Berlusconi al Senato: “No a ribaltoni, patto con i moderati”. I finiani: “Dimissioni o sfiducia” – FOTO dal Senato

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Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha oggi parlato al Senato prima del voto di fiducia al governo, previsto per domani, cercando di difendere l’operato del governo e ribadendo che “abbiamo bisogno di tutto tranne che di una crisi al buio”. Inoltre, prosegue il premier, “chi ci vota contro tradisce il mandato ricevuto dagli elettori”. Berlusconi si è però detto disponibile ad eventuali modifiche del programma di governo e ad un allargamento della maggioranza “a tutte le forze politiche che già si riconoscono nel Partito Popolare europeo”, a cominciare dall’UDC, e ha quindi proposto “un patto di legislatura a tutte le forze moderate del Parlamento”.

Berlusconi ha fatto prevalentemente appello alla “coscienza” dei parlamentari “ribelli”, ovverosia di coloro che, nel2008, erano stati eletti tra le file del PDL e che sarebbero pronti a votare la sfiducia, invitandoli a nontradire l’ elettorato” con “un’ alleanza con la sinistra camuffata da governo di transizione”. Inoltre, dal premier è venuto un appello all’ unità “per fare l’ interesse del Paese”, poichè, ha aggiunto, “di tutto abbiamo bisogno fuorchè di una crisi al buio”.

Futuro e Libertà per l’Italia, nasce il partito

Alleanza Nazionale in piccolo? Manco per idea: piuttosto, chiarisce Gianfranco Fini, è il Popolo delle Libertà in grande. Come dire: nessuno tra i finiaani di Futuro e Libertà per l’Italia ha voglia di guiardare al passato. Semmai, si procede oltre, verso il futuro.

Nasce a Roma, nella sede di Farefuturo, il nuovo centro destra sempre più distante da Silvio Berlusconi. Non un partito vecchia maniera, continua Fini, piuttosto un movimento di opinione: “Non possiamo mettere in moto una struttura pesante“.

Manca il tempo, a conti fatti, e forse non sarebbero sufficienti le fiorze di cui si dispone allo stato attuale: in fondo, le elezioni anticipate sono tutt’altro che ipotesi scongiurata.

Pd, Rosy Bindi: “Alleanza elettorale con Futuro e Libertà”. Bocchino frena

Pier Luigi Bersani ha annunciato l’intenzione di riprendere (e attribuirgli obiettivi e linee programmatiche rinnovate) l’esperienza dell’Ulivo, Rosy Bindi mostra di gradire la linea del segretario auspicando una coesione talmente ampia da prevedere anche una convergenza con Gianfranco Fini.

Il Partito Democratico, attraverso le parole del Presidente, apre a Futuro e Libertà senza neppure attendere (o forse anche per questo) le parole che il  Presidente della Camera pronuncerà domenica 5 settembre a Mirabello (in occasione dell’incontro dei gruppi di Fli).

Potrebbe essere l’occasione della rottura definitiva tra il Popolo della Libertà e i finiani: l’ex Ministro della Sanità coglie la palla al balzo e dichiara a Telelombardia: “Se Berlusconi e la Lega dovessero portare il Paese alle terze elezioni in sei anni, allora noi proporremo a Fli un’alleanza per la democrazia. Noi staremo con tutti coloro che sono disponibili a salvare questa Costituzione. Non penso ad ammucchiate: se Berlusconi cerca la prova di forza con il voto anticipato e se ci sarà un attacco alla Costituzione, noi chiederemo a tutti di difendere la Costituzione e la democrazia“.

Processo breve: Napolitano, Berlusconi, De Magistris

Nessuna trattativa: il Quirinale assicura che – in merito alle discussioni sul processo breve Giorgio Napolitano non presterà il fianco ad alcuna mediazione nè tantomeno interverrà per appianare le divergenze tra partiti.

Utilizza l’ironia, il Presidente della Repubblica, ma al contempo lancia l’allarme reale: la priorità del Paese è un’altra. “E’ venuto il momento che l’Italia si dia una seria politica industriale nel quadro europeo, secondo le grandi coordinate dell’integrazione europea. Ne abbiamo bisogno per l’occupazione e per i giovani, motivo principale di preoccupazione. Processo breve? Ricordate la legge sulle intercettazioni? C’è qualcuno che ha informazioni in merito?“.

Tra i cinque punti sanciti dal Popolo della Libertà al fine trovare un accordo squisitamente politico con i finiani di Futuro e Libertà, quello inerente al processo breve rischia di far saltare il banco, visto che tra gli uni (PdL) e gli altri (Fli) la distanza pare allo stato attuale ancora immensa. E se per Gianfranco Fini basta una frase a mettere in guardia gli ex alleati (“No a leggi che tutelano i politici e danneggiano i cittadini”), pare altrettanto ovvio che – così come è stato partorito al Senato – il decreto del cosiddetto “processo breve” non incontra il consensio dei finiani. Allineati, in questo, con il pensiero del Capo dello Stato.

Generazione Italia osa: “Berlusconi? Comunista!”

Generazione Italia – dice di sè: aggregatore intergenerazionale rivolto a tutti coloro che hanno voglia di impegnarsi per l’Italia – è di chiaro riferimento finiano: annoverato tra gli organi di informazione vicini a Gianfranco Fini e ai deputati di Futuro e Libertà (componenti del Comitato Nazionale), propone oggi la clamorosa notizia che pare confermare la netta incompatibilità tra Fli e il Popolo delle Libertà. In barba a ogni tentativo di mediazione, accordo, armistizio, il sito mostra in prima pagina una notizia che – semmai avesse alcun effetto – sembra messa lì proprio per rimarcare quanto sia lontana la possibilità che si possa recuperare fiducia reciproca tra due anime – a questo punto – distinte.

Gli squadristi della libertà sono pronti a organizzarsi per contestare Fini a Mirabello“: mica roba da niente. Con tanto di sviluppo della tesi: “Se mai servisse una conferma della deriva sinistrorsa/comunistoide del Pdl ecco a voi l’ennesima conferma. Stamane riceviamo una telefonata: un nostro amico napoletano ci informa che è stato contattato da un consigliere provinciale del Pdl che gli ha fatto una richiesta particolare: ‘Stiamo organizzando con la Brambilla una contestazione a Fini quando parlerà a Mirabello. Riesci a riempirmi un pullman? E’ tutto a spese del partito’. Gli daranno anche il panino, in puro stile Cgil. E magari anche un libretto rosso con tutte le istruzioni per contestare il nemico del popolo“.

Berlusconi-finiani, nuova puntata

Ci risiamo. Tira aria di elezioni e non si riesce ad allontanare la possibilità di andare alle urne a breve. Prima i “porta a porta” lanciati da Berlusconi (che ha il copyright dell’idea) e riproposti dieci giorni dopo dal Partito Democratico (… e poi i maligni non possono fare a meno di dire che non riescono ad avere un’idea originale che sia una). Ora il premier rilancia con un messaggio ai Promotori della Libertà. Il concetto è chiaro: preparatevi al voto, anche a breve. La questione dei gruppi finiani a Silvio Berlusconi proprio non va giù. Futuro e Libertà oggi rilancia e chiede al leader del Pdl di annullare la riunione dei probiviri (ricordate? I tre falchi finiani Fabio Granata, Italo Bocchino e Carmelo Briguglio sono stati deferiti ai probiviri del partito). E chiedono anche che si ponga fine a quella che chiamano “campagna mediatica” contro Gianfranco Fini, ovvero la serie di inchieste portate avanti dal Giornale di Feltri prima e da Libero sull’affaire Montecarlo.

PdL, ecco chi sta con Fini: forbice da 20 a 31 deputati

Popolo delle Libertà, l’elenco dei “quasi” espulsi dal partito è di quattro nomi: Gianfranco Fini, Italo Bocchino, Carmelo Briguglio e Fabio Granata. Ovvero, i tre al seguito del Presidente della Camera, coloro che maggiormente si sono esposti a telecamere e prese di posizioni politiche spesso in netta opposizione alla linea individuata dalla maggioranza del PdL. Attorno al poker di politici ruota il documento che l’Ufficio di presidenza del partito discuterà intorno alle 19.

(LEGGI QUI IL DETTAGLIO DELLE ULTIME ORE)

Passaggio politico cruciale non solo perchè si verrebbe a creare una conseguenziale spaccatura interna al PdL con inevitabile costituzione di un nuovo gruppo parlamentare ma pure per il fatto che andrebbero poi valutate – dati alla mano – almeno due questioni. La prima, evidente: la tenuta del Governo, chiamato a verificare la propria forza. La seconda, neppure troppo marginale: capire che succederà con la figura della terza carica Istituzionale del Paese e se Fini saprà tenersi aggrappato alla poltrona che ricopre attualmente.

Il secondo successivo all’eventuale cacciata dei quattro dal partito spalancherebbe i portoni alla deposizione della richiesta di un gruppo politico autonomo alla Camera dei Deputati. Ma chi sta con Gianfranco Fini? Quanti sono i finiani?

Per Silvio Berlusconi solo una manciata di deputati – dieci, ha detto il Premier – mentre le indiscrezioni di stampa parlano di almeno 20 parlamentari che avrebbero già sottoscritto la propria adesione al nuovo gruppo e di altri undici pronti a farlo. La forbice oscilla tra i 20 e i 31 deputati: nell’ultimo caso, potrebbero decidere le sorti del Governo.
GIA’ CON FINI. Fedeli all’ex leader di An, lo seguirebbero da subito dopo aver sottoscritto il contro documento predisposto dall’area finiana: