Goodbye Eluana

Mentre l’Italia si lecca pesanti ferite post-Eluana (una ragazza che, per fortuna, non ha mai saputo cosa ha rapresentato e come il suo corpo inerme è stato strumentalizzato), vorrei citare l’amico Spinoza.Il post si intitola assai semplicemente: Le vite degli altri

Comunque ci sono disgrazie peggiori. Pensate alla figlia di Gasparri.

“Se serve, mi scuso. Stai tranquillo, Gasparri. Non è mai successo che le tue parole siano servite a qualcosa

Mentre l’Italia si lecca le ferite, Roberto Saviano chiede – dalle pagine e dal sito di Repubblica – Chiedete scusa a Beppino Englaro. Dalla prima pagina del quotidiano. Quella stessa pagina che riporta La rivincita di Lady Obama. Michelle è sulla copertina di Vogue, e al mondo la faccenda dovrebbe in qualche modo interessare.

Eluana, l’esercito dei rei confessi

Eluana Englaro è morta. Mentre noi siamo rimasti qui, con le nostre drammatiche, ridicole, mortali e italiane beghe. Eluana è morta, e morendo ufficialmente ieri ha preso tutti in contropiede. In 48 ore volevano fare una legge che non sono riusciti a produrre in 12 anni. In 48 ore si voleva dare una svolta alla spinosa faccenda del testamento biologico, resa ancora più spinosa dal fatto che questo non è un paese normale. Resa ancora più spinosa dalle immancabili direttive della Chiesa.

Resa ancora più spinosa dall’ondata di emotività. E dal fatto che la vicenda clinica di questa ragazza ha distratto noi tutti da ciò che sta accadendo in altre sedi. Momento che Giorgio Napolitano definisce oggi di turbamento nazionale. Per il quale serve una riflessione comune. Interviene, il presidente della Repubblica, dopo che lo scontro politico è arrivato al suo culmine inimmaginabile. Dopo che sono volate parole come assassini, l’avete ammazzata. Dopo che il Capo dello Stato è stato accusato ieri – inutile usare eufemismi – apertamente in Senato dal capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri di avere una responsabilità nella morte di Eluana, per la firma mancata sul decreto legge del governo.

Eluana Englaro, piccola storia ignobile

Ma che piccola storia ignobile mi tocca raccontare, cantava Francesco Guccini. Eluana Englaro è nata a Lecco il 25 novembre 1970. Ed è morta. E’ morta oggi, 9 febbraio 2009, a Udine, presso la clinica “La Quiete”. Cogliendo di sorpresa un intero paese. Che, attraverso il suo corpo, si è guardato allo specchio. In Italia ci sono tra le 2.000 e le 2.500 persone che si trovano in condizioni più o meno analoghe a quelle di Eluana Englaro.

Eluana era una studentessa. Aveva solo 21 anni, da poco compiuti, quel giorno. Era il 18 gennaio 1992. Aveva preso la macchina grande, e quel giorno, per la prima volta, non era andata fuori città con i genitori come invece sempre capitava. Eluana, quella sera, era andata ad una festa a Pescate, paesino nei pressi di Lecco. Al ritorno, nella notte, l’incidente stradale.

Eluana è morta

Eluana è morta. La notizia è stata battuta pochi minuti fa, non ci sono ancora conferme. Mentre il Parlamento – o meglio, il Governo – correva contro il tempo, e mentre al Senato è in corso il dibattito sulla costituzionalità del disegno. Il Senato si è riunito in un minuto di silenzio. Perché Eluana è morta.

Update ore 20.39. La notizia è stata confermata anche dalla casa di cura. ANSA La notizia è stata confermata a Udine da fonti dell’amministrazione comunale e regionale e delle forze dell’ordine.

Update 20.45. Ed ecco la trafila dei primi commenti politici. Il Vaticano: che Dio li perdoni. Gaetano Quagliariello, vice capogruppo del Pdl al Senato: Eluana non e’ morta ma e’ stata ammazzata. Silvio Berlusconi: E’ grande il rammarico che sia stata resa impossibile l’azione del governo per salvare una vita. Il Ministro del Welfare, Maurizio Sacconi: Abbiamo sempre espresso comprensione per le scelte del padre di Eluana anche se non abbiamo condiviso lo scopo. Finocchiaro, capogruppo al Senato per il PD: E’ stato compiuto un ennesimo atto di sciacallaggio politico (riferendosi alle parole di Quagliarello, ndr.).

Eluana, “la Chiesa non impone i suoi valori”

Eluana, Chiesa e politica. Non uscirà, questo paese, dall’impasse istituzionale e morale in cui è caduto in questi giorni, finchè Eluana Englaro non morirà.

Non esiste altro paese al mondo in cui la vita istituzionale e mediatica si manifesti come in Italia. E’ vero: sui giornali non c’è solo la posizione della destra (centro-destra) e della sinistra (centro-sinistra). Ogni giorno, e su qualsiasi topic, la tripartizione è dovuta, e la Chiesa onnipresente. Non solo in casi come questi, in cui la vita e la morte hanno necessariamente un aspetto fortemente mistico. Questo non è un paese libero, e non vuole esserlo.

Eluana, “venite a trovarla”

Eluana. Mentre l’Italia si lecca le ferite del caos istituzionale, in attesa che scoppi la seconda parte, in attesa del seguito, insomma, Beppe Englaro fa un appello, reso noto attraverso l’avvocato Vittorio Angiolini. Invita Berlusconi e Napolitano ad andare a trovare la figlia.

Interessante anche questo articolo che dà la parola ai medici. I acconti della vita da ospedale. Decisioni e drammi che ogni giorno trovano la loro rappresentazione, ma dei quali non si parla. Accade ora, per ovvie e opinabili ragioni.

Restiamo in attesa delle prossime puntate. Il percorso di Eluana è già cominciato, l’alimentazione e la sua (non) somministrazione sta seguendo il suo protocollo. Mentre le Camere prenderanno visione del disegno di legge tra lunedì e martedì. Silvio fa sapere che:

Con i non poteri che ha il presidente del Consiglio, l’ipotesi di una prassi che fa intervenire il presidente della Repubblica addirittura prima che si prendano le decisioni è veramente una cosa che fa ridere

Ah. Ah. Ah.

Eluana – e il “corpo” di Stato – sulla stampa estera

Eluana, Berlusconi e Napolitano. Ho visto la rassegna stampa dei giornali di domani. Il manifesto non delude nella titolazione – gongolo per l’efficacia giornalistica delle loro soluzioni, non sto entrando nel meito. E “sbatte” in prima pagina il seguente titolo: Corpo di Stato.

E l’Italia sulla scena internazionale. Mi sono chiesta a un certo punto se i giornali stranieri e i paesi del mondo stessero in qualche dando copertura alle nostre beghe di italioti in pieno conflitto istituzionale là dove una donna è in stato vegetativo da 17 anni. La risposta è stata sì. Siamo in home page. L’eutanasia al centro di una crisi politica in Italia, titola Le Monde. Su Le Figaro, invece, facciamo un figurone con la delazione dei medici.

Eluana, in caduta libera

Eluana. Sono momenti febbrili. Apro la pagina del giornale ogni due per tre e leggo. Leggo del decreto approvato (i giornali ci erano , leggo del no di Napolitano, leggo di Berlusconi che dice non c’è problema, allora cambiamo la Costituzione. O anche, che farà una legge in tre giorni dico tre. (peccato che per Eluana sarà comunque tardi: la sospensione dell’alimentazione è cominciata oggi. Se si protrarrà per 48 ore consecutive, legge o non legge, Silvio o non Silvio, Papa o non Papa non si potrà tornare indietro).

Leggo che la decenza è stata oltrepassata, schiacciata, superata, violentata (insieme al corpo di Eluana) da troppo tempo.

Sembra un teatrino dell’assurdo uscito male. Sembra Samuel Beckett sotto l’effetto di pesanti droghe tagliate male e posseduto dall’intero cast della casa del Grande Fratello.

Eluana, ecco la bozza del decreto

Eluana, il Corriere – ma anche altri giornali – ha pubblicato il testo del passaggio cruciale del decreto legge “Salva-Eluana” – giuro, l’hanno già definito così – che sarebbe stato battuto in primis dall’Ansa. Decreto legge che il governo aveva annunciato di voler varare per impedire l’esecuzione della sentenza della Corte d’appello di Milano, non rigettata dalla Cassazione. Un solo articolo – non avevano tempo di farne altri: Disposizioni urgenti in materia di alimentazione ed idratazione. Decreto Legge sul quale l’esecutivo ha fatto marcia indietro oggi, data la reazione di Fini e di Napolitano.

Nel frattempo… La Procura di Udine potrebbe sequestrare la stanza della clinica dove è ricoverata Eluana. Un decreto legge, in effetti, sarebbe stato un tantinello chiassoso.

Eluana a Udine

Eluana, la più bieca forma di pornografia sul suo corpo. Così scrive Zucconi oggi. Una frase forte. E vera, se andate a leggere l’articolo e il senso in cui usa la parola “pornografia”. Uno dei commenti segnala questo articolo canadese. “Qualcuno ricorda – scrive un lettore – che solo pochi anni fa quella stessa Chiesa sosteneva che la terra fosse piatta e non rotonda?”. Naturalmente non mancano commenti del tenore “state decidendo per lei. Come fate a sapere che voglia morire?”.

Beppe Englaro è riuscito a trasferire la figlia Eluana a Udine. Qui, grazie al supporto di uno studio legale e del potocollo predisposto “a norma di legge”, il sondino che la tiene in vita verrà staccato. E lei – quel che resta di lei – lentamente, se ne andrà. Al netto di un’altra mossa politica, di un altro tribunale, di un altro ministro, di un altro emissario del Papa. Nessun commento, e nessun giudizio reale possibile. Solo tanta amarezza per il vespaio sollevato intorno al corpo di una ragazza che non può mandarvi tutti a quel paese.

Eluana, Sacconi va avanti per la sua strada

Per lui è un atto dovuto, e lo rifarebbe. Maurizio Sacconi, Ministro del Welfare, a dicembre scorso, attraverso un atto di indirizzo, ha, di fatto, bloccato il ricovero di Eluana Englaro nella clinica Città di Udine. Naturalmente, dal suo punto di vista, è l’inchiesta su di lui a costituire una vera e propria intimidazione – come se indagare su qualcuno dovesse necessariamente assumere questa connotazione, soprattutto se trattasi di Ministro.

Il ministro ha emanato un provvedimento che impedisce di sospendere ai disabili alimentazione e idratazione artificiali. In seguito alla denuncia correlata presentata dai Radicali, il Ministro è indagato per violenza privata nei confronti della clinica che era in procinto di accogliere Eluana.

Lui si difende così:

È stato un atto doveroso, di indirizzo al servizio sanitario nazionale affinché avesse comportamenti omogenei sul dovere di alimentazione e idratazione delle persone disabili, in ossequio alla legislazione italiana e alle carte Onu

Ma non è tutto così lineare.

Eluana, questione di politica

Da quel giorno, Eluana non esiste più, come persona

Eluana. Un nome, una ragazza, una persona che, in qualche modo, non c’è più.

Vittima sacrificale del Giuramento di Ippocrate, poi dell’ordinamento giuridico. Da 16 anni è in stato vegetativo permanente. E la Corte di Appello aveva dato l’ok per l’interruzione dell’alimentazione e dell’idratazione forzata.
Ma. Ma da quel momento, e come troppo spesso accade soprattutto in Italia, Eluana, il suo corpo privo d’anima, è diventato un caso politico.