Foto nuovi rifiuti a Napoli

Foto: Ap/LaPresse

Torna l’incubo rifiuti a Napoli. Incubo che si concentra per lo più nelle zone periferiche di Caivano, Acerra e Chiaiano, la cui saturazione della discarica è, secondo l’assessore all’Igiene urbana della città Paolo Giacomelli, all’origine del nuovo accumulo di rifiuti. Il sito dovrebbe chiudere tra due mesi, anche se come spiega Giacomelli anche l’impianto di Caivano mostra “della difficoltà di evacuazione della frazione umida e secca”.

Secondo l’assessore sugli accumuli di spazzatura, che sono misurabili in 900 tonnellate, vanno a incidere le chiusure domenicali di alcuni impianti di trattamento.

Sono dispiaciuto – continua Giacomelli – per le aree periferiche della zona orientale della città che stanno subendo le conseguenze negative di questa situazione. Nello stesso tempo siamo fiduciosi per le decisioni che adotterà la Provincia”.

Chiaiano, aperta indagine a Bruxelles sulla discarica

Un’indagine sulla realizzazione della discarica di Chiaiano: la commissione per le petizioni della Comunità Europea ha deciso di chiedere a Bruxelles di indagare. A riportarlo è PandoraTV. Ricordate Chiaiano?

La petizione ha ottenuto dunque un primo risultato per i suoi sostenitori. La scelta di localizzare una discarica a Chiaiano, zona ad altissima densità di popolazione, viene bocciata dai cittadini che aderiscono alla protesta sia per ragioni economiche che per motivazioni di impatto ambientale. Si dicono certi del fatto che la giustizia, prima o poi, farà il suo corso.  Noi continueremo a lottare PER IL BENE COMUNE, convinti che non è più tempo di essere leggeri sullo sperpero di denaro pubblico, sulla salute dei cittadini e del pianeta.

I rifiuti bruciano…da soli

Nel napoletano abbiamo visto per settimane i manifestanti che per protestare contro l’una o l’altra discarica da preparare od aprire di pronta risposta iniziavano a bruciare i rifiuti della zona.
Con l’avvento di Bertolaso nella regione partenopea, la popolazione sembra aver acquistato quella fiducia necessaria ad andare avanti, fondamentale in una situazione come quella che vivono.
Eppure nonostante questo i rifiuti continuano a bruciare. La motivazione è semplice l’ondata di caldo che si sta per abbattere al Sud inizierà a flagellare quelle regioni per tutta la stagione estiva.
Ed ecco per Napoli giungere dopo la piaga rifiuti, la “nuova piaga”: il caldo! Un problema che purtroppo per i napoletani non si potrà risolvere con la costruzione di qualche discarica.

I rifiuti di Napoli non piacciono a Bruxelles

Napoli e Bruxelles sono due città favolose. La loro storia, passate e presente, le consegnerà alla storia futura prossima e ventura. Eppure nonostante le due città distino quasi 2000 km di distanza sembra che Bruxelles non apprezzi poi molto Napoli.

Ovviamente non si tratta di questioni di bellezza monumentale, perchè in quel senso Napoli è una città stupenda, quanto invece dalla maledizione che da parecchi anni sta avvolgendo la città, ovvero i rifiuti.

Proprio così parecchi anni, perchè nonostante il problema sia uscito alle cronache solo ultimamente, il problema smaltimento è un caso che la regione partenopea si porta appresso da anni, con occhi chiusi quando si sarebbe dovuto guardare attentamente e soluzioni la maggior parte delle volte sbagliate.

Rifiuti: Che ore sono? Sono 5 tonnellate alle 10.

Lo sa come misuro il mio tempo a Napoli? In tonnellate. Ogni minuto che perdo, 5 tonnellate in più sul disastro.

L’ironia che nasconde la verità. Con queste parole Gianni de Gennaro ha specificato quanto in questo momento ogni minuto buttato al vento, comporti migliaia di problemi a livello di smaltimento dei rifiuti che ormai da mesi infestano la Campania.

Gli occhi sono, forse per la prima volta ad quando è iniziato il problema, indirizzati verso un’altra direzione (diciamo un 150 km più a nord, destinazione Roma – Senato della Repubblica) e questo costringe il buon “superman” De Gennaro ad una dichiarazione mantenga gli occhi lontano da Napoli e allo stesso tempo non faccia dimenticare ai “capi” che in realtà lì, la soluzione, ancora non la si ha trovata.

De Gennaro salvaci tu!

Alla fine ce l’ha fatta. Il nostro “superman” è riuscito finalmente a dare un piano definitivo per lo smaltimento dei rifiuti in Campania, che dovrebbe portare con una stima approsimativa di 100 giorni allo smaltimento delle diverse tonnellate di rifiuti ancora da smaltire.

Tramite l’apertura di 3 discariche e 3 siti di stoccaggio la super commissione guidata da Gianni De Gennaro ha annunciato di avere risolto il problema dei rifiuti, almeno sulla carta. Ora è giunto il momento di mettere in pratica la parole.

Inoltre si è attivata anche una sezione adibita alla ricerca che permetterà di studiare la realizzazione di un termovalorizzatore nel casertano. Caserta, e non Napoli, scelta come città fulcro per lo smaltimento dei rifiuti e che, proprio per questo motivo, è divenuto il quartiere generale degli uomini di De Gennaro.

Tutto bene, tutto bello e tutto perfetto verrebbe da dire. Ed invece non è così.

Monnezza: dalla Campania alla Sicilia. Tra class action del Codacons e proteste

Er monnezza
Alta tensione sull’isola. La situazione non accenna a migliorare. Dopo l’arrivo della nave della monnezza di due giorni fa al porto di Cagliari, la Sardegna continua a non volere i rifiuti di provenienza campana. Ieri sette giovani sono stati arrestati, perchè sospettati di appartenere agli ultrà del Cagliari e ritenuti responsabili degli scontri – vera e propria guerriglia – davanti alla villa del Presidente della Regione Renato Soru l’altra notte.
Soru è stato duramente e a vario titolo – con strascichi, per l’appunto, alla G8 genovese – per aver autorizzato l’ingresso dell’immondizia dalla Campania nella regione. Oggi le forze dell’ordine hanno disposto, sempre a Cagliari, l’arresto di altri due ragazzi . Uno dei due lavora in un distributore di benzina, e sono entrambi maggiorenni. Sono stati sorpresi a progettare un attentato incendiario: l’obbiettivo era l’abitazione di Soru, ancora una volta, e gli agenti che vigilano davanti alla casa.
Ma non è solo la Sardegna a protestare. La tensione si allarga anche all’altra isola. Neanche la Sicilia ci sta.

Cartoline da Napoli. Barricate, cariche della polizia e le 24 ore per la vita di Prodi

cumuli immondizia napoli

Ieri Prodi ha trascorso l’intera giornata passando da una riunione all’altra, Straordinarie e ordinarie. Infine, la capatina al Quirinale per riferire a Napolitano: un’ora di colloquio. Imperversa il caos, per fare una descrizione sinteticadi tutti i fronti del dramma che è l’emergenza rifiuti in Campania, le proteste della gente e le polemiche dei politici.

Alfonso Pecoraro Scanio, Ministro dell’Ambiente, dal canto suo ha poi precisato: Ho chiesto l’uso dell’esercito e l’aiuto del genio non solo per le scuole ma per rimuovere i rifiuti dalle strade e attrezzare le aree provvisorie di stoccaggio.Ospite, ieri sera, a Porta a Porta, il ministro ha specificato che non è vero che i termovalorizzatori non si fanno. Ad Acerra non è stato fermato da me, ma dalla magistratura. I termovalorizzatori vanno utilizzati, ma facendo anche la raccolta defferenziata.

Prodi, dal canto suo, ha passato la giornata ad assicurare entro la giornata di oggi una soluzione radicale alla crisi. Dei rifiuti, ma anche delle proteste. La maggioranza resta però divisa, tra polemiche e responsabilità. Tra Antonio Di Pietro e la mozione di sfiducia dei consiglieri regionali dell’Italia dei Valori al governatore Antonio Bassolino in Regione e il rinvio del verticedi ieri con il ministro dell’Ambiente.

Iervolino: il Governo sapeva già da un anno

BassolinoIervolino

Campania in rivolta. I disagi e i tafferugli non si fermano. Oggi il summit a Palazzo Chigi sul drammatico allarme rifiuti: una situazione che appare, ormai, priva di ogni controllo. Nell’attesa di capire cosa Prodi e i suoi possono aver inventato per tentare di uscire dall’emergenza, Napoli punta il dito contro Roma. Il sindaco, Rosa Russo Iervolino, in un’intervista a SkyTg24, ne ha per tutti. Anche in risposta alle accuse che le sono state rivolte da più parti.

Vedere la città così ridotta fa veramente pena. Se tutti dessimo maggiore solidarietà e facessimo meno proclami forse faremmo di più l’interesse dei cittadini. Il Sindaco ne ha per tutti: altri sapevano, quindi la responsabilità dell’attuale situazione non può essere imputata a lei sola. Il Governo aveva tutti gli elementi per intervenire, era stato allarmato per tempo, secondo la Iervolino, ma non si è agito. Sento di essere rispettosa istituzionalmente, ma al presidente del Consiglio Romano Prodi la possibilità di giungere a una situazione del genere era stata prospettata addirittura l’11 gennaio del 2007 in una riunione fatta a Castel dell’Ovo dopo una lunga e particolareggiata relazione del commissario governativo di allora, Guido Bertolaso. Stranamente questa riunione non ha avuto ricadute. Dopodiché c’è stato un decreto legge del Governo, convertito in legge, che individuava alcuni siti che stranamente non sono stati aperti. Non voglio dire che ho fatto tutto in modo perfetto, ma la responsabilità è legata ai poteri che si hanno. Non posso essere responsabile di cose – conclude il sindaco – per la quali non ho mai avuto il potere, né io, né prima di me Riccardo Marone, né Bassolino».

Rifiuti, al culmine dello scontro. Prodi: “E’ una tragedia”. Bassolino contestato

Bassolino

La situazione è sull’orlo del precipizio. Il governo si assume tutte le proprie responsabilità riguardo a questa emergenza perchè sta mettendo in gioco il paese. Parole non allegre (già accantonata la ventata di ottimismo delle Feste, vero?) dal Presidente del Consiglio Romano Prodi, che, da Bologna, ha detto la sua sulla drammatica emergenza rifiuti nel napoletano. Il Premier sa e sostiene la necessità di risolvere il problema, e di risolverlo per sempre.

Intanto, non si placano le proteste e gli scontri. Ieri pomeriggio un gruppo di persone, una ventina, ha bloccato un autobus e incendiato i cassonetti dei rifiuti a San Giorgio a Cremano, uno dei centri più colpiti dalla crisi dello smaltimento dell’immondizia. I presenti? Applaudivano.

A Napoli nel pomeriggio, in pieno centro, lo stesso scenario: cassonetti dei rifiuti dati alle fiamme e correlati interventi dei Vigili del Fuoco. E non si placa la rabbia contro la riapertura della discarica di Pianura: si è unito ieri ai manifestanti anche un gruppo di una cinquantina di mamme con bambini. La protesta contro la discarica del contendere ha causato anche il blocco della circolazione ferroviaria sulla linea Napoli-Roma, tra Pozzuoli e Giuliano.


Ed è proprio a Pianura che, in seguito ad una sassaiola contro le forze dell’ordine, sono state fermate, e poi rilasciate, una decina di persone. Scontri e tafferugli hanno causato il ferimento di due agenti della polizia. Nella notte, la polizia ha scortato una trentina di camion adibiti a movimentare la terra per creare l’invaso che poi sarà coperto dai teloni impermeabilizzati già portati all’interno nei giorni scorsi. Anche questa operazione è stata ostacolata dai manifestanti, che si sono seduti nella carreggiata.

Napoli: fantocci, spazzatura e Napolitano tardivamente allarmato

cumuli immondizia napoli

La situazione non cambia, la tensione non scende. Il quartiere di Pianura a Napoli è ancora blindato, dopo l’ennesima notte di protesta con autobus incendiati e blocchi stradali per evitare la riapertura della discarica della discordia, quella della contrada Pisani. Non si spengono i roghi in tutta la Campania, soprattutto nella zona vesuviana e quella flegrea, meno grave la situazione nella periferia napoletana. I vigili del fuoco hanno effettuato nella nottata cinquanta interventi.

Le istituzioni si stanno mobilitando. Finalmente, e almeno nella comunicazioni ufficiali. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si definisce non preoccupato, quanto allarmato, e aggiunge: Penso che il governo prenderà un’iniziativa al massimo livello. Sono d’accordo con il presidente del Consiglio e con i ministri di Interni e Ambiente sul fatto che ci sia un’assunzione di responsabilità precisa per sbloccare questa situazione.

E il Governo che fa? In una nota, si fa appello alla grande e ferma unità delle istituzioni a sostegno delle azioni, ineludibili e necessarie, intraprese sul fronte dei rifiuti. Punta il dito contro gruppi estremisti: Hanno cercato e cercano di alzare barricate di dissenso. Contro la radicata sfiducia dei cittadini (ma scusi, signora notaufficiale di Palazzo Chigi, chi può volerne alla sfiducia dei cittadini sommersi dal fetore e dalla monnezza?), ribadisce la ferma azione del Governo, che fa sua la garanzia che ciascuno dei siti, a partire da Pianura, sia rigorosamente destinato all’autosufficienza locale. Eppur, non si muove.

Di monnezza e di tensioni. The Neverending Story

Neverending Story

Novanta roghi in 12 ore. Spaventosa media. Soprattutto per la diossina. Petardi nei rifiuti? Sei pompieri feriti. L’autobus? Al rogo anche l’autobus, a Pianura, per opera dei contestatori. Una discarica da riaprire dopo 10 anni a Cercola? Sit-in. Giacchè, anche altri quattro bus del servizio urbano con le ruote forate messi di traverso per impedire l’accesso al quartiere della discarica del contendere. E una gazzella dei carabinieri attaccata con lancio di sassi e di un estintore. Qui, nessun ferito. Napoli? Ieri più di 2.000 tonnellate di spazzatura non rimossa. L’ingresso alla superstrada di Pozzuoli? Bloccato. Se questa non è esasperazione.