La Camera ci ripensa: anticipato il rientro dalle ferie

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Alla fine sembrano averci ripensato, a Montecitorio, e deciso di anticipare di una settimana il rientro dalle ferie estive. Ieri, infatti, si pensava di far riprendere le sedute alla Camera il 12 settembre, e di far iniziare il 5 settembre solo i lavori delle Commissioni, suscitando le proteste dell’opposizione.
Così aveva commentato il capogruppo del Pd Dario Franceschini: Avevamo proposto di iniziare anche con l’Aula il 5 settembre, anticipare l’inizio dei lavori, perchè ci sembrava doveroso. Ma la maggioranza non ha voluto”.
E il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto aveva addirittura avanzato una motivazione “nobile” per tale decisione, spiegando che all’inizio di settembre era previsto un pellegrinaggio in Terra santa di un centinaio di deputati. Maurizio Lupi, uno dei promotori del pellegrinaggio, ha poi fatto sapere: “Noi non c’entravamo e non c’entriamo nulla col calendario dell’Aula”.
Qualcun altro, invece, ha fatto notare che il Parlamento non ha mai ripreso i lavori prima di metà settembre.
Oggi, comunque, la conferenza dei capigruppo convocata dal presidente Fini ha deciso che i lavori dell’Aula di Montecitorio riprenderanno nel pomeriggio di martedì 6 settembre, mentre quelli delle Commissioni il 29 agosto. Fini, secondo quanto riferito dal suo portavoce Fabrizio Alfano, si sarebbe detto “pronto a convocare la Camera ad horas in qualsiasi momento, anche a Ferragosto“, se dovesse essere necessario ciò per la situazione economica.
Il capogruppo Pd Franceschini ha invece commentanto la decisione della conferenza dei capigruppo affermando: “Con un giorno di ritardo si è dato il minimo segnale che la politica deve dare.”

Biotestamento, la Camera accelera. Berlusconi:”I giudici non travalichino il Parlamento”

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La Camera ha accolto la richiesta dell’Udc di invertire l’ordine del giorno per esaminare il disegno di legge sul “fine vita”, e lo stesso premier Berlusconi ha scritto una lettera per invitare i deputati del PDL alla “partecipazione”, ” all’impegno” e alla “responsabilità” su questa materia. Per il premier, il “fine vita” è una “questione sensibile” sulla quale “non si dovrebbe legiferare“,e,aggiunge, “anch’io la penserei così se non ci fossero tribunali che, adducendo presunti vuoti normativi, pretendono in realtà di scavalcare il parlamento e di usurparne le funzioni”.
Il PD non ha condiviso la proposta di inversione dell’ordine del giorno, approvata, comunque, dalla Camera, che ha invece bocciato le proposte di costituzionalità presentate dall’opposizione, con 307 voti contrari contro 225 favorevoli e 7 astenuti. Il dibattito è stato sospeso poco dopo l’inizio, su richiesta del presidente della Commissione Bilancio Giancarlo Giorgetti, per far esaminare alla commissione gli emendamenti al provvedimento.
Il presidente Gianfranco Fini ha quindi fermato le votazioni, aggiornandole a domattina, ma dopo l’esame del Def (Documento di economia e finanza), che va approvato entro il 30 maggio.

Caso Ruby, la Camera dice sì al conflitto di attribuzione

La Camera ha oggi approvato, con 314 voti favorevoli e 302 contrari, il conflitto di attribuzione per il “caso Ruby” che vede coinvolto il premier, per cui, adesso, toccherà pronunciarsi alla Corte Costituzionale in merito alla competenza del Tribunale dei Ministri, che la sottrarrebbe al Tribunale di Milano. Il voto favorevole al governo si è avuto anche grazie alla presenza in aula dei ministri, al completo, e grazie ai tre deputati “liberaldemocratici” che oggi hanno votato assieme alla maggioranza.
Il premier Berlusconi non era presente in aula, ma prima si è incontrato a palazzo Grazioli con i capigruppo di Camera e Senato dei partiti di maggioranza, con il ministro della Giustizia Angelino Alfano, e il suo legale, Niccolò Ghedini. Con loro, secondo alcune indiscrezioni, Berlusconi avrebbe parlato addirittura di “brigatismo giudiziario” nei suoi confronti, di doversi difendere “da attacchi assurdi”, e, con riferimento, in particolare, ai processi Mills e Mediatrade, avrebbe aggiunto: “Si cerca di assaltare la vita delle persone solo per fini politici”. Dopo aver, però,ottenuto l’ ennesimo voto del Parlamento a favore di una “scappatoia” dai suoi problemi giudiziari, Berlusconi pare si sia detto soddisfatto.
Dall’opposizione, invece, si sono levate molte voci critiche: il capogruppo del PD Dario Franceschini ha affermato: “Questa è un’altra pagina davvero vergognosa. E’ straordinario vedere i banchi del governo così pieni e un ministro degli Esteri che, in piena crisi internazionale, passa le sue giornate a votare in Aula processi verbali e oggi il conflitto di attribuzione”. E, riferendosi al premier che sperava di arrivare a 330 voti, Franceschini ha aggiunto: “I 330 voti Berlusconi se li è sognati”. Qualche ora dopo, in effetti, il governo non ha raggiunto la maggioranza su un emendamento al Ddl per la valorizzazione dei piccoli comuni.
Significativo anche il commento della presidente del PD Rosy Bindi, che ha affermato: “Non hanno stravinto, ma hanno avuto i voti sufficienti per offendere l’ intelligenza umana, oltre al Parlamento, le leggi e la Costituzione”.

Montezemolo: “Il Paese è allo sbando, tentato di entrare in politica”

Il presidente di Italia Futura Luca Cordero di Montezemolo, intervenendo oggi a Napoli al congresso del sindacato di polizia Siap, ha commentato l’ attuale situazione politica, parlando esplicitamente di un suo possibile impegno in tale ambito: ” Di fronte alle nostre proposte” ha affermato ” la risposta della politica è sempre la stessa: Se vuoi parlare di politica devi entrare in politica. E se la situazione continua a peggiorare, se questo è lo spettacolo che offre la nostra classe politica, beh, allora, cresce veramente la tentazione di prenderli in parola” ha aggiunto. Il nome di Montezemolo è, da diversi mesi, fra i più “gettonati” come possibile leader di un eventuale governo di transizione, e anche come possibile “nome nuovo” della politica, proveniente dal mondo dell’ impresa.
Il presidente della Ferrari non ha comunque lesinato stoccate, come si dice, a destra e a sinistra, a maggioranza e opposizione: di Berlusconi, dice: ” Doveva fare la rivoluzione liberale, guida oggi un governo che più neostatalista e neoliberista non si può, e le tasse su imprese e cittadini sono ai massimi storici. La politica economica del governo è allo sbando, e l’esecutivo si preoccupa esclusivamente di tamponare le emergenze.” E non risparmia critiche al governo neanche riguardo alla politica estera e al suo ruolo sulla scena internazionale: ” Non è accettabile” dice “essere esclusi dalle decisioni sul conflitto in Libia quando siamo noi a pagare il prezzo più alto”.
Montezemolo, inoltre, auspica un risveglio della società civile, invece di quello che definisce un “silenzio assordante” di questa, e critica anche ” i consigli di amministrazione dove far posto ai politici trombati”, che definisce “le uniche discariche che funzionano veramente”.

Processo breve rinviato, è bagarre fuori e dentro Montecitorio

 

E’ stata una convulsa e tesissima giornata politica oggi alla Camera, dove la maggioranza ha cercato, invertendo l’ ordine del giorno dei lavori, di accelerare l’ iter della legge sul processo breve, che si è conclusa con le forti contestazioni dei manifestanti fuori Montecitorio, ma anche con le “escandescenze” del ministro della Difesa, Ignazio La Russa, protagonista di un durissimo scontro verbale con il presidente della Camera, Gianfranco Fini.
L’ opposizione, dopo aver valutato le possibili forme di ostruzionismo, aveva chiesto a Fini di evitare il contingentamento dei tempi, e il presidente della Camera aveva accolto la richiesta raddoppiando i tempi di intervento.
Il capogruppo del PD Dario Franceschini aveva attaccato duramente il governo, affermando: ” Questa è l’ ultima delle vergogne, se non avete la forza morale di fermarvi, almeno provate vergogna per un’ altra pagina nera della Repubblica” e sostenendo che “Il processo breve ha come unico scopo di fermare il processo Mills del presidente del Consiglio, ma le conseguenze immediate saranno che migliaia di processi rischiano la prescrizione e saranno liberati anche imputati di rapina o violenza sessuale. ” Per il segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani, invece, “Questo è il governo della menzogna. Abbiamo capito a cosa serve il viaggio di Berlusconi a Lampedusa: serve a togliere i riflettori da qua, dove per salvare una sola persona si buttano a mare centinaia di processi”.
Parole simili sono state usate dal leader dell’ UDC Pierferdinando Casini, per il quale è “Il solito provvedimento che serve solo a placare le ossessioni giudiziarie del presidente del Consiglio”.

Finiani fuori dal governo. Napolitano convoca Fini e Schifani

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Il ministro Andrea Ronchi, il viceministro Adolfo Urso e i sottosegretari Antonio Buonfiglio e Roberto Menia di Futuro e Libertà (foto relative al congresso di Perugia dello scorso 6-7 novembre, ndr) hanno presentato questa mattina le loro dimissioni, con una lettera di poche righe fatta arrivare al tavolo del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, come aveva già annunciato lo stesso Urso, coordinatore di Futuro e Libertà.

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Il viceministro ha anche spiegato che, in caso di elezioni, i finiani punterebbero ad un’ altra coalizione di centrodestra, aperta ad Udc, Api ed Mpa, ma sarebbero comunque disponibili ad un accordo per un governo di unità nazionale con lo scopo di cambiare la legge elettorale “con tutti coloro che sono interessati”.  “Noi” ha aggiunto Urso “vogliamo con queste dimissioni chiudere una pagina e proseguire la legislatura con un nuovo governo di centrodestra.”
I capigruppo di Fli di Senato e Camera, Pasquale Viespoli e Italo Bocchino, hanno diffuso una nota nella quale “evidenziano il venir meno del rapporto fiduciario nei confronti del governo”, ma assicurano che daranno il loro appoggio alla manovra finanziaria.
Con l’ atto formale delle dimissioni dei quattro esponenti finiani del governo, si  apre ufficialmente la crisi. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha convocato per domani i presidenti delle due Camere, Fini e Schifani, per saperne di più sul possibile futuro della legislatura.

Pd, Franceschini: “Veltroni, che dolore”

Dario Franceschini, capogruppo Pd alla Camera, mostra tutta la delusione (politica ma anche personale, visto che assieme hanno condiviso un progetto partitico e una fase, quella dei primi passi del Partito democratico, delicata) accumulata dopo aver assistito alla presa di posizione di Walter Veltroni che ha di fatto invocato una sterzata da parte dei vertici democratici.

Intervenuto in video chat su Repubblica tv, l’ex Segretario dichiara: “E’ stata una vicenda dolorosa sia dal punto di vista politico che da quello personale. Non c’era bisogno di questa cosa adesso, non nego il dibattito perché non siamo un partito identitario, ma se è vero che c’è l’emergenza democratica non è questo il momento di dividersi. Io lavoro per rafforzare Bersani“.

L’obiezione che gli si potrebbe muovere è che in realtà Veltroni non ha alcuna intenzione di dividere e rompere, ma anche di fronte a tale osservazione, Franceschini sa come replicare: “Nel momento in cui raccoglie le firme, si contano quelle più del contenuto del documento  e non basta dire che non si vuol fare una corrente, tutte le correnti sono nate così: fa specie che, nonostante alla Camera sia seduto di fianco a Veltroni, io abbia saputo del documento attraverso la televisione“.

2009, un anno in Politica Live – Secondo tempo

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Febbraio 2009 è il mese in cui una ragazza, un volto e due occhi che ci guardano attraverso una, tante, troppe foto di una vita passata e lontana, ha scosso le coscienze di questi italiani sopiti. Eluana Englaro e suo padre, Beppe Englaro. Qui trovate la sua – la loro – storia. Un padre che per alcuni è un assassino, mentre per altri è solo una persona coraggiosa. Un padre che ha affrontato il dramma di una figlia, e che ha voluto farlo non di nascosto – come probabilmente accade assai più spesso e ben al di là dell’immaginazione comune. Ma chiedendo alla legge, e ottenendone la possibilità.

Sul corpo di Eluana – e mai lo si sottolineerà abbastanza – si è giocata una partita nazionale che è andata ben al di là della storia privata e tragica della famiglia Englaro. La vita e la morte, il bio-testamento, dell’alimentazione artificiale. Della religione e della morale.

Bersani: da dove riparte il Pd?

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Pierluigi Bersani è il nuovo segretario del Partito Democratico. E ora?

E ora, dice il neo acclamato segretario, eletto con più del 50% delle preferenze su circa tre milioni di votanti (Bersani primo con oltre il 50 per cento, Dario Franceschini intorno al 35, Ignazio Marino ben oltre il 10), si parte. E si parte dall’occupazione e dal precariato.

Paroline di sensibile efficacia, queste.

Il mio primo gesto da segretario sarà quello di occuparmi del lavoro e della precarietà, credo che abbiamo bisogno di riportare la politica ai fondamentali

I fondamentali.

Bersani vince le primarie del Pd

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Pierluigi Bersani nuovo segretario del Partito Democratico. I dati non sono ancora definitivi, e il risultato, chissà, potrebbe anche ribaltarsi. Ma le prime indiscrezioni danno l’ex ministro come vincitore di una consultazione che, stando ai numeri, è andata bene. Sarebbe andato oltre il 50% dei consensi,  quindi immediatamente nuovo segretario del Pd, battendo Dario Franceschini e Ignazio Marino.

Se mai un giorno questa compagine, attualmente assai sgangherata, andasse al governo (se mai), chi scrive spera vivamente che Ignazio Marino diventi ministro della Sanità.

E si spera anche che in Italia risorga (dalle ceneri, da se stessa, o anche dal nulla) un’opposizione che tanto è utile nella dialettica democratica. Il popolo delle primarie, certo, li aspetta al varco.

Pd, 2 milioni di votanti alle 17.30

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Probabilmente non ci avrebbero scommesso un euro neppure loro. Ma le primarie del Pd stanno andando meglio di quanto prevedessero probabilmente i piddini stessi.

Alle 11.30 di oggi i cittadini che avevano votato alle primarie del Pd erano 876.570. Il dato è fornito dal partito. L’affluenza sarebbe maggiore del 20% rispetto alle precedenti consultazioni per la leadership dei Democratici, nel 2007. Sempre secondo i dati ufficiali, alle 17.30 hanno votato 2 milioni di persone.

E ci sono code nei seggi: le regioni dove l’affluenza è stata più elevata sono l’Emilia Romagna e la Lombardia. C’è probabilmente quello che la stampa chiama già “effetto Marrazzo”, che ha avuto effetti nei 650 seggi aperti di Roma e nel Lazio. L’affluenza, qui, ha un’affluenza contraria al trend nazionale: meno del 30% rispetto al 2007.

E Nanni Moretti:

Alle primarie voto Franceschini, non dico altro

Franceschini replica:

Grazie Nanni! Prometto, dirò qualcosa di sinistra…

Primarie Pd, le pagelle di Zoro

Primarie Pd. Ecco delle amare pagelle (o “paggggelle”) del blogger Diego Bianchi, in arte Zoro, inventore di “Tolleranza Zoro”, intervistato da Riccardo Staglianò. Nessuna pietà e molta ironia (che potrebbe far imparare) sui tre candidati Pierluigi Bersani, Dario Franceschini e Ignazio Marino.

Primarie PD, come si vota, dove e quando

primarie pd

Tra poche ore si potrà votare per le primarie del Partito Democratico.Si sceglie il segretario del partito con le primarie, decise per statuto. E’ possibile votare dalle ore 7 alle ore 20 di domenica 25 ottobre. In gara tre candidati: l’attuale segretario, Dario Franceschini, succeduto a Walter Veltroni dopo le sue dimissioni. Pierluigi Bersani, già ministro dell’Industria e ai Trasporti. Ignazio Marino, senatore e chirurgo, nato a Genova.

Chi vota e come

Il Pd ha preparato 10mila seggi per le primarie di domani. Possono votare i cittadini italiani, o europei, residenti in Italia, o cittadini stranieri con regolare permesso di soggiorno. Si vota presentando un documento valido e la tessera elettorale, a fronte di un versamento di 2 euro. Cliccate qui per trovare il vostro seggio. E’ possibile anche telefonare al numero 848.88.88.00.

Marrazzo, dimissioni dopo lo scandalo del video

marrazzo dimissioniMarrazzo, le dimissioni. Piero Marrazzo si dimette, o meglio si autosospende dalla sua carica, quella di presidente della Regione Lazio, dopo che ieri è scoppiato lo scandalo su un ricatto di cui sarebbe – lo ha ammesso davanti ai giudici – stato protagonista: un ricatto per un video che ritraeva l’incontro di Marrazzo con un transessuale. Ricatto per il quale l’ormai ex presidente della Regione Lazio avrebbe pagato: le minacce dei carabinieri, dice, lo avevano portato a staccare e consegnare immediatamente ai militari che lo ricattavano tre assegni in bianco per un importo di circa 20 mila euro. Senza poi denunciare nulla.

Mi autosospendo, questa vicenda è frutto di una mia debolezza della vita privata

Un ricatto a luci rosse per un video. E il tesserino, la cocaina, gli assegni.