Afghanistan, 6 parà morti

attacco italiani afghanistanDa Spinoza.it su Twitter:

La Russa: “L’obiettivo della missione non cambia”. È sempre quello di tornare a casa vivi. [lorberto]

Insomma. Attentato kamikaze nella capitale dell’Afghanistan, Kabul, contro due blindati del contingente italiano. Le vittime (italiane) sono sei, tutti parà della Folgore, tra i 26 a i 37 anni. Ci sono anche quattro militari italiani feriti, insieme a 60 civili afgani e 15 morti. Le salme non arriveranno in Italia prima di sabato.

E via alla politica. Napolitano: “Dolore e riconoscenza ai nostri militari”. Berlusconi: “Cordoglio e solidarietà, sono caduti per la libertà”. La Russa in Senato: “Infami e vigliacchi, non ci fermeranno”. Karzai: “Grati agli italiani, non dimenticheremo mai”. Bossi: “A Natale tutti a casa”. Salvo poi sentire le smentite del resto della maggioranza. Che suonano più o meno come un “non si è spiegato bene”. La solita confusione all’italiana, insomma. Interessante la ric0struzione e l’analisi di Lucio Caracciolo, direttore di Limes.

A sei anni da Nassiriya (12 novembre 2003), una nuova tragedia. E voi cosa ne pensate? Le truppe italiane in Afghanistan dovebbero rientrare? La missione di pace è veramente tale, o siamo in guerra?

Afghanistan, che fare?

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Umberto Bossi: “Io risporterei a casa tutti. La missione costa molto”.

Roberto Calderoli: “Polemiche strumentali. Sull’Afghanistan la stragrande maggioranza degli italiani la pensa come Umberto Bossi. Prima o poi il mondo occidentale dovrà fare autocritica perché la democrazia non si esporta e non si impone”.

Dario Franceschini, segretario del Pd: “Non è il momento di far rientrare i ragazzi italiani dall’Afghanistan: è il momento di completare quel lavoro”.

“La missione in Afghanistan è irrinunciabile”, ha ribadito il ministro della Difesa, Ignazio La Russa.

E voi, che ne pensate?

La Russa, il fico secco e la politica italiana all’immigrazione

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Ignazio La Russa ha fatto parlare di sè in questi giorni. Ed oggi torna sulle polemiche con l’Alto commissariato Onu. Il governo, dice, è compatto nel dire che sbaglia. Certo, il ministro – e l’esecutivo tutto – ha presentato le sue scuse a Laura Boldrini, portavoce italiana dell’Unhcr. Le aveva detto che non conta un fico secco (sic!). Ma continua a difendere la posizione assunta: l’Unhcr sbaglia nell’esprimere perplessità circa il riaccompagnamento dei migranti, il comportamento dell’Italia e dei marinai italiani nei riaccompagnamenti verso il porto libico.

Il ministro della Difesa chiama dalla sua quello degli esteri: Frattini, che è l’uomo più moderato del governo, dice che ha sbagliato. E in effetti Franco Frattini, ieri, prima ha preso le distanze da La Russa per l’espressione infelice, ma poi ha difeso la politica governativa sull’immigrazione.

Afghanistan, La Russa da Annunziata

Afghanistan. Siete mai intervenuti in qualche operazione speciale dietro le linee in Pakistan? Vi è stato mai richiesto di intervenire dagli americani? No, dice il Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ospite di Lucia Annunziata a In mezz’ora (oggi alle ore 14,30 su Rai3). No, conferma il Generale Paolo Serra da Herat.

La Russa è chiaro. Di lui è certo possibile apprezzare una certa schiettezza.

Togliamoci dalla testa, dice il reggente di An, che la presenza dei soldati italiani in missione in Afghanistan non sia una faccenda pericolosa. Anzi. E’ p-e-r-i-c-o-l-o-s-i-s-s-i-m-a, nonostante sia tesa alla ricostruzione. Il ministro ha parlato di un aumento – nell’ordine delle 200 unità – della presenza italiana sul territorio. Ha parlato anche delle modifiche previste dal decreto approvato a dicembre dal Governo. Mentre lo ascoltavo mi martellava in testa la domanda sul come conciliano il tutto con l’articolo 11 della Costituzione.

Italia-Brasile, il caso Battisti in campo

Il caso Battisti è ancora hot. Perché l’Italia è l’Italia, non un altro paese. E siccome l’Italia è, appunto l’Italia, ecco che sbuca fuori il calcio. Perché per il 10 febbraio sarebbe prevista una bella partita, un’amichevole, proprio tra Italia e Brasile. E il Brasile è proprio il paese che ha rifiutato di restituire Cesare Battisti all’italica giustizia.

Lula ha detto no, e ora la politica italiana non trova nulla di meglio da fare che buttarla sul calcio. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, proprio non ci sta. Questa partita non s’ha da fare. Ha pure in tasca un bel biglietto per la stessa, ma giura e spergiura che non si presenterà. Andreotti prova a ricordare che politica e sport non c’entrerebbero, ma ormai la polemica è partita. Così italica.

La Meloni, già che c’è, ha un’altra idea: far presentare tutti i giocatori in campo con una fascia nera al braccio in segno di lutto.

Gomorra, la storia continua. Guerra alla Camorra?

Mentre il Pakistan è in fiamme, sconvolto dall’attentato rivendicato da Al Qaeda durante un banchetto in onore del neo presidente, e fa i conti con i suoi oltre 60 morti accertati, tra cui l’ambasciatore ceco, i suoi 100 feriti, i soccorritori che solo all’alba sono riusciti a entrare, foto della tragedia e video che circolano nel mondo direttamente dall’interno dell’hotel, in Italia un’altra guerra è in corso.
150 poliziotti, 150 carabinieri e 100 finanzieri: un totale di 400 unità umane sarebbe in partenza per la zona di Caserta. Mission: impossible.

Rassegna Critica – Vengo dopo il Tiggì. E l’opposizione?

Dunque. Qui, a occhio e croce, c’è l’ennesimo conflitto istituzionale in corso.
Di clima disteso non se ne parla più, o almeno, non se nee parla proprio. Il Tempo titolava oggi

E meno male

Non nel loro senso – nel senso della Copia Omaggio di cui tappezzano la città. Ma un fondo di verità c’è.

Vediamo cosa ci dicono i nostri. I titoli del Tg1 delle 13.30 di oggi. Il primo, quel che interessa in questa sede:

Decreto Sicurezza, passa al Senato la norma sospendi-processi. L’opposiziona lascia l’aula. La maggioranza: “Pd succube di Di Pietro”

Rassegna Critica – Vengo dopo il Tiggì. Lodo Schifani e dintorni

Si torna a parlare di Lodo Schifani. Si torna? Qualcuno ci spiega? Di nuovo nell’aria, e al centro del dibattito (?) politico una norma dichiarata incostituzionale nell’ormai lontano 2004.
A volte ritornano? Una sapiente rielaborazione della stessa potrebbe tornare? Urgente il desiderio di comprendere.
Tre bambini tra i sei immigrati dispersi a largo di Malta. Un sabotaggio i rifiuti ospedalieri con tracce di radioattività . Esercito nelle strade, la norma sarà nel decreto sicurezza. Polemiche sul cosiddetto Lodo Schifani. Sentiamo cosa ci dice il Tg1 di oggi, ore 13.30, tra una vigilia di Italia-Francia e l’altra.

Un fantasma si aggira per il loft. E’ il fantasma del Pd

Veltroni Fassino
I palazzi del potere. Un luogo strano. La foto è della sottoscritta, e oltre che prenderne il copyright, ne prendo il merito. Era lì. Il quadro perfetto di un’Italia che non c’è, non c’è mai stata, non è stata capace di esserci e per ora, decisamente, non ci sarà. Era impossibile lasciarsela sfuggire. Un dovere morale. Una necessità estetica, oltre che simbolica.
Guardandomi in versione Giapponese alla Camera in gita, impertinente moschino inutile, il Secco Fassino cosa avrà pensato? Avrà pensato? Cosa starà dicendo Walter Veltroni in questo preciso istante di storia? Erano in un angolo. Mentre la Camera era in festa, il Transatlatico era attraversato da Gianni Alemanno trionfante, deputati vecchi e nuovi si scambiavano mail e numeri di telefono e si raccontavano la propria storia. Studiandosi. Social networking, socializing, ho sentito dire da alcuni di loro. Al via, ufficiale, la XVI Legislatura – abbiamo persino il nuovo presidente del Senato, Schifani. Per l’incoronazione di Fini alla Camera e di un ex missimo alla terza carica più alta dello Stato, appuntamento a domani.

Se An e la Lega dicono sì all’election day

Election Day
In verità si dica. Non si capisce più nulla. Arriva oggi il sì di An e della Lega all’election day. La politica italiana si sta arrovellando anche su quando spendere, quando anche alla meno aggiornata massaia dell’interland salentino è assolutamente chiaro che fare tutte le elezioni che s’hanno da fare – perchè proprio si hanno da fare – in un solo giorno è meglio che in due o tre. Per le disperate e piangenti casse dello Stato, si intende.
Spendere il doppio quando si potrebbe risparmiare la metà. A Silvio, l’idea di fare tutto insieme non ha mai sconfifferato. Non sia mai che poi la gente si confonda drammaticamente. La questione delle tre settimane a casa da scuola? E che importa. Cominciamo con l’autoapprendimento. Oppure, perchè no. Con delle lezioni in tv. Sui canali Mediaset, ad esempio?
A un certo punto della favoletta, però, arriva oggi un fulmine a ciel sereno. Fulmine che si chiama sostanziale (e sostanzioso) consenso di An e della Lega a questa faccenda dell’election day.