che commettono istigazione a delinquere o apologia di reato. E leggo anche che, secondo lei, vanno oscurati i blog che contengano commenti riconducibili a tale reato

Affermazioni forti, che rientrano nel dibattito sulla regolamentazione della Rete in Italia. L’appoccio non va giù ai più. D’Alia è un avvocato, un cassazionista. Del problemuccio scrive anche Anna Masera su La Stampa, riportanddo la posizione dell’ex magistrato Antonio Di Pietro, che allerta dal suo blog (Internet in Italia: come Cina e Birmania” di Antonio Di Pietro | 13 Febbraio 2009) gli italici web surfers dall’emendamento D’Alia, appunto, nel pacchetto sicurezza (disegno di legge 733).

Ecco il Villari fan club su Facebook

Nell’Obama day – e dintorni – torna un inquietante dilemma italico: la politica su Facebook? E pensare che ci preoccupavamo dell’approccio vetusto della politica all’italiana.  Un dato di fatto è che la Vigilanza (la soap Vigilanza Rai) sta appassionando i naviganti. Anche su Facebook.

Graziose le informazioni dettagliate dell’iscritto: dove, giustamente, alla voce “attività” risponde “Presidente della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi”. Ha 311 sostenitori.

Meglio va al gruppo sempre Facebook Villari fan club. 1.286 membri ad oggi Ma non è tutto oro quel che luccica. L’ultimo commento lasciato?

SEI UN GRANDE!!!! INCHIODATO ALLA POLTRONA COME LE COZZE ALLO SCOGLIO… NON MOLLARE ALMENO FINO A CHE NON ABOLISCONO LA COMMISSIONE!!! VAI COSI’!!!

O anche

Un uomo un mito e la Loctite dovrebbe chiamarlo come testimonial di un nuovo spot… come si è incollato lui alla sedia non lo fa nessuno. Comunque ha ragione lui, l’hanno votato e mo se lo tengono

E i veri fan…

Li stai facendo impazzire tutti a destra e a sinistra, sei troppo il migliore. Ti prego non mollare

Annozero: l’Annunziata lascia Santoro

Lucia Annunziata se n’è andata ieri dagli studi di Annozero. La conduttrice di “In mezz’ora” ha criticato la “faziosità” della trasmissione di Santoro, a suo avviso al 99,9% schierata a favore dei palestinesi. La trasmissione di ieri, infatti, era incentrata proprio sul conflitto in corso a Gaza.
Lucia Annunziata era stata invitata assieme a Rula Jebreal e a Manuela Dviri per commentare ed analizzare quanto sta accadendo a Gaza. La giornalista ha criticato duramente l’impostazione che Santoro aveva dato alla trasmissione, a suo avviso troppo di parte (strano, un’accusa mai mossa al conduttore di Annozero…). Per tutta risposta, Michele Santoro ha polemicamente risposto alla Annunziata di lasciar perdere critiche che vengono avanzate da anni nei nostri confronti e di passare piuttosto all’analisi dei contenuti (appunto).

A scatenare il dibattito sono state, in particolare, le interviste fatte da Corrado Formigli a ragazzi della comunità palestinese di Milano. Mossa errata per l’Annunziata: certe questioni non si possono affidare a due ragazzine.

Santoro non ha, naturalmente, lasciato passare la critica nell’impunità.

stai acquisendo crediti verso qualcuno criticando la mia trasmissione?

e dopo il battibecco in piena regola l’ex presidente della Rai si è alzata e se n’è andata per protesta.

Giornalismo? In Italia è morto e sepolto da un pezzo.

Gomorra, addio all’Oscar

Gomorra dice addio all’Oscar. Non ce lo aspettavamo. Non se lo aspettava nessuno. Non se lo aspettava certo il regista. Il film di Garrone aveva avuto un 2008 di tutto rispetto. Premiato a Cannes, premiato agli European Film Awards, era stato benedetto da Steven Spielberg e Sophia Loren, era innegabilmente in odor di Oscar.

E invece no, niente statuetta. Il 2009 è appena iniziato, ed è già una pessima annata. Gomorra è rimasto a secco sia ai Golden Globe sia agli Oscar: la pellicola non rientra nelle candidature. Fabio Cannavaro (grande e insospettabile critico cinematografico, oltre che calciatore a tempo perso) portasse un po’ sfiga?

Vigilanza Rai, Villari è solo

Villari è rimasto solo. Forse, nella soap opera Vigilanza Rai, la svolta è vicina. Forse – dato che Villari non ha mai avuto intenzione di spostarsi dalla carica assunta.  I quattro capigruppo del Pdl hanno pubblicato ieri una lettera sul Corriere. Il titolo è inequivocabile: Finché Villari non si dimette, lasciamo la Commissione di Vigilanza.

Maggioranza e opposizione sono, a questo punto, compatte nel chiedere le dimissioni del presidente della Vigilanza Rai. La soluzione politica è vicina, dicono i due schieramenti. E Villari è solo.

Riccardo Villari e la responsabilità istituzionale

Non se ne può davvero più di tutta la vicenza riguardante il presidente della Commissione di Vigilanza delle Rai. Dopo ben 48 votazioni è stato eletto, con gran colpo di classe della maggioranza, Riccardo Villari. Il giorno aveva già dichiarato che era pronto a dare le dimissioni in favore di una figura autorevole. La figura autorevole è stata trovata (Zavoli) e ora Villari dice di non voler più dare le dimissioni. I toni si alzano e tutti “i grossi nomi della politica invitano caldamente Villari a dimettersi” con le varie dichiarazioni. Quella migliore però spetta al nostro protagonista, Riccardo Villari “Sento salire, dentro di me, una forte responsabilità istituzionale“. Non mi deludere e non dimetterti. In questo modo, i giochi di potere della politichetta italiana saranno davanti ai riflettori come non mai.

Rai, di tutto, di più



E non scordatevi della Rai, mi raccomando. Non vi sfuggisse, tra una sentenza e l’altra – e un Ministro Onda – quest’ennesima chicca tutta italiana. Ogni tot anni, lo spettacolo di questa faccenda politica è sempre, sempre pronto a regalarvi le sorprese del caso.


Il Pdl che vota il Senatore del Pd, che però il Pd non vuole e men che mai l’Italia dei Valori – per carità, a Di Pietro gli è preso un magooooone.


Ora si dice pronto a dimettersi – mi dimetto mi dimetto certo mi dimetto – dalla carica di presidente della Commissione Parlamentare di Vigilanza, Riccardo Villari, Senatore del Pd che il Pdl vuole ma che il Pd-meno-L non vuole.

Sono consapevole che la mia elezione è avvenuta con una modalità inconsueta. Adesso intendo svolgere la mia funzione di garanzia prendendo contatti con i Gruppi parlamentari per ricostruire quel dialogo istituzionale tra maggioranza e opposizione, giungendo ad un nome su cui far convergere i propri voti. Allora sarò ben lieto di formalizzare le mie dimissioni, avendo così contribuito a ripristinare il funzionamento dell’organismo istituzionale che mi ha eletto presidente


Potrebbero volerci secoli, a occhio e croce.


Giornalismo, mea culpa necessario

La dimensione critica è assente. E’ bruciante la frase: Perché potevano aprire su di un altro grande tema, per esempio la macchina indietro (ma aspetto di leggere il testo per un giudizio più compiuto) del governo con il decreto legge sull’Università, oppure su di un altro grande tema, o (non sia mai!) con un’inchiesta originale. Già trent’anni fa, Indro Montanelli scriveva che il giornalismo italiano è servo per abitudine.

Libera informazione

Siccome però di parlare sempre di quello che da Grillo, con una certa ossessione che però lo accomuna a chiunque altro, in Italia, chiama lo psiconano stanca, stanca assai… c’è anche la parte buone notizie.

Libera Informazione-Teche Rai: “Documenti per far crescere le coscienze”.
Siglato l’accordo per l’utilizzo e la diffusione di materiale audio-video sui temi di mafia e antimafia

Qui, la notizia.

Delle intercettazioni

Volevate sapere davvero tutto questo? Da Silvio, veniamo a a conoscenza del fatto che 789 Pubblici Ministeri e Magistrati si sono interessati all’uomo di Arcore nella loro attività lavorativa dalla di lui discesa in campo. Prima domanda. Abbiamo 789 comunisti nella nazione e non lo sapevamo? Una bella media, sui 9000 magistrati sparsi sul territorio nazionale (e considerando che la Sinistra è, ad esempio – ma è solo un esempio – scomparsa dal Parlamento). Direte voi: non ha mica detto comunisti. Parla di accanimento giudiziario. Giusto. Dal 1994, 789 tra Pubblici Ministeri e Magistrati non avevano, evidentemente, nessun criminale di meglio da perseguire. Questa non se la perde neppure Beppe Grillo.
Volevate sapere davvero tutto questo? Seconda domanda. Perchè Silvio Berlusconi è andato alla Confesercenti? Certe voci dicono: visto che la Confesercenti si dichiara bipartisan, ma neutra poi non lo è del tutto, è andato volontariamente a prendersi i fischi, per dimostrare che così non è. Terza domanda. Le intercettazioni. Ma voi. Volevate sapere davvero tutto questo?