Napolitano, cerimonia del Ventaglio

cerimonia_del_ventaglio_2008

Oggi la tradizionale Cerimonia del Ventaglio: si tratta del rito di consegna di un ventaglio decorato al Presidente della Repubblica Italiana e ai presidenti della Camera e del Senato. Una tradizione che dura dal 1893. Il ventaglio viene consegnato dal Presidente dell’Associazione stampa parlamentare. La cerimonia si tiene ogni anno, tra luglio e i primi di agosto, proprio per la chiusura dei lavori parlamentari per la pausa estiva.

Giorgio Napolitano ha detto oggi:

Sulle intercettazioni, un problema di revisione delle regole esiste, ed è condizione necessaria per arrivare a regole e condivise

E sulla legge sulla sicurezza:

La mia non è stata promulgazione con riserva, ma piena. Chi mi critica, non conosce la Costituzione. Quanto all’appello per una tregua durante il G8, ho fatto il mio dovere

Foto|Wikipedia

Franceschini, nuovo segretario PD. Il giuramento sulla Costituzione

Dario Franceschini è stato eletto segretario del Partito Democratico. Il che significa che il gruppo dirigente del partito, ad oggi, non è stato TOTALMENTE bocciato dalla sua base. Le primarie avrebbero voluto dire ciò, e le primarie non sono arrivate. Il che lascia molti interrogativi aperti.

Debole, reggente, dilettante, signor Nessuno, scelto dalla nomenklatura. A Dario Franceschini ne hanno dette di tutti i colori. Ma lui sembra avere le idee chiare: ricorda Walter Veltroni, la sua azione, i suoi errori (che sono anche i miei), promette e fa. L’ha detto ieri alla Fiera di Roma, nel discorso con cui ha lanciato la sua candidatura alla leadership del partito. E oggi lo farà: andrò a Ferrara, la mia città, a giurare sulla Costituzione.

Afghanistan, La Russa da Annunziata

Afghanistan. Siete mai intervenuti in qualche operazione speciale dietro le linee in Pakistan? Vi è stato mai richiesto di intervenire dagli americani? No, dice il Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ospite di Lucia Annunziata a In mezz’ora (oggi alle ore 14,30 su Rai3). No, conferma il Generale Paolo Serra da Herat.

La Russa è chiaro. Di lui è certo possibile apprezzare una certa schiettezza.

Togliamoci dalla testa, dice il reggente di An, che la presenza dei soldati italiani in missione in Afghanistan non sia una faccenda pericolosa. Anzi. E’ p-e-r-i-c-o-l-o-s-i-s-s-i-m-a, nonostante sia tesa alla ricostruzione. Il ministro ha parlato di un aumento – nell’ordine delle 200 unità – della presenza italiana sul territorio. Ha parlato anche delle modifiche previste dal decreto approvato a dicembre dal Governo. Mentre lo ascoltavo mi martellava in testa la domanda sul come conciliano il tutto con l’articolo 11 della Costituzione.

Eluana, in caduta libera

Eluana. Sono momenti febbrili. Apro la pagina del giornale ogni due per tre e leggo. Leggo del decreto approvato (i giornali ci erano , leggo del no di Napolitano, leggo di Berlusconi che dice non c’è problema, allora cambiamo la Costituzione. O anche, che farà una legge in tre giorni dico tre. (peccato che per Eluana sarà comunque tardi: la sospensione dell’alimentazione è cominciata oggi. Se si protrarrà per 48 ore consecutive, legge o non legge, Silvio o non Silvio, Papa o non Papa non si potrà tornare indietro).

Leggo che la decenza è stata oltrepassata, schiacciata, superata, violentata (insieme al corpo di Eluana) da troppo tempo.

Sembra un teatrino dell’assurdo uscito male. Sembra Samuel Beckett sotto l’effetto di pesanti droghe tagliate male e posseduto dall’intero cast della casa del Grande Fratello.

Lodo Alfano incostituzionale? Nessun problema: pronta una legge allunga-processi



Dovesse mai sorgere un problemino, ci si mette ai ripari.


La lungimiranza è una certezza, in questi casi.

I processi veloci sono il punto cardine della riforma della giustizia

ebbe a dire il Ministro Alfano. Era Luglio.


Ora, dovesse la Consulta bocciare il Lodo, il celeberrimo Lodo, c’è il piano B.


Un articolo del futuro disegno di legge di Angelino Alfano, curato dal suo ufficio legislativo e dal consigliere giuridico del premier Niccolò Ghedini, è la soluzione: si cambia. Si cambia questo articolo, il 190 del Codice di Procedura Penale: Diritto alla prova, allungadolo con il recente (correva l’anno 2000) Articolo 111 della Costituzione sul Giusto Processo.


Così, però, i processi potranno essere allungati all’infinito, perchè scatterebbe non più la facoltà, ma l’obbligo, per il giudice, di far presentare elementi di prova e lista testi infinita – quella proposta dagli avvocati delle parti. Una lista per la quale il giudice dovrà limitarsi a verificare la pertinenza col giudizio in atto.


Per ora, solo indiscrezioni sulla proposta di legge in oggetto. Staremo a vedere.


Don’t touch my Costituzione



[Foto | Quirinale] Costituzione sì, Costituzione no, Costituzione forse. Fa pure 60 anni, non scordiamolo. Interviene Napolitano:

Non modificabili
le fondamenta della Costituzione


Il Presidente della Repubblica interviene così. La questione è annosa e recentemente fomentata anche da Nostro. Il lodo Alfano potrebbe essere incostituzionale? Nessun problema, cambiamo la Costituzione. Perchè lo scontro, il punto, ciò attorno cui tutto ruota, è proprio la Giustizia.


Nel mentre, gli stadi confusionari del Premier non deludono mai: attacca Murdoch, e nel frattempo ci entra in società, acquistando il 3,1% di Premiere la Pay Tv tedesca.


Continuo a sognare un bel giornalista che vada lì, magari in una pomatata conferenza stampa, a fare la lecita domanda del come concilia i vari, contrastanti aspetti della vicenda? Certo, la risposta sarebbe edificante per tutti. Ma tanto, quel giornalista non si vede all’orizzonte.


Lodo Alfano e processo Mediaset, ovvero: come impiccia questo art.3 della Costituzione

Toh. E’ successo. Il Fato, a volte… Presto? Tardi? Chi può dirlo. E’ successo. Doveva succedere prima o poi… Oppure no?

E tu? Dove vai a ballare?

Ma anche, sempre citando Caparezza:

Costretti a subire ricatti di uomini grandi, ma come coriandoli

Questo per dire cosa? Che, toh, si è fermato il processo Mediaset.

Perché? C’è un processo Mediaset? Che è stà novità? Eh. Parrebbe di sì. Ma sfido chiunque a girare per le vie delle città italiane e chiedere alla gente: Se le dico processo Mediaset, cosa mi risponde?

Imbarazzato silenzio. Colpevole ma vittima.

C’è – c’era – una volta un processo che vede, tra gli altri imputati, Silvio Berlusconi per presunte irregolarità nella compravendita di diritti televisivi da parte di Mediaset.

Appello di 100 costituzionalisti (bolscevichi)

I sottoscritti professori ordinari di diritto costituzionale e di discipline equivalenti, vivamente preoccupati per le recenti iniziative legislative intese: 1) a bloccare per un anno i procedimenti penali in corso per fatti commessi prima del 30 giugno 2002, con esclusione dei reati puniti con la pena della reclusione superiore a dieci anni; 2) a reintrodurre nel nostro ordinamento l’immunità temporanea per reati comuni commessi dal Presidente della Repubblica, dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dai Presidenti di Camera e Senato anche prima dell’assunzione della carica, già prevista dall’art. 1 comma 2 della legge n. 140 del 2003, dichiarato illegittimo dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 24 del 2004, premesso che l’art. 1, comma 2 della Costituzione, nell’affermare che “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”, esclude che il popolo possa, col suo voto, rendere giudiziariamente immuni i titolari di cariche elettive e che questi, per il solo fatto di ricoprire cariche istituzionali, siano esentati dal doveroso rispetto della Carta costituzionale, rilevano, con riferimento alla legge di conversione del decreto legge n. 92 del 2008, che gli artt. 2 bis e 2 ter introdotti con emendamento a tale decreto, sollevano insuperabili perplessità di legittimità costituzionale perché: a) essendo del tutto estranei alla logica del cosiddetto decreto-sicurezza, difettano dei requisiti di straordinaria necessità ed urgenza richiesti dall’art. 77, comma 2 Cost. (Corte cost., sentenze n. 171 del 2007 e n. 128 del 2008); b) violano il principio della ragionevole durata dei processi (art. 111, comma 1 Cost., art. 6 Convenzione europea dei diritti dell’uomo); c) pregiudicano l’obbligatorietà dell’azione penale (art. 112 Cost.), in conseguenza della quale il legislatore non ha il potere di sospendere il corso dei processi, ma solo, e tutt’al più, di prevedere criteri – flessibili – cui gli uffici giudiziari debbano ispirarsi nella formazione dei ruoli d’udienza; d) la data del 30 giugno 2002 non presenta alcuna giustificazione obiettiva e razionale; e) non sussiste alcuna ragionevole giustificazione per una così generalizzata sospensione che, alla sua scadenza, produrrebbe ulteriori devastanti effetti di disfunzione della giustizia venendosi a sommare il carico dei processi sospesi a quello dei processi nel frattempo sopravvenuti; rilevano, con riferimento al cosiddetto lodo Alfano, che la sospensione temporanea ivi prevista, concernendo genericamente i reati comuni commessi dai titolari delle sopra indicate quattro alte cariche, viola, oltre alla ragionevole durata dei processi e all’obbligatorietà dell’azione penale, anche e soprattutto l’art. 3, comma 1 Cost., secondo il quale tutti i cittadini “sono eguali davanti alla legge”

Trattato di Lisbona: Un infinito work in progress

Chissà se le generazioni future riusciranno finalmente a vedere messo in atto il Trattato di Lisbona. Ovviamente la mia è una provocazione, ma certo è che per come si sono messe le cose, sarà ancora una faccenda molto lunga.

Dopo il “no” rimediato in Irlanda era d’obbligo per l’Unione Europea ritrovarsi e provare a trovare una soluzione che permettesse di trovare una via d’uscita. Risultato: tutti rimandati al 15 ottobre, al primo incontro sotto presidenza francese.

Dopo 19 ratifiche e 1 no quindi la UE fa proseguire l’iter ai paesi che ancora non hanno ratificato la costituzione. Tra queste anche la Repubblica Ceca, il cui premier ha affermato:

“Non scommetto 4 euro sul nostro si”

In questo stato di “ottimismo” vi chiedo: E voi la ratifichereste la nuova costituzione europea nota come Trattato di Lisbona?

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 14 giugno 2008

Ore 02:18. Sono passate alcune ore ormai da quando, raccolto in religioso silenzio di fronte al televisore, mi apprestavo ad ammirare l’ennesimo miracolo di San Gigi, che parava il rigore che tiene accese le speranze degli italiani. Speranze di Europa per gli italiani, che invece paiono più difficili da realizzare per l’Irlanda che ha votato no al referendum sul Trattato di Lisbona. L’ennesima macchia su questa costituzione che proprio non vuole saperne di venire approvata. Forse bisognerebbe darla nelle mani di Buffon.

Fascisti su Marte

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Non sprecherò una sola parola di questo post per esprimere un qualsivoglia giudizio o semplice opinione sull’orrore del fascismo che – davvero – la storia ha già abbondantemente condannato, e la memoria timbrato indelebilmente come un’infamia. Ciò nonostante – è inutile nascondersi – ancora resistono nella nostra società, seppur in posizione marginale, grumi di nostalgia mischiata al mito dell’uomo forte, in grado di alimentare rigurgiti reazionari preoccupanti.
Proprio il tesoro della memoria ha consentito abbondantemente – a chi lo ha ritenuto necessario – di approfondire e conoscere con chiarezza e senza possibilità di letture alternative, cosa sia successo in Italia negli anni del regime fascista.
Dato per acquisito questo, confesso che non ho saputo resistere. Avevo quasi sperato che la notizia si accartocciasse su se stessa in poche ore. Solo così mi sarebbe passata la voglia di parlarne. Ma le precisazioni di oggi sono state così illuminanti…
I fatti: il Popolo delle Libertà arruola tra i suoi candidati l’editore romano Giuseppe Ciarrapico, con il chiaro intento di sottrarre voti alla Destra di Francesco Storace. Fin qui nulla di strano.

Il Giornale, non un giornale. Povero Indro

Biagi Montanelli

Questa storia parla della morte di un’idea, in verità consumatasi molto tempo addietro.

La lettura del giornale la mattina presto è una sorta di realistica preghiera mattutina. Uno orienta il proprio comportamento nei confronti del mondo o secondo Dio, oppure secondo ciò che è il mondo. Entrambe danno la stessa sicurezza, quella di sapere come ci si possa stare

Questo era Hegel, tanto per gradire.

Non esiste l’obiettività, diceva Indro Montanelli.

Noi viviamo di truffe. Soltanto dei grandi imbecilli possono parlare di obiettività. Si puù sostituire il desiderio di avvicinarsi ad essa. O una tendenziosità dichiarata, che va applicata in ogni caso

Il patto col lettore, unico padrone, è parlare chiaramente.

Il destino dell’Articolo 21

Rsf
Di appelli pullula la rete. In qualche modo, sarà nata anche per questo. Internet ospita e dà asilo ad ogni istanza. Bella, brutta, vera o falsa. Chi fa giornalismo con la rete deve stare molto attento. Anche se, se ancora esiste e resiste un po’ di romanticismo, il giornalismo fatto solo con la Rete non è, esattamente, più giornalismo. Bando ai romanticismi. Gli appelli, si diceva.
Riportarlo non fa mai male. Dovesse entrare in testa a qualcuno. Testo integrale, perchè poi, insomma, è anche stilisticamente bello. E poi. La Costituzione fa anche 60 anni. Ecco l’ Articolo 21 della Costituzione della Repubblica Italiana.

Messaggio dalla Consulta al Parlamento: “legge elettorale carente”

Referendum
Si fa un gran parlare, di questi tempi, di legge e sistema elettorale. Forse solo ai tempi della Costituente se ne è parlato tanto. Colei che sarebbe sostanzialmente la causa dei dolori di pancia di Romano Prodi (ma per due anni se l’è, in fondo, tenuta) e che potrebbe esserlo per un prossimo governo partorito, è stata ieri definita dalla Corte Costituzionale semplicemente, in maniera chiara e inequivocabile, carente.
La Corte Costituzionale non può e non vuole mettersi a fare politica. Ma nel suo esito positivo per i referendum del comitato di Mario Segni, non entrando nel merito della valutazione di legittimità della legge elettorale, qualcosa comunque ha fatto.
In una delle tre sentenze che hanno dato il via libera al referendum, si afferma tutta via che la legge ha già in sè delle carenze. Carenze che si concentrano soprattutto sull’aspetto del premio di maggioranza.