World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 25 giugno 2008

Ore 01:10. La notte è fonda ormai, così mentre il silenzio avvolge la mia casa e tutto ciò che la circonda mi appresto a presentarvi gli argomenti principali trattati dai giornali internazionali. Da “Il Caimano” allo Zimbabwe di Mugabe tutti gli argomenti, qui nella Rassegna Stampa Internazionale di Politicalive.

Non solo politica

Sarà politica? Non lo sarà? Politica, l’arte di governare. Le polis appaiono sì lontane. Non è politica, non solo politica. Uno sfogo lontano dalla politica, che la politica tocca. Mentre il decreto sicurezza passa trionfalmente, mentre il lodo Schifani ripasserà a breve, mentre si osserva questa Italia. Che cos’è quest’Italia?
Oggi mi interrogavo sull’esigenza e urgenza, soprattutto l’urgenza, di una norma che assicurasse l’immunità alle 5 più alte cariche dello Stato.
Urgenza del popolo, non grida altro in effetti, non lo sentite? A gran voce. Nessun particolare accanimento contro il Caimano: egli (egli, sic!) è solo l’incarnazione meglio riuscita del sistema all’italiana. Sistema perfettamente trasversale.

Confine USA – Messico: Il nuovo muro

Si impiegarono molti anni in Europa, precisamente in Germania, per riuscire ad abbattere il muro delle divisioni fisiche, ma soprattutto culturali, che venne divideva in due la Germania.

Allora come oggi è un muro che diventa argomento di discussione. Ma non è più di cemento come allora, quanto invece più simile a una cancellata come quelle che ognuno di noi magari ha a casa o ha visto vicino al proprio alloggio.

La “cancellata”, che nella sua interezza dovrebbe essere lunga circa 700 miglia, è stata criticata aspramente dagli ambientalisti e da alcuni proprietari terrieri che vedrebbero limitati i propri profitti.

Il motivo della costruzione è l’ingresso di clandestini dal Messico. A vostro parere: La costruzione della cancellata è una cosa giusta?

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 24 giugno 2008

Ore 01:19. Sono i vari piccoli eventi nazionali, di cronaca o di politica, che raccolgono l’attenzione dei vari quotidiani che ogni giorno andiamo ad analizzare. Nel caso in cui non siano le news nazionali a dominare i quotidiani sono le notizie internazionali di nicchia a farla da padrone. Vediamo ora in dettaglio come i vari paesi si apprestano a vivere questa giornata.

Robin Hood e le cooperative

Robin Hood ce l’ha con le imprese – più o meno, o comunque questo è quel che si fa passare. Altrimenti non l’avrebbero chiamata Robin Hood Tax, no? Si siceve e si pubblica un comunicato stampa odierno dell’Ufficio Stampa di GDL-Popolo della Libertà Presidente Fabio Filippi. Il titolo, come stile ufficio stampa vuole: FILIPPI (PDL): ROBIN HOOD TOGLIE ALLE GRANDI COOPERATIVE PER DARE AI MENO ABBIENTI.

Berlusconi, da Caimano a Leviathan (Franco Cordero inside)

Pubblichiamo oggi integralmente un articolo apparso su la Repubblica del 19 giugno scorso, a firma Franco Cordero. Il celebre autore del più diffuso manuale italiano di procedura penale, professore emerito dal 2003 è spesso ricordato per l’accostamento proposto in un editoriale sullo stesso quotidiano fondato da Eugenio Scalfari alcuni anni fa in cui Silvio Berlusconi veniva paragonato ad un caimano. Ricordate tutti vero? Anche stavolta Cordero pone al centro delle sue riflessioni il Caimano, per un articolo che è un pò un aggiornamento sullo stato dell’arte di quello che lo stesso professore aveva ipotizzato anni prima.
Nel dialetto subalpino circolava una metafora romanesque: “l’hanno cambiato a balia”; forse lo dicono ancora d’uno che improvvisamente risulti diverso (i dialetti e relativa sapienza vanno estinguendosi); l’ubriacone diventa asceta, il codardo compie gesta eroiche et similia. Stanno nel fisiologico le metamorfosi lente operate da lunghi esercizi (Freud le chiama forme reattive, Reaktionsbildungen).
Qui è innaturalmente fulminea. Tale appariva la conversione del Caimano in homme d’Etat pensoso, equanime, altruista. Impossibile, natura non facit saltus. Nessuno cambia d’un colpo a 72 anni, tanto meno l’egomane insofferente delle regole (etica, legalità, grammatica, buon gusto), specie quando sia talmente ricco in soldi e voti da mettersele sotto i piedi.
Era molto chiaro dall’emendamento pro Rete4, in barba alla disciplina della concorrenza, ma i cultori del cosiddetto dialogo perdonano tutto o quasi. Nell’aria del solstizio, lunedì sera 16 giugno, Leviathan (nome biblico del coccodrillo archetipico) batte due colpi.
Partiamo dall’arcinoto retroscena.

Discariche, da Chiaiano a Gomorra

La Repubblica – ma un po’ chiunque – oggi scrive (aspettando l’Italia):

La discarica di Chiaiano si farà: lo ha confermato il sottosegretario all’emergenza rifiuti, Guido Bertolaso, lasciando la prefettura di Napoli al termine dell’incontro con le istituzioni locali. Bertolaso però ha assicurato che il confronto continuerà: annunciata da subito una immediata riconvocazione del tavolo tecnico con gli enti locali per valutare ulteriori aspetti legati all’utilizzo dell’impianto. In particolare dovranno essere discussi il problema dell’impatto ambientale relativo ai mezzi di trasporto, e la tipologia dei rifiuti da conferire nella discarica.
Si ipotizza che in una prima fase a Chiaiano debba essere sversato solo tal quale, e successivamente, con l’aumento a Napoli della raccolta differenziata, solo frazione secca

Ma…

Dal Molin? No grazie (sentenza inside)

Il Tar emette la sospensiva sul progetto Dal Molin, accogliendo il ricorso di Codacons e Coordinamento Comitati e decretando di fatto lo stop ai lavori e mettendo fine all’arroganza di chi avrebbe voluto imporre la nuova base Usa a Vicenza senza democrazia e senza una valutazione dell’impatto ambientale.
Ecco chi ha commesso le illegalità: gli statunitensi, il cui bando di gara per l’assegnazione dell’appalto è irregolare; Governo italiano, il cui consenso è definito dal tribunale amministrativo “extra ordinem”; Regione Veneto, sulla cui Vinca (Valutazione d’impatto ambientale) i giudici hanno quantomeno delle perplessità.

Rassegna Critica – Vengo dopo il Tiggì. Il Caimano

Ogni volta che Berlusconi ha conquistato Palazzo Chigi ha provato a forzare l’assetto costituzionale e per prima cosa ha attaccato con violenza la magistratura. Lo ha fatto nel 1994 con il decreto Biondi, primo atto di governo; nel 2001, quando i decreti d’urgenza sulla giustizia furono presentati prima ancora di ricevere la fiducia; e oggi. Con una escalation di violenza nei toni e, ancor di più, nei contenuti dei provvedimenti

Vediamo cosa succede telegiornalisticamente oggi. Con un occhio particolare. La lente si chiama: Berlusconi+calcio.

Il buco di Roma

Ma il buco c’è o non c’è? Il debito di Prodi c’era o non c’era? Da una settimana è balzato a copertura mediatica – sui dorsi locali de Il Messaggero e dei quotidiani nazionali, per poi passare al nazionale nel giro di pochi istanti. Roma è tappezzata da manifesti de Il Popolo della Libertà – Berlusconi per Alemanno, che recitano:

Veltroni ha lasciato un buco stratosfereico nel bilancio del Comune. Noi lo risolveremo

Il punto? Partiamo da un paio di considerazioni. Il buco c’è, è in corso l’avvio di un’indagine della magistratura. Il buco c’è, è pesante – il Comune di Roma è praticamente fallito – anche se le ricostruzioni dello stesso sono, naturalmente, assai diversi a seconda del punto di vista dal quale si guardi il subddetto benedetto buco di bilancio.
Ricordo nitidamente. Immediatamente post-elezioni, vinte da Gianni Alemanno, il neo-sindaco, finalmente ospite a Viva Radio 2, con Fiorello e Baldini, in verità dall’alto di un apprezzabile umorismo, aveva aggiunto a mozzichi e bocconi che stava verificando la presenza di un possibile ebuco nel bilancio del Comune.
Lo si sa da allora, lo si sa da sempre. Ma prima, forse, un tacito patto di apparente strumentale armonia delle parti – quella grandissima presa in giro che il Veltrusconi ha chiamato dialogo – prevedeva in agenda un’uscita del BUCO assai più soft di quella poi avvenuta.

Trattato di Lisbona: Un infinito work in progress

Chissà se le generazioni future riusciranno finalmente a vedere messo in atto il Trattato di Lisbona. Ovviamente la mia è una provocazione, ma certo è che per come si sono messe le cose, sarà ancora una faccenda molto lunga.

Dopo il “no” rimediato in Irlanda era d’obbligo per l’Unione Europea ritrovarsi e provare a trovare una soluzione che permettesse di trovare una via d’uscita. Risultato: tutti rimandati al 15 ottobre, al primo incontro sotto presidenza francese.

Dopo 19 ratifiche e 1 no quindi la UE fa proseguire l’iter ai paesi che ancora non hanno ratificato la costituzione. Tra queste anche la Repubblica Ceca, il cui premier ha affermato:

“Non scommetto 4 euro sul nostro si”

In questo stato di “ottimismo” vi chiedo: E voi la ratifichereste la nuova costituzione europea nota come Trattato di Lisbona?

Lunedì 23 giugno 2008. Tutti davanti al palazzo di giustizia di Milano

Rompiamo gli indugi. Il nuovo assalto di Silvio Berlusconi ai principi di legalità e alla giustizia non può vederci testimoni immobili e dunque complici. Ancora una volta il potere politico viene usato per tutelare posizioni processuali personali, senza alcuno scrupolo né verso i principi costituzionali né verso gli effetti che si producono a cascata sull’amministrazione della giustizia, sulla sicurezza e sulla libertà d’informazione. Le scelte accomodanti dell’opposizione si stanno rivelando semplicemente sciagurate. L’idea che l’acquiescenza verso Berlusconi sia segno di maggiore consapevolezza e maturità politica sta portando il Paese alla deriva, privandolo di una voce coerentemente risoluta nella difesa della Costituzione e della decenza repubblicana in parlamento.