Il Popolo delle Libertà è finito?

Il Popolo della Libertà si sarebbe dovuto dimostrare più forse in occasione del prossimo appuntamento elettorale, invece non è stato in grado di mostrare quella che era la magniloquenza di una volta. Secondo alcuni coordinatori del centrodestra livornese, il Popolo delle Libertà è finito!

I deputati PDL piangono miseria. “Italiani, meno pagati d’Europa”

Foto: Ap/LAPresse

Qualcuno, prima o poi, la difficile seppur sofferta dichiarazione, la doveva fare e noi, diciamoci la verità, ce l’aspettavamo. Francesco Colucci, PDL, ha portato in parlamento un nuovo testo che riporta dati “allarmanti” per i poveri parlamentari nostrani. E’ si, quelli italiani, sono i meno pagati. Secondo i conti di Colucci, un deputato italiano, costa circa 20.486 euro (al mese ovviamente), contro i 23.066 di quello Francese, i 27.346 tedeschi, oppure se vogliamo salire ancora più in alto, c’è il deputato europeo che prende circa 34.750euro, sempre al mese.

Stando a guardare questo cifre, c’è da mettersi le mani nei capelli per l’assurdità di tale proposta. I deputati italiani, ricevono “cash”, in contati, lo stipendio da dare ai loro collaboratori e poi ne possono usufruire come vogliono, questo vuol dire, che il collaboratore di un deputato, può essere pagato liberamente in nero e secondo i criteri stabili dal deputato stesso. Quindi, oltre che al lauto stipendio mensile che questo uomini di fatica si portano a casa ogni 30 giorni, va aggiunto tutto quello in più che hanno.

I ballottaggi, fermano lo spostamento dei Ministeri

Foto: Ap/LaPresse

I ballottaggi che si terranno questo fine settimana a Milano e Napoli, ci stanno regalando “perle di saggezza” come quella detta da Bossi riguardo lo spostamento dei Ministeri da Roma a Milano. Beh, almeno questa nei prossimi giorni non la sentiremo più. E’ notizia i ieri, infatti, che Bossi e Berlusconi hanno deciso di remare tutti e due verso la stessa direzione, almeno fino ai ballottaggi che termineranno Lunedì prossimo.

La decisione sarebbe stata presa dopo l’incontro di ieri tra Bossi e Berlusconi, tenutosi ieri a Palazzo Grazioli. Dunque, l’ipotesi di spostamento dei ministeri da Roma a Milano è momentaneamente congelato. Fonti interne a palazzo Grazioli dichiarano che momentaneamente “l’ipotesi è messa in stand-by, con l’intenzione di studiare modi e strumenti in un secondo momento per valorizzare e dare più importanza ai territori”.

Arriva l’ultimatum di Bossi a Berlusconi: “Se perdiamo, è crisi”

Foto: Ap/LaPresse

Arriva l’ultimatum che tutti si aspettavano visti i risultati ottenuti dal PDL e dalla Lega nelle elezioni amministrative di Milano. Durante il summit che si è tenuto ieri in via Bellerio, il Senatur è stato chiaro “Se la  Moratti perde anche il ballottaggio, per noi è difficile rimanere lì” – ed aggiunge – “La situazione non è facile. Noi ci impegneremo fino al 30 maggio, ma la vedo complicata”.

Vicina la possibile crisi che in molti avevano sentito nell’aria già da Lunedì pomeriggio, quando si paventava la possibile perdita del PDL a Milano, poi confermata alla fine degli scrutini in tarda notte. La sconfitta del PDL a Milano, porterebbe alla fine di un ciclo che ha unito i due principali partiti del centro destra, una situazione che metterebbe fine anche ad un cuore industriale che ha tenuto in piedi il paese fino ad adesso.

Futuro e Libertà, per Fini le comunali sono banco di prova: mani libere

Gianfranco Fini ha sempre più voglia di verificare a che punto del percorso ci si trova: il pungolo è quello di svincolare Futuro e Libertà da eventuali alleanze predefinite, scordando per la prima volta gli alleati storici del PdL, e tentare di fare una prima, indicativa conta rispetto al gradimento e alle credenziali della nuova forza politica.

Le comunali in programma la prossima primavera potrebbero fare al caso del Presidente della Camera: è l’intendimento con cui si sono lasciati gli europarlamentari di Fli e lo stesso Fini, dopo un incontro avvenuto nel pomeriggio di ieri.

Il senso delle dichiarazioni della terza carica istituzionale, in tal caso, è quello di ribadire la linea programmatica di Futuro e Libertà ma anche aprire un varco all’eventualità che – non verificandosi condizioni necessarie – il partito possa abbandonare la triade con il Popolo delle Libertà e la Lega Nord e optare per una duplice soluzione. Correre da soli oppure intessere alleanze programmatiche con altre forze politiche.

Silvio di Ferro

Si sa che quando Silvio sale al governo non ce n’è più per nessuno. La sua mentalità da imprenditore trasforma l’Italia da uno stato a una azienda dove tutto deve funzionare alla perfezione.

I commenti a riguardo sono personali, la mia opinione è che gestire un paese come se fosse un azienda è un’idea eccezionale. L’attenzione sta anche nel potere e dovere gestire ogni entità locale cercando di ottimizzarla, ma senza sopravvalutarla.

Il ritorno a Napoli, come promesso tra l’altro dal premier, deve essere visto anche sotto questa ottica. Il pugno di ferro con cui Berlusconi sta affrontando l’emergenza rifiuti campana è l’unico modo di mostrare il potere dello Stato laddove sembra non esserci.

Nel passato c’è stata una pericolosa avventura nell’anarchia e lo Stato non è stato in grado di imporre decisioni assunte da organi democraticamente eletti

Le prospettive positive per cambiare ci sono, speriamo che non siano promesse campate in aria.

Popolo delle Libertà: i primi…Casini

La campagna elettorale è iniziata, con centrodestra e centrosinistra pronti ad organizzarsi per arrivare a conquistare lo “scettro” del potere il 18 aprile. Gli schieramenti stanno cercando di unirsi nelle cosidette alleanze e federazioni per permettere una stabilità di governo che risulta fondamentale alla vita di una legislatura.

Se al centrosinistra si hanno ancora alcune difficoltà, dovute soprattutto alla posizione del PD che sembra allontanare i vari partiti politici di estrema sinistra, come ad esempio Rifondazione e Comunisti Italiani, a destra il problema sembra essere l’UDC.

Berlusconi, tra le iniziative che già aveva lanciato in precedenza soprattutto in vista di una possibile riforma elettorale prima delle elezioni effettive, vede nel Popolo delle Libertà il punto cardine della sua nuova politica. Inizialmente, il progetto PDL, voleva vedere una grossa confederazione di partiti uniti in un unico stemma, che permettesse di avere un partito grande quanto un intera fazione (il centrodestra appunto).