Gheddafi: l’Italia si muove

Foto: Ap/LaPresse

Ahmadinejad si scaglia contro Gheddafi, colpevole secondo il presidente iraniano di non prestare ascolto al popolo libico: “Invece di uccidere la sua gente, la ascolti”. Il maggior esponente politico della Repubblica Islamica, intervenuto nella tv di Stato, però non ha mai fatto esplicitamente il nome del Colonnello: “Come è possibile che un leader di un paese usi bombardieri, carri armati e cannoni per uccidere il suo popolo e poi ammonire che chiunque dirà qualcosa sarà ammazzato?”.

Dallo scoppio delle proteste in Libia, due paesi sono stati criticati aspramente per il loto immobilismo: la Francia e l’Italia.

Il presidente transalpino Nicolas Sarkozy ha chiesto questa mattina all’Unione europea di adottare “sanzioni rapide e concrete” perché “la comunità internazionale non può restare a guardare queste enormi violazioni dei diritti umani”.

Oggi Franco Frattini, ha detto che per far fronte alla crisi libica occorre “la consultazione e il coinvolgimento permanente di tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione che si renderanno disponibili”. Il nostro ministro degli esteri ha aggiunto:

Nelle grandi democrazie quando vi è un momento delicato per l’interesse del Paese, l’informazione, la consultazione permanente del Parlamento e delle forze politiche sono la chiave per fare andare il Paese avanti insieme.

Se, ad esempio, si prevedesse una convocazione permanente degli uffici di presidenza delle commissioni Esteri e Diritti Umani, per essere informate e consultate costantemente, il governo non si tirerebbe certamente indietro.

Vi sono anche organi istituzionali del Parlamento che hanno alla loro guida autorevoli esponenti dell’opposizione, che potrebbero certamente essere utilmente consultati e coinvolti per una reciproca informazione su come affrontare insieme i molteplici aspetti di questa vicenda.

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