Avetrana, Sarah Scazzi uccisa dallo zio Michele Misseri

Un interrogatorio fiume durato oltre quindici ore nel corso del quale lo zio di Sarah Scazzi, Michele Misseri (papà di Sabrina, la cugina prediletta di Sara), ha confessato di avere ucciso la nipote. Finisce dopo 49 giorni uno dei misteri che hanno toccato maggiormente l’opinione pubblica.

Che ci potessero essere di mezzo diatribe familiari era stata considerata dagli inquirenti – fin dall’inizio – una delle eventualità da valutare ma nessun elemento, nel corso di questo lasso di tempo, aveva avvallato la teoria. Nè tanto meno si era preso in considerazione il fatto che il movente potesse essere di tipo sessuale.

Fino a una settimana fa, quando un caso apparso davvero troppo fortuito volle che il cellulare di Sarah, scomparso con lei, fosse rinvenuto proprio dallo zio non lontano dalle sue proprietà, lo zio era parso figura estranea agli eventi. Ed è proprio lì vicino che, poco prima della mezzanotte, i carabinieri hanno ritrovato il corpo di Sarah: in un podere ubicato nella provinciale tra Avetrana e Nardò, le forze dell’ordine sono riuscite a recuperare il cadavere. La notizia è stata data in diretta su RaiTre nel corso dela trasmissione “Chi l’ha visto?“, in cui era ospite la mamma della ragazza.

Tra voci, illazioni, conferme e smentite, si è preso atto dell’amara verità: i dettagli si sono susseguiti con il passare delle ore, il quadro chiaro lo si è potuto ricostruire solo in mattinata. Tra le ipotesi emerse in serata, non solo quella della confessione dello zio ma anche la notizia di almeno un paio di fermi. Indiscrezione poi smentita. Sarebbe stato il Misseri a indirizzare gli inquirenti verso le zone della ricerca in un interrogatorio iniziato nel primo pomeriggio di ieri e protrattosi fino a tarda sera.

L’intera giornata, in ogni caso, è stata frenetica: fin dalla mattina, infatti, il pattugliamento delle volanti nelle campagne limitrofe all’area è parso serrato. Movimenti eccessivi, il passaggio degli elicotteri, sirene accese in continuazione. La confessione del Misseri ha consentito agli inquirenti di recuperare il cadavere in un pozzo: nudo e in posizione fetale.

La ricostruzione di quel 26 agosto: alle 15, dopo aver ucciso la nipote nel garage di casa utilizzando una corda, l’uomo ha messo il corpo nel portabagagli della sua auto e lo ha trasportato nel suo terreno alla periferia di Taranto. La tragedia assume connotati ancora peggiori: alla base dell’omicidio, il rifiuto di Sarah alle ripetute avances dello zio. Quel che sconvolge ancora di più è il particolare che l’uomo avrebbe abusato della nipote già morta.

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