Decreto rifiuti, la maggioranza si divide. La Lega: “Voteremo contro”


Non vi è accordo all’interno della maggioranza
sul decreto per il trasferimento dei rifiuti della Campania ad altre Regioni. La Lega, infatti, si è detta intenzionata a votare contro, come ha annunciato il suo esponente Renato Togni, che ha affermato: “In consiglio dei ministri i membri del governo della Lega Nord hanno votato contro questo decreto legge. Si presume che i gruppi parlamentari manterranno questa posizione”.
Il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo è da ieri sera alla ricerca di un accordo tra Lega, Responsabili e membri del Pdl campano per la modifica del provvedimento, dopo che il Consiglio di Stato ha sospeso l’ordinanza con la quale il Tar del Lazio aveva fermato il trasferimento automatico dei rifiuti nelle altre regioni.
La Lega, infatti, intende mantenere nel decreto l’obbligo di chiedere il nulla osta delle regioni che si farebbero carico dei rifiuti, contrariamente all’opposizione, con la quale si sono schierati, però, anche i Responsabili e buona parte del Pdl campano, intenzionati ad opporsi all’ennesimo diktat leghista.
Il relatore del Pdl Agostino Ghiglia ha così deciso di chiedere il rinvio del provvedimento dall’aula alla commissione, in modo da prendere tempo ed evitare possibili convergenze fra l’opposizione, i Responsabili e gli esponenti del Pdl campano durante il voto degli emendamenti. Il rinvio del testo è stato bocciato con 6 voti di scarto, ed è quindi cominciato l’esame degli emendamenti, che è stato poi sospeso e dovrebbe riprendere domani.

Il governo approva il decreto-rifiuti, ma la Lega vota contro

Foto: Ap/LaPresse

Il Consiglio dei Ministri ha alla fine approvato il decreto legge per i rifiuti della Campania, ma ha dovuto fare i conti con lo smarcamento della Lega, che ha votato contro, oltre che con la bocciatura dell’opposizione e delle Regioni, Campania inclusa. Il no della Lega sarebbe stato concordato preventivamente all’interno del governo, “per marcare le distanze da un provvedimento che il Carroccio non vede di buon occhio”, avrebbero riferito fonti governative.
Già prima della riunione, il premier Berlusconi aveva messo le mani avanti affermando: “Mi dispiace ma non posso fare più di così, non ho il 51% e quindi devo tenere conto di tutte le forze politiche che fanno parte della maggioranza“.
La Lega, da parte sua, non sembra voler contribuire a risolvere la situazione in Campania, e il suo leader Bossi, già prima del voto, aveva affermato:”Le regioni del Nord non sono disposte ad accogliere i rifiuti provenienti dalla Campania“, aggiungendo poi: “Il problema dei rifiuti lo abbiamo già risolto una volta. Se i rifiuti sono ancora per strada vuol dire che i napoletani non hanno ancora imparato la lezione”.
Anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha criticato aspramente il provvedimento del governo, e, pur constatando che il decreto “serviva perchè qui abbiamo un’emergenza”, lo ha definito “deludente e pilatesco“. Il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, del Pdl, aveva più volte chiesto l’intervento del governo, ma ritiene comunque che il decreto varato oggi “non è sufficiente” e “non consente di superare concretamente le difficoltà di questi giorni”.

Amministrative, ai ballottaggi trionfo del centrosinistra. A Milano vince Pisapia, a Napoli De Magistris

Foto: Ap/LaPresse

I risultati dei ballottaggi delle elezioni amministrative segnano ancor più del primo turno una netta vittoria del centrosinistra, che conquista tutte le più importanti amministrazioni comunali, a cominciare da Milano, dove Giuliano Pisapia ha vinto con il 55,1% dei voti contro il 44,89% di Letizia Moratti, e da Napoli, dove Luigi De Magistris ha preso il 65,37% dei voti, mentre lo sfidante Gianni Lettieri si è fermato al 34,62%. Ma, oltre a questa città-chiave, al centrosinistra è andata anche Cagliari, dove il giovane Massimo Zedda ha conquistato il 58,2%,dei voti, Trieste, dove Roberto Cosolini, del Pd, è diventato sindaco con il 57,11% dei voti, e Novara, dove Andrea Ballarè ha preso il 52,9% dei voti. Varese, Cosenza e Rovigo passano invece al centrodestra.
Un simile esito del voto ha già cominciato a provocare scossoni nel centrodestra: persino il premier Berlusconi, in serata, parlando dalla Romania, ha ammesso: “Abbiamo perso, è evidente”. Ed ha poi aggiunto: “Ora i milanesi devono pregare il buon Dio che non gli succeda qualcosa di negativo”, mentre, quanto a Napoli, ha commentato: “Gli elettori si pentiranno tutti moltissimo”. Sandro Bondi, invece, ha deciso di rimettere il mandato di coordinatore del partito nelle mani di Berlusconi, mentre il ministro degli Esteri Franco Frattini ha chiesto “un rilancio” del partito e proposto di sperimentare le primarie. Anche il ministro della Difesa La Russa, ammettendo la sconfitta, ha chiesto “una seria e approfondita riflessione” nel partito, mentre Maurizio Gasparri ha parlato di “un risultato chiaramente ed ampiamente negativo”.

Berlusconi: “I nostri candidati erano deboli. Gli elettori di sinistra sono senza cervello”

Foto: Ap/LaPresse

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in vista del secondo turno delle elezioni amministrative previsto per domenica e lunedì prossimi, ha convocato lo stato maggiore del Pdl nella sua residenza romana di palazzo Grazioli, e, nell’esaminare la situazione, ha spiegato che il risultato del primo turno delle amministrative è dipeso anche dalla debolezza dei candidati e dall’eccessiva politicizzazione di un voto amministrativo. In serata, si è recato alla trasmissione di Bruno Vespa, e ha ripreso i toni molto accesi della campagna elettorale, che pure, al primo turno, non gli erano stati d’aiuto. 
Ha quindi attaccato gli elettori di sinistra, arrivando ad affermare che la sinistra vincerà ai ballottaggi solo se “gli italiani andranno a votare lasciando a casa il cervello“, e accusando quello che ha definito “un blocco mediatico terrificante, a partire dal Corriere della Sera, da Sky e la 7 e le trasmissioni Rai pagate con i soldi di tutti che stanno con la sinistra”.
Il premier ha criticato duramente anche i candidati ai ballottaggi nelle due città chiave, Milano e Napoli. Di De Magistris, Berlusconi ha detto:  “Un bell’uomo, ma un incapace totale”, aggiungendo: “Se uno lo vota poi va davanti allo specchio e deve dire “Sono senza cervello”. Pisapia, invece, viene descritto, al solito, come un estremista, che “in Parlamento ha presentato leggi a tutela dei terroristi, di eversori e per l’eutanasia”. 

Amministrative, a Milano Pisapia in vantaggio. Al centrosinistra anche Torino e Bologna

Cominciano ad arrivare i primi dati di questa tornata di elezioni amministrative, che, se confermati, suonerebbero come un forte campanello d’allarme per il centrodestra. Il risultato più emblematico è quello di Milano, città ormai da molti anni amministrata dal centrodestra, del quale era considerata un pò la roccaforte, dove invece si andrà al ballottaggio con il candidato del centrosinistra, Giuliano Pisapia, in vantaggio, con il 48% dei voti, sul candidato del centrodestra, il sindaco uscente Letizia Moratti, ferma sotto il 42%. Ma l’esito delle elezioni è favorevole al centosinistra anche nelle altre città chiave: a Torino, Piero Fassino, del Partito Democratico, sembra volare oltre il 55% dei consensi, mentre a Bologna il candidato del centrosinistra Virginio Merola verrebbe eletto al primo turno, seppure per un soffio di voti sopra la soglia del 50%. Più complicata la situazione a Napoli, dove il centrosinistra presentava due candidati, Mario Morcone, sostenuto da Pd e Sel, e Luigi De Magistris, sostenuto dall’Idv e dalla Federazione della Sinistra: sarà proprio quest’ultimo, con circa il 26 % di consensi, ad andare al ballottaggio con il candidato del centrodestra, Giovanni Lettieri, fermo a circa il 40%.

Elezioni amministrative, si vota: alle 19 affluenza in lieve crescita

Si vota oggi, dalle 8 alle 22, e domani, dalle 7 alle 15, in 12.415 seggi elettorali, per il rinnovo di amministrazioni comunali e provinciali. A mezzogiorno aveva votato, per le comunali, il 13,3% degli aventi diritto, in lieve calo rispetto alle precedenti elezioni comunali, nelle quali, alle 12, l’affluenza era stata del 14,6%. Un calo simile, di poco più dell’un per cento, si è registrato per le elezioni provinciali. Secondo i dati delle 19, invece, il numero dei votanti sarebbe in lieve crescita.
Gli italiani chiamati alle urne sono quasi tredici milioni, per l’elezione di nove presidenti di provincia e relativi consigli provinciali, e del sindaco e del consiglio comunale di ben 1177 comuni. Gli occhi sono tutti puntati su quattro grandi città, in particolare, dove il voto assume anche una valenza politica nazionale: Milano, Torino, Bologna e Napoli. Il capoluogo lombardo, in particolare, è amministrato da diverse legislature dal centrodestra, ma stavolta il centrosinistra, con il suo candidato Giuliano Pisapia, sembra avere buone possibilità di arrivare perlomeno al ballottaggio e lanciare lì la sfida finale contro l’attuale sindaco Letizia Moratti, in corsa per essere riconfermata. Fra i due la contesa si era fatta anche aspra, dopo le accuse rivolte dalla Moratti a Pisapia, nel corso di una trasmissione televisiva su Sky.

Processo breve: Napolitano, Berlusconi, De Magistris

Nessuna trattativa: il Quirinale assicura che – in merito alle discussioni sul processo breve Giorgio Napolitano non presterà il fianco ad alcuna mediazione nè tantomeno interverrà per appianare le divergenze tra partiti.

Utilizza l’ironia, il Presidente della Repubblica, ma al contempo lancia l’allarme reale: la priorità del Paese è un’altra. “E’ venuto il momento che l’Italia si dia una seria politica industriale nel quadro europeo, secondo le grandi coordinate dell’integrazione europea. Ne abbiamo bisogno per l’occupazione e per i giovani, motivo principale di preoccupazione. Processo breve? Ricordate la legge sulle intercettazioni? C’è qualcuno che ha informazioni in merito?“.

Tra i cinque punti sanciti dal Popolo della Libertà al fine trovare un accordo squisitamente politico con i finiani di Futuro e Libertà, quello inerente al processo breve rischia di far saltare il banco, visto che tra gli uni (PdL) e gli altri (Fli) la distanza pare allo stato attuale ancora immensa. E se per Gianfranco Fini basta una frase a mettere in guardia gli ex alleati (“No a leggi che tutelano i politici e danneggiano i cittadini”), pare altrettanto ovvio che – così come è stato partorito al Senato – il decreto del cosiddetto “processo breve” non incontra il consensio dei finiani. Allineati, in questo, con il pensiero del Capo dello Stato.

Roma, Il Manifesto contro i tagli all’editoria: redazione a Montecitorio

il-manifesto-montecitorio_2

Anticipata dalla prima pagina del quotidiano in edicola – un uomo a una donna in maniera quasi allusiva: “Lo facciamo in piazza?” – la riunione di redazione de Il Manifesto si è tenuta all’aria aperta, a due passi dal Parlamento, sole a palla a Montecitorio. Alla base, l’evidente voglia di manifestare ancora contro i tagli per l’editoria previsti dalla manovra Finanziaria in discussione nell’emiciclo. La voce di Norma Rangeri – in veste di Direttore – deve salire di un’ottava per annunciare l’apertura dell’anomala riunione di redazione del manifesto: ad ascoltarla, nomi noti e meno noti del giornalismo italiano, esponenti politici (facile pensare al rimando politico, essendo Il Manifesto un quotidiano di chiara ispirazione a valori e ideali di sinistra). Tra i presenti si segnalano: Roberto Natale, presidente della Federazione nazionale della stampa; Fulvio Fammoni, della segreteria nazionale della Cgil; Claudio Fava e Alfonso Gianni, di Sinisitra ecologia e libertà; Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista; Fausto Bertinotti; Ignazio Marino, Giovanna Melandri e Vincenzo Vita (Pd); Giuseppe Giulietti (Aticolo21); Luigi De Magistris (Idv); i vertici di Mediacoop, Mario Salani e Lelio Grassucci; Corradino Mineo; Valentino Parlato, Giuliana Sgrena e Vauro. Il messaggio lanciato dalla Rangeri è lampante: “Berlusconi con questi tagli vuole togliersi dai piedi una serie di giornali di destra e di sinistra. La stampa è l’ultima spina nel fianco del regime mediatico berlusconiano e il premier inizia a eliminarla cominciando dai piccoli, ma noi venderemo cara la pelle. Se si andrà avanti con il voto alla Finanziaria siamo pronti a salire su un tetto, questa è solo la prima tappa“.

De Magistris: “Lodo? Una provocazione. Berlusconi va sconfitto politicamente”

De MagistrisSarà che da un po’ frequento l’Europa, ma questo Paese sta perdendo l’umorismo. Il mio era un pezzo scritto su un blog e va letto per quello che è”. L’ha detto Luigi de Magistris, eurodeputato dell’Idv, a “24 Mattino” su Radio 24, commentando il suo Lodo lanciato qualche giorno fa (“Berlusconi vada in esilio in cambio dell’impunità giudiziaria”). De Magistris, poi, riattacca il premier e non risparmia neanche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano:

Io sono convinto che Berlusconi vada sconfitto politicamente. Volevo anche smitizzare il Lodo, è una provocazione di questo tipo. Se vogliamo pensare che l’Italia è caduta nel basso impero e quindi c’è un sultano che sta stravolgendo la democrazia, allora l’esilio potrebbe essere una conseguenza, ma si può anche intendere come una scelta addirittura vantaggiosa per Berlusconi. Perchè rispetto agli altri cittadini che si fanno fare i processi, lui fa leggi per non subire conseguenze giuridiche. Io ho molto rispetto di chi ha votato Berlusconi.

Annozero, profumo di mafia

annozero

Stasera, giovedì 5 novembre, ad Annozero una puntata che parla di mafia. Il Ministero dell’Interno chiede che sia sciolto un consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. Ma poi rinuncia ad andare avanti perchè il consiglio comunale si dimette. Intanto vengono arrestati un assessore, il capo e il vicecapo della polizia municipale e alcuni dirigenti comunali per associazione mafiosa, mentre alcuni consiglieri sono indagati.

Tutto questo avviene a Fondi, in provincia di Latina, dove i carabinieri stanno indagando sulla presenza del clan camorrista dei casalesi. I possibili legami tra malaffare e politica sono al centro di Profumo di mafia. L’inchiesta di Stefano Bianchi e Giulia Bosetti racconterà la storia del consiglio comunale di Fondi, mentre in studio discuteranno di questione morale e politica, di legalità e gestione della cosa pubblica tra gli altri l’esponente del Pdl Italo Bocchino, l’eurodeputato dell’Italia dei Valori Luigi De Magistris.

Buona visione.

Archivio Genchi, trema la politica

Lo chiamano “l’orecchio che ascoltava tutto il potere“. Ma soprattutto: lo chiamano, in causa. Certo, è singolare che a noi comuni mortali venga raccontato dell’esistenza dell’archivio Gerli proprio ora. Qui la notizia di cronaca. Gioacchino Genchi è un consulente informatico. Lavora per molte procure, in tutta Italia.  La storia va avanti da un bel pezzo, e ora esce fuori in relazione al caso De Magistris. E, soprattutto, siccome ora anche il Silvio Berlusconi ne parla, ha trovato asilo – malamente – anche sulla nostra beneamata stampa.

Il nostro scrive oggi sul suo blog (che si chiama, significativamente, Legittima difesa) , e anche Antimafia Duemila lo riprende. Vi segnalo l’interessante lettura.

Una vicenda a uso e consumo del già complesso dibattito sulle intercettazioni. Come finirà?