Scuola, dal Pdl proposta di legge contro gli insegnanti “politicizzati”

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Se la riforma della scuola e dell’università del ministro Gelmini aveva fatto segnare momenti di aspra tensione tra il governo, da una parte, e gli studenti e i docenti, dall’altra, e dopo che il premier Berlusconi, tempo fa, aveva attaccato gli insegnanti di sinistra, sostenendo che “inculcano negli studenti valori diversi da quelli della famiglia”, ecco arrivare una proposta di legge contro gli insegnanti “che fanno propaganda politica o ideologica nelle scuole”. E’ stata presentata alla Camera dal deputato del PDL Fabio Garagnani, membro della Commissione Cultura di Montecitorio, e prevede, in tali casi, la sospensione dall’insegnamento “per almeno 1-3 mesi”.
Tale norma andrebbe inserita nel Testo unico sulla scuola, mentre le sanzioni, ha spiegato Garagnani, “dovranno essere contenute poi in dettaglio in un provvedimento attuativo della legge”.
Secondo il deputato del PDL, infatti, La propaganda politica non può trovare tutela nel principio della libertà d’insegnamento enunciato dall’Articolo 33 della Costituzione. Per Garagnani, Un conto è tutelare la libertà di espressione del docente, un altra è quella di consentire che nella scuola si faccia impunemente propaganda politica. E ciò, spiega, avverrebbe in molti casi, “sopratutto in Emilia Romagna, tra i professori della Cgil”.

Napolitano, si al ddl Gelmini ma “vi sono criticità”

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Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha promulgato la legge di riforma dell’ Università già approvata dal Parlamento il 23 dicembre, pur osservando  talune “criticità”. Napolitano ha anche inviato una lettera al presidente del Consiglio dei Ministri con la quale si sollecita a superare con successiva legislazione ministeriale tali “criticità”. Nella lettera, il capo dello Stato spiega di aver firmato la legge “non avendo ravvisato nel testo motivi evidenti per chiedere una nuova deliberazione alle Camere”.

Nella lettera, si spiega inoltre che ” L’ attuazione della legge è del resto demandata ad un elevato numero di provvedimenti, a mezzo di delega legislativa, di regolamenti governativi e di decreti ministeriali”  e che vanno “affrontate talune criticità, riscontrabili in particolare negli articoli 4, 23 e 26.” Per l’ articolo 6, riguardante il titolo di professore aggregato, si auspica che “il governo adempia senza indugio all’ impegno assunto dal ministro Gelmini”, “eventualmente attraverso la soppressione del comma 5 dell’ articolo”. Per quel che riguarda la concessione delle borse di studio, prevista dall’ articolo 4, viene specificato che “appare non pienamente coerente con il criterio del merito nella parte in cui prevede una riserva basata anche sull’ appartenenza territoriale”. L’ art. 23, che disciplina i contratti per attività di insegnamento, è per una parte di “dubbia ragionevolezza”, mentre l’ articolo 26 andrebbe “formulato in termini non equivoci”. Vi è, comunque, l’ auspicio a che, ” sugli sviluppi della complessa fase attuativa del provvedimento, il governo ricerchi un dialogo con tutte le parti interessate”.

Università, bagarre al Senato. Studenti: cortei “a sorpresa” – FOTO

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E’ stata assai caotica la seduta di oggi, al Senato,durante la quale si discuteva la riforma dell’ università:la vicepresidente di turno, la leghista Rosi Mauro, incalzata dall’ opposizione e per accellerare l’ iter del provvedimento, ha iniziato a far votare emendamenti a raffica, dando luogo ad una confusione totale, culminata con l’ approvazione di alcuni emendamenti del PD. A questo punto, però, il presidente Schifani, accortosi della situazione di caos, ha convocato prima la conferenza dei capigruppo e poi la giunta per il regolamento, decidendo alla fine di ripetere le votazioni contestate, poichè, ha spiegato, “con il caos in aula i senatori non sapevano cosa stavano votando”.

In seguito, nel dibattito in Aula, si sono espressi contro la decisione di Schifani sia la capogruppo del PD, Anna Finocchiaro, sia quello dell’ IDV, Felice Belisario, mentre favorevole a rifare il voto si è detto il capogruppo dell’ UDC Giampiero D’ Alia.

Il governo, però, non può correre il rischio di un ritorno alla Camera del ddl Gelmini: se, infatti, al primo passaggio, Futuro e Libertà ha votato a favore, adesso che il partito si trova a tutti gli effetti all’ opposizione, potrebbe cambiare orientamento, come ha spiegato il finiano Granata, per il quale “un breve stop  alla Gelmini per una serie di audizioni sarebbe un grande segno di civiltà e di ascolto da parte della politica, e “smorzerebbe polemiche”.

Università, ancora proteste e disordini. Alla Camera governo battuto due volte

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Continua la protesta degli studenti e dei ricercatori dell’ università, che, nel giorno della mobilitazione nazionale, chiedono al governo di fermarsi e ritirare il disegno di riforma Gelmini. Cortei e manifestazioni si sono svolte in tutte le principali città italiane, creando anche disagi al traffico e alla mobilità.

A Roma,vi era l’ autorizzazione per un sit-in di un centinaio di studenti  a piazza Montecitorio, ma questi l’ hanno trovata blindata e presidiata dalle forze dell’ ordine. Un corteo di migliaia di studenti è partito da Piazzale Aldo Moro, antistante l’ Università La Sapienza, con numerosi striscioni, recitanti vari slogan.  Un altro corteo ha imboccato via Cavour e alcuni manifestanti hanno imboccato la scalinata del Campidoglio, dove è stato lanciato un fumogeno contro i poliziotti, tra slogan contro il sindaco Alemanno.

Nel primo pomeriggio, la tensione aumenta. quanndo alcuni studenti cercano di ribaltare un blindato della polizia, nei pressi di via del Corso, e questa risponde prima lanciando lacrimogeni, poi con alcune cariche. Ci sarebbe un fermato, e alcuni feriti tra le forze dell’ ordine, che sta facendo allontanare i passanti dalla zona. Alcuni manifestanti avrebbero detto:” E’ come Genova, violeremo la zona rossa”, mentre il corteo ha raggiunto viale del Muro Torto.

Università, protesta e incidenti in tutta Italia. FOTO da Milano, Torino e Firenze

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Continua la protesta degli studenti universitari, in tutta Italia, contro la riforma dell’ Università in discussione alla Camera. Questa mattina davanti a Montecitorio si è svolto un sit-in non autorizzato di liceali e universitari, e le forze dell’ ordine hanno rafforzato il presidio dopo  i disordini di ieri. Il centro storico di Roma è blindato. Alcuni studenti sono anche riusciti ad entrare nel Colosseo, dove hanno poi esposto uno striscione,  con la scritta “nessun taglio, nessun profitto”, e hanno acceso alcuni fumogeni rossi.

Ma il mondo accademico è in subbuglio ovunque: a Firenze, vi sono stati disordini davanti all’ Università dove era in programma una tavola rotonda sull’ immigrazione con il sottosegretario Daniela Santanchè, dopo che alcuni studenti hanno tentato di entrare in un’ aula,  ma sono stati respinti da due cariche della polizia.  Uno studente è stato ferito, ma non sembra grave. A Milano alcuni giovani dei Collettivi studenteschi si sono staccati dal corteo per introdursi nel palazzo dell’ Agenzia delle Entrate, ma dopo una decina di minuti sono stati fatti uscire dalla polizia. Tafferugli e cariche delle forze dell’ ordine anche all’ entrata della metropolitana di Loreto e a viale Abruzzi.

A Pisa alcune decine di ragazzi si sono staccati dal corteo e sono saliti sulla Torre, fotografati dai turisti. A Siena, una quindicina di studenti volevano salire sulla Torre del Mangia, per srotolare uno striscione, ma sono stati bloccati da agenti della Digos. A Torino, i manifestanti, dopo aver presidiato a lungo la Regione Piemonte, hanno bloccato la stazione ferroviaria di Porta Susa.

Università, protesta degli studenti e disordini davanti al Senato – FOTO

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Continua la protesta degli studenti e degli insegnanti contro la riforma dell’ Università: a Roma, alcuni di loro hanno cercato di entrare a Palazzo Madama, sede del Senato, superando le barriere di sicurezza, ma le forze dell’ ordine li hanno respinti, chiudendo il portone. Una persona ha avuto un malore, mentre uno studente è stato fermato;le forze dell’ ordine si sono schierate in tenuta antisommossa, dopo che c’ è stato anche un lancio di uova e fumogeni al grido” Dimissioni.”
Altri studenti diretti verso Montecitorio hanno cercato di forzare un cordone delle forze dell’ ordine ma sono stati respinti con i manganelli, mentre veniva lanciato un petardo. Alcuni manifestanti sarebbero rimasti contusi durante gli scontri.

Davanti a Montecitorio, si è svolto invece un sit-in di protesta contro il ddl Gelmini, con slogan, striscioni, bandiere e palloncini della Flc Cgil. La protesta contro la riforma universitaria in discussione in Parlamento già va avanti da diversi giorni in numerose città d’ Italia, con l’ occupazione di scuole e facoltà, e studenti e ricercatori sui tetti.
” Il ddl Gelmini è una pietra tombale sull’ università italiana che si inserisce in un’ ottica generale di riforma della scuola basata su tagli e privatizzazioni. Noi studenti non possiamo permettere che si giochi sul nostro futuro” hanno dichiarato dalla Rete degli Studenti.

Crocifisso a scuola, continua la polemica

crocifissoContinua la polemica sulla sentenza di ieri di Strasburgo, che molto ha fatto discutere e sulla quale il dibattito non si placherà a breve:

Per esempio. E’ prevista per domani alle ore 8.00 all’ingresso di molte scuole romane, tra cui il Liceo classico Ennio Quirino Visconti in Piazza del Collegio Romano, l’iniziativa organizzata da Aldo Di Biagio, Responsabile italiani nel Mondo del PdL, al fine di, si legge nella nota ufficiale con la quale il deputato spiega l’iniziativa:

richiamare l’attenzione dei giovani sull’importanza di un simbolo che è sinonimo di identità e di libertà e non oppressione come l’Europa vorrebbe far credere

E ancora:

Noi interveniamo lì dove l’Europa ha deciso di fermarsi in nome di un presunto e mal interpretato laicismo che certamente non giova al percorso di costruzione identitaria dell’Unione e alla salvaguardia delle nostre radici, soprattutto dinanzi agli occhi dei giovani che rischiano realmente di perdere di vista le ragioni della loro appartenenza ad un popolo

Vedremo quale eco avrà questa reazione ad una sentenza definita “ideologizzata”.

Dignità precaria, la lettera pubblicata da Repubblica

maria stella gelmini

La scuola? E’ vicina, e l’autunno già caldo. Claudia Maga è una docente di Lettere. Ha insegnato alla Scuola media Plana di Voghera (Pv) e alla Scuola media Giulietti di Santa Giuletta (Pv). E Repubblica pubblica la sua lettera.

Eccola.

Siamo liberi, finalmente qualcuno di noi può attingere all’eclatanza: sfilare in mutande, fare etimologicamente la fame, mettersi la catena addosso, bloccarsi come una bicicletta dimenticata davanti al proprio provveditorato. Io per nostalgia professionale mi appello ancora alla parola. E ce sono molte che mi vengono in mente, tipo quelle dei miei studenti: “Ciao! -scusi prof.- Buon giorno!” Così era la confidenza accogliente di uno o più alunni che non vedevano in te, donna sulla trentina, un ostacolo, ma forse, una complice della vita scolastica.

Università, la pagella agli atenei

gelmini

L’aveva detto e l’ha fatto: soldi solo a chi fa istruzione di qualità. E allora ecco le pagelle agli atenei italiani, con un risultato alla pari: 27 università promosse e 27 bocciate.

E via libera all’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario, che comprende il Cnvsu, Comitato nazionale di valutazione del sistema universitario e il Civr, Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca. Gli atenei che hanno fatto i bravi, e che hanno contenuto costi e soprattutto sprechi – gli atenei virtuosi, insomma – già quest’anno riceveranno un finanziamento più consistente. Gli altri, i non virtuosi, riceveranno minori risorse.

Che ne pensate? Una spinta al miglioramento, o un colpo al sistema? Gestione imprenditoriale, comunque.

Gelmini, marcia indietro sul maestro unico. O no?



Lei dice che non è mica una marcia indietro.


I sindacati esultano, lei non si lascia intimidire, Il Foglio di Ferrara la difende e lo chiama realismo. I giornali tutti ci hanno marciato – sull’incontro tra Governo e Sindacati sulla scuola, gridando alla vittoria suprema.


Per dirla con Spinoza:

Scuola, cambia la riforma: il maestro unico sarà attivato solo su esplicita richiesta dei genitori. Dei suoi genitori


C’è chi fa notare che, in realtà, non molto sarebbe cambiato. La faccenda non deve trapelare – tant’è vero che anche i giornali destrorsi titolano La protesta paga, il Governo fa slittare la riforma sulla scuola.


Che sia proprio la Gelmini l’unica a dire come stanno effettivamente le cose?

Non c’è nessuna retromarcia. E’ tutto confermato. Un unico maestro sarà il punto di riferimento educativo del bambino e viene abolito il modello a più maestri degli anni 90


E, rincarando la dose: E’ la sinistra che oggi fa retromarcia dopo una fallimentare campagna di disinformazione.


Qui il verbale della riunione. Staremo a vedere.


Morire a scuola



[photo | Flickr] Poteva esserci uno dei miei figli sotto quelle macerie! Deve essere venuto in mente a tutti. Ieri, un migliaio di persone ha illuminato Rivoli con una fiaccolata in ricordo di Vito Scafidi, morto nel crollo al liceo Darwin.


Una scuola su due, potenzialmente è a rischio: a dirlo non è la Sinistra in un tentativo estremo di fare politica, ma i tecnici della Protezione civile: 22.800 scuole pubbliche, su un totale di 42.000, non sono a norma.


E’ stata una tragica fatalità

dice Silvio.


Fatalità che casca nel momento sbagliato, gettando, tra l’altro – almeno da parte dell’opinione pubblica – tutt’altra luce, nel dramma estremo di un ragazzo di soli 17 anni, su Gelmini e dintorni.


Questo, forse, Silvio non l’aveva previsto.


Roma nel caos. La protesta, le bugie e il surf

Non ci sono più mattinate tranquille, in quel di Roma. Anche il meteo sembra aver seguito l’Onda, assestandosi e colorandosi della politica e delle istanze sociali di questi giorni. Alluvioni, strade allagate, il gelo sceso nelle ossa.
Curzio Maltese, su Repubblica, scrive:

AVEVA l’aria di una mattina tranquilla nel centro di Roma. Nulla a che vedere con gli anni Settanta. Negozi aperti, comitive di turisti, il mercatino di Campo dè Fiori colmo di gente. Certo, c’era la manifestazione degli studenti a bloccare il traffico. “Ma ormai siamo abituati, va avanti da due settimane” sospira un vigile. Alle 11 si sentono le urla, in pochi minuti un’onda di ragazzini in fuga da Piazza Navona invade le bancarelle di Campo dè Fiori. Sono piccoli, quattordici anni al massimo, spaventati, paonazzi

Nulla a che vedere con gli anni Settanta. Ed è vero, anche se l’immagine negli occhi è fortemente evocativa.

Studenti: ma cos’è la destra, cos’è la sinistra

Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito

Blocco Studentesco accanto alle organizzazioni studentesche di sinistra. Nel bel mezzo di Roma, lo strano, l’improbabile. Forse l’esatto contrario di quello che alcuni si aspetterebbero. Nel bel mezzo della Capitale, da Piazza della Repubblica fino a piazza Navona. Minimo comune denominatore: l’essere iscritti alle scuole superiori.
Come al solito, le cifrone degli organizzatori: 20mila ragazzi.

Berlusconi: da superstar a golpista

Vorrei dare un avviso ai naviganti…

Certo che pure lui… Dovrebbe saperlo che certe cose non vanno dette così. Non esplicitamente, non con quello stile. Ma insomma. Quasi fosse un novellino…

Titolo: Berlusconi, da superstar a golpista. Svolgimento: Come cambiare sembianze pubbliche nel corso di 24 ore. Storia di una trasformazione che la corta, sopita memoria dell’opinione pubblica presto archivierà. Lo sappiamo che è un gran burlone, in fondo…
Più popolare e più potente che mai. Così lo aveva definito, solo ieri, il New York Times.

Nell’Italia in crisi, il premier va forte

In sole 24 ore dall’incoronazione anglofona, però, Nostro Signore di Arcore si fa scappare frasette poco democratiche in reazione alla protesta dilagante per la Scuola e contro la Riforma Gelmini.