Napolitano e la grossa gatta da pelare

Gatta
Napolitano ci prova, ma la gatta è grossa e ardua a pelarsi. Avesse ancora un numero idoneo di capelli, le mani sarebbero lì. Le consultazioni al Quirinale, in corso da ieri, proseguono, per trovare una soluzione alla crisi di governo.
Il Presidente della Repubblica ha cominciato in modo soft, se vogliamo: ha incontrato tutti i piccoli partiti di maggioranza e opposizione. La sua è una strada in salita. Difficile.
Al termine delle consultazioni di oggi ha affermato, serafico stanco e probabilmente con il buio più totale sul da farsi – che avrebbe chiunque, al suo posto: Per ora è impossibile fare anticipazioni.

Fioretto per il Papa-Day: le chiavi di San Pietro a Mastella e ai politici italiani

San Pietro
C’è Clemente Mastella con una fantastica sciarpetta rosa. Alemanno ha una faccia un po’ contrariata, mentre Gasparri tenta un sorriso molto tirato. Francesco Rutelli si inzerbinisce profondendosi in sorrisi che la piazza non è stata in grado di contenere, tanto erano splendenti. Di fronte al Cardinale Camillo Ruini, certo soddisfatto.
Casini Pier Ferdinando sembra un presepe vivente, con tanto di moglie, Azzurra, e di figlioletta Caterina. Savino Pezzotta ha un’aria un po’ stranita, mentre il Ministro Fioroni si guarda intorno circospetto.

L’Udeur si appella a Napolitano, mentra la signora Mastella viene accolta da applausi e cori

Clemente Mastella
Mentre Sandra Lonardo, moglie dell’ex Ministro della Giustizia Clemente Mastella, arriva per il suo interrogatorio di garanzia di 15 minuti, accolta da applausi e cori, infuria la polemica nell’arena politica.
Lei si difende, definendo l’indagine falsa e sottolineando: Mai minacciato o tentato di coartare la volontà di chicchessia. Uno striscione la accoglie, davanti alla procura di Santa Maria Capua Vetere: Libera Sandra, liberi tutti.
Nel dibattito, si analizzano a toni accesi il ruolo della magistratura, la sua difesa, e le sue presunte colpe. La scelta di delegittimare l’operato della magistratura è irresponsabile poiché può solo generare sfiducia nelle istituzioni e attentare alle basi della convivenza civile: l’Associazione Nazionale Magistrati ha preso posizione oggi, al termine di una riunione, contro gli attacchi ai giudici. Attacchi a profusione, attacchi dall’alto, attacchi pesanti, attacchi con eco: attacchi legati al Mastella & Consorte Affaire.

Mastella, l’Udeur, YouTube e il Governo. Storia di un ricatto

Ricatto
A dirla tutta, era banale e scontato. Solo ieri, nel commovente intervento alla Camera, Clemente Mastella, tra una ricostruzione di cospirazione e un pensiero strappalacrime alla moglie, confermava le sue dimissioni da Ministro della Giustizia MA promettendo al Governo l’appoggio esterno dell’Udeur. Certo, metà dell’Udeur è indagato – hanno arrestato l’Udeur, titolava Beppe Grillo sul suo blog – ma insomma la parola appoggio è pur sempre la parola appoggio. Quanto meno, non vuole dire, in italiano corrente, remare contro. Et voilà.
Nella notte, qualcosa sarà cambiato. O meglio, la difesa di Mastella appare ora molto irritata. Giudicati da una macchietta che sta su You Tube. Questo il feroce attacco dell’ormai ex Guardasigilli al giudice che sta indagando su lui e sulla moglie, Sandra Lonardo. Contemporaneamente, il nuovo Ministro della Giustizia ad Interim, tale Romano Prodi, si sta dando da fare nel suddetto dicastero, dicendo ai sottosegretari: Dobbiamo velocizzare i processi.
L’Udeur, dall’alto della sua ragionevolezza e memore dei messaggi e delle promesse di ieri, minaccia: O lunedì si vota una mozione a favore di Mastella o è crisi.

Mastella e il Governo. L’ultima cena

ultima cena
Per la mia dignità, per la mia onorabilità, perché non voglio sentirmi della casta: con queste drammatiche parole, Clemente Mastella conferma le sue dimissioni. Se ne va. Basta, caput. Niente più Ministro della Giustizia indagato.
Commosso, in lacrime, in partenza, lascia Palazzo Chigi assicurando al Governo – che in verità ha da temere il subire il colpo – l’appoggio esterno dell’Udeur. Indagato mezzo Udeur – ma promette appoggio ponendo ben precise condizioni. Saremo esigenti, non come prima, accettando compromessi. Che genere di compromessi? Malignamente, verrebbe da pensare: parliamone, di questa faccenda dell’Udeur mezzo indagato.
Nobilmente se ne va, esortando gli italiani ad avere fiducia nella magistratura. Troppo grande la gaffe di ieri? Troppo manipolabile la difesa che prevedeva l’accusa dei magistrati? Ecco la specifica: fiducia, italiani, ma di quella seria, non di quei Gip che prima arrestano, e poi dichiarano la propria incompetenza territoriale.

Mayday, mayday. Giustizia: Mastella, indagato, (non) si dimette. E sua moglie è ai domiciliari

Naufragio
L’Italia, che bel Paese. Ha ancora paura dell’Inquisizione – ed è ancora in assoluta balia del potere spirituale – e da oggi ha anche un Ministro della Giustizia con la consorte agli arresti domiciliari.
La moglie di Clemente Mastella, Sandra Lonardo, è stata arrestata per tentata concussione. Mi dimetto, getto la spugna: Mastella è visibilmente provato. Attacca il giudice che ha predisposto l’arresto, definendo la donna un ostaggio.
Queste le parole utilizzate nel discorso alla Camera. E’ la prima volta, confesso, che in vita mia ho paura.
Prodi, però. non ci sta: ha respinto le dimissioni. Il Parlamento – spiega il ministro dei Rapporti con il Parlamento gli ha chiesto di restare, spero che questo convinca il ministro.

Casini sulla Bozza Bianco: Noi ci stiamo

Se dovessimo segnare un appunto sulla data del 9 gennaio, per quanto riguarda l’Italia e la sua politica, potremmo appuntarla come il Casini-Day. Non tanto per il gioco di parole che ne nasce (casini = disordini, che tra l’altro potrebbero riportarci benissimo alla situazione di Napoli) quanto dal cognome del leader dell’UDC.

Il fatto che sia il suo giorno è dovuto alla posizione che ha preso, in maniera pare definitiva, riguardo la “bozza Bianco”, ovvero la riforma sulla legge elettorale, che attualmente vedono alleati i “nemici-amici” Walter Veltroni, leader del PD e Silvio Berlusconi, leader di FI.

Spauracchio Partito Democratico, Giordano lancia un ultimatum sulla riforma elettorale

Giordano

Il Segretario di Rifondazione, Franco Giordano, si fa sentire. Noi siamo ancora aperti a un confronto che può produrre una larga maggioranza in parlamento. Lo è anche il Partito democratico, oppure si prende la responsabilità di far saltare tutto?. Più chiari di così. Walter Veltroni, in questi giorni, ne ha di interrogativi a cui dare una risposta.

Dopo l’altolà di D’Alema e il richiamo del Prc, l’Unione apre il nuovo anno con la spinosa questione della riforma elettorale. Dall’ala estrema della sinistraera difficile non aspettarsi questa reazione. L’intervista che Dario Franceschini, numero due del Pd, ha rilasciato a Repubblica nei giorni scorsi, nella quale rilanciava la proposta del modello francese, ha scatenato un maredi polemiche. Il Premier Romano Prodi ha sottolineato più volte che il varo della legge elettorale spetta solo alle forze politiche e al Parlamento. L’esecutivo, dal canto suo, può eventualmente instaurare il clima affinché ci possa essere l’intesa.

La sinistra estrema critica a sua volta: Dal Partito democratico si avanza una proposta diversa, una proposta che dal nostro punto di vista è agli antipodi di quella che aveva garantito l’avvio del confronto sulla legge elettorale. Il Ministro degli Esteri, nonchè Vice Premier, Massimo D’Alema, continua a non perdonare: C’è stato un giro di consultazioni, promosso dal leader del Pd è stata presentata la proposta Vassallo. I risultati di questo lavoro sono stati offerti ai presidenti della commissioni di Camera e Senato come base dell’opera del Parlamento. Si sta lavorando a una legge elettorale proporzionale con sbarramento e con correttivi. E su una riforma costituzionale che prevede il cancellierato e la sfiducia costruttiva. In sintesi? La strada indicata per la ricerca di un accordo è questa: non mi sembra utile ricominciare da capo. Insomma, proprio non gli va giù l’uscita di Franceschini.