Bondi e la buona novella (al bando le cattive)



Questa mi ha colpita: Adnkronos, 27 Dicembe 2008:

“Esiste un grave problema che riguarda i mezzi di comunicazione, in particolare l’informazione televisiva. Non parlo dell’informazione politica. Intendo riferirmi ad un orientamento generale dell’informazione, sia di quella pubblica che privata, che tratta vicende di cronaca nera senza alcuna cautela e senza alcuna considerazione di chi guarda la televisione, almeno in alcune fasce di ascolto”. Lo afferma il ministro per i Beni e le Attività Culturali, Sandro Bondi, in un intervento che sarà pubblicato domani sul quotidiano “Il Tempo”. “Qualche giorno fa tutti i telegiornali hanno dato grande risalto ad una notizia raccapricciante e orribile, dagli effetti imprevedibili sulla psicologia dei bambini, proveniente da Los Angeles. Questa notizia – sottolinea Bondi – è stata ripetuta da tutti i telegiornali il giorno di Santo Stefano, con la solita morbosità nel raccontare i particolari e nell’indugiare nell’orrore senza fine.
Non ho potuto e saputo spiegare a mio figlio le ragioni di tanta cieca ferocia, che non ha pietà dei bambini e che avviene proprio alla vigilia del Natale, cioe’ nel giorno in cui la famiglia si riunisce nel segno del calore degli affetti”.


Troppi orrori, insomma, provengono da questa informazione. Per non turbare il clima, in questi giorni, allora sarebbe il caso di lasciar perdere molte cose. Gaza, gli incidenti, un anno fa la Bhutto…


Troppe cose brutte e insopportabili. Chiudiamoci in una campana di vetro, e portiamo l’informazione con noi


4 commenti su “Bondi e la buona novella (al bando le cattive)”

  1. Bondi e io siamo sempre d’accordo: nell’articolo che ho inserito nel link dicevo che entrambi eravamo d’accordo sul fatto che solo una piccola parte dei cittadini italiani si occupa di cultura e che ciò si riverbera sulla democrazia. Solo che per lui quella piccola parte è troppo grande, per me è il contrario.

    Punti di vista: anche in questo caso siamo d’accordo sul fatto che i bambini siano esposti a immagini non proprio adatte. Ma mentre lui parla di telegiornali, che in teoria fanno il proprio dovere, io parlo di ben altre cose che attirano i bambini, come i cartoni animati. Pur con tutti i tentativi di censura, i vari Naruto e One Piece (e simili) non sono affatto per bambini (e infatti in Giappone vengono trasmessi dopo le 19 e vengono creati espressamente per un pubblico, al minimo, adolescente).

    I genitori sono certamente in grado di spiegare le immagini di un telegiornale (sempre che un bambino ne veda, ma non credo siano tantissimi); ma quando siamo davanti a dei cartoni animati di quel genere, ammesso e non concesso che i genitori siano vigili da quelle parti, è ancor meno probabile che siano in grado di spiegare situazioni delicate. Questo è il crimine più grande che Mediaset compie nei confronti dei bambini, e tutto in nome del merchandising (zainetti, astucci, diari, eccetera, tutti gadget che gli adolescenti – e ancor meno gli adulti – non comprerebbero mai).

    Censurare i telegiornali in nome dei bambini sarebbe solo l’ennesimo colpo all’informazione in Italia, un modo subdolo per dire che tutto va bene: facendo sparire le brutte notizie.

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