La morte perfetta. Ciak, si gira. In Florida

La morte perfetta. L’esecuzione perfetta. E’ tornata, in Florida. L’ultima volta, nel 2006, Angel Diaz ci aveva messo più di 30 minuti, a morire. Contro i 12 previsti dall’iniezione fatta a regola d’arte. I medici avevano dichiarato che Diaz non solo ci aveva messo più del dovuto, ma aveva patito

patimenti estremi

Patimenti estremi. Tanto che due prigionieri avevano un attimo fatto appeello alla Corte Suprema, invitandola a pronunciarsi, a capire se la pena capitale fosse contro la Costituzione. 30 minuti tra atroci dolori, infatti, potevano essere visti come un mezzo crudele e inusuale.
La Corte Suprema ha sancit la costituzionalità dell’iniezione letale. Nessun problema con l’ottavo emendamento. Si proceda pure.

Confine USA – Messico: Il nuovo muro

Si impiegarono molti anni in Europa, precisamente in Germania, per riuscire ad abbattere il muro delle divisioni fisiche, ma soprattutto culturali, che venne divideva in due la Germania.

Allora come oggi è un muro che diventa argomento di discussione. Ma non è più di cemento come allora, quanto invece più simile a una cancellata come quelle che ognuno di noi magari ha a casa o ha visto vicino al proprio alloggio.

La “cancellata”, che nella sua interezza dovrebbe essere lunga circa 700 miglia, è stata criticata aspramente dagli ambientalisti e da alcuni proprietari terrieri che vedrebbero limitati i propri profitti.

Il motivo della costruzione è l’ingresso di clandestini dal Messico. A vostro parere: La costruzione della cancellata è una cosa giusta?

Nozze Gay: Un sogno divenuto realtà

Dalla giornata di ieri in quel della California sarà possibile convolare a nozze tra persone appartenenti allo stesso sesso. Un grande segno di apertura, dovuto anche ad una sentenza della Corte Superma, che ha permesso di definire il matrimonio come “unione di due persone” e non di “un uomo e una donna”.

I dati raccolti da alcuni sondaggisti a stelle e strisce dicono che almeno la metà delle coppie omosessuali residenti in California, sarebbe pronto a sposarsi immediatamente. Sicuramente non supereranno Del Martin e Phyllips Lyon, rispettivamente 87 e 83 anni, attiviste storiche del movimento gay-lesbo.

Nozze che per il momento si possono svolgere legalmente (quindi con unione riconosciuta dallo stato) solo in California e Massachussets.

Un grande segno di apertura da parte dello stato della California, ma secondo voi E’giusto aprire la possibilità alle coppie gay di sposarsi? Non sarebbe meglio un altro tipo di unione?

Primarie USA: Le iettature a stelle e strisce

Bisogna capirla povera Hillary. Con tutto quello che sta passando d’altronde la tensione che correrà nelle sue vene deve essere assolutamente alle stelle. Però sinceramente mai avrei pensato che si sarebbe addirittura messa a lanciare maledizioni al suo rivale.

Un rivale, tra l’altro, che prima di tutto dovrebbe essere un collega, un amico, un compagno ed un alleato. E che invece sembra che voglia considerare in tutt’altro modo.

Perchè Obama ormai da mesi afferma di vincere le primarie alla prossima sessione, ma ogni volta si ritrova a comprendere che quell’osso duro di Hillary non molla e la bionda candidata, di pronta risposta, usa ogni mezzo per contrastarlo.

Primarie USA: Quando Bill perde la testa

Quante volte succede, anche in Italia ovviamente, che un determinato candidato, quando ha finito completamente le cartucce da sparare cerca di affidarsi ad un qualsiasi personaggio di spicco per poter rialzare il proprio nome.

Spesso accade volontariamente, in fondo sfruttare il volto di personaggi amati dal pubblico è un’ottima trovata pubblicitaria; altre volte invece sono proprio i personaggi famosi, i VIP, a scendere in campo spontaneamente, magari presi da pietà per il loro candidato preferito, per sperare che in fondo la loro scelta divenga la scelta di tutti.

Naturalmente da questa manovra mediatica non potevano esimersi gli Stati Uniti, il paese numero uno per quanto concerne il potere dei mezzi di informazione. E quale poteva essere il massimo sostenitore per la campagna elettorale di Hillary Clinton? Ma certo, la risposta non poteva essere che lui, ovvero “The former president” (l’ex presidente tradotto) Bill Clinton.

Obama, Hillary, Hillary, Obama. M’ama non m’ama. Nel segno della profezia nera

Clinton Obama
La soap delle presidenziali continua. All’ultima sfida, e soprattutto sovrastata in modo ormai imbarazzante dalla forza comunicativa, di proposta, di spessore, e perchè no di diversità e giacchè anche un pizzico di maschia virilità dell’incubo delle notti della senatrice: Barack Obama.
La povera Hillary è stata schiacciata dal rivale della stessa casa madre in altri 4 Stati. Louisiana, Nebraska e Stato di Washington sabato, e domenica, ciliegina sulla torta, il Maine, 24 soli delegati in palio, ma un’altra tessera nel puzzle democratico che è più di un sassolino nella scarpetta di Hilary.
Obama, nel Maine, ha portato a casa il 62% dei consensi, mentre la Signora Clinton solo il 38. Poco meno del doppio. Numeri del genere stanno estremamente scottando all’ex First Lady. Sostanzialmente, così tanto certo non se lo aspettava.

Super Martedì, Super pareggio tra Obama e la Clinton

Clinton Obama
L’hanno chiamato tsunami, terremoto, onda anomala. Barack Obama, secondo alcuni – ma è sempre suonato strano, per i meno frettolosi e i più morigerati – doveva, secondo alcuni soldaggi, travolgere e stravolgere.
I sondaggi sono la vera anima nera di queste presidenziali infinite targate USA. Per quanto, spezzando una lancia a favore, l’utilizzo mediatico degli stessi sia plausibilmente un’insana ricerca dello scoop. Fatto sta – e l’avevano detto, anche questo – che il tanto atteso Super Martedì non ha ribaltato una beata fava. Lo stesso Barack aveva pronosticato il sostanziale pareggio poi verificatosi. Mentre Hillary, ora, ancora per un attimo, allontana i suoi incubi peggiori.
Nelle più grandi (e più esposte all’overdose mediatica) primarie della storia presidenziale Usa, con tanto di 24 Stati con in palio più di 3000 delegati, il singolar tenzone ha portato a casa un sostanziale pareggio.

Super Martedì: la prima donna contro il primo afroamericano. Agli elettori l’ardua sentenza

Obama vs Clinton
Il leggendario Super Martedì è arrivato. Così come la resa dei conti, finalmente. La sfida Hillary-Barack alla svolta. Forse.
Hanno ultimamente fatto i fidanzatini sulla Cnn. Deliziosi e delicati uno nei confronti dell’altra, con alcune tematiche ancora lì a dividerli ma con un approccio assai differente dalla rissa, che pure li aveva visti protagonisti. Uno stil novo che ha fatto parlare della possibilità di dream ticket.
Alla vigilia della resa di oggi, il Washington Post ha pubblicato i contributi di due famosi scrittori made in USA sui due contendenti del partito democratico. Michael Chabon ha detto la sua su Barack Obama, mentre Erica Jong ha appoggiato Hillary Clinton.

Bush in Medio Oriente. Azzam: accoglietelo con le bombe

Bush Bomb

Georg W. Bush, la settimana prossima, ha in programma una capatina in Medio Oriente. Comitato d’accoglienza? Azzam l’americano, il portavoce di Al Qaeda, ha la sua idea. E la condivide: Rivolgo questo appello urgente in particolare ai fratelli mujaheddin in Palestina e, più in generale, a quelli nella penisola araba, affinché siano pronti ad accogliere il crociato, il boia Bush, durante la sua visita di gennaio nella Palestina musulmana e nella penisola occupata, non con fiori ed applausi ma con bombe ed automobili esplosive. Parole di stima e di affetto in un messaggio audio video di 50 minuti diffuso via Internet. Dal titolo: Un invito alla riflessione e al pentimento.

Il programma di Bush prevede Israele, Palestina e altri stati del Golfo Persico. In vista del viaggio, la tensione politica internazionale è alle stelle, e la situazione è estremamente delicata. Il rischio attentati viene, infatti, soprattutto da gruppi radicali e cellule spontanee che pedissequamente seguono e applicano le istruzioni diffuse via Web. Ecco il perchè dell’esternazione di Azzam.