Trattato di Lisbona: Un infinito work in progress

Chissà se le generazioni future riusciranno finalmente a vedere messo in atto il Trattato di Lisbona. Ovviamente la mia è una provocazione, ma certo è che per come si sono messe le cose, sarà ancora una faccenda molto lunga.

Dopo il “no” rimediato in Irlanda era d’obbligo per l’Unione Europea ritrovarsi e provare a trovare una soluzione che permettesse di trovare una via d’uscita. Risultato: tutti rimandati al 15 ottobre, al primo incontro sotto presidenza francese.

Dopo 19 ratifiche e 1 no quindi la UE fa proseguire l’iter ai paesi che ancora non hanno ratificato la costituzione. Tra queste anche la Repubblica Ceca, il cui premier ha affermato:

“Non scommetto 4 euro sul nostro si”

In questo stato di “ottimismo” vi chiedo: E voi la ratifichereste la nuova costituzione europea nota come Trattato di Lisbona?

Lunedì 23 giugno 2008. Tutti davanti al palazzo di giustizia di Milano

Rompiamo gli indugi. Il nuovo assalto di Silvio Berlusconi ai principi di legalità e alla giustizia non può vederci testimoni immobili e dunque complici. Ancora una volta il potere politico viene usato per tutelare posizioni processuali personali, senza alcuno scrupolo né verso i principi costituzionali né verso gli effetti che si producono a cascata sull’amministrazione della giustizia, sulla sicurezza e sulla libertà d’informazione. Le scelte accomodanti dell’opposizione si stanno rivelando semplicemente sciagurate. L’idea che l’acquiescenza verso Berlusconi sia segno di maggiore consapevolezza e maturità politica sta portando il Paese alla deriva, privandolo di una voce coerentemente risoluta nella difesa della Costituzione e della decenza repubblicana in parlamento.

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 21 giugno 2008

Ore 01:17. Finalmente in una tranquilla serata quasi estiva, visto anche che l’estate è ormai alle porte, mi ritrovo con voi a leggere ed analizzare ciò che le testate giornalistiche straniere e nazionali ci riportano. In un momento di “crisi economica” che sta attraversando l’Europa, i singoli paesi si ritrovano tutti per un motivo o per l’altro a dover soffrire un momento di tensione. In questo momento, specie per difendere la popolazione, sarebbe bene un segnale di unione da parte di tutti i partiti. E non parlo solo dell’Italia…

Il testo integrale della lettera di Berlusconi a Senato Schifani (satira inside)

Quando il buon Beppe Grillo si dedica alla satira politica non ce n’è per nessuno. Copio e incollo, sic et simpliciter.
Caro Presidente,
come Le è noto stamane i relatori senatori Berselli e Vizzini, hanno presentato al cosiddetto ‘decreto sicurezza’ un emendamento volto a stabilire criteri di priorità per la trattazione dei processi più urgenti e che destano particolare allarme sociale. Le voglio sottolineare che i processi che mi riguardano non sono né urgenti, né destano alcun allarme sociale. Se così fosse i cittadini italiani non mi avrebbero eletto, altrimenti sarebbero dei fessi come in effetti sono. In tale emendamento si statuisce la assoluta necessità di offrire priorità di trattazione da parte dell’Autorità Giudiziaria ai reati più recenti anche in relazione alle modifiche operate in tema di giudizio direttissimo e di giudizio immediato. La materia mi è ampiamente nota e ha mia approvazione disinteressata, lo posso testimoniare da prescritto a conoscenza dei fatti.
Questa sospensione di un anno consentirà alla magistratura di occuparsi dei reati più urgenti e non di quelli che riguardano la mia alta carica e nel frattempo al governo e al Parlamento di porre in essere le riforme strutturali necessarie per imprimere una effettiva accelerazione dei processi penali, pur nel pieno rispetto delle garanzie costituzionali, eliminando la cronaca giudiziaria, incarcerando i giornalisti e, come extrema ratio per l’imputato, nel caso si tratti di Silvio Berlusconi, di ricusare i giudici.
I miei legali, che ho fatto eleggere per la mia necessaria protezione in Parlamento, mi hanno informato che tale previsione normativa sarebbe applicabile ad uno fra i molti fantasiosi processi (lo giuro sui miei figli, sono sempre stato all’oscuro dell’esistenza di questo Mills) che magistrati di estrema sinistra hanno intentato contro di me per fini di lotta politica. Lo dico a lei, in privato, sono i soliti comunisti di merda. Ho quindi preso visione della situazione processuale ed ho potuto constatare che si tratta dell’ennesimo stupefacente tentativo di un sostituto procuratore milanese di utilizzare la giustizia a fini mediatici e politici, in ciò supportato da un Tribunale anch’esso politicizzato e supinamente adagiato sulla tesi accusatoria. Sono innocente, Craxi è morto innocente, non sono stato iscritto alla P2, la tessera 1816 era intestata a un mio omonimo massone, piduista, golpista e puttaniere.

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 20 giugno 2008

Ore 01:37. Con la sistemazione a tempo di record del mio pc, che mi ha abbandonato giusto giusto ieri notte a causa di un corto circuito, finalmente rieccomi a farvi compagnia come tutte le mattine per la rassegna stampa che vi guida ai fatti più interessanti della giornata. Nel frattempo voglio porgere un sentito ringraziamento ad Angela Gennaro, mia collega qui in Politicalive, per non avervi abbandonato nella giornata di ieri.

Gomorra, il giorno del giudizio

Una doppia paginata su la Repubblica di ieri, a firma Roberto Saviano, descrive mirabilmente le fasi conclusive di quello che può essere considerato il più importante processo di mafia dai tempi del MAXI di Palermo,oltre 20 anni fa. Ed è, oltre che un lucido pezzo di cronaca giudiziaria, anche e soprattutto una “chiamata alle armi” per la società civile. Con una speranza ed un monito: che cresca sempre più la consapevolezza della gente affinchè non finisca, ancora una volta, tutto nell’oblio.
SPARTACUS è il nome del processo che domani o dopodomani giungerà all’inizio della fine. Si chiuderà la prima parte, verranno lette le prime sentenze di secondo grado. 31 imputati, per sedici dei quali è stato chiesto l’ergastolo, il processo di mafia più importante degli ultimi vent’anni. Spartacus: il nome non è stato scelto a caso. È un omaggio a Spartaco, il gladiatore tracio che nel 73 avanti Cristo insorse contro Roma. Partendo dalla scuola gladiatoria di Capua con un pugno di uomini, riuscii a raccogliere schiavi, liberti, gladiatori d’ogni parte del meridione.
Che un processo prenda il nome di un ribelle, di uno schiavo fuorilegge che sfidò Roma – la culla del diritto – è qualcosa di unico per la storia della giustizia. Questo processo è stato chiamato Spartacus con l’idea che il diritto potesse liberare queste terre schiave dal potere dei clan e dell’imprenditoria criminale. Con il sogno che un processo potesse innescare la sollevazione di un territorio, credendo che la vera rivoluzione qui consista nella possibilità di agire legalmente: senza sotterfugi, alleanze, raccomandazioni, appalti truccati e aziende dopate dal mercato illegale.
Spartacus è il risultato di una enorme indagine condotta dal 1993 al 1998 dalla Procura Antimafia di Napoli, ossia dai Pm Federico Cafiero De Raho, Lucio Di Pietro, Francesco Greco, Carlo Visconti, Francesco Curcio e poi Raffaele Cantone, Antonello Ardituro, Marco Del Gaudio e Raffaello Falcone. E mentre molta parte l’Italia e d’Europa continuerà a pensare che si sta celebrando un processo contro una banda criminale, l’ennesima del sud Italia, in realtà le carte processuali, le audizioni, i più di mille imputati nelle gabbie, parlano di un potere enorme che va considerato una delle avanguardie dell’economia di questo paese.

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 19 giugno 2008

Giornatina niente male, quella di ieri.

La lettura del giornale la mattina presto/ E’ una sorta di realistica preghiera mattutina/ Uno orienta il proprio comportamento/ Nei confronti del mondo o secondo Dio/ Oppure secondo ciò che è il mondo / Entrambe danno la stessa sicurezza/ Quella di sapere come ci si possa stare

Dunque orientiamoci stamane. ITALIA. Partendo da Il Corriere della Sera:

Dal governo sì alla manovra Piano triennale da 34 mld

Attenzione dunque alla politica e all’economia interna, senza dimenticare l’approvazione di ieri della norma blocca-processi e la grande attenzione, come tradizione, agli esami di maturità che oggi vedono protagonista la seconda prova.

Rassegna Critica – Vengo dopo il Tiggì. E l’opposizione?

Dunque. Qui, a occhio e croce, c’è l’ennesimo conflitto istituzionale in corso.
Di clima disteso non se ne parla più, o almeno, non se nee parla proprio. Il Tempo titolava oggi

E meno male

Non nel loro senso – nel senso della Copia Omaggio di cui tappezzano la città. Ma un fondo di verità c’è.

Vediamo cosa ci dicono i nostri. I titoli del Tg1 delle 13.30 di oggi. Il primo, quel che interessa in questa sede:

Decreto Sicurezza, passa al Senato la norma sospendi-processi. L’opposiziona lascia l’aula. La maggioranza: “Pd succube di Di Pietro”

Nozze Gay: Un sogno divenuto realtà

Dalla giornata di ieri in quel della California sarà possibile convolare a nozze tra persone appartenenti allo stesso sesso. Un grande segno di apertura, dovuto anche ad una sentenza della Corte Superma, che ha permesso di definire il matrimonio come “unione di due persone” e non di “un uomo e una donna”.

I dati raccolti da alcuni sondaggisti a stelle e strisce dicono che almeno la metà delle coppie omosessuali residenti in California, sarebbe pronto a sposarsi immediatamente. Sicuramente non supereranno Del Martin e Phyllips Lyon, rispettivamente 87 e 83 anni, attiviste storiche del movimento gay-lesbo.

Nozze che per il momento si possono svolgere legalmente (quindi con unione riconosciuta dallo stato) solo in California e Massachussets.

Un grande segno di apertura da parte dello stato della California, ma secondo voi E’giusto aprire la possibilità alle coppie gay di sposarsi? Non sarebbe meglio un altro tipo di unione?

Il memoriale di Vincenzo Calcara (parte V)

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Ricordo quando mi trovai nella cella di isolamento al carcere di Favignana, quando dopo una lunga introspezione ed una analisi di tutto ciò che era stata la mia vita ho capito che la mafia mi aveva usato, educandomi a valori sbagliati, ipocriti e violenti che avevano messo in pericolo la mia vita. In quei momenti mi veniva in mente il Dr. Borsellino, il Giudice che avrei dovuto uccidere per eliminare uno dei maggiori ostacoli al domino mafioso.
Il mio non è stato solo un pentimento giudiziario ma anche un pentimento interiore, morale, che metteva in ballo tutti quei valori e insegnamenti mafiosi che avevano mostrato tutta la loro debolezza davanti al nobile coraggio del Dr. Borsellino di cui condividevo lo stesso destino di morte deciso dai capi mafiosi e da quelle entità racchiuse in una grande e potente forza del male.
Quando ho incontrato il Dr. Borsellino ho capito che c’era qualcosa che ci univa e che questa cosa non era solo il nostro legame tanto diverso con quella forza del male di cui io facevo parte ma qualcosa di ancora più oscuro e ineluttabile e cioè l’oscura immensità della morte! Sapevamo entrambi che saremmo morti e questo ci ha reso ancora più vicini. Tutte le volte che lo incontravo rimanevo veramente colpito dal suo sorriso disarmante, da quella luce nello sguardo di chi è fedele a se stesso ed alle regole fino in fondo, ma anche dalla sua bontà, degna solo dei più devoti cristiani.

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 18 giugno 2008

Ore 01:11. Preparate le valigie gente, si va a Vienna. Tra l’altro la “fortuna” vuole che se l’Italia dovesse arrivare in finale non ci dovremmo nemmeno spostare. Ma questa è un altra storia. Poca è la politica in prima pagina specie perchè i tre principali stati di cui trattiamo la rassagna stampa, vedasi Italia, Francia e Spagna, sono protagonisti attivi e passivi delle sfide calcistiche di questa sera. Eppure un po’ di politica qua e là compare…

Rassegna Critica – Vengo dopo il Tiggì. Scontro politico

Ecco la lettera che ieri Silvio Berlusconi ha inviato a Renato Schifani, e che Renato Schifani ha voluto leggere al mondo tutto, nell’aula del Senato. In tempi di Lodo Schifani Redux.

Caro Presidente, come Le è noto stamane i relatori senatori Berselli e Vizzini, hanno presentato al cosiddetto ‘decreto sicurezzà un emendamento volto a stabilire criteri di priorità per la trattazione dei processi più urgenti e che destano particolare allarme sociale. In tale emendamento si statuisce la assoluta necessità di offrire priorità di trattazione da parte dell’Autorità Giudiziaria ai reati più recenti, anche in relazione alle modifiche operate in tema di giudizio direttissimo e di giudizio immediato. Questa sospensione di un anno consentirà alla magistratura di occuparsi dei reati più urgenti e nel frattempo al governo e al Parlamento di porre in essere le riforme strutturali necessarie per imprimere una effettiva accelerazione dei processi penali, pur nel pieno rispetto delle garanzie costituzionali. I miei legali mi hanno informato che tale previsione normativa sarebbe applicabile ad uno fra i molti fantasiosi processi che magistrati di estrema sinistra hanno intentato contro di me per fini di lotta politica. Ho quindi preso visione della situazione processuale ed ho potuto constatare che si tratta dell’ennesimo stupefacente tentativo di un sostituto procuratore milanese di utilizzare la giustizia a fini mediatici e politici, in ciò supportato da un Tribunale anch’esso politicizzato e supinamente adagiato sulla tesi accusatoria. Proprio oggi, infatti, mi è stato reso noto, e ciò sarà oggetto di una mia immediata dichiarazione di ricusazione, che la presidente di tale collegio ha ripetutamente e pubblicamente assunto posizioni di netto e violento contrasto con il governo che ho avuto l’onore di guidare dal 2001 al 2006, accusandomi espressamente e per iscritto di aver determinato atti legislativi a me favorevoli, che fra l’altro oggi si troverebbe a poter disapplicare. Quindi, ancora una volta, secondo l’opposizione l’emendamento presentato dai due relatori, che è un provvedimento di legge a favore di tutta la collettività e che consentirà di offrire ai cittadini una risposta forte per i reati più gravi e più recenti, non dovrebbe essere approvato solo perchè si applicherebbe anche ad un processo nel quale sono ingiustamente e incredibilmente coinvolto. Questa è davvero una situazione che non ha eguali nel mondo occidentale. Sono quindi assolutamente convinto, dopo essere stato aggredito con infiniti processi e migliaia di udienze che mi hanno gravato di enormi costi umani ed economici, che sia indispensabile introdurre anche nel nostro Paese quella norma di civiltà giuridica e di equilibrato assetto dei poteri che tutela le alte cariche dello Stato e degli organi costituzionali, sospendendo i processi e la relativa prescrizione, per la loro durata in carica. Questa norma è già stata riconosciuta come condivisibile in termini di principio anche dalla nostra Corte Costituzionale. La informo quindi che proporrò al Consiglio dei ministri di esprimere parere favorevole sull’emendamento in oggetto e di presentare un disegno di legge per evitare che si possa continuare ad utilizzare la giustizia contro chi è impegnato ai più alti livelli istituzionali nel servizio dello Stato. Cordialmente, Silvio Berlusconi

Napolitano non ci sta

Se quelle norme fossero state contenute nel decreto fin dall’inizio, non l’avrei firmato

Il Presidente della Repubblica Italiana, riporta correttamente Wikipedia, è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale, come stabilito dalla Costituzione italiana. Viene eletto dal Parlamento e dura in carica sette anni.

Giorgio Napolitano è stato eletto il 10 maggio 2006. Dicendo queste parole:

Non sarò in alcun momento il Presidente solo della maggioranza che mi ha eletto; avrò attenzione e rispetto per tutti voi, per tutte le posizioni ideali e politiche che esprimete; dedicherò senza risparmio le mie energie all’interesse generale per poter contare sulla fiducia dei rappresentanti del popolo e dei cittadini italiani senza distinzione di parte

Oggi il Presidente della Repubblica si è adirato. Con qualcuno in particolare.

Il blocco delle strade: la moda del momento

Una volta si scendeva in piazza senza grandi media che ti supportavano nella dura lotta a far sentire la propria voce. Quando i potenti non fingevano di fare i sordi, lo facevano e basta.

Oggi anche la minima manifestazione è divenuta uno spettacolo. I cortei organizzati, anche i più piccoli con poche persone al seguito, sono sempre seguiti da almeno una telecamera che da risalto alla notizia, a volte “spettacolarizzandola” più del dovuto.

Vista la spettacolarizzazione anche le proteste si sono dovute adeguare. Così dopo le mucche portate dalla Coldiretti direttamente davanti al governo, è arrivata la moda di protestare con camion e affini per rallentare il traffico di tutti i giorni, ultimo caso in Spagna e Francia nemmeno tanti giorni fa.

A questo punto non mi resta che chiedervi: Secondo voi è giusto bloccare le strade e intralciare chi lavora per fare sentire la propria voce?