Chi ha ucciso Yara? Trovato del DNA estraneo

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Il procuratore di Bergamo Massimo Meroni, in una conferenza stampa organizzata per le ore 11 di oggi, ha affermato: «I due dna trovati non sono di Yara, dei suoi famigliari e di nessuno dei profili in mano alle forze dell’ordine».  Sicuramente quest’affermazione conferma quello che già in molti pensavano da tempo e quanto già era trapelato dalle indiscrezioni del PM.

Il DNS ritrovato nel luogo del ritrovamento del corpo di Yara, a questo punto, potrebbe essere anche dello stesso Tironi, il ragazzo che aveva affermato di aver visto Yara con due uomini. Pochi giorni dopo, lo stesso ragazzo, amico di Yara, aveva smentito quanto dichiarato ai giornali. Le indagini si sono puntate verso questa nuova pista.

Chi ha ucciso Yara? Trovato del DNA estraneo

 
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Secondo quanto trapelato di recente dalle indagini della procura e secondo quanto dichiarato dal giornalista di NewsMediaset, Enrico Fedocci, sarebbe stato trovato del DNA estraneo nel luogo di ritrovamento del corpo di Yara Gambirasio. E’ ancora prematuro definire se il DNA sia maschile o femminile, attualmente, nessun conferma e neanche smentite, sono arrivate degli uffici della procura.

Nella giornata di ieri, i genitori di Yara sono stati a colloquio con il procuratore per circa un’ora e mezza. Il procuratore di Bergamo Massimo Meroni riguardo le indiscrezione del giornalista Mediaset ha dichiarato “Non mi risulta: stiamo lavorando, tutto è possibile“.

Chi ha ucciso Yara?

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Continuano le ricerche dell’assassino della giovane Yara Gambirasio di soli 13 anni, uccisa vicino Bergamo e ritrovata nella giornata di Sabato scorso. Gli investigatori in queste ore stanno effettuando dei prelievi di sangue su circa 10 persone che abitano intorno alla casa di Yara. Queste 10 figure,hanno precedenti penali per aggressioni a sfondo sessuale. Lo scopo degli investigatori è quello di confrontare il DNA di queste 10 persone con il DNA rilevato sulla scena dove è stato trovato il corpo di Yara.

Non sarà facile, però, ritrovare delle tracce di DNS estranee al corpo di Yara, infatti, il corpo della ragazza è stato ritrovato in avanzato stato di decomposizione, il che non favorirà l’autopsia dei medici legali sul corpo della ragazza.

Yara Gambirasio, 90 giorni dalla scomparsa ancora nessuna traccia

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Era il 26 Novembre 2010 quando Brembate di Sopra, veniva colpita dalla scomparsa di Yara Gambirasio, la giovane 13enne che ha distanza di 90 giorni da quel triste pomeriggio, ancora non vi sono tracce. Gli investigatori, come anche i famigliare, continuano comunque a sperare e continuano le ricerche. Il questore di Bergamo, Vincenzo Ricciardi, intervistato da TMNews dichiara. “Rispetto al primo giorno per noi nulla è cambiato – ha spiegato – Non c’è un solo uomo in meno impegnato nelle ricerche e non c’è un solo investigatore di alto livello che ha mollato il campo e le indagini. Proseguiamo nel nostro lavoro, che è difficilissimo, senza alcun intento di arrenderci”.

Un silenzio delle tv e dei giornali, chiesto dalla famiglia di Yara, ha portato a zero tutte le notizie sulle indagini. Continua Ricciardi, “forse qualcosa è cambiato per la stampa, perché è scattato il silenzio richiesto dalla famiglia al quale devo attenermi come prima e più di prima per quanto riguarda il merito delle indagini. Ma per noi – ha ribadito – non è cambiato nulla, andiamo avanti”.

Gemelline scomparse: “Riposano in pace!”

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Si potrebbero concludere qui le ricerche delle due gemelline scomparse a Bergamo ma sia la mamma che la polizia non si vuole arrendere a quella che ieri sera sembra essere stata la confessione finale del padre. In una lettera inviata ad Irina, la mamma delle due bambine, dove diceva: «le bambine riposano in pace, non hanno sofferto», nessuno vuole arrendersi a questi triste realtà e continuano le loro ricerche.

Si presume sia stato un omicidio tramite avvelenamento, ipotesi avanzata dalla polizia, dopo aver controllato che il padre aveva visionato diverse pagine internet su veleni micidiali. Altri ipotesi sono quelle che il padre ha gettato le figlie in un pozzo, storia purtroppo già nota alle cronaca Italiana.

Senza risultato le ricerche di Yara in Friuli

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Ricerche Yara. “Non è stato trovato nulla che abbia a che fare con la ragazza, neppure un oggetto”. Senza esito le indagini avviate in Friuli dai carabinieri per ritrovare la giovane di Brembate di Sopra (Bergamo), scomparsa ormai da quasi due mesi.

Le forze dell’ordine, riportano i quotidiani locali, sono stati “consigliati” da una sensitiva secondo cui “la tredicenne avrebbe potuto trovarsi lungo un torrente nei pressi dell’abitato di Viaso, nel comune di Socchieve”.

Rimbalza il clandestino, denunciati Renzo Bossi e la Lega

rimbalza il clandestinoEra un’applicazione di Facebook, ma ora, al link segnalato, compare la scritta di errore

L’applicazione Rimbalza il clandestino! non è al momento disponibile a causa di un problema con il programmatore esterno. Stiamo investigando nella situazione e ci scusiamo per l’inconvenienza

Mentre loro “investigano” su un’applicazione che non va più nel “magico mondo” di Facebook, è ancora possibile invece visitare il gruppo: Facciamo chiudere il gioco leghista “Rimbalza il clandestino”. Gruppo che non aveva preso bene il giochino con cui alcuni si dilettavano.

Dopo il “salto, la descrizione del gruppo.

Bergamo, manganellate sui manifestanti

Manganellate e piedi in testa. A Bergamo, pochi giorni fa. Nel video le immagini diffuse da www.youreporter.it, girate durante l’inaugurazione di una sede di Forza nuova. Una telecamera sfasciata da una manganellata. Sono immagini forti quelle che arrivano da Bergamo sugli scontri tra polizia e i manifestanti scesi in piazza contro l’apertura della nuova sede. E ci va di mezzo anche la stampa, tanto che l’Ordine dei Giornalisti insorge:

Un agente di polizia ha deliberatamente più volte manganellato il collega videoreporter del Tg di Canale Italia che stava documentando i fatti. Questo nonostante fosse evidente quale lavoro stesse facendo e si fosse più volte qualificato. A farne le spese fortunatamente solo la telecamera e la possibilità di poter svolgere correttamente il mestiere di informare. Credo che una seria e serena spiegazione da parte del questore di Bergamo e una costruttiva presa di posizione da parte dell’Ordine dei Giornalisti possa essere utile a circoscrivere questo grave episodio a un caso singolo e non ad una tendenza generale. Nella delicata gestione dell’ordine pubblico la stampa deve essere tutelata almeno quanto chi ha diritto a manifestare
Ad affermarlo è il direttore del Tg di Canale Italia, Angelo Cimarosti.