Il caos delle schede e lo scaricabarile. Parola di Santo, parola di Silvio

scheda elettorale
Oggi ci possiamo tranquillzzare tutti. Per la guerra delle schede esplosa ieri per mano di… Indovinate? E insomma, oggi possiamo stare tutti più tranquilli.

Santo potrei esserlo, subito preferisco di no

Così oggi il nostro Silvio nazionale, collocato alla Fiera del Mediterraneo di Palermo. Perchè un cartello portato lì da alcuni supporter recitava:

Silvio, Santo subito

Solo ieri, il Santo Silvio nazionale aveva scritto:

Rivolgo un appello al Capo dello Stato perchè intervenga immediatamente a difesa della credibilità delle istituzioni democratiche e del diritto degli italiani a un regolare svolgimento delle elezioni

Di laici e cattolici virtuosismi. Buzz Lightyear all’attacco

Virtuosismi
Una composizione difficile. Virtuosismi e arzigogolii. La faccenda di difficoltosa – impossibile, si direbbe – composizione tra laici e cattolici conquista da giorni le pagine dei giornali e dei media.
Una questione che non troverà composizione prima, ma presumibilmente neppure dopo. Certo, uno sviluppo nella via ci sarà. Walter Veltroni è intervenuto direttamente. Proponendo, per lo spinoso topi, una sintesi alta e non una mediazione al ribasso. Ed ecco le parole del mistero della giornata. La laicità deve essere

eticamente esigente

Teniamo alto il livello dell’etica? Presumibile. Ma soprattutto, tra laici e cattolici deve avvenire un

incontro virtuoso

Berlusconi: “Gentiloni? No, Grazie.”

Che il Cavaliere sappia bene ciò che vuole è cosa nota. Ma quello visto a Roccaraso, durante la festa di FI, intitolata “Neveazzurra”, è spumeggiante sia per quanto riguarda il dialogo sulla legge elettorale, sia per quanto riguarda la discussione sulla riforma Gentiloni.

Sul ddl riguardante la riforma elettorale, Berlusconi ha fatto sapere che è necessario un dialogo con la maggioranza di governo:

Uno sbarramento alto si riesce a governare meglio. In Turchia e’ all’8%, ma non voglio portare questo esempio. Uno sbarramento al 5% e’ il minimo per consentire a un governo di governare. Sono d’accordo con Veltroni che il modello francese sia un buon modello che ha portato a buoni risultati. Per riuscire a fare quanto sta facendo Sarkozy ci vorrebbero due o tre anni.

Veltroni e il Cavaliere, spauracchio del nuovo anno

Veltroni&Berlusconi

Continua la delicata fase di assestamento, in apertura del nuovo anno, per la politica italiana. Protagonista indiscusso, almeno nel dibattito, il Pd, tra Franceschini e soprattutto Veltroni. E il braccio destro di quest’ultimo, Goffredo Bettini, parte alla carica nella difesa della causa. Le esternazioni dei giorni scorsi del numero due del Pd, Dario Franceschini, su una sferzata presidenzialista alla francese nei piani di riforma elettorale del partito, hanno innescato polemiche a non finire, interne ed esterne.

Ergo Bettini accorre ora in difesa. La sua teoria è chiara: nel Partito Democratico c’è chi intende distruggere Veltroni. E continua: Noi abbiamo sempre detto che il presidenzialismo francese è il sistema migliore per l’Italia e che rimane un punto di riferimento che potrebbe anche diventare una proposta da presentare per la campagna elettorale delle prossime elezioni politiche, quando saranno. Insomma, lo stupore diffuso è ingiustificato. Definisce la polemica sul sistema tedesco una discussione strumentale , e ha parole anche per il vice premier Massimo D’Alema, che dovrebbe abbandonare i suoi personalismi.

I dolori del giovane Veltroni, tra legge elettorale, Grandi Coalizioni e presidenzialismo francese (che poi così presidenziale non è)

Walter Veltroni

Walter Veltroni, leader del Partito Democratico, finalmente ha parlato. In un’intervista a La Repubblica, spiega le sue ragioni. Siamo a un passo da un traguardo che può essere storico per il Paese, si tratta solo di superare le divisioni, e di fare l’ultimo miglio. Il 2008 sarà l’anno delle riforme, ha già avuto modo di tuonare con ottimismo. Anche se “tuonare” è un parolone per l’immagine del soggetto politico in questione. La verifica di maggioranza è vicina, e nonostante le polemiche letteralmente esplose da alcuni giorni sulla legge elettorale – su input del suo vice, Dario Franceschini – l’ancora Sindaco di Roma è certo di farcela.

Le condizioni di Veltroni. Approccio positivo, ma Walter pone dei limiti: no a un accordo a tutti i costi, sì invece a un sistema misto per salvare il bipolarismo. Sul sistema elettorale, e sulla direzione del Pd sulla questione, risponde così – anche alle frange interne simpatizzanti del modello tedesco: Hanno in mente la Grande Coalizione: ma questo non è e non sarà mai il progetto del Pd. Amen. D’Alema stoppa decisamente il modello francese, Veltroni quello tedesco. Sarà: quello italiano – se di modello si può parlare – resta un dramma.

E sulla rocambolesca proposta di emulare la Grandeur, vera o presunta, dei francesi fatta da Franceschini, arriva la stroncata impietosa del Corriere della Sera . Nientepopodimenoche Giovanni Sartori così scrive: Il nostro stupidume politico quest’anno ha celebrato ed esibito il suo meglio attorno a Capodanno. Perché la proposta elettorale di Dario Franceschini, il numero due di Veltroni, supera ogni precedente primato per: 1)incomprensibilità, 2)confusioni a catena. Primo: incomprensibilità. Vale a dire, non si capisce quale sia l’intento. La proposta Franceschini a chi giova? A chi o cosa serve?

Spauracchio Partito Democratico, Giordano lancia un ultimatum sulla riforma elettorale

Giordano

Il Segretario di Rifondazione, Franco Giordano, si fa sentire. Noi siamo ancora aperti a un confronto che può produrre una larga maggioranza in parlamento. Lo è anche il Partito democratico, oppure si prende la responsabilità di far saltare tutto?. Più chiari di così. Walter Veltroni, in questi giorni, ne ha di interrogativi a cui dare una risposta.

Dopo l’altolà di D’Alema e il richiamo del Prc, l’Unione apre il nuovo anno con la spinosa questione della riforma elettorale. Dall’ala estrema della sinistraera difficile non aspettarsi questa reazione. L’intervista che Dario Franceschini, numero due del Pd, ha rilasciato a Repubblica nei giorni scorsi, nella quale rilanciava la proposta del modello francese, ha scatenato un maredi polemiche. Il Premier Romano Prodi ha sottolineato più volte che il varo della legge elettorale spetta solo alle forze politiche e al Parlamento. L’esecutivo, dal canto suo, può eventualmente instaurare il clima affinché ci possa essere l’intesa.

La sinistra estrema critica a sua volta: Dal Partito democratico si avanza una proposta diversa, una proposta che dal nostro punto di vista è agli antipodi di quella che aveva garantito l’avvio del confronto sulla legge elettorale. Il Ministro degli Esteri, nonchè Vice Premier, Massimo D’Alema, continua a non perdonare: C’è stato un giro di consultazioni, promosso dal leader del Pd è stata presentata la proposta Vassallo. I risultati di questo lavoro sono stati offerti ai presidenti della commissioni di Camera e Senato come base dell’opera del Parlamento. Si sta lavorando a una legge elettorale proporzionale con sbarramento e con correttivi. E su una riforma costituzionale che prevede il cancellierato e la sfiducia costruttiva. In sintesi? La strada indicata per la ricerca di un accordo è questa: non mi sembra utile ricominciare da capo. Insomma, proprio non gli va giù l’uscita di Franceschini.

E Franceschini usò la parola sbagliata: “Francese”

D’alema

Dario Franceschini, numero due del neonato – e già assai tribolato – Partito Democratico, ha lanciato mercoledì una proposta che ha scatenato le polemiche più disparate. Il modello francese. Elezione diretta per dare forza al capo del governo. Il 2008 deve essere l’anno del cambiamento se l’Italia vuole reggere la sfida della globalizzazione. E in effetti, la sfida della globalizzazione, con un occhio ai rifiuti di Napoli e un altro agli operai bruciati vivi aTorino, è faccendanon di poco conto. Il Partito democratico non è nato per vivacchiare ma per cambiare il Paese usando la forza che gli hanno dato i tre milioni e mezzo delle primarie. Bontà vostra.