Penati si dimette da tutte le cariche ma dice: “Sono innocente”

Foto: Ap/LaPresse

Filippo Penati si è dimesso dalla carica di vicepresidente del consiglio regionale della Lombardia e da tutte le cariche all’interno del Partito Democratico, nel quale era membro della Direzione Regionale, della Direzione Nazionale e dell’Assemblea Nazionale. Già presidente della Provincia di Milano, Penati è indagato per corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti in merito ai progetti urbanistici sull’area ex-Falck di Sesto S. Giovanni.
Le dimissioni dall’incarico nel Consiglio regionale lombardo sono state formalizzate con una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Regionale, Davide Boni, nella quale ha spiegato così la sua decisione: 

“Visto il clamore e l’eccezionale esposizione mediatica, penso siano imprevedibili tempi brevi per l chiarificazione dell’ìntera vicenda e pertango ritengo opportuno garantire la piena funzionalità dell’Ufficio di Presidenza da cui mi sono autosospeso immediatamente dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia, rassegnando quindi le mie dimissioni dall’Ufficio di Presidenza”.

Filippo Penati, indagato per corruzione e concussione

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Filippo Penati, vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia per il Partito Democratico, è indagato per corruzione e concussione. E’ quanto emerge da un inchiesta della guarda di finanza della Repubblica di Monza e riguarda l’area Falck di Sesto San Giovanni.

In queste ore, la guardia di finanza sto portando a termine alcune perquisizione per confermare quanto riscontrato durante le indagini preliminari.  L’inchiesta che vede indagato Penati, era stata avviata nell’ambito di quella sull’area Santa Giulia. L’accusa che viene rivolta nei confronti di Penati, parla di circa quattro miliardi di lire di tangenti che Filippo Penati, avrebbe ricevuto tra il 2001 e il 2002. Fino all’anno 2001, Penato, è stato il sindaco di Sesto San Giovanni, confermato con il 56% dei voti.

Pd, morte Sarfatti: il cordoglio della politica

Riccardo Sarfatti è deceduto nella notte tra giovedì 9 e venerdi 10 settembre in seguito a un incidente stradale. L’architetto, nonchè esponente del Partito democratico (figura di spicco dell’area limbarda, nel 2005 sfidò alle regionali Roberto Formigoni collezionando una sconfitta assai dignitosa che gli fruttò il 44 per cento delle preferenze) lascia la moglie e i tre figli che hanno saputo della tragedia qualche ora dopo.

Il settantenne stava rincasando dpo aver preso parte alla festa di partito in svolgimento nel capoluogo meneghino: nello specifico, si era recato al Palasharp per ascoltare, in prima fila, l’intervento di Walter Veltroni prima di rientrare.

Mancavano venti minuti alle due quando l’auto di Sarfatti, in località Termezzo, è sbandata sfondando il guard rail e finendo nelle acque del lago di Como che circondano quel tratto viabilistico. Gli attimi immediatamente successivi li hanno raccontati alcuni testimoni, i quali hanno parlato della difficoltà di Sarfatti a uscire dall’abitacolo per l’impossibilità di liberarsi della cintura di sicurezza.

A nulla è valso il tentativo di un giovane di prestare soccorso tuffandosi nel lago: la vettura, infatti, si è inabissata e ha trascinato con sè il politico. Le cause sono tuttora da chiarire: tra le ipotesi, anche quella di un improvviso malore.

Primarie Pd, il partito con Bersani ma Di Pietro frena: “Prima la coalizione e il programma”

Da un lato l’esposizione ufficiale di Pier Luigi Bersani, segretario del Partito Democratico, che lancia una nuova coalizione di partiti trasversali nell’ottica di una alleanza democrtica con cui sconfiggere Silvio Berlusconi; dall’altra, il solito guazzabuglio tutto interno per decretare il nuopvo candidato Premier del centro sinistra. Eccole, invocate a gran voce: le primarie. Espressione di alta democrazia in seno al Pd ma pure momento periodico nel quale più di un protagonista della vita di partito coglie l’occasione per contrapporsi in maniera evidente all’altro.

Non solo un dibattito sui contenuti ma – a volte – una vera e propria resa dei conti che implica la formazione di fazioni contraddistinte. Nichi Vendola e Sergio Chiamparino hanno già avanzato la propria candidatura, Bersani è candidato di diritto, essendo stato ultimo vincitore delle primarie e in virtù del ruolo di segretario di partito. Già schierati i sostenitori dei primi due, stanno ora iniziando a rendere pubblica la propria posizione anche i cosiddetti bersaniani.

Piero Fassino lo dichiara apertamente: “Bersani è il candidato del Pd, lo vuole lo schema europeo – che condivido in pieno – secondo cui il candidato è il leader del principale partito della coalizione“: in una intervista a Europa, Fassino ribadisce anche l’importanza strategica di una alleanza che includa la sinistra e l’UdC, “non sarebbe per nulla un’ammucchiata”.

Primarie Pd: Vendola e Chiamparino, sfida a Bersani con l’incognita D’Alema

C’è aria di elezioni anticipate, i pronostici più rosei parlano di possibile accordo tra PdL e Fli su un accordo programmatico composto da quattro punti cruciali (giustizia, Federalismo, Mezzogiorno e fisco) ma tra i banchi dell’opposizione in pochi credono a una intesa. Motivo per il quale ci si inizia a preparare in vista dell’ennesimo ritorno alle urne.

Il Partito democratico, nonostante il clima balneare da “chiuso per ferie” pare un laboratorio in cui ci si organizza per fare gli straordinari. Sembra l’occasione più ghiotta – anche in virtù della fuoriuscita dei finiani – per tornare a investire su una vittoria elettorale.

Che, a quanto pare, passerà attraverso un ritorno alle primarie al fine di individuare un candidato premier. Di fianco alla figura di Pier Luigi Bersani, attuale segretario del Pd, iniziano a comparire alternative vogliose di porsi alla guida di una eventuale coalizione.

Candidati alle regionali: Vittorio Agnoletto – Gallery

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Vittorio Agnoletto è candidato alla presidenza della Regione Lombardia per la Federazione della Sinistra. Torna sulle scene: è stato europarlamentare, ma soprattutto – lo ricorderete – nel gennaio del 2001 è stato nominato portavoce della delegazione italiana al Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre e nel luglio dello stesso anno portavoce del Genoa Social Forum (GSF). Erano i tempi, drammatici per la storia d’Italia, del G8 di Genova.

Figura ricca di contrasti. Proviene dall’associazionismo cattolico e dall’Agesci, per poi passare dai movimenti studenteschi della Nuova Sinistra. Correrà per la presidenza della Regiona Lombardia, già data per assegnata a Formigoni. Regione che presenta una frammentazione estrema delle candidature. Un ritorno al proporzionale nelle candidature per il governo di una regione cruciale come quella lombarda.

Candidati alle regionali: Filippo Penati – Gallery

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La corsa alle Regionali in Lombardia è particolarmente affollata. Insieme a Roberto Formigoni per il centrodestra senza più forse, attuale governatore e per il quale sembra già certa la riconferma, alle elezioni regionali Lombardia 2010 sono candidati Filippo Penati, ex presidente della Provincia di Milano per il centrosinistra.

Ma anche Marco Cappato per la lista Pannella-Bonino, non alleata con il centrosinistra, l’ex segretario Cisl Savino Pezzotta per l’Udc, che corre da sola, l’ex europarlamentare Vittorio Agnoletto per Rifondazione e Comunisti italiani, il Presidente del Movimento a 5 stelle di Beppe Grillo, Vito Claudio Crimi, e Gian Marco Invernizzi per Forza Nuova.

Dopo il salto, una gallery del candidato del centrosinistra.