Eluana Englaro, Berlusconi: “Dolore per non aver evitato morte”

EnglaroEluana Englaro. A un anno dalla sua morte il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha fatto recapitare un messaggio alle suore misericordine della clinica Beato Luigi Telamoni, in cui la ragazza rimase ricoverata 14 anni, tramite il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, che oggi è stato in visita alla clinica di Lecco. Ecco il messaggio integrale del premier:

Vorrei ricordarla e condividere il rammarico e il dolore per non aver potuto evitare la sua morte. Carissime sorelle, è trascorso ormai un anno dalla scomparsa di Eluana Englaro. Vorrei ricordarla con voi e condividere il rammarico e il dolore per non aver potuto evitare la sua morte.

Vorrei soprattutto ringraziare tutte voi per la discreta e tenace testimonianza di bene e di amore che avete dato in questi anni i gesti di cura che avete avuto per Eluana e per tutte le persone che assistete lontano dai riflettori e dal clamore in cui invece sono immerse le nostre giornate, sono un segno di carità, un esempio da seguire per me e per tutti noi che abbiamo la responsabilità di governare il nostro amato Paese.

Vi prego di pregare per l’Italia perchè ritrovi pace e serenità nella vita pubblica e in quella privata di ciascuno di noi, cordialmente Silvio Berlusconi.

Eluana Englaro, il padre: “Non ho rimorsi”

EnglaroNello scorso anno, in Italia, si è dibattuto molto sulla morte Eluana Englaro, la donna che per 17 anni ha vissuto in uno stato vegetativo, in seguito a un incidente stradale nel 1992. Il decesso è avvenuto dopo che il padre della donna, Beppino Englaro, ha chiesto e ottenuto la sospensione della terapia.

A un anno di distanza, intervistato da La Stampa, il signor Englaro torna a parlare: “Non ho rimorsi se esiste un Dio gli spiegherò che ho agito secondo la coscienza che lui mi ha dato”. Il dramma di un padre, che ribadisce: “Lottare per una legge decente che consenta ai cittadini di poter decidere per loro stessi. Il tormento più grande è essere costretto a scegliere per chi ami”. Sul testamento biologico Beppino dice:

Lo Stato non può pretendere che anche chi crede nella scienza sia costretto ad aspettare un miracolo. Non mi chiedo come sto da anni ma non conta come sto io: bisogna arrivare a una legge che tuteli tutti. Per mesi non ho messo la foto sulla tomba di Eluana: non volevo che diventasse la meta di frotte di curiosi e sconosciuti.

2009, un anno in Politica Live – Secondo tempo

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Febbraio 2009 è il mese in cui una ragazza, un volto e due occhi che ci guardano attraverso una, tante, troppe foto di una vita passata e lontana, ha scosso le coscienze di questi italiani sopiti. Eluana Englaro e suo padre, Beppe Englaro. Qui trovate la sua – la loro – storia. Un padre che per alcuni è un assassino, mentre per altri è solo una persona coraggiosa. Un padre che ha affrontato il dramma di una figlia, e che ha voluto farlo non di nascosto – come probabilmente accade assai più spesso e ben al di là dell’immaginazione comune. Ma chiedendo alla legge, e ottenendone la possibilità.

Sul corpo di Eluana – e mai lo si sottolineerà abbastanza – si è giocata una partita nazionale che è andata ben al di là della storia privata e tragica della famiglia Englaro. La vita e la morte, il bio-testamento, dell’alimentazione artificiale. Della religione e della morale.

Il Pd, da Roma alla Sardegna

[Foto| BugBog] Ieri il PD è sceso in piazza a Roma. A difendere la Costituzione. Ecco le parole di Oscar Luigi Scalfaro

Chi dice che la Costituzione è nata da una filosofia comunista lo fa perché questo è frutto di assenza e ignoranza

Il presidente emerito “difende” Napolitano. In qualità del suo ruolo e della sua funzione, infatti, dovrebbe essere “tenuto fuori” dalle beghe politiche. O quanto meno – a buon senso – non essere coinvolto nei termini e nei modi recenti – come sul caso Eluana.

Va bene tutto. Ma il problema è un altro, ed è grande. Il Pd si unisce solo contro Berlusconi. Il titolo de Il Tempo – giornale che non amo particolarmente – fa riflettere. Berlusconi è pericoloso per la democrazia, dice Scalfaro.

Eluana Englaro, piccola storia ignobile

Ma che piccola storia ignobile mi tocca raccontare, cantava Francesco Guccini. Eluana Englaro è nata a Lecco il 25 novembre 1970. Ed è morta. E’ morta oggi, 9 febbraio 2009, a Udine, presso la clinica “La Quiete”. Cogliendo di sorpresa un intero paese. Che, attraverso il suo corpo, si è guardato allo specchio. In Italia ci sono tra le 2.000 e le 2.500 persone che si trovano in condizioni più o meno analoghe a quelle di Eluana Englaro.

Eluana era una studentessa. Aveva solo 21 anni, da poco compiuti, quel giorno. Era il 18 gennaio 1992. Aveva preso la macchina grande, e quel giorno, per la prima volta, non era andata fuori città con i genitori come invece sempre capitava. Eluana, quella sera, era andata ad una festa a Pescate, paesino nei pressi di Lecco. Al ritorno, nella notte, l’incidente stradale.

Gran Bretagna: La morte in diretta

Ormai qualsiasi argomento è pronto a dare scandalo. In Italia stiamo vivendo il calvario che la famiglia Englaro sta vivendo per porre fine alla vita della propria figlia ormai da più di 10 anni in uno stato vegetativo, ma comunque viva. Un omicidio che nessuno vuole compiere, un omicidio che nessuno si sente di avere le facoltà di fare e di prendersene poi, di fronte all’opinione pubblica, le responsabilità.

Così non è in Gran Bretagna dove non solo sembra che di questi problemi non se ne facciano, ma addirittura la televisione satellitare Sky Real Lives ha deciso di crearne un documentario. Un canale satellitare che si pone di essere specchio di esperienze di vita interessanti, come ad esempio la morte di un uomo, da lui fatta partire con la semplice pressione di un bottone con i denti dal letto su cui viveva la sua degenza permanente.

Una spettacolarizzazione di un evento che invece bisognerebbe vivere nella massima intimità, quasi segretezza, perchè la morte, l’ultimo istante di vita terrena, non deve essere reso uno show firmato da un regista premio Oscar e da una programmazione strappa ascolti. Forse bisognerebbe ogni tanto staccare la spina, ma non quella delle macchine quanto quella di certe tv.

Buon riposo cara Eluana

Fino a qualche giorno fa pensavo che avresti dovuto vivere, anche solo per il fatto di dimostrare al mondo che la vita vince la morte. Ora la penso diversamente e un po’ me ne vergogno: è giusto che tu continui questo sonno infinito in cui sei entrata inconsapevolmente. Se mai ti svegliassi, infatti, scopriresti quanto è ingiusto il mondo che ti circonda, dove, sempre più spesso, si pensa alla salvaguardia delle balene (anche loro infatti hanno giustamente diritto alla vita) piuttosto che alla salvaguardia della vita umana in tutte le sue declinazioni. Buon riposo cara Eluana e non smettere mai di sognare un mondo migliore di quello che ti circonda. Per tua fortuna, ancora per poco.

Eluana, questione di politica

Da quel giorno, Eluana non esiste più, come persona

Eluana. Un nome, una ragazza, una persona che, in qualche modo, non c’è più.

Vittima sacrificale del Giuramento di Ippocrate, poi dell’ordinamento giuridico. Da 16 anni è in stato vegetativo permanente. E la Corte di Appello aveva dato l’ok per l’interruzione dell’alimentazione e dell’idratazione forzata.
Ma. Ma da quel momento, e come troppo spesso accade soprattutto in Italia, Eluana, il suo corpo privo d’anima, è diventato un caso politico.

Il pastore tedesco tra eutanasia, divorzio e aborto

Papa
I roghi. Se il divorzio e l’aborto restano

colpe gravi

(Ferrara ringrazia) e comunque la Chiesa (che tanto buona e lungimirante è) deve

accostarsi con amore e delicatezza, con premura e attenzione materna alle persone che ne portano le ferite interiori e cercano la possibilità di una ripresa

Non c’è niente di meglio di un po’ di fuoco e fiamme che purifichino. Si suggerisce, eh, per carità.

Il Papa oggi, in Vaticano, ai partecipanti al congresso L’olio sulle ferite (che nome inquietante) ha spiegato nuovamente che il divorzio (disciplinato dalla legge 1 dicembre 1970 n. 898 della Repubblica Italiana) e l’aborto (disciplinato dalla L. 22 maggio 1978, n. 194
Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza
, sempre legge della Repubblica Italiana) sono colpe gravi. Piaghe.

Famiglia Cristiana e Arcigay: tutti contro Veltroni

Veltroni
Ieri Avvenire, oggi Famiglia Cristiana. Non c’è pace per il PD. Da Avvenire, che ha duramente attaccato la candidatura di Umberto Veronesi, e da Famiglia Cristiana, era quesi banale. Ma oggi si aggiungono anche le critiche dell’Arcigay, creando così un trio di fonti critiche altamente improbabile.
Dopotutto, dovesse andare male, si è fatto il Giro d’Italia. In verità, il tour è realmente assai denso, e le province vengono toccate nella loro totalità numerica. Oggi il Pd e il suo allegro bus si sono fermati a Porto San Giorgio, nelle Marche, e Walter Veltroni ha dovuto, naturalmente dire la sua sulla polemica e il dibattito tra cattolici e laici che da giorni, ormai, domina la scena pubblica italiana.
Il Uolteriano appello è stato preciso: che, insomma, non si giunga ad

una nuova divaricazione tra laici e cattolici

Il Papa sull’eutanasia. Niente di nuovo sotto al sole

Welby
Ci ritorna su, naturalmente. Il Pastore Tedesco ha da precisare. Con voce inconfondibile e cantilenante, ha quest’oggi, ancora una volta, ripetuto ribadito e sottolineato la

Ferma e costante condanna etica di ogni forma di eutanasia diretta, secondo il plurisecolare insegnamento della Chiesa

Benedetto XVI contro le spinte eutanasiche, dettate da una visione utilitaristica nei confronti della persona.

Mentre il dibattito scientifico e legislativo infuria sui grandi temi etici, l’aborto, la pillola e l’eutanasia, e mentre un uomo controverso – e che alla Chiesa non può certo andare giù – viene candidato dal Pd, il Papa al congresso promosso in Vaticano dalla Pontificia Accademia delle Vita sul tema, guarda un po’, Accanto al malato inguaribile e al morente: orientamenti etici ed operativi, riporta le eventuali pecorelle smarrite all’ovile.

Veronesi, scelta difficile. L’Avvenire attacca

Veronesi
Non riesce a non sollevare tutta la mia simpatia. Come uomo, come scienziato, come personaggio politico che nelle beghe di Palazzo possa portare, quantomeno, uno spiraglio di lotta a pratiche e mentalità bigotte, così vincenti e radicate nel panorama italiano.
Per decenni ha lottato e portato avanti ricerche e progetti sulla prevenzione e sulla cura del cancro, ed ha contribuito al raggiungimento di enormi traguardi nella lotta a questa malattia. Soprattutto per ciò che concerne il carcinoma mammario, prima causa di morte per tumore nella donna. Per me, questo è intoccabile, forse soprattutto emotivamente.
Dal punto di vista politivo, Veronesi è un personaggio complesso, e difficilmente etichettabile. Chiaro che alla Binetti venga l’orticaria quando ci pensa. Chissa se Walter ha in testa la cifra della complessa composizione in cui si è messo.

Eutanasia: Andiamo tutti a morire in Lussemburgo

Quanti di voi, tramite le riminiscenze delle scuole medie e magari delle superiori, si ricordano del Benelux? Per tutti coloro che non dovessero ricordarsi, il Benelux è una regione europea composta da tre stati: il Belgio (BE), i Paesi Bassi (NE) e il Lussemburgo (LUX). In principio il Benelux era stato istituito per creare una unione doganale tra i tre paesi, mentre oggi verrà ricordato sicuramente per qualcosa di peggio.

Infatti nella serata di ieri il Lussemburgo ha approvato la proposta di legge che permette la depenalizzazione dell’eutanasia. Attualmente solo altri due paesi hanno già effettuato questa operazione e sono proprio i suoi vicini di casa Belgio e Olanda.

Uniti ancora per lo stesso ideale. In principio era l’economia che aveva portato all’istituzione del Benelux oggi invece il diritto a morire unisce moralmente i tre stati. Sicuramente sarebbe stato meglio farsi ricordare per la prima motivazione piuttosto che per la seconda.