Per Mafia Capitale il business erano i rom su cui spostare i soldi dei minori

Tutta scena quella dell’intransigenza dell’ex sindaco e dei suoi nei confronti dei rom, visto che come spiega l’inchiesta Roma Capitale che vede coinvolto anche Gianni Alemanno, i rom rappresentavano una fonte di guadagno non indifferente, proprio come i migranti. Massimo Carminati e Salvatore Buzzi avevano messo in piedi un’ottima organizzazione a delinquere con la quale lucravano soprattutto su rom e migranti, considerati il business prioritario dell’associazione. Adesso sono state arrestate 37 persone e altre 40 sono indagate a piede libero. Il procuratore di Roma Giuseppe Pignatone ritiene di dover andare in fondo.

Al centro delle nuove rivelazioni ci sarebbero delle intercettazioni, quelle ad esempio tra Buzzi che parla con Piera Chiaravalle, la sua assistente, chiedendole:

Tu c’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati?

E poi in un altro passaggio:

 

Eh, il traffico di droga rende meno.

Sempre Buzzi intercettato dice:

Noi quest’anno abbiamo chiuso con quaranta milioni di fatturato ma tutti i soldi, gli utili li abbiamo fatti sui zingari, sulla emergenza alloggiativa e sugli immigrati, tutti gli altri settori finiscono a zero.

Buzzi racconta che tutto ha iniziato a volgere al meglio per lui dopo le primavere arabe che hanno determinato l’emergenza migranti. Per ogni migrante o nomade nella tasche della cooperativa arrivavano circa 35-40 euro al giorno, con l’unico problema che i pagamenti erano eccessivamente in ritardo da parte del Comune. Ma anche a questo Buzzi aveva trovato una soluzione: far stornare sull’emergenza migranti i 17 milioni di euro destinati ai minori della città, invitati ad attaccarsi in modo molto più volgare di come lo raccontiamo noi. Non manca in tutto l’affare il coinvolgimento dei Casamonica, ma di loro la criminalità romana conosce già parecchi dettagli.