Milano ballottaggio, Torino a Fassino e Bologna a Merola

Foto: Ap/LaPresse

Milano choc per Berlusconi”; “Sorpresa a Milano, Pisapia in testa”; “Milano la sconfitta di Berlusconi”; “Milano punisce Pdl e Lega”. Questi sono i principali titoli dei quotidiani usciti questa mattina. Sicuramente la notizia che maggiormente ha stupito tutti gli elettori e non solo è stato il voto di Milano. A Milano, roccaforte del centrodestra fin dal 1993, uno scatenato Pisapia ha ottenuto un ottimo 48,0% dei consensi totali degli elettori, contro il sindaco Moratti, che invece arriva solo al 41,6%.

Ma è un centrodestra in crisi quello visto ieri? Sicuramente nessuno poteva immaginare un risultato simile per queste amministrative, alcune delle principali città del centrodestra sono cadute sotto i colpi di una campagna elettorale del centrosinistra. Fassino ottiene un ottimo 56,7% arrivando cosi a vincere di gran lunga sul candidato del centrodestra Coppola, che ottiene solamente un 27,3%.

Bonino-Polverini: il duopolio che piace

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Nel Lazio, si sa, la partita è tra due donne. Il fatto che, in una lotta politica tutta italiana, si usino finalmente le unghie per una volta, non è male. Ha ragione Emma, e senza il rischio di sembrare veterofemminista:

Che siano due donne le candidate alla presidenza di una Regione è un fatto anomalo per un Paese come il nostro dove si ha una concezione patetica del ruolo e funzione della donna

Ci sono tanti di quei delusi da una parte e dall’altra. E’ vero, almeno in parte, quello che dice il Vittorio (Sgarbi) nazionale oggi. E’ ancora presto per dire che sono candidate sbagliate, però. Ed è certo che, più che essere la Bonino e la Polverini delle candidate senza partito, è piuttosto schiacciante e vero il contrario. Ovvero: i (non) partiti non sono più in grado di esprimere proposte identitarie. E ognuna di loro ha un’identità forte a prescindere.

Porta a Porta, analisi del voto

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Anna Finocchiaro, Roberto Castelli, Pier Ferdinando Casini, ma anche il ministro Bondi e l’Italia dei Valori in studio. Si analizza – e si litiga fin da principio – il voto. L’onorevole Casini ha preso un punto in più rispetto alle politiche del 2008, ed è andato meglio anche rispetto alle ultime europee.

La lista Bonino è andata meglio alle europee del 2004, mentre alle precedenti politiche era con il Partito Democratico. Per Castelli i risultati sono di tale evidenza che non c’è bisogno di commentarli

Amministrative, cala il Pd (e non frena il Pdl)

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Arrivano i risultati delle provinciali: al Nord e al Sud in netto vantaggio il centrodestra, il centrosinistra resiste al Centro. Ma perde alle europee i feudi rossi di Marche e Umbria. Nella nuova provincia Barletta-Andria-Trani vince il centrodestra. Attribuite al pimo turno: Siena al centrosinistra, Lodi al centrodestra, Arezzo va al ballottaggio,  Cremona va al centrodestra e anche Sondrio.

A Milano sta perdendo Penati, Torino dovrebbe andare al ballottaggio, Bologna rimane al centro sinistra. A Napoli il ribaltone: il pdl è in testa con Cesaro al 58,9, mentre Nicolais è al 34. A Bari Schittulli del centrodestra ha al momento la maggioranza.

Europee e amministrative 2009, si vota oggi fino alle 22

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Urne aperte, e a breve conosceremo i risultati di questa tornata elettorale. Per le elezioni amministrative Provinciali del 6-7 giugno 2009, nella fattispecie, vale la pena ricordare le modalità di voto – un po’ più complesso: sulla scheda appaiono i candidati alla presidenza, con accanto i nomi dei candidati consiglieri provinciali di quel collegio collegati al candidato presidente e il relativo simbolo.

Per votare bisogna mettere un segno sul candidato alla presidenza e un altro sul simbolo del candidato consigliere. Se si indica solo il candidato consigliere, si attribuisce automaticamente il voto al candidato alla presidenza ad esso collegato.

Europee 2009, oggi e domani si vota

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Siamo pronti. Anzi, siamo già in corsa. Tutta Europa vota per il rinnovo del proprio Parlamento.  Si vota da oggi alle 15, fino alle 22,e domani dalle 7 alle 22. Aperti i seggi per europee e amministrative. E in Veneto, è duello tra Lega e Pdl.  Dappertutto – anche in ragione delle amministrative – questa tornata elettorale è un vero e proprio test per quel che resta del partiti di casa nostra. E come di consueto, per Pd e Pdl.

Dappertutto, ma in particolar modo in Italia, il voto di oggi e domani assume un carattere e una carica simbolica e implicante. In questo momento storico, il Belpaese è alle prese con quello che potrebbe essere un bivio. Potrebbe.

La discesa in campo di Beppe Grillo



Scusate, quando si parla di discesa in campo mi viene in mente quel momento inserito nella storia di You Tube e Wikipedia.


Comunque oggi c’è un’altra discesa in campo. Quella di Beppe Grillo. Lui non la mette esattamente così, ma la faccenda in qualche modo somiglia ad una discesa in campo alternativa. Indiretto, ma concreto e reale: lui ci mette il blog e la faccia.


Appoggerà, con un apposito simbolo, tutte le liste civiche che lo chiederanno e che soddisferanno particolari requisiti. Per la presentazione di un programma politico comune, probabilmente ispirato a legalità ed ambientalismo, è stato fissato il 31 gennaio. Le cinque stelle stanno arrivando. A noi gli interrogativi di cosa cambia – se cambia – nella politica italiana.


E a chi toglieranno voti…


Amministrative Francia: Chapeau Hollande!

Oltre alla Spagna questo weekend ha visto anche le elezioni in Francia, ma a differenza della penisola iberica nel paese dei “galletti” di votava per le amministrative in ben 36.782 comuni. L’importanza di queste elezioni era sostanzialmente una sola, osservare come la destra avrebbe reagito. In Francia ogni cittadino voleva sapere se il partito del buon gossip-boy Nicolas Sarkozy ce l’avrebbe fatta a tenere testa al partito socialista.

In pochi ci credevano, ed in infatti così è stato. Tutti si aspettavano una caduta di voti per la destra e quindi per Sarkò, fatto puntualmente avvenuto. Infatti con il 47,5% delle preferenze attualmente la sinistra è in vantaggio sulla destra, ferma al 40%. Ovviamente sono dati che vanno comunque presi con la pinzetta, ma tutti i francesi consideravano questo voto come il primo esame per il partito di Mr.Bruni e, se così fosse, non possiamo che definirlo una cocente sconfitta.

Al momento in cui scrivo ovviamente si può parlare solo ed esclusivamente di exit poll. I dati ufficiali ancora non sono stati pubblicati, ma ovviamente un distacco comunque così elevato, addirittura di 7 punti, fa pensare che i risultati difficilmente potranno cambiare radicalmente.

Il referendum può aspettare

L’Italia è proprio un paese strano. Ogni volta che sembra, e ripeto sembra, esserci qualcosa di buono, improvvisamente riusciamo a rovinarlo in maniera definitiva. Oppure si cade nelle situazioni più assurde, che con il senno di poi ci fanno pronunciare l’epiteto ormai più famoso tra gli italiani per esternare il loro disappunto: “Solo in Italia poteva succedere…”

E’ormai cosa nota a molti che in aprile ci ritroveremmo per votare il nuovo governo che dovrà comandare, sempre che ce la faccia vedendo il precedente, per i prossimi cinque anni. Quindi il 18 maggio ritorneremo nuovamente alle urne per segnare la nostra opinione sulla riforma elettorale. Sembra assurdo, ma è proprio così. Prima veniamo invitati a votare e a “creare” il nuovo governo, poi nemmeno un mese dopo, verremo nuovamente richiamati per portare un’innovazione ad un sistema elettorale che non è mai piaciuto più di tanto, se non ai politici dei partiti dello 0 virgola qualcosa.