Inaugurazione Obama. 150 milioni alla faccia della crisi

[Photo| Flickr] Alla faccia della crisi e della recessione. L’inaugurazione di Barack Obama sarà la più costosa di sempre: con la modica cifra di 150 milioni, il costo della faccenda sarà pari a quasi quattro volte quello che è stato speso per l’incoronazione di George W. Bush del 2005 (e cioè 42 milioni di dollari).

Di più: per Obama verrà speso cinque volte l’importo che sio era sborsato per Bill Clinton del 1993, e cioè 33 milioni. Quattro giornate storiche, per carità. Quattro giorni di balletti, trenini, cotillon, concerti, dediche, ospiti, feste e festini. Un tonfo, però, in termini di immagine: il team della transizione aveva fissato un obiettivo di raccolta di 45 milioni, e ne sono arrivati 41.

Sborsare soldi per chiudere otto anni di era di Bush è un nobile atto

Si scrive oggi. A celebrare il primo presidente USA afroamericano della storia ci saranno Beyoncè, gli U2, Bruce Springsteen. Ma da dove sono venuti tutti i restanti soldi?

Dai privati e da Wall Street. I massimi finanziatori democratici ci hanno messo zampino e soldi – banche in testa. E il mercato, in effetti, sembra ripagare lo stanziamento di risorse: la fiducia degli investitori verso Obama sta facendo indebolire lo yen nei confronti delle altre valute.

Sì, vabbè. Ma la crisi? Se fosse reale la volontà di Barack Obama di cambiare Washington (al merito, vi consiglio i video di Obamatopia su YouTube. Sono senza sottotitoli, ma ne vale la pena davvero), dicono i maligni, non avrebbe speso tutti questi soldi. Anche perché, si ricorda,

Roosevelt tenne le celebrazioni nel 1945 alla Casa Bianca, fece un breve discorso e servì pollo freddo. E durante la Prima guerra mondiale Wilson non fece nessun party, non sarebbe stato dignitoso

In più, lo staff dell’amministrazione uscente di Bush sibila e mormora che, per la prima volta, i soldi della Fema (Federal Emergency Management Agency) vengono spesi per qualcosa che non è una calamità.

Whatever. Barack Obama si è avviato ieri verso l’inaugurazione per la sua nomina a 44esimo presidente degli Stati Uniti. Solennità e festeggiamenti, una corona in un mausoleo militare, tempo di rock (rock?) con Bruce Springsteen, U2 e Beyonce. Un’immagine a metà. L’immagine dell’America oggi (e del mondo).

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