Web giornale politicalive: 5 agosto 2010


SOMMARIO:

1. Italia, maggioranza: Bossi vuole le elezioni, il PdL avverte: “Fedeltà o si vota”;
2. Fini – Tulliani e la casa di Montecarlo: Procura di Roma apre fascicolo mentre Casini difende il Presidente della Camera
3. Italia, opposizione: divergenze IdV-Pd in materia di alleanze;
4. Dipartimento di Stato Usa: “L’Iran finanzia il terrorismo”
5. Giorgio Napolitano: “Confronto in Parlamento sul ddl università: si ascoltino gli Atenei”
6. Evasione fiscale: -9% sul 2009, ma l’evasore più ricco è italiano
7. Michela Brambilla, Ministro del Turismo, irrita Siena: “Qualche Palio danneggia l’immagine dell’Italia”. Poi la rettifica;
8. Nicolas Sarkozy: scenata a Carla Bruni sul set di Woody Allen

PER APPROFONDIRE

Camorra, Vittorio Pirozzi arrestato a Bruxelles: tra i 100 latitanti più pericolosi
Russia, allarme incendi – paura nucleare: 50 morti e 200 mila ettari in fumo. “E’ volontà divina”
Mentana: “La7, Tg libero e completo: si guardi al post berlusconismo”

WEB GIORNALE DI POLITICALIVE. Flash news dei principali avvenimenti di politica e cronaca del 5 agosto 2010.

MINACCE E TENSIONI: strascichi del giorno dopo tra le file della maggioranza di Governo. Il voto contrario alla mozione di sfiducia nei confronti di Gaicomo Caliendo non è bastato: evidente una divergenza politica (ma a questo punto anche personale) tra PdL/Lega Nord e Futuro e Libertà. Le dichiarazioni odierne dei referenti. Umberto Bossi (Lega): “E’ molto difficile andare avanti così, con il Governo in bilico a ogni votazione: se si vota noi e il Pdl insieme spazziamo via tutti. Se sta con noi, Berlusconi vince”. Fabio Granata (FLi): “A settembre ne vedremo delle belle”. Angelino Alfano, Ministro della Giustizia, ritorna sui concetti di legalità e giustizia alla base dei quali è sorta la spaccatura: “Legalità non vuol dire che un atto del pm coincide con la verità, e garantismo non significa impunità. E’ questo l’aspetto costituzionale voluto dai padri fondatori nel 1948 e che noi abbiamo voluto difendere. Su questo principio di legalità accettiamo la sfida di chiunque”. Intanto, i vertici PdL (oltre a Silvio Berlusconi: Ignazio La Russa, Denis Verdini, Sandro Bondi, Maurizio Gasparri, Fabrizio Cicchitto, Angelino Alfano, Giulio Tremonti, Altero Matteoli e i due sottosegretari alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e Paolo Bonaiuti) si riuniscono a Palazzo Chigi: la linea è di proseguire nella realizzazione del programma fino a che il patto con gli elettori riuscirà a garantire coesione. A quel punto, “chi venisse meno se ne assumerebbe la responsabilità”. Bonaiuti rimarca: “Nel momento in cui è avvenuto il distacco da parte di una componente della maggioranza, il premier ha avvertito tutti, ‘state pronti’ per possibili elezioni”.

L’ENIGMA DI MONTECARLO: tutto è partito dalla denuncia de Il Giornale, che accusa Gianfranco Fini (che ne era il segretario) di aver venduto un appartamento di Montecarlo lasciato in donazione all’allora Alleanza Nazionale, a una società off shore. In quella casa, attualmente risiede il fratello della compagna del Presidente della Camera, Giancarlo Tulliani. L’episodio non è mai stato chiarito in maniera inequivocabile ma in data odierna la Procura di Roma ha aperto un fascicolo per fare luce su quanto accaduto: atto dovuto in seguito all’esposto presentato da due esponenti (il consigliere regionale del Lazio Roberto Buonasorte e il consigliere comunale di Monterotondo, Marco Di Andrea) di La Destra, il gruppo che fa capo a Francesco Storace che lamentano il fatto che la proprietà dell’appartamento sia da intendersi in capo ad An e che occorre spiegare gli avvenimenti per filo e per segno. Di contro, Fini ribadisce con un comunicato che “ben vengano le indagini sul patrimonio An, anche se la denuncia proviene da avversari politici. Il presidente  (Fini stesso, ndr) non è titolare dell’appartamento, e non sono a lui riconducibili le società che hanno acquistato l’immobile; del pari, è falsa la notizia relativa alla cifra versata quale corrispettivo. Sarà l’autorità giudiziaria ad acclarare la totale infondatezza di quanto divulgato e ad accertare la condotta diffamatoria”. Stando alla versione di Elisabetta Tulliani, sarebbe stata una vincita milionaria al Superenalotto a consentire (a lei e alla famiglia, ndr) di acquistare alcune proprietà immobili: versione che Luciano Gaucci (oggi a Santo Domingo, all’epoca dei fatti fidanzato con la Tulliani, ndr) conferma a Panorama: “La schedina l’ho compilata e l’ho giocata io, ho vinto 2 miliardi e 400 milioni di lire e siccome sono generoso ed ero perso d’amore le ho regalato la metà”. Intanto, a dar man forte al Presidente della Camera giungono le parole di Pier Ferdinando Casini: “Non mi piace lo squadrismo intimidatorio nei confronti del Presidente della Camera. Se uno è un delinquente, lo è sempre. Una persona non è delinquente se fa una scelta oppure santa se ne fa un’altra”. Della vicenda si occuperà il procuratore aggiunto Pier Filippo Lariani.

DI PIETRO – BERSANI: lo scenario delle elezioni anticipate è un disegno che nel centro-sinistra si prende in massima considerazione ma comincia a delinearsi, anche lì, una differenza sostanziale tra quel che vorrebbe l’Italia dei Valori e il percorso che alletta il Partito Democratico. Antonio Di Pietro sembra avere le idee chiarissime: “Fase di transizione? Berlusconi non la permetterà: vorrebbe dire rivedere la legge elettorale e le regole sul conflitto di interesse. Tra poco il Pd dovrà fare le sue scelte: di qua c’è lo schieramento della legalità (si riferisce a IdV, ndr), di là la palude della Balena bianca (il “di là” sottintende il probabile schieramento che accorperebbe Futuro e Libertà di Gianfranco Fini, l’UdC di Pier Ferdinando Casini e l’Alleanza per l’Italia di Francesco Rutelli, ndr)”. Silenzio in casa democratica dove si continua a riflettere con la massima prudenza.

Italia-Brasile, il caso Battisti in campo

Il caso Battisti è ancora hot. Perché l’Italia è l’Italia, non un altro paese. E siccome l’Italia è, appunto l’Italia, ecco che sbuca fuori il calcio. Perché per il 10 febbraio sarebbe prevista una bella partita, un’amichevole, proprio tra Italia e Brasile. E il Brasile è proprio il paese che ha rifiutato di restituire Cesare Battisti all’italica giustizia.

Lula ha detto no, e ora la politica italiana non trova nulla di meglio da fare che buttarla sul calcio. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, proprio non ci sta. Questa partita non s’ha da fare. Ha pure in tasca un bel biglietto per la stessa, ma giura e spergiura che non si presenterà. Andreotti prova a ricordare che politica e sport non c’entrerebbero, ma ormai la polemica è partita. Così italica.

La Meloni, già che c’è, ha un’altra idea: far presentare tutti i giocatori in campo con una fascia nera al braccio in segno di lutto.

Carla Bruni da Fazio a Che tempo che fa. E il caso Battisti?

Carla Bruni da Fazio a Che tempo che fa. Ve lo avevamo anticipato. La Premiere Dame de France ha snobbato il Festival di Sanremo e Bonolis, e ha optato per il buon (appunto) Fabio Fazio. Ieri tutta Italia ha potuto deliziarsi con la donna che ha rinnegato il suo essere italiana.

Carlà ha presentato il suo disco e pare che non abbia chiesto alcun compenso (volevamo anche pagarla?). Ha negato qualsiasi suo ruolo nel caso Battisti. La moglie del presidente francese Sarkozy era naturalmente pronta ad affrontare le domanda spinosa in metito alla vicenda del terrorista condannato in Italia, per molti anni esule a Parigi e del quale il Brasile ha negato l’estradizione. Lei non c’entra nulla, e si stupisce anche del fatto che sia stata tirata in mezzo dai media italiani.

ça va sans dire…

Socialismo Francese: Una poltrona per due…donne

Ci sono segni, nella vita della popolazione mondiale, che non possono lasciare indifferenti. Forte segno fu l’11 settembre che fece cominciare l’epoca del terrore e della sua battaglia, forte segno fu l’elezione del primo presidente di colore della storia che aprì, metaforicamente, la porta alla nuova politica che avanza.

Forte segno sarà anche in Francia che dopo aver eletto un presidente che dopo un annunciato divorzio, peccato che non lo abbia addirittura dichiarato in campagna elettorale sarebbe stato un punto raggiunto, e un ipermediatico matrimonio con la auto dichiarata ex italiana Carla Bruni, pardon Carlà Brunì, ecco che il partito socialista decide che bisogna innovarsi e di pronta risposta avrà come leader una donna.

Ancora non si sa chi, ma il ballottaggio parla chiaro: la sfida si giocherà tra Segolene Royal e Martine Aubry. La prima già nota agli onori delle cronache come la perdente della sfida presidenziale con Sarkozy, la seconda come sindaco di Lilla, nonché figlia d’arte essendo il padre Jacques Delors, ex ministro dell’economia francese ed ex presidente della Commissione Europea.

Carla Bruni vs Berlusconi: questione di umorismo



Certo, lei un tantinello spocchiosetta è… L’ha sempre tirata per le lunghe con questa storia di essere ormai francese. Ma quale italiana, uèuè.


Silvio e il suo umorismo si sono attirati anche la bacchettata della First Lady d’Oltralpe. Che non sarà simpatica a pelle, ma che je voi dì?


Mi fa uno strano effetto ascoltare Silvio Berlusconi prendere alla leggera l’elezione di Barack Obama alla Casa Bianca e “scherzare” sul fatto che il presidente eletto Usa è “sempre abbronzato


Certe volte sono molto felice di essere diventata francese!


Carla di Francia detta l’Umanitaria

In effetti mi mancava un po’il gossip relativo alla coppia più chiacchierata di tutta Francia e non solo. D’altronde dopo aver scoperto che Nicolas Sarkozy e Carla Bruni avevano in principio una relazione segreta, quindi si dovevano sposare e poi le voci di un possibile figlio, onestamente non sapevo veramente cosa mai si sarebbe potuto inventare per portare di nuovo al top del gossip la prima coppia d’oltralpe.

E così, in occasione del loro primo viaggio “di lavoro”, la visita ufficiale in Ciad e Sudafrica, Carla Bruni ha avuto modo di mettersi al centro dell’attenzione, con una dichiarazione che la paragonerà subito ad una delle tante star di hollywood che già si impegnano nel campo. Infatti la bella Carla, ha deciso di scendere in campo umanitario per aiutare i più bisognosi.

Una scelta di cuore quella di Carla, ma soprattutto una scelta pensata, ragionata da molto tempo insieme al marito Nicolas. Il quale, almeno penso, non si esporrà più di tanto su questo argomento, lasciando campo libero alla moglie, magari sostenendola a necessità.

Sarkozy e la sindrome Ratatouille

Il buon Sarkò è veramente un personaggio fuori dagli schemi. E’stato in grado fino ad oggi di stupire e di sorprendere, sia per il gossip (il suo amore con Carla Bruni è stato ed è ancora adesso uno dei piu ricercati dai paparazzi, con news che si inseguono una dietro all’altra) sia per la sua politica e le sue dichiarazioni, che molto spesso si sono rivelate sopra le righe.

Ma d’altronde che cosa dovevamo aspettarci da un presidente giovante come Nicolas? Di certo questo genere di problemi non li potremmo avere noi in Italia, con un presidente che con l’età che ha sicuramente sfigurerebbe di fianco della giovane Bruni.

Uno dei fattori che particolarmente mi ha colpito nella politica di Sarkozy è la provocazione. Personalmente credo che sia una caratteristica fondamentale per un buon leader del paese. Un leader che ha l’istinto di provocare, che ha la sfacciataggine di dire cose che altri non direbbero almeno dal mio punto di vista, è un ottimo leader. In primis perchè è un leader che ha voglia di rischiare ed è proprio così che si possono ottenere dei grandi risultati, buttandosi e cercando una strada che altri mai avrebbero tentato.

Sarkozy e Zorro: tasse alle TV private per aiutare quelle pubbliche

Zorro

Nicolas Sarkozy alla riscossa. Al presidente piace il mondo mediatico e la celebrazione. In questi tempi di occhi puntati sulla di lui vita privata – a volte, appare, più all’estero, in quest’Italia cui tanto piace il gossip e, perchè no, il voyeurismo, che nella stessa Francia – Sarkozy pensa ad una riforma delle dinamiche televisive d’oltralpe. Ecco la proposta: eliminare gli spot commerciali dalla tv pubblica e tassare i ricavi pubblicitari dei canali privati per ridurre il deficit.

Durante la conferenza stampa di inizio anno, nel Salone delle feste dell’Eliseo, Nicolas Sarkozy ha annunciato le sue intenzioni a più di 500 tra giornalisti, fotografi e operatori televisivi provenienti da oltre quaranta Paesi. Al Presidente, come è normale che sia, è toccato anche rispondere alle inevitabili domande sulla sua relazione con la cantante ed ex modella italiana Carla Bruni. E’ una storia seria, ha affermato. Difficile immaginare il contrario – o che semplicemente affermasse qualcosa di differente – dopo la maestosa esposizione mediatica del loro viaggio in Egitto e delle romantiche passeggiate tra le Piramidi.

Tornando alla realtà, il capo dello Stato ha esordito affrontando il tema del rinnovamento culturale del servizio pubblico radio-televisivo. Un settore che, nei suoi piani, deve mirare alla qualità e non può funzionare solo con criteri mercantili. La proposta concreta? Voglio che i requisiti della televisione pubblica siano modificati profondamente, e voglio considerare la possibilità di eliminare completamente le pubblicità dai canali pubblici. Togliere, dunque, gli introiti pubblicitari al broadcasting pubblico, per assicurarne un innalzamento effettivo dal punto di vista dei contenuti e della qualità. Il finanziamento e quindi la sussistenza economica della Tv pubblica potrebbero essere assicurati per altra via. Potrebbe essere introdotta una tassa più alta sulla raccolta pubblicitaria delle tv private e una tassa infinitesimale sul volume d’affari dei nuovi mezzi di comunicazione, come internet o la telefonia mobile.