Parla Denis Verdini, PdL alla resa dei conti

La versione di Denis Verdini in merito al coinvolgimento del coordinatore PdL nell’associazione appellata P3 è affidata a una conferenza stampa nel corso della quale l’ex Presidente del Credito Cooperativo toscano ne ha avute per tutti. Fini, Caldoro, Dell’Utri, Bocchino, eolico, Mancino, Cappellacci, Carboni: una sfilza di nomi che Verdini non ha trascurato di nominare per esporre la propria versione dei fatti. E’ come se si scrivesse un capitolo in più alla triste vicenda dell’intreccio tra politica e corruzione, tutt’ora al vaglio della Magistratura e pare una pagina importante del percorso intrapreso dal Governo attuale.

Se non altro, perchè anche nel corso dell’incontro tra Verdini e i giornalisti, sono emerse differenze incolmabili tra due correnti che nel PdL- quella dei finiani e il resto del partito – sono sempre più distinte, separate, lontane. Non a caso, quando il coordinatore PdL non aveva ancora concluso il suo intervento, l’Ansa s’era già messa a diffondere il commento di Italo Bocchino – finiano doc – con tanto di richiesta “più che mai, più di prima” di dimissioni inoltrata allo stesso Verdini. A cui è toccato di replicare seduta stante. Le frasi salienti pronunciate dal politico-banchiere:

P3.Tutto questo parte da un pranzo a casa mia, riportato da alcune intercettazioni, nel corso del quale si è parlato della candidatura del giudice Miller. Non conoscevo il giudice Martino, il giudice Lombardi e il giudice Miller. La selezione delle candidature è il mio lavoro. Nessuno mi cita mai dopo quel pranzo, per questo mi sembra strano essere ricondotto alla ormai famosa P3. Non ho mai saputo nè fatto parte di associazioni segrete. Non ne conosco nè finalità nè attività“.

DIMISSIONI.Non capisco perché dovrei dimettermi. Ho sempre fatto bene il mio lavoro. Non vedo perché dovrei dimettermi per una cosa di cui non so nulla“.

A BOCCHINO (del quale arriva un comunicato che dice: “Verdini con la sua conferenza stampa ha confermato di non essere più in condizioni, anche psicologiche, di fare il coordinatore del Pdl”, ndr). “Chi avanza richieste di presunta legalità dovrebbe essere ineccepibile e lindo. Non accetto nulla di quello che dice Bocchino. Il Pdl si è stretto a lui in occasione di una richiesta di arresto fermata dal gip“.

A FINI.Mi dispiace che il presidente della Camera non mi abbia tutelato, è sgarbato che chieda le dimissioni di un suo rappresentante. Mi attacca nonostante l’abbia votato“.

AI FINIANI. E’ evidente che serve un chiarimento. Noi non vogliamo cacciare nessuno, ma  se uno non si trova bene e se ritiene che l’impegno con gli elettori non sia vincolante è una sua decisione“.

SU CALDORO (Presidente della Regione Campania a cui, stando agli atti, la P3 avrebbe preferito la candidatura di Nicola Cosentino e sul quale avrebbe cercato di creare uno scandalo ad hoc): “La candidatura di Caldoro è avvenuta in modo trasparente, non c’è stato nessun dossier ma solo un foglio dattiloscritto che è stato subito cestinato. Dopo che il partito aveva deciso di indicare Caldoro come presidente è arrivato un altro volantino, consegnato da Sica, il quale aveva la voglia di fare il candidato alla presidenza della Giunta Regionale. Questo volantino l’ho portato personalmente a Caldoro. Lui con tutta semplicità mi ha detto che non era vero niente. Tutto il resto per me sono cose inesistenti. Questo è stato il comportamento del Pdl. Abbiamo sostenuto lealmente Caldoro“.

EOLICO.Io non ne capisco nulla, non è la mia materia. Non so di che cosa si parli, il che non esclude che abbia cercato di mettere in contatto il presidente Cappellacci con Carboni. Io non ho chiesto nulla, ho solo messo in contatto due persone. Nulla di male, quindi non sono pentito“.

A DELL’UTRI.Per me Dell’Utri è un amico fraterno, una persona perbene. Non ho scaricato nessuno, non c’è niente da scaricare. In onore della mia amicizia volevo precisare questa cosa“.

P.S: intanto, la lotta fratricida tutta griffata PdL miete un’altra vittima. Il sindaco facente funzioni di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa, si è dimesso: “Da un lato c’è chi è disposto a tutto pur di assicurarsi in futuro un posto al sole” e dall’altro è chiaro che mi si vuol far pagare la mia vicinanza politica ad un’area, quella degli ex Forza Italia, interna al Pdl. E’ inammissibile anteporre le lotte di partito e di potere agli interessi supremi della città di Reggio“. I conti sono già cominciati da un pezzo. Che si sia giunti alla resa?

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